Archivio mensile:Luglio 2022

Fallimento l’Unità, Cdr e Fnsi: «Calpestate le vite dei lavoratori e la storia del giornale»

La parola fine l’ha pronunciata il Tribunale fallimentare di Roma. Dal 27 luglio 2022, la Società che editava l’Unità è ufficialmente fallita. Il ricorso degli avvocati contro il fallimento è stato respinto. «Si tratta di un fallimento annunciato, un epilogo in cui chiare ed evidenti sono le responsabilità dell’azienda», scrivono in una nota congiunta Federazione nazionale della Stampa italiana e Comitato di redazione dell’Unità.

«Ad essere calpestati non sono stati soltanto i diritti, le aspettative, la vita stessa, delle lavoratrici e dei lavoratori, giornalisti e poligrafici, che dal 1°gennaio di quest’anno sono senza alcuna copertura sociale, ostaggi di un’azienda che ha continuato a giocare sulla loro pelle. Ad essere calpestata, è stata anche una storia gloriosa. La storia de l’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci, un pezzo importante per l’informazione democratica di questo Paese», rileva il sindacato.

«Ora si apre un percorso fallimentare che porterà alla vendita all’asta della testata. L’auspicio è che, in un momento delicato per la storia del Paese, l’Unità, con il suo patrimonio di storia e di valori, possa tornare a vivere. Se non ora, quando?», incalzano Fnsi e Cdr.

Appresa la decisione del Tribunale di Roma, il segretario generale Raffaele Lorusso ha chiesto al curatore fallimentare, Simone Manfredi, un incontro urgente per esaminare la situazione occupazionale dei giornalisti e avviare «un percorso condiviso per assicurare loro un sostegno al reddito del quale, ad oggi, sono privi».

Chiusura estiva uffici Sugc dal giorno 8 al giorno 21 agosto

Si comunica che dal giorno 8 al giorno 21 agosto gli uffici del SUGC con l’ufficio di corrispondenza dell’INPGI resteranno chiusi. La consulta CASAGIT resterà chiusa dal giorno 8 al giorno 31 agosto. Negli altri giorni di agosto l’apertura è dalle 9 alle 14. A settembre tornerà l’orario ordinario dalle 9 alle 18. Per qualsiasi urgenza inviare una mail a segreteria@sindacatogiornalisti.it.

Inpgi / Inps trattamenti di disoccupazione: A breve in pagamento le indennità di giugno

A seguito dell’avvenuta pubblicazione presso il sito web dell’INPS della Circolare n. 91 dello scorso 27 luglio, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale provvederà a breve a liquidare le indennità di disoccupazione relative alla mensilità di giugno 2022.

Come è noto, infatti, a seguito del trasferimento all’INPS delle funzioni previdenziali dell’”ex” Gestione sostitutiva dell’AGO dell’INPGI, intervenuto con decorrenza 1° luglio 2022 in forza di quanto stabilito dalla legge n. 234/2021 (legge di Bilancio per il 2022), la gestione dei trattamenti di disoccupazione in favore dei giornalisti rientra tra le attività assorbite dall’INPS che, fino al 31 dicembre 2023, continuerà ad applicare termini e modalità definiti dalla specifica normativa regolamentare vigente in precedenza presso l’INPGI.

Nelle more del periodo transitorio – in attesa che si perfezioni il processo per l’acquisizione, da parte dell’INPS, di un contingente di personale proveniente dall’INPGI, così come stabilito dalla predetta legge di Bilancio per il 2022 – è stato comunque assicurato, da parte dell’INPGI, un adeguato supporto tecnico e amministrativo, disciplinato da uno specifico accordo operativo sottoscritto tra i due enti, al fine di garantire la continuità della tutela previdenziale e dell’erogazione delle prestazioni.

