Archivi categoria: Giornalisti minacciati

L’Università l’Orientale intitola aula a Mario Paciolla

Intitolare un’aula a Mario Paciolla nella sua Università affinché la sua storia non sia
dimenticata, affinché si faccia giustizia: queste le ragioni che hanno spinto i Rappresentanti degli Studenti dell’Università L’Orientale di Napoli, afferenti a Link Orientale, ad avviare un
percorso di concerto con la famiglia di Mario, la dirigenza di Ateneo e il collettivo “Giustizia per Mario Paciolla” che porterà il prossimo 7 marzo, alle ore 14.00, all’affissione della targa dedicata a Mario, a Palazzo Giusso, storica sede dell’Ateneo napoletano.

“Mario Paciolla, studente, giornalista, attivista, poeta ribelle, anima meravigliosa: abbiamo scelto queste parole per descrivere Mario all’interno della targa a lui dedicata, perché crediamo rappresentino appieno chi era Mario e la profonda urgenza di verità e giustizia che avvertiamo come studenti del suo Ateneo” dichiara Yle D’Angelo, Presidente del Consiglio degli Studenti, in prima linea nell’organizzazione della giornata di inaugurazione che prevederà, tra gli altri, gli interventi del Magnifico Rettore, Prof. Roberto Tottoli, del
Collettivo Giustizia per Mario Paciolla, della Prof.ssa Fabiana Sciarelli dell’Università L’Orientale, oltre agli interventi di Link Napoli.

Seguirà la proiezione del documentario “Come Fuoco” per la regia di Salvatore De Chiara, mentre Valerio Bruner e Alessandro Liccardo chiuderanno l’evento con un momento musicale dedicato a Mario.

“Tenere alta l’attenzione sulla storia di Mario è ulteriormente fondamentale perché la Procura di Roma ha richiesto l’archiviazione dopo solo 24 mesi, senza che tanti passaggi di tipo probatorio siano stati fatti. Ci auguriamo che
la targa che affiggeremo Martedì sia di ispirazione costante per ogni studente dell’Orientale” afferma Cristina Trey, coordinatrice di Link Napoli – Sindacato Universitario.

“Ringraziamo i ragazzi e le ragazze dell’Università, poiché da sempre crediamo che è nei luoghi di cultura che Mario debba essere ricordato” concludono le ragazze e i ragazzi del collettivo “Giustizia per Mario Paciolla”.

Cina, i corrispondenti stranieri denunciano «forti controlli» nel 2022

I media stranieri in Cina hanno subito severi controlli anti-Covid, molestie diffuse e sorveglianza costante nel 2022, un anno in cui a quasi la metà dei giornalisti stranieri presenti nel Paese è stato ordinato di lasciare un posto o è stato negato l’accesso per motivi di salute e sicurezza, nonostante non presentassero «alcun rischio per la salute secondo gli standard cinesi»: è quanto emerge dal rapporto annuale curato dal Foreign Correspondents’ Club of China (Fccc) sulle condizioni e le difficoltà di lavoro. Il lavoro è basato su un sondaggio al quale hanno partecipato 102 dei 166 iscritti al Club della stampa estera, in rappresentanza di testate giornalistiche di 30 Paesi e regioni, ufficialmente non riconosciuto dalle autorità locali.

Una percentuale prossima alla metà ha affermato che i problemi con i «codici sanitari» degli smartphone ha reso impossibile qualsiasi viaggio nel corso dell’anno. Mentre quasi il 40% ha denunciato che almeno una delle fonti consultate su vari temi è stata oggetto di molestie, detenuta, interrogata o ha subito altre conseguenze negative a causa dei contatti avuti con i media stranieri, con il 45% del campione che ha segnalato pressioni ufficiali simili sui colleghi cinesi.

La Cina ha seguito fino a dicembre 2022 tra le restrizioni più severe al mondo negli sforzi per combattere la pandemia del Covid-19, limitando i viaggi all’interno e all’esterno del Paese e imponendo lunghe quarantene e regimi di test di massa per lungo tempo. «Una serie di restrizioni statali, la sorveglianza digitale in corso e le continue molestie nei confronti di colleghi e fonti cinesi significano che le sfide esistenti alla vera libertà di stampa in Cina rimangono» tutte aperte, si legge nel rapporto diffuso oggi. Le stringenti regole locali hanno di fatto scomparire ogni tipo di media cinesi indipendente, mentre i media statali sono pesantemente censurati e controllati.

