Archivio mensile:Febbraio 2016

Addetto stampa, bando illegittimo: il sindacato dei giornalisti denuncia l'Università del Sannio

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L’Università degli Studi del Sannio di Benevento, mediante un bando interno, ha dato incarico di responsabile “ad interim” dell’Ufficio stampa e comunicazione ad una funzionaria non iscritta all’Ordine dei giornalisti. Dopo diversi incontri con il rettore Filippo De Rossi, non si è ottenuto il ritiro del decreto di nomina come era stato chiesto dal Sindacato per il ripristino delle procedure amministrative corrette. Per questo il SUGC ha fatto ricorso al Capo dello Stato e ha depositato presso la Procura della Repubblica una denuncia per abuso d’ufficio nei confronti sia del rettore De Rossi sia del direttore generale dell’Ateneo sannita, Gaetano Telesio.

“Non è più tollerabile che istituzioni pubbliche importanti come un’Università non tengano conto della legge sugli uffici stampa – affermano il segretario regionale del Sindacato campano, Claudio Silvestri, e il responsabile per l’area di Benevento Benigno Blasi – In Campania c’è una situazione di deregulation preoccupante, e una tendenza a smantellare anche le poche strutture esistenti, che va immediatamente fermata. Il sindacato dei giornalisti utilizzerà ogni strumento possibile, dal dialogo alle denunce, per far rispettare la legge 150/2000”.

Open Data Day all'Università di Salerno – #SUGCformazione

 
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Partono dall’Università di Salerno le iniziative per celebrare l’International Open Data Day, la giornata internazionale sui dati aperti per promuovere la cultura del libero accesso ai dati pubblici per garantire la trasparenza amministrativa e il loro riuso per scopi d’impresa.
Open Data Day Unisa 2016 si terrà venerdì 26 Febbraio alle 10.00 con una tavola rotonda presso l’Aula delle Lauree del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione per discutere dell’importanza degli Open Data per la trasparenza nella PA. Partecipano: Giuseppe Clementino per Ancitel, Gabriele Ciasullo per l’Agenzia per l’Italia Digitale, Flavia Marzano per l’associazione Stati Generali dell’Innovazione, Nello Iacono per l’Istituto Italiano Open Data, Rosy Battaglia per l’associazione CittadiniReattivi e Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania, Virgilio d’Antonio, professore ordinario di diritto dell’Informazione. I lavori sono introdotti da Daniela Vellutino, promotrice dell’iniziativa e docente di Comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali, che da anni cura il progetto di didattica sperimentale per la comunicazione pubblica “Diritto di Accesso Civico”.
Daniela Vellutino, docente di Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali all’Università di Salerno: “Questo è il quarto Open Data Day che organizzo, dal primo nel 2013 con le prime pratiche di monitoraggio civico ne abbiamo fatto di strada. All’inizio era un’iniziativa solo per i miei corsisti ed un piccolo gruppo di giornalisti in collaborazione con il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del governo italiano per sperimentare l’uso dei dati di OpenCoesione. Quest’anno abbiamo cercato dati in Comuni che li tengono ben stretti; infatti, durante il mio corso nel primo semestre gli studenti sono andati a caccia di dati sulla gestione dei rifiuti urbani e, dove non erano disponibili, si sono avvalsi della richiesta di accesso ai dati per il diritto di accesso civico, istituito dal decreto legislativo 33/2013 per l’Amministrazione Trasparente. Quest’anno sperimentiamo la piattaforma SPOD per visualizzare e socializzare i dati estratti da dataset formato open data, sviluppata dal gruppo di ricerca ISISLab del Prof. Vittorio Scarano, del Dipartimento d’Informatica, che coordina il progetto Horizon 2020 “ROUTE-TO-PA” (Raising Open and User-friendly Trasparency-Enabling Technologies for Public Administration), che coinvolge 12 partner di 6 diversi Paesi europei. Sperimenteremo SPOD usando dataset open data del progetto BeniConfiscati di Dataninja, dati trovati nei documenti delle PA sui rifiuti elaborati in forma di dataset dai miei studenti, dati sulle quantità di rifiuti prodotti in Italia rilasciati a Cittadinireattivi da Legambiente e quelli sui rifiuti della piattaforma Mysir, usata per gestire il trasporto dei rifiuti e le isole ecologiche di numerosi Comuni della Campania e da Legambiente per la campagna “Comuni Ricicloni”. Speriamo che, come già accaduto per la pratica di monitoraggio civico, dopo di noi anche altri in Campania provino a fare Datathon, vale a dire laboratori per trasformare gli open data in informazione istituzionale e giornalistica”.
All’Open Data Day Unisa parteciperanno anche gli studenti del Liceo scientifico “A. Genoino” di Cava de’ Tirreni, coinvolti nel progetto Miur “A Scuola di OpenCoesione”, e quelli del corso di formazione “Esperto in gestione integrata: Ambiente, Qualità e Sicurezza”, organizzato dall’associazione Ass.For.In ad Avellino.

