Archivio mensile:Giugno 2018

Premio Enzo Musella, via alla seconda edizione: 14 borse di studio per i figli degli iscritti al Sugc


Via alla seconda edizione del Premio intitolato alla memoria del giornalista “Enzo Musella”. Il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania mette in palio 14 borse di studio agli studenti meritevoli di scuola media inferiore e a quelli della media superiore, nonché a un neodiplomato, figli dei colleghi iscritti al sindacato e in regola con la quota associativa 2018.
“Quello del premio Musella sarà un appuntamento fisso del SUGC – afferma il segretario del Sugc Claudio Silvestri – Il senso dell’iniziativa è quello di dare ai ragazzi un riconoscimento per il loro impegno quotidiano a scuola, ma anche quello di supportare i colleghi, disoccupati, autonomi, dipendenti che affrontano sempre più difficoltà nella professione. Ci sembra anche il modo più opportuno per ricordare Enzo Musella, vicino ai giovani e sempre impegnato nel sociale”.

BANDO SECONDA EDIZIONE PREMIO ENZO MUSELLA

Il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania mette in palio una borsa di studio da euro 500,00 per un neodiplomato di scuola superiore, 7 da 200,00 euro destinate agli studenti di scuola media superiore e 6 da 100,00 euro a quelli della media inferiore, figli dei colleghi iscritti al sindacato e in regola con la quota associativa 2018. L’iniziativa è intitolata alla memoria del collega Enzo Musella.
Possono partecipare gli studenti dalla prima alla quarta classe della scuola media superiore per le borse di studio da 200 euro, gli studenti della scuola media inferiore per le borse di studio da 100 euro, che abbiano riportato la migliore media aritmetica dei voti in pagella. Sarà valutata la condotta, esclusa la religione. La borsa di studio da 500 euro è destinata agli studenti che hanno conseguito il diploma di scuola superiore nel 2018 e che hanno riportato il voto più alto.
I colleghi devono consegnare a mano, recandosi nella sede del sindacato, o inviare per posta elettronica copia della pagella entro il 31 luglio 2018, indicando la categoria di riferimento.
Il consiglio direttivo esaminerà la schede di profitto e in caso di ex aequo, si procederà con un sorteggio pubblico che si terrà nella sede del sindacato, in Via Cappella Vecchia.
La consegna delle borse di studio avverrà nel corso di una cerimonia che si terrà entro il mese di settembre 2018.

I rappresentanti dei giornalisti dal presidente Fico. Al centro dell'incontro i temi del lavoro e delle leggi di sistema


Si è parlato di riforma delle leggi di sistema, conflitti di interesse, mercato del lavoro e crisi dell’editoria nel corso dell’incontro di questa mattina a Montecitorio fra il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e i rappresentanti del coordinamento degli enti dei giornalisti italiani.
La delegazione dei giornalisti, guidata dal coordinatore Giovanni Negri e composta da Raffaele Lorusso per la Fnsi, Carlo Verna presidente dell’Ordine nazionale, Marina Macelloni dell’Inpgi, Daniele Cerrato della Casagit, Enrico Castelli del Fondo di previdenza complementare e Guido D’Ubaldo, segretario del Consiglio nazionale dell’Odg, ha posto l’accento sulla necessità di intervenire sulle leggi che tutelano il pluralismo dell’informazione e il mercato dell’editoria, di salvaguardare il servizio pubblico radiotelevisivo e di introdurre una nuova regolamentazione che impedisca il proliferare del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei precari attraverso forme legalizzate di contratti atipici che servono a mascherare rapporti di lavoro subordinati.
«È una novità importante che per la prima volta gli enti dei giornalisti italiani si presentino uniti, e non più ciascuno per conto suo, per sottoporre i problemi della categoria», ha detto Negri, rivolgendosi a Fico all’inizio dell’incontro.
I giornalisti hanno consegnato al presidente della Camera un complesso di proposte già avanzate nel corso della passata legislatura, auspicando che trovino ascolto e accoglimento. Fra queste, il contrasto alle azioni di risarcimento danni temerarie e la cancellazione del carcere per i giornalisti. Il presidente Fico ha spiegato di condividere le preoccupazioni per la precarizzazione del lavoro e ha ribadito la sua volontà di tutelare il servizio pubblico radiotelevisivo, auspicando che in questa legislatura possa essere approvata una legge di riordino del sistema radiotelevisivo e di regolazione dei conflitti dì interessi.
A margine dell’incontro, il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, ha anche chiesto un ulteriore approfondimento della situazione dei giornalisti iscritti negli elenchi di cui ai cosiddetti ‘allegati A e B’ da assumere presso i gruppi parlamentari della Camera.
Facendosi portavoce delle richieste di alcuni colleghi, il segretario della Fnsi ha segnalato al presidente Fico che esistono ancora delle criticità, per il cui superamento ha auspicato un ulteriore intervento e chiesto l’eventuale apertura di un tavolo di confronto.

#NonSiamoNumeri, la Conferenza nazionale dei Cdr lancia gli Stati generali dell'informazione

Ristrutturazioni selvagge, in quasi tutti i gruppi editoriali, tagli lineari e indiscriminati degli organici, crisi aziendali senza fine, precariato sempre più diffuso. Il mondo dell’informazione annaspa nell’ennesima emergenza occupazionale e industriale.

#NonSiamoNumeri è l’hashtag che la Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione lancia dopo il suicidio di un tipografo nel centro stampa di Gorizia di cui l’editore Gedi aveva annunciato la chiusura. «Una tragedia umana che non può e non deve lasciare indifferenti», è il commento dei giornalisti riuniti a Roma nella sede della Fnsi.
La Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione chiede alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana di farsi promotrice della convocazione e dell’organizzazione  degli Stati generali dell’informazione per fare, insieme a tutti i soggetti coinvolti, «un’analisi autentica e condivisa dei problemi del comparto e trovare le soluzioni», conclude il documento redatto al termine della giornata di confronto.

Usigrai, Vittorio Di Trapani confermato segretario nazionale

Vittorio Di Trapani


Vittorio di Trapani è stato riconfermato segretario nazionale dell’Usigrai per la terza volta. Il nuovo mandato è stato affidato all’unanimità dall’Esecutivo eletto dal Congresso del sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai che si è concluso a Bologna. «Un onore. Un orgoglio», commenta Di Trapani su Facebook ricordando i momenti salienti di questo XV Congresso: «Le sete di verità di Paolo Bolognesi sui mandanti della strage fascista alla Stazione di Bologna. Il pugno nello stomaco del Dc9 di Ustica nel Museo della Memoria. Il ‘noi’ di don Luigi Ciotti e il suo richiamo alla nostra responsabilità. Il ricordo delle ‘urla’ della strage degli operai della Thyssen di Antonio Boccuzzi. La pacata determinazione di Claudio Regeni. E la dedizione per la verità e la giustizia dell’avvocata Alessandra Ballerini.
L’abbraccio nell’applauso interminabile dietro lo striscione #VeritàPerGiulio. L’entusiasmo nella sua quotidiana battaglia per gli ultimi e per i diritti delle bambine e dei bambini ovunque nel mondo del portavoce dell’Unicef Italia Andrea Iacomini. Il richiamo a uno uso corretto delle parole, contro il linguaggio dell’odio e contro la fabbrica della paura, del presidente della Carta di Roma Valerio Cataldi. L’emozione nel ricordare Luciana Alpi, Giorgio, Ilaria e Miran Hrovatin. L’impegno corale del #NoiNonArchiviamo».
Sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il Congresso dell’Usigrai ha anche approvato, all’unanimità, una mozione in cui i giornalisti e le giornaliste del servizio pubblico radiotelevisivo rilanciano la richiesta al Parlamento di costituire una nuova Commissione di inchiesta per fare luce sul delitto e sul reticolo di interessi illeciti portati a galla dall’enorme mole di documenti collegati al caso desegretati dalle Camere nella legislatura appena conclusa.
«Le giornaliste e i giornalisti della Rai con Usigrai, Fnsi, Ordine dei Giornalisti non archivieranno mai il caso Alpi-Hrovatin e si impegneranno costantemente con Libera, Legambiente, Articolo21, Liberainformazione perché cresca la mobilitazione a difesa del diritto dovere di informare e non vengano archiviati i delitti che colpiscono tutti gli operatori dell’informazione impegnati in questo compito fondamentale per la difesa della democrazia», si legge nella mozione.
«La lista unitaria #UsigraInsieme – spiega una nota – ha ottenuto una larga maggioranza nel voto per l’Esecutivo (9 componenti su 11) e ha fatto il pieno in tutte le Commissioni statutarie. La lista Pluralismo e Libertà ha ottenuto 2 componenti del nuovo Esecutivo».
Il nuovo Esecutivo è così composto: Vittorio di Trapani, Stefania Bolzan, Lidia Galeazzo, Pietro Di Lazzaro, Antonio Gnoni, Daniele Macheda, Gian Mario Nucci, Angelo Oliveto, Pierfrancesco Pontecorvo, Giuseppe Malara, Americo Mancini.
“Auguri di buon lavoro Vittorio Di Trapani, napoletano, riconfermato per la terza volta consecutiva segretario nazionale dell’UsigRai. Sono stati premiati l’impegno e la competenza, un progetto con dei valori forti e chiari che sono stati poi trasferiti nel nuovo contratto firmato quest’anno: dalla tutela dei più deboli alle pari opportunità. Con Vittorio abbiamo condiviso la creazione di una nuova componente del Sindacato, ControCorrente, che punta all’inclusione, ma anche all’affermazione di valori imprescindibili che devono essere alla base della professione e dell’azione sindacale”. È quanto afferma in una nota il segretario del Sugc Claudio Silvestri.

Scorta a Roberto Saviano, Fnsi e Sugc: «Dal ministro Salvini parole irresponsabili»

Roberto Saviano


«Le scorte vengono assegnate dopo attente valutazioni delle forze di sicurezza rispetto a minacce reali. Le parole del ministro Salvini sull’opportunità della tutela armata allo scrittore campano Roberto Saviano sono inaccettabili è irresponsabili. Salvini ricordi che ricopre un incarico delicatissimo, dal quale va tenuta fuori la retorica da campagna elettorale. Ricordi anche cosa è accaduto quando è stata tolta la scorta a Marco Biagi. Lasci decidere a chi di dovere, senza esercitare l’ingerenza che può determinare il suo ruolo istituzionale». Lo affermano, in una nota, Sindacato unitario giornalisti Campania e Federazione nazionale della Stampa italiana.

Violenza donne: protocollo d'intesa giornalisti, Regione