In tale contesto, quindi, le strutture dell’INPGI hanno regolarmente elaborato e processato con le consuete tempistiche i flussi inerenti sia le prestazioni pensionistiche – a far data dal ruolo del 1° luglio – che quelle afferenti ai trattamenti di disoccupazione, mettendo a disposizione dell’INPS i relativi tracciati finalizzati al pagamento delle prestazioni.

Per quanto riguarda la liquidazione dell’indennità di disoccupazione, tuttavia, l’INPS – da unico soggetto titolato ad erogarla dal 1° luglio scorso – era in attesa dell’emanazione della propria Circolare illustrativa – pubblicata, come detto, nella giornata del 27 luglio – per poter materialmente procedere con la messa in pagamento della prestazione, che – pertanto – avverrà quanto prima.

Inpgi 2, dal 1° agosto al 30 settembre la denuncia on-line dei redditi 2021

Sarà attiva dal prossimo 1° agosto la procedura telematica per inviare all’Istituto, entro il termine del 30 settembre 2022, la comunicazione annuale obbligatoria dei redditi percepiti nel 2021 per lo svolgimento di attività giornalistica in forma autonoma.

In particolare, sono tenuti all’inoltro della comunicazione tutti i giornalisti iscritti alla Gestione Separata che nel predetto anno abbiano svolto attività giornalistica in forma libero professionale con partita IVA, come attività “occasionale”, come partecipazione in società semplici o in associazioni tra professionisti ovvero mediante cessione di diritto d’autore.

Non sono tenuti, invece, ad effettuare la denuncia reddituale i giornalisti che nel 2021 abbiano svolto l’attività professionale esclusivamente nell’ambito di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa. In tali casi, infatti, gli adempimenti previdenziali nei confronti dell’INPGI devono essere assolti dai committenti.

La comunicazione reddituale deve essere effettuata avvalendosi esclusivamente della procedura telematica messa a disposizione degli iscritti, collegandosi al sito www.inpgi.it attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Per effettuare la comunicazione è necessario identificarsi nel sito utilizzando le consuete credenziali, vale a dire il codice iscritto ovvero il numero di posizione e la password normalmente utilizzata per l’accesso ai dati personali.

Il sito sarà accessibile a partire dal giorno 1 agosto 2022 e la scadenza per l’invio della comunicazione, come detto, è fissata al 30 settembre 2022. L’eventuale invio tardivo successivamente a tale data comporterà l’applicazione di una sanzione prevista dal Regolamento dell’ente.

Sulla base della dichiarazione reddituale il sistema calcolerà l’importo dell’eventuale contributo a saldo dovuto, che dovrà essere versato in unica soluzione entro il 31 ottobre 2022 ovvero – a richiesta – dilazionato in tre rate mensili con scadenza 31 ottobre 2022, 30 novembre 2022 e 31 dicembre 2022.

Per maggiori informazioni e istruzioni operative è possibile consultare l’apposita Circolare n. 8/2022 del Servizio Entrate Contributive

“Rubasoldi”, attacchi neofascisti a Liliana Segre e a Giuseppe Giulietti. La solidarietà del SUGC

Un certo signor “Dario”, che ovviamente non si qualifica altrimenti, infila in una sola frase attacchi violenti a Liliana Segre e al Presidente della Federazione nazionale della Stampa Italiana Giuseppe Giulietti. Succede su Twitter in un commento al post dello stesso Giulietti che riprendeva le incredibili e violente aggressioni al giornalista Paolo Berizzi, preso di mira, ancora una volta, per le sue inchieste sui neofascisti e insultato dalla destra cosiddetta “istituzionale”. Il signor “Dario” ha detto della senatrice Segre che è una “vecchia rubasoldi”. E ha aggiunto: “ora i cittadini devono pure pagare gente che protegge sta persona inutile…” riferendosi a Giulietti. Al presidente Giulietti e alla senatrice Segre va la solidarietà del Sindacato unitario giornalisti della Campania. Giulietta da sempre è stato al fianco di tutti i giornalisti minacciati e più volte ha lanciato l’allarme su questo rigurgito fascista che non sta colpendo solo l’Italia, ma tutta l’Europa. È l’occasione, questa, per ribadire con ancora più forza che è necessario tutelare chi ogni giorno difende la Costituzione antifascista e antirazzista dai violenti attacchi di questi facinorosi. Ci auguriamo che vengano individuati e isolati.