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Cronista picchiato a Cava de' Tirreni, reagire subito

Carmine Benincasa

Carmine Benincasa

Ancora un cronista minacciato e picchiato. Stavolta è toccato a Carmine Benincasa, 23enne di Cava de’ Tirreni. Il giornalista è stato avvicinato nei pressi dell’Ufficio postale centrale della sua città e aggredito da una persona che è già stata identificata dai carabinieri. L’aggressore mentre colpiva con calci e schiaffi gli ha urlato: “Così impari a fare il giornalista”. E quando Benincasa è riuscito a scappare: “Dove scappi, tanto sei di Cava”.

Il sindacato dei giornalisti esprime grande preoccupazione per la sicurezza del collega, che come tanti, lavora in una zona di frontiera, dove cerca di fare bene il suo lavoro documentando scandali e malaffare e chiede l’intervento del Prefetto per valutare il caso con scrupolo. Chi crede di poter mettere il bavaglio ai colleghi, deve sapere che di fronte ad ogni minaccia si troverà a fronteggiare non un solo giornalista, ma una intera categoria pronta a difendere il sacrosanto diritto di informare.

Giornalisti minacciati, il sottosegretario alla Giustizia: libertà di stampa bene primario

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Si è svolto presso la sede del Sindacato unitario giornalisti della Campania, alla presenza del segretario e di una delegazione del SUGC (il consigliere nazionale della Fnsi Gerardo Ausiello e la delegata per il lavoro autonomo Laura Viggiano), un incontro con il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore. Al centro della riunione i casi dei giornalisti minacciati Luciana Esposito, Fabio Postiglione e Nadia Verdile. “Abbiamo rappresentato al sottosegretario – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – la situazione dei tre colleghi che stiamo sostenendo e dei tanti giornalisti campani che subiscono a vario titolo pressioni e intimidazioni, sottolineando che il fenomeno diventa sempre più diffuso in Italia”.
Il sottosegretario Migliore ha raccolto informazioni e testimonianze e ha assicurato pieno impegno ad attivarsi, per quanto di sua competenza, con il Ministero della Giustizia, affinché si arrivi non solo a chiarire le vicende che riguardano i tre giornalisti ma anche ad individuare soluzioni specifiche per la tutela dei giornalisti minacciati. Migliore, inoltre, ha garantito la massima attenzione sulla questione delle querele temerarie, altro odioso e diffuso strumento di minaccia e limitazione della libertà di stampa. “Considero la libertà di stampa un bene primario della nostra Repubblica per garantire che l’esercizio della professione giornalistica senza pressioni, minacce o intimidazioni sia un obiettivo di tutte le istituzioni a partire dal nostro Governo”, ha affermato il sottosegretario Migliore.

