Archivio mensile:Aprile 2013

Sfrattati dalla Rsa, i matti tornano al Frullone

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Mario è entrato in manicomio a 16 anni. Una vita interrotta dalla violenza di un letto di contenzione o di una camicia di forza. L’unica sua colpa: la diversità. Un marchio che prima della legge Basaglia veniva punito con la tortura. Mario ha superato gli 80 anni. L’ultima parte della sua vita l’ha vissuta presso la Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) “Sgueglia” al rione Traiano, una struttura per anziani. Mario è un nome di fantasia, ma la sua storia è vera e le torture per lui non sono finite. Con gli altri 11 ospiti della Sgueglia, infatti, lunedì sarà trasferito al Frullone, perché la sede di viale Traiano deve essere ristrutturata. Si tratterà di una vera e propria deportazione, visto che per tutti sarà come ritornare in manicomio. Il Frullone, infatti, molti lo ricordano, insieme al Leonardo Bianchi, era il manicomio. Sarà come tornare nella stanza delle “torture” anche se passeranno semplicemente da un centro per anziani all’altro.
I familiari non ci stanno e hanno annunciato di bloccare fisicamente la “deportazione”. Hanno scritto alla Municipalità, al Comune, alla Regione, ma non hanno avuto alcuna risposta. Oggi, però, saranno ricevuti in Tribunale dove sono stati convocati dal giudice tutelare che potrebbe bloccare il trasferimento.
«È una decisione assurda – sottolinea Alberto Romano, portavoce dei “tutori” degli ospiti della Rsa – Innanzitutto, la struttura è di recente costruzione, ha circa 15 anni. Gli interventi che sono stati programmati non sono affatto urgenti e 250mila euro sembrano davvero troppi. Ma per noi il problema non è questo, se proprio questo restauro deve essere realizzato, lo si può fare anche senza cacciare via gli assistiti, procedendo a comparti. Nessuno ha considerato la loro condizione – afferma Romano – L’abbandono della propria casa e la privazione di radicate relazioni affettive possono facilmente comportare gravissime conseguenze psichiche sui pazienti. Già in passato ci sono stati diversi tentativi di autolesionismo da parte degli anziani della Rsa. Chi ha preso questa decisione, allora – dice il portavoce dei familiari – se ne prenda fino in fondo le responsabilità. In questi 15 anni in questa Residenza è stata creata una realtà simile a quella di una casa-famiglia, dove gli assistiti si sentono protetti e dove sono circondati dall’affetto dei propri cari». La Sgueglia è una struttura per anziani ma ospita tutti pazienti psicotici. Per un “difetto” della legge, infatti, gli psicotici, superati i 65 anni, diventano semplicemente “vecchi” e devono essere trattati in quanto tali.
«C’è certamente un paradosso. È stato chiuso il “Frullone” come ospedale psichiatrico, per una lunga battaglia condotta dall’allora direttore Sergio Piro, e adesso diventa una residenza per anziani dove si troveranno, però, pazienti psicotici», afferma Francesco Blasi, segretario dell’associazione “Sergio Piro”. «È un problema che deve essere affrontato anche dal punto di vista assistenziale – dice lo psichiatra – Un paziente che viene curato come schizofrenico non può passare nelle mani del geriatra solo perché ha compiuto 65 anni. Altra cosa è il trauma che certamente subiranno questi pazienti che avranno la sensazione di tornare in un luogo che certamente hanno odiato».

Dalla pizza alla moda, le griffe scelgono ancora Chiaia

APRONO BURBERRY, CUCINELLI E SORBILLO

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I locali dove aprirà Burberry in via dei Mille