Paciolla, il quotidiano colombiano El Espectador: «Prove contro il suicidio». Fnsi: «Illuminare la sua storia»

Il quotidiano colombiano El Espectador ha pubblicato un articolo firmato dalla giornalista Claudia Julieta Duque dal titolo “Mario Paciolla: due autopsie contraddittorie e il timbro dell’impunità”, in cui rilancia l’ipotesi di un suo possibile omicidio e di una volontà di insabbiamento dell’inchiesta in Colombia sulle reali cause della morte del cooperante napoletano dell’Onu, avvenuta il 15 luglio 2020.

Duque, che conosceva Paciolla e ha seguito l’evoluzione del caso fin dal primo momento, scrive nell’incipit del suo articolo che la verità di quanto accaduto «è stata coperta dal marchio dell’impunità che accompagna gli omicidi politici in Colombia: due indagini giudiziarie, due autopsie, due anni e nessun risultato concreto». E questo, «nonostante gli elementi che mostrano la distruzione delle prove, l’alterazione della scena degli eventi, la simulazione di un suicidio, e molteplici testimonianze che contestano la versione secondo cui il poeta e giornalista napoletano si sarebbe tolto la vita a causa di depressione».

Nell’articolo si ricorda che parti del rapporto della seconda autopsia fatta in Italia dal medico legale Vittorio Fineschi e dalla tossicologa Donata Favretto, consegnata alla Procura di Roma nell’autunno 2020, certificano che «alcune prove non trovano nessuna spiegazione alternativa nel contesto dell’ipotesi del suicidio, (mentre) supportano prevalentemente l’ipotesi di strangolamento con successiva sospensione del corpo».

A questo si aggiunge che «gli esperti dell’Istituto di medicina legale italiano hanno criticato la cattiva gestione del cadavere, la descrizione imprecisa del solco (il segno che produce la pressione estrema sul collo e che permette di differenziare una impiccagione suicida da uno strangolamento omicida) e del modo in cui era disposto il lenzuolo che lo ha provocato, l’insufficiente documentazione fotografica, così come la mancanza di dettagli su, per esempio, i rilievi delle ferite che presentava il corpo». Tutto questo ha reso impossibile, si dice ancora, «stabilire con assoluta certezza la causa della morte del giovane di 33 anni».

Da uno dei documenti che Duque ha potuto consultare emergono altri particolari: «Sebbene le coltellate sul cadavere potrebbero a prima vista essere classificate come autoinflitte, uno studio più dettagliato di esse ha permesso ai medici legali di appurare che mentre le ferite del polso destro presentano “chiari segni di reazione vitale”, nella mano sinistra mostravano “caratteristiche sfumate di vitalità”, o “vitalità diffusa”, suggerendo che alcune delle ferite potrebbero essere state inflitte “in limine vitae o anche post mortem”, cioè quando Paciolla era in uno stato agonizzante o era già morto».

Decisi a mettere fine al silenzio ufficiale che aleggia sulla misteriosa morte del figlio Mario, Giuseppe Paciolla e la moglie Anna Maria hanno presentato denuncia alla Procura generale di Bogotà contro due funzionari delle Nazioni Unite e quattro agenti di polizia.

«Chiediamo giustizia, quello che Mario ha lasciato è un grande vuoto. Ci manca tutto di lui: gli occhi, il sorriso. Viviamo questo stato d’animo da quando ci ha lasciato», ha detto Anna Paciolla alla manifestazione organizzata a Napoli venerdì 15 luglio 2022 per il secondo anniversario della morte, alla quale è intervenuto, fra gli altri, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.