Nell’indice sulla libertà dei media del 2022 di Reporter senza frontiere, la Cina si colloca al 175/mo posto su 180 Paesi monitorati.

Diffamazione, presentato in Senato ddl di riforma. Di Trapani: «La rettifica automatica limite alla libertà di cronaca»

«La presentazione di un disegno di legge che apre la discussione sul tema della diffamazione a mezzo stampa è un fatto positivo. Naturalmente ci riserviamo di fare delle valutazioni approfondendo il testo e di portare le nostre ragioni nelle sedi opportune». Così il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, intervenendo a SkyTg24 sul disegno di legge di riforma della diffamazione presentato in Senato mercoledì 1 marzo 2023.

Per Di Trapani, l’intervento sul carcere per i cronisti «è quasi un atto dovuto, dopo le ripetute sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo e quasi due anni dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato in sostanza incostituzionale la previsione del carcere per il reato di diffamazione e chiesto al legislatore un intervento organico sulla materia».

Il presidente Fnsi ha poi manifestato perplessità su alcuni aspetti del disegno di legge, come sul tema della rettifica: «Si prevede che la smentita non possa avere commento di giornalista o direttore. Questa è una restrizione della libertà editoriale». O, ancora, sul fronte delle azioni legali bavaglio, rispetto alle quali «nei fatti ancora una volta non c’è un provvedimento efficace di contrasto a questo fenomeno».

Rispondendo ai rilievi mossi da Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e primo firmatario della proposta di legge, e Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, Di Trapani ha aggiunto: «Il testo prevede fino a 10.000 euro di multa se il giudice riconosce che un’azione giudiziaria è stata temeraria, ma spesso chi usa questo strumento sono grandi soggetti privati con grandi disponibilità economiche o esponenti della criminalità organizzata e per questi soggetti 10.000 euro sono spiccioli. Dall’altra parte spesso ci sono cronisti minacciati, costretti a difendersi in tribunale. Trovarsi a processo per un giornalista freelance o precario può rappresentare un costo insostenibile, una lesione del diritto di cronaca e, soprattutto, il diritto dei cittadini ad essere informati».

Rimesso lo striscione per Paciolla sul balcone del SUGC: “Vogliamo la verità su Mario”

“Nella Giornata dedicata alla cura continuiamo a chiedere verità e giustizia per chi, come Mario Paciolla, si è preso cura e ha lavorato per gli altri”. Il fondatore dell’associazione Articolo21, Giuseppe Giulietti, spiega così l’iniziativa promossa a Napoli dal Sindacato unitario giornalisti della Campania. Alla presenza dei genitori del cooperante ucciso in Colombia il 15 luglio 2020 è stato nuovamente affisso ai balconi della sede del Sugc lo striscione con il quale si chiede verità e giustizia per Mario Paciolla, strappato lo scorso 7 febbraio. Articolo21 e il sindacato dei giornalisti campani sono stati sin dall’inizio al fianco della famiglia. “Quando hanno strappato lo striscione non abbiamo avuto alcun dubbio, doveva essere rimesso immediatamente al suo posto – dice il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – Non ci stancheremo mai di illuminare questa storia. C’è un cittadino italiano ucciso mentre era alle dipendenze dell’Onu, vogliono archiviare il caso come un suicidio, nonostante la scena del crimine sia stata inquinata, nonostante ci siano risultati contrastanti delle autopsie, nonostante non ci sia neanche un elemento di chiarezza”.

“La Giornata mondiale della cura e’ la cura di tutti gli esseri viventi, della Terra, dell’ambiente, delle donne e degli uomini, di chi non ha mai avuto verità e giustizia – spiega Giulietti – ecco perché abbiamo scelto Napoli, città di grande sensibilità, insieme con il sindacato dei giornalisti, per ribadire che noi vogliamo avere cura non solo della memoria, ma anche della richiesta di verità e giustizia per Mario Paciolla e siamo contrari alla richiesta di archiviazione”. L’ex presidente della Fnsi ricorda anche l’impegno da giornalista del giovane cooperante napoletano e chiede che si faccia luce su quanto accaduto. “Questo caso non può essere archiviato – sottolinea – bisogna chiedere all’Onu, ai suoi amici e ai collaboratori in Colombia di parlare”. I genitori di Paciolla si sono definiti “parte di questa famiglia”, rimarcando l’attenzione e la generosità dimostrate in questi anni. “Per noi non c’è una verità chiara – dicono Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla – ci sono numerose anomalie e perplessità. A cominciare dal fatto che si sia parlato subito di suicidio e che poi si sia deciso di prendere 27 mesi per giungere a una richiesta di archiviazione. Puntiamo sul ricorso che abbiamo preparato con i nostri avvocati, perché per noi si è trattato di un omicidio e vogliamo restituire dignità e onore a Mario. C’è sicuramente qualcuno che vuole tenere i riflettori bassi su questa vicenda. Se ne parla troppo poco e noi pensiamo che questo accada perché gli attori che ci sono dietro sono importanti e scomodi”.