Chiaia è certamente un quartiere ferito: la sciagura del crollo della Riviera di Chiaia, un piano traffico che affossa il commercio e l’abbandono ne minano fortemente le potenzialità. Basti pensare a come è ridotta la Villa Comunale, l’ex passeggiata reale, un vero disastro. Eppure, nonostante tutto, resta il salotto buono, la vetrina della città. Le griffe scelgono ancora di investire qui. In via dei Mille apriranno a breve due negozi di marchi importantissimi come Burberry, che ha occupato i locali che furono del Banco di Napoli, e il “re” del cachemire Brunello Cucinelli che aprirà sul marciapiede opposto. Si aggiungeranno a tutti gli altri: da Hermes a Bulgari, passando per Monetti e Mont Blanc, Louis Vuitton. E cominciano a diventare sempre più appetibili i pochi locali del lungomare di via Partenope. Dopo che Bellavia ha deciso di abbandonare, ha deciso di aprire al suo posto uno dei più famosi pizzaioli di Napoli, Gino Sorbillo, già candidato anche a sindaco di Napoli. Ha deciso di dare l’annuncio su Facebook. Il locale si chiamerà “Lievito madre al mare” e punterà sulla qualità: solo sette tipi di pizze, non di più, e poi birre artigianali e vini. Saranno privilegiati i prodotti nostrani e di stagione. Insomma, i locali di via Partenope diventano sempre più un obiettivo importante per chi vuole fare un salto di qualità e questo, chiaramente, si ripercuoterà anche sugli affitti che diventeranno sempre più cari.

Buche e incidenti, denunciare il Comune di Napoli conviene

NAPOLI 23/02/10 BUCA STRADALE IN VIA PIEDIGROTTA

Denunciare il Comune di Napoli conviene. Se si cade inciampando in un sanpietrino saltato, se si rompe l’auto in una buca il risarcimento è assicurato. Palazzo San Giacomo, infatti, per importi inferiori ai 5mila euro non si costituirà in giudizio. È quanto affermato, nero su bianco, dal dirigente dell’Avvocatura Fabio M. Ferrari. In una nota riservata inviata al sindaco e al direttore generale il dirigente afferma, con una evidente vena di ironia, che al suo servizio sono stati affidati «ben sei avvocati» e che, per questo motivo, è stato necessario sospendere «le costituzioni nei giudizi innanzi al Giudice di Pace del circondario per risarcimento danni da insidie stradali, nei quali, sino ad allora era impiegato un quarto delle risorse togate (sei) ed un massiccio contingente di personale amministrativo». Ferrari chiarisce che si è trattato di una «scelta dolorosa, ma ineluttabile alla luce della scarsità di risorse umane e dell’obiettivo di individuare priorità più urgenti». Poi il dirigente fa cenno alla difficoltà di vincere cause del genere. Ferrari afferma che in questi contenziosi il Comune risulta quasi sempre «soccombente» poiché «lo stato delle strade cittadine è notoriamente precario» e il cittadino che denuncia «ha solo l’onere di provare l’esistenza dell’insidia e la derivazione causale del danno provocato da essa». Il dirigente dice anche che per un mese ha sperimentato l’impiego di due unità per questo servizio, ma inutilmente. L’unica soluzione secondo l’avvocato, «la strada maestra», dice lui, «per evitare l’insorgere di tali contenziosi è quella della risistemazione delle strade».
Ma quanto costano al Comune di Napoli questi contenziosi? Lo scrive la stessa Avvocatura (nota Pg/2012/695769): 750 milioni di euro. In base alla previsione di questo importo nel piani di rientro approvato dal consiglio comunale di Napoli per i prossimi dieci anni sono stati previsti debiti fuori bilancio per mezzo miliardo di euro (50 milioni di euro all’anno). Una tegola enorme per la situazione disastrosa delle casse comunalei. È una cifra che consentirebbe di garantire una costante manutenzione delle strade cittadine.
Il caso è stato evidenziato a più riprese dalla Prima Municipalità. Più volte il presidente della commissione Decentramento e bilancio ddi Chiaia, Guido Postiglione, ha evidenziando questo problema invitando l’Avvocatura a partecipare ad una della riunioni per chiarire. Il parlamentino di Chiaia, infatti, ha dovuto votare negli ultimi quattro mesi del 2012 debiti fuori bilancio, relativi a risarcimento danni causati dalle buche, per ben 210mila euro (con un picco di 136mila euro tra settembre e ottobre), una cifra che per il salotto della città corrisponderebbe a più di 600mila euro all’anno. Una situazione insostenibile contro la quale le singole Municipalità non hanno armi. L’atteggiamento del Comune è stato, però, stigmatizzato con l’approvazione di un ordine del giorno nel quale si definisce «non più tollerabile, anzi offensivo», l’atteggiamento del Comune che resta «senza difesa tecnica» con conseguenze disastrose per i conti pubblici.