Il ministro Alfano sui giornalisti minacciati: interverremo

Alfano (foto Omninapoli)

Alfano (foto Omninapoli)


Dopo l’incontro con il presidente della FNSI Beppe Giulietti, nel corso del quale sono stati denunciati pubblicamente alcuni casi di minacce e intimidazioni subite da giornalisti napoletani, sulla questione della sicurezza degli operatori dell’informazione è intervenuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «Senza libertà di stampa non c’è democrazia» ha detto il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta a Napoli dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha accolto le denunce sui giornalisti minacciati Fabio Postiglione, Luciana Esposito e Nadia Verdile, presentate dal Sindacato unitario giornalisti della Campania, alla quale ha dato l’appoggio anche l’Ordine dei giornalisti della Campania, e si è impegnato pubblicamente ad intervenire in maniera determinata: «In questa prefettura, un comitato provinciale di ordine e sicurezza  pubblica ė stato dedicato a tre giornalisti che sono stati in modo differente minacciati. Sappiamo come la libertà di stampa sia il polmone delle democrazie moderne e che dove non c’è democrazia non c’è libertà di stampa e viceversa – ha detto il ministro durante la conferenza stampa che si è tenuta a Napoli dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza -. La paura è il freno più forte alla libertà. Dunque esprimo non la vicinanza morale e basta ai tre giornalisti minacciati ma anche la operosa azione del prefetto Pantalone e di tutte le forze dell’ordine e della magistratura che certamente non hanno risparmiato e non risparmiano energie per individuare i responsabili di queste minacce». Martedì scorso il presidente della FNSI, Beppe Giulietti, era intervenuto a Napoli, presso la sede regionale del sindacato, per denunciare pubblicamente la situazione insostenibile dei colleghi costretti a lavorare mettendo a rischio la propria incolumità. All’appello aveva già risposto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Le schede dei giornalisti minacciati
FABIO POSTIGLIONE
Cronista di giudiziaria del quotidiano “Roma”, 35 anni, si occupa soprattutto di camorra e lavora ogni giorno a molteplici casi. Dal mese di luglio a quello di dicembre del 2015 ha subito ben sette danneggiamenti della moto e dell’auto parcheggiate sotto casa. Un avvertimento inquietante con il quale chi vuole intimidire agisce violando la sfera privata del professionista: “Sappiamo dove abiti e dov’è la tua famiglia”, è il messaggio che passa e che può mettere a dura prova l’equilibrio emotivo della persona coinvolta.
Non sappiamo a quale inchiesta siano riconducibili queste azioni, ma sono almeno due i casi sui quali vi sono altre “tracce”. Il primo è quello che riguarda il boss del Vomero Luigi Cimmino. Ci sono intercettazioni, agli atti di una inchiesta, nelle quali si fa riferimento esplicito agli articoli del “Roma” e alla necessità di fermare il giornalista.
Il secondo riguarda il boss ergastolano dei Quartieri Spagnoli Ciro Mariano, che oltre ad avere inviato lettere alla redazione nelle quali attacca il contenuto degli articoli e invita il giornalista ad “andarlo a trovare”, ha inviato gli stessi familiari in redazione a minacciare il collega.
LUCIANA ESPOSITO
Giornalista pubblicista, vive una situazione ad alto rischio. Con il suo sito, quindi senza la tutela di un giornale strutturato, ha denunciato la situazione di forte degrado del Parco Merola a Ponticelli, quartiere ad altissima densità criminale. Al suo lavoro giornalistico ha affiancato, ancora una volta senza la tutela di una organizzazione, un impegno personale nel rione coinvolgendo anche le istituzioni locali, che si sono attivate per la riqualificazione. Tra le iniziative avviate, un progetto di street art, che prevede la realizzazione di murales artistici sulle facciate delle case popolari, la pulizia delle fogne e il recupero di un campo di calcio abbandonato. Quando alcune di queste iniziative hanno cominciato ad intaccare gli affari di chi gestisce i traffici illeciti nella zona, Luciana è diventata un nemico. Per ben due volte, tra novembre e dicembre, è stata picchiata dai familiari del “ras” del Parco. Per un periodo è stata costretta ad allontanarsi dalla città. La collega ha denunciato anche strane commistioni, una su tutte: quando sulle facciate di uno dei palazzi, tramite il progetto patrocinato dal Comune, è stato dipinto il volto del pregiudicato aggressore. L’Amministrazione ha risposto prontamente avviando la rimozione del murales. A Luciana continuano ad arrivare ancora minacce.
NADIA VERDILE
Una reggia, quella di Carditello, nel comune di San Tammaro (Caserta) e 8 minacce di morte. Cinque per l’ex ministro Massimo Bray, 3 per la giornalista de “Il Mattino”, Nadia Verdile. Dopo l’acquisizione al patrimonio dello Stato della reggia, simbolo del degrado politico, sociale e culturale di un intero territorio, i due sono entrati nel mirino della criminalità che non ha gradito i riflettori accesi su un bene culturale posto tra due discariche di Stato e molte abusive. Gli articoli sulle pagine del quotidiano hanno quasi tutti i giorni raccontato le malefatte, l’assenza atavica di progettualità e soprattutto il malaffare che intorno si consuma. Per quanto riguarda Verdile, due lettere di minacce sono state inviate alla redazione napoletana de «Il Mattino» e una alla redazione partenopea del «Corriere del Mezzogiorno». “Smettila di scrivere di Carditello o sei morta tu e l’amico tuo” in fondo poi una croce in bella mostra. Dal 13 febbraio (data della prima minaccia) ad oggi (altre due lettere sono pervenute l’1 e il 3 settembre) nessuna novità. I carabinieri non hanno informato la giornalista delle minacce che lo ha saputo solo dai colleghi del giornale. A settembre, sei mesi dopo la prima minaccia, le è stato chiesto dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere di autorizzare le indagini dei Ris. Non ha nessuna protezione, nessun controllo. Massimo Bray ha la scorta quando viene in Campania.
 