«Ora più che mai è necessario che i media italiani diano voce ai familiari di Mario Paciolla», il commento di Giulietti. «Ora che è più difficile dire che si sarebbe suicidato – aggiunge – dobbiamo tutti illuminare questa vicenda, raccontare le nuove prove sul suo assassinio».

Il 29° Congresso della Stampa italiana a Riccione dal 14 al 16 febbraio 2023

Il 29° Congresso della Stampa italiana si terrà a Riccione dal 14 al 16 febbraio 2023. Lo ha deciso martedì 19 luglio la Giunta esecutiva della Fnsi riunita a Roma. Nei prossimi mesi le Associazioni Regionali di Stampa costituiranno le Commissioni elettorali per eleggere i 312 delegati che prenderanno parte ai lavori e saranno chiamati a rinnovare i vertici del sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani.

Come in occasione del precedente Congresso, svoltosi a Levico Terme, in Trentino nel 2019, saranno tre i giorni delle assise. A Riccione, nel 1949, dal 16 al 18 settembre, si tenne il terzo Congresso federale che elesse alla guida della Fnsi Cipriano Facchinetti, poi sostituito nel dicembre del ’49 da Vittorio Emanuele Orlando, e Leonardo Azzarita, nel ruolo di presidente.

Addio a Vito Faenza, il cordoglio del SUGC

Vito Faenza

È morto a 74 anni nella sua casa di Aversa il giornalista Vito Faenza. Cronista di razza, è stato un punto di riferimento per i giovani che si avviano al mestiere di giornalista. Pungente, attento, mai banale. Fu firma storica dell’Unità, dove aveva lavorato dal 1975 e di cui è stato anche inviato speciale. Vito è stato anche corrispondente di Panorama da Napoli fino al 1984, ha lavorato per Il Messaggero fino al 1996. Collaboratore dell’agenzia radio Area e dell’agenzia stampa Agi, nel 2000 è entrato a far parte del Corriere del Mezzogiorno. Esperto di criminalità organizzata e terrorismo nazionale e internazionale, è autore di numerosi saggi e ha tenuto seminari universitari su questi temi. Dal 2004 al 2010 è stato segretario dell’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità, curando la pubblicazione del relativo bollettino mensile. Per Edizioni Spartaco ha scritto i romanzi “Il terrorista e il professore” (2015) e “L’isola dei fiori di cappero” (2014) vincitore del Premio Sgarrupato 2015 dedicato a Marcello d’Orta. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania si stringe affettuosamente alla famiglia del collega

Bonus 200 euro ad autonomi e parasubordinati, per l’erogazione si attende il decreto attuativo

Anche i giornalisti lavoratori autonomi, partite Iva e titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, in possesso dei requisiti previsti – al pari degli altri lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza – riceveranno il bonus di 200 euro previsto dal “Decreto Aiuti”.

A differenza di pensionati e lavoratori dipendenti, però, per l’erogazione della una tantum dovranno attendere un decreto attuativo, che doveva essere emanato entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto, nel quale saranno stabiliti criteri e modalità di assegnazione del sussidio.

Gli aventi diritto titolari di trattamenti di quiescenza hanno ricevuto il bonus con il rateo di luglio. I lavoratori dipendenti in possesso dei requisiti lo riceveranno nella busta paga relativa allo stesso mese.

Per la platea dei lavoratori autonomi, liberi professionisti e cococo, compresi quindi anche i giornalisti iscritti all’Inpgi2, il dl Aiuti ha istituito un apposito fondo di 500 milioni di euro e stabilito che sarà un ulteriore decreto ministeriale, in attesa di emanazione, a fornire tutti i dettagli. Come, fra l’altro, anticipato dagli uffici della Fnsi con la circolare del direttore Tommaso Daquanno del 16 giugno 2022.

Il bonus non è tassabile e non concorre a formare il reddito.