Nella stessa giornata è stata portata la solidarietà alle attiviste ucraine insultate dalla propaganda russa per l’iniziativa del calendario solidale presentata nella sede del SUGC.

 

“Un murale per Mario Paciolla” è la campagna di crowdfunding finalizzata alla realizzazione di un murale dedicato a Mario, un’occasione per chiedere…
Leggi di più qui https://gofund.me/93b4197a

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Giornalisti attaccati dai tifosi dell’Avellino, la solidarietà del SUGC

“Inaccettabile e fuori luogo. I tifosi facciano i tifosi perché i giornalisti fanno i giornalisti”. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi Titti Festa e Marco Ingino dell’emittente Sport Channel e condanna con forza sia il gesto che il contenuto dello striscione a firma Curva Sud affisso nel pomeriggio di oggi all’esterno dello stadio Partenio-Lombardi di Avellino. “Dai salotti lunedì sera a satira di paese…il riassunto della stampa avellinese. Titti Festa e Marco Ingino cambiate mestiere”. “Contenuti decisamente denigratori, che ledono l’indiscussa professionalità dei due giornalisti. Titti e Marco siamo con voi” – fanno notare in una nota congiunta il segretario provinciale Amedeo Picariello e il segretario regionale Claudio Silvestri che aggiungono: “Quanto accaduto rappresentato un chiaro attacco all’informazione che non può essere tollerato”

Un anno di guerra in Ucraina, Ifj ed Efj: «Giornalismo sotto attacco»

Nel primo anniversario del 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, Federazione europea e Federazione internazionale dei giornalisti ricordano «i colleghi che hanno perso la vita durante la copertura della guerra, coloro che hanno subito lesioni, rapimenti, torture e sofferenze ed esprimere pieno sostegno a tutti i giornalisti che riferiscono in modo veritiero sulla guerra».

Ad oggi dodici giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi mentre seguivano la guerra, o in relazione alla loro professione, e altri 23 sono rimasti feriti, si legge in una nota.

Efj e Ifj, insieme con alcuni partner, chiedono poi «una maggiore protezione di tutti coloro che seguono la guerra. In situazioni di conflitto – rilevano -, l’esercizio libero e senza ostacoli del giornalismo è particolarmente importante per salvaguardare il diritto del pubblico ad essere informato».

Viene quindi confermato l’impegno a continuare a «monitorare lo stato della libertà di stampa e gli attacchi contro i giornalisti in Russia, ricordando alle autorità della Federazione Russa i loro obblighi e impegni in materia di protezione dei giornalisti in situazioni di conflitto e tensione, in conformità con il diritto internazionale. I giornalisti e gli operatori dei media che operano in aree di conflitto armato devono essere trattati e protetti come civili e autorizzati a svolgere il proprio lavoro senza indebite interferenze. Gli attacchi mirati intenzionalmente ai giornalisti, in quanto civili, costituiscono crimini di guerra».

Da qui l’appello: «Gli Stati dovrebbero facilitare l’accesso dei giornalisti e delle loro attrezzature al territorio interessato, fornendo la documentazione e le autorizzazioni necessarie. Dovrebbero astenersi dall’adottare qualsiasi misura restrittiva nei confronti dei giornalisti, come il diniego, la revoca dell’accreditamento o l’espulsione, a causa dell’esercizio delle loro funzioni o del contenuto dei loro servizi».

Infine, Efj e Ifj rivolgono un monito alle aziende editoriali «ad adottare tutte le possibili misure di prevenzione e protezione per la sicurezza fisica dei giornalisti e degli operatori dei media e per fornire loro un’adeguata formazione e preparazione prima di intraprendere missioni pericolose in situazioni di conflitto e di guerra».

Agcom, via libera al regolamento per la tutela dei diritti fondamentali della persona

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato all’unanimità, nella seduta del 22 febbraio 2023, il Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona, di rispetto del principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d’odio, in attuazione delle disposizioni dell’articolo 30 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi.

Il provvedimento – spiega una nota – è stato assunto a valle della consultazione pubblica avviata con Delibera 292/22/CONS del luglio scorso che ha visto un’ampia partecipazione del settore dei servizi media principali destinatari del Regolamento, del mondo delle università e del mondo dell’associazionismo dedito alla tutela della dignità della persona in tutte le sue sfaccettature.

Il testo introduce una tutela rafforzata per le lesioni più gravi dei diritti fondamentali, quali l’istigazione alla violenza, all’odio o a commettere reati di terrorismo e indica i criteri a cui i programmi televisivi devono attenersi al fine di prevenire tali violazioni.

Inoltre, il Regolamento recepisce il presidio sanzionatorio che il legislatore ha individuato nel caso di violazione delle disposizioni con sanzioni che vanno dai 30.000 ai 600.000 euro.

L’intervento dell’Agcom getta le basi, infine, per la riflessione in materia di estensione della tutela della persona sulle piattaforme video, al fine di dare attuazione agli articoli 41 e 42 del Testo unico.

Spoleto, condannato per calunnia dopo aver denunciato per diffamazione un cronista. Fnsi: «Precedente importante»

«Un importante precedente a tutela dell’articolo 21 della Costituzione, del diritto dei cittadini a essere informati. Per la prima volta il procedimento per calunnia nei confronti di chi aveva querelato ingiustamente un giornalista è partito su iniziativa diretta della Procura e il Tribunale ha emesso la condanna». Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Stampa Umbra e Ordine dei giornalisti dell’Umbria commentano così il caso del collega Carlo Ceraso, «che finalmente oggi ha avuto giustizia dal Tribunale di Spoleto».

Alla sentenza erano presenti il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, il presidente dell’Assostampa, Massimiliano Cinque e il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Mino Lorusso.

«L’auspicio – rilevano sindacato e Ordine – è che quello di Spoleto diventi un precedente seguito anche da altre Procure. Ma allo stesso tempo, questa vicenda richiama alla assoluta urgenza di arrivare quanto prima a una norma di legge contro le querele bavaglio».

Fnsi, Assostampa e Ordine, infine, «ringraziano per il loro impegno professionale e civile gli avvocati Iolanda Caponecchi, Rita Urbani e Simone Budelli».

La verità non è un crimine, Napoli per Assange

Dopo che lo scorso 31 gennaio il Consiglio Comunale della città di Napoli ha approvato a gran maggioranza un ordine del giorno con il quale chiede al Sindaco di assegnare la cittadinanza onoraria a Julian Assange gli attivisti di FreeAssange Napoli continuano a tenere alta l’attenzione sulla vicenda con un incontro dibattito al quale partecipano autorevoli esponenti del mondo del giornalismo, dell’università e della cultura.

“LA VERITÀ NON È UN CRIMINE – Napoli per Assange”, è il titolo dell’incontro che si terrà il 1 marzo 2023 dalle ore 15:30 presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Università Federico II, in via Nuova Marina 33, a Napoli  (Aula A1, primo piano)

Saluti istituzionali:

  • Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli
  • Sandro Staiano, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Università Federico II
  • Sergio D’Angelo, Consigliere Comunale, primo firmatari dell’Ordine del Giorno

INTERVENTI:

  • Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta e autrice de Il Potere Segreto
  • Marina Castellaneta, Professore ordinario di diritto internazionale. Università degli Studi di Bari
  • Giuseppe Giulietti, Articolo21, già presidente della FNSI Federazione Nazionale della Stampa Italiana
  • Kristinn Hrafnsson, giornalista investigativo e caporedattore di WikiLeaks (in remoto)

PARTECIPANO:

  • Free Assange Italia
  • Articolo 21
  • Imbavagliati
  • Giustizia per Mario Paciolla
  • Sindacato unitario giornalisti della Campania (SUGC)
  • Morire di pena

EVENTO FB:

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Giornalisti italiani bloccati in Ucraina, Fnsi e Cnog: «Auspichiamo una rapida soluzione»

«Sono ormai diversi giorni che i due reporter italiani, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, sono bloccati a Kiev  senza gli accrediti stampa necessari per potere lavorare e muoversi nelle zone del conflitto. Non è accettabile che a giornalisti vengano tolti gli strumenti di lavoro senza neanche fornire adeguate spiegazioni». Lo affermano, in una nota congiunta, Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Fnsi, e Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

«Auspichiamo – aggiungono – che, grazie anche all’impegno dell’Ambasciata italiana in Ucraina, si arrivi quanto prima ad una rapida soluzione in modo da poter garantire loro, nostri connazionali, condizioni di sicurezza e agibilità per poter svolgere il loro lavoro».