PER APPROFONDIRE
57 i giornalisti minacciati in Campania, ma la città non si indigna
di Fabio Postiglione
Aggredita perché tentavo di informare sul degrado. Vi racconto la mia esperienza a Ponticelli
di Luciana Esposito

Giornalisti minacciati, mai più soli


il servizio dell’ANSA sull’incontro “Mai più soli”
NAPOLI, 3 FEB – “Portiamo le telecamere, le radio, i giornali nei posti in cui sono nate le inchieste e gli articoli che hanno causato livori, minacce e aggressioni ai cronisti. Più che la scorta armata, anche importantissima, serve la scorta mediatica, una catena di colleghi che tornino in quei luoghi e tengano i riflettori accesi perché mafie, camorra e malaffare, hanno paura dei riflettori e hanno bisogno invece dell’oscurità”.
A Napoli, Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa incontra i giornalisti minacciati e aggrediti per causa del loro lavoro di cronisti e lancia proposte concrete. “Soprattutto – dice – quando un giornalista viene minacciato per il suo lavoro occorre che le inchieste, gli articoli diventino collettivi. Si mette la firma di tutto il giornale perché chi minaccia deve sapere che non c’è un solo giornalista, ma un’intera comunità”.
Nell’incontro promosso dall’Ordine dei giornalisti e dal Sugc (Sindacato Unico Giornalisti Campani) i cronisti “vengono alla luce” e raccontano le intimidazioni, le minacce e le aggressioni che hanno subito.
Fabio Postiglione, 35 anni, che scrive per il quotidiano Il Roma di cronaca nera e giudiziaria, ha detto che dalla scorsa estate è stato minacciato sette volte per aver portato avanti un’inchiesta su un giro di estorsioni. Fabio, finora, se l’è cavata con 1600 euro di danni. Alla sua macchina hanno rotto di tutto: specchietto, lunotto, squarciato gomme, spezzato l’antenna. Al motorino, hanno rotto il meccanismo di blocco del volante e hanno provato a rubarlo. Soprattutto è stato inseguito fin sotto casa, contromano. “La cosa che fa più rabbia – racconta – è la mancanza di indignazione. E’ il peso psicologico che devi sopportare. Vieni violato nella tua intimità, solo per aver fatto il tuo dovere”. A pagare le riparazioni a motorino e macchina è stata la cooperativa che edita il giornale. “Quella – conclude – è una famiglia, non una redazione e basta”.
Luciana Esposito è autrice del blog www.napolitan.it e – racconta con voce ferma – ha “la ‘colpa’ di aver scritto del degrado in cui versa Parco Merola, spazio pubblico di Ponticelli, quartiere nella zona di Napoli Est. Non è piaciuto quello che ho scritto – sottolinea – La prima volta sono stata picchiata da una ragazza incinta che mentre mi aggrediva, urlava “Fammi vedere come finisco sul giornale”. La seconda volta da una coppia, marito e moglie. Mi dicevano: “Facci vedere come ci denunci”. Ho denunciato e lo dimostro anche a tutti quelli che in entrambe le occasioni hanno assistito senza intervenire”.
Al fianco dei giornalisti campani minacciati c’è anche Sandro Ruotolo, e Claudio Silvestri, segretario del Sugc, ha raccontato che “vedere Fabio cedere, in riunione di redazione, fino alle lacrime, è stato un pugno allo stomaco”. Silvestri annuncia che farà in modo da portare il tema delle minacce ai giornalisti all’attenzione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in programma nei prossimi giorni a Napoli con il Ministro Angelino Alfano. Rosaria Capacchione, senatrice Pd, giornalista del Mattino sotto scorta per minacce – aggiunge Silvestri – presenterà un’interrogazione parlamentare.
Di fronte alle minacce la difficoltà “è continuare a lavorare come hai sempre fatto”, sottolinea il sindaco di Napoli Luigi de Magistris per il quale “bisogna tenere sempre alta la vigilanza democratica”. “Solo insieme si possono portare avanti le battaglie per la libertà di informazione”, sottolinea il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, per il quale i tempi sono maturi affinché il Parlamento affronti il tema dei giornalisti minacciati e “la questione delle querele temerarie” che, come le minacce, rappresentano un ostacolo all’informazione libera.

Giornalai: c'è l'accordo, rientra la protesta. Niente sciopero di tre giorni

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È rientrato lo stato di agitazione dei sindacati dei giornalai napoletani, che avevano annunciato tre giorni di sciopero tra l’8 e il 10 febbraio. Una serrata che avrebbe provocato forti disagi anche alle imprese editoriali del territorio, già in grande difficoltà per il crollo delle vendite. Alla riunione che si è tenuta questa mattina presso la Prefettura di Napoli, alla presenza del viceprefetto Biagio del Prete, che ha gestito la trattativa, hanno partecipato Aldo Esposito, della Slc-CGIL, Mario Vitrano, della Cisl Giornalai, Vincenzo Frontoso, della Snag Confcommercio che è intervenuta anche con il presidente nazionale Renato Russo, l’amministratore delegato della Diffusion press, Mario Rusolo, e il segretario regionale del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, che ha avuto un ruolo di mediazione tra le parti. I giornalai sono riusciti a trovare un accordo con il distributore che prevede la costituzione di una cabina di regia tra le parti per ottimizzare, come previsto dagli accordi nazionali, la distribuzione dei prodotti sul territorio in modo da ridurre parzialmente i costi di gestione per gli edicolanti. “Per fortuna ha prevalso il buon senso, grazie anche alla mediazione del sindacato dei giornalisti, e i napoletani non troveranno le edicole chiuse nel corso della prossima settimana” ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che è anche un giornalista e che, sollecitato dai rappresentanti sindacali degli edicolanti, aveva chiesto l’intervento del SUGC. Per Borrelli “era importante trovare un accordo che, oltre a scongiurare la serrata delle edicole, potesse porre le basi per una sintesi dei diversi interessi in campo, tenendo conto del particolare momento che sta vivendo il mondo dell’editoria e, di riflesso, quello delle rivendite che avrebbero subito un nuovo e drammatico danno”.