Il giornalismo italiano piange Eugenio Scalfari. Lorusso: «Rivoluzionario protagonista di grandi battaglie»

Il giornalismo italiano dice addio a Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica e L’Espresso, giornalista, filosofo, scrittore, maestro e punto di riferimento per intere generazioni di cronisti. «Eugenio Scalfari è stato un rivoluzionario che ha cambiato il corso del giornalismo italiano», dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, da Trento, dove si trova per un’iniziativa sindacale.

«Dalla collaborazione con il Mondo – ricorda – alla fondazione dell’Espresso prima e della Repubblica poi, è stato protagonista di grandi battaglie politiche, sociali e civili che hanno contribuito a migliorare il Paese. Ha tracciato il solco profondo di un giornalismo militante animato da passione civile e spirito riformista, aprendo la strada ad un modello di informazione che è diventata un punto di riferimento per larga parte dell’opinione pubblica italiana».

Nato a Civitavecchia il 6 aprile 1924, Scalfari è stato il primo direttore-manager dell’editoria italiana, padre di due creature editoriali, L’Espresso e Repubblica, nate dal nulla ma che in pochi anni non solo hanno raggiunto i vertici della diffusione, ma hanno anche lasciato un’impronta indelebile nella storia del Paese.

Ambizioso, autorevole, d’intelligenza acuta, portato a decidere in prima persona sempre su tutto: queste le virtù e nello stesso tempo i difetti che hanno portato Eugenio Scalfari a trasformare il giornalismo italiano.

Nei primi anni ’50 gli esordi con il Mondo di Pannunzio e l’Europeo di Arrigo Benedetti. Nel ’55 fonda con quest’ultimo L’Espresso, primo settimanale italiano d’inchiesta. Scalfari vi lavora nella doppia veste di direttore amministrativo e collaboratore per l’economia. E quando Benedetti gli lascia il timone nel ’62, diventa il primo direttore-manager italiano, una figura all’epoca assolutamente inedita per l’Italia.

Eletto deputato nel ’68, la sua carriera parlamentare dura solo una legislatura, mentre i suoi editoriali della domenica sono un appuntamento fisso per decenni. Inizia in quegli anni il gelo con Bettino Craxi che poi sfocerà nelle dichiarate reciproche ostilità su Repubblica negli anni ’80.

Repubblica è la seconda grande impresa di Scalfari, una sfida per creare un giornale d’élite e di massa che il ‘Fondatore’ dirige e controlla in tutto e per tutto. Quello di Repubblica non è comunque un successo scontato. Dopo un anno di attività vende 70mila copie avendo un break-even di 140mila, rischia la chiusura, ma negli anni ’80 comincia un’escalation che porta il giornale formato tabloid a vendere più di 500 mila copie.

Nell’86 si arriva per la prima volta al sorpasso in edicola sul Corriere della Sera e, secondo alcuni, alla fondazione di una specie di partito politico, il ‘partito di Repubblica’ che negli anni ’80 si contraddistingue negli attacchi a Craxi e al feeling con la Dc di De Mita e con il Pci di Berlinguer. Poi segue una stagione di vicissitudini proprietarie, con il tentativo dell’eterno avversario Silvio Berlusconi di scalare il giornale, conclusa in tribunale con il Lodo Mondadori. Fase che porta infine al consolidamento della posizione acquisita.

Negli anni ’90 Scalfari comincia a mollare la presa, dopo aver lasciato il consiglio di amministrazione e annunciato varie volte l’intenzione di lasciarne la guida, il 3 maggio 1996 si congeda da Repubblica, lasciando il posto a Ezio Mauro e restando editorialista.

Negli ultimi anni si dedica soprattutto alla scrittura e alla filosofia. A un suo intervento su fede e laicità, lui che da sempre si dichiarava ateo, Papa Francesco risponde con una lettera a Repubblica pubblicata l’11 settembre del 2014. L’incontro che ne segue diventa un libro nel 2019, ‘Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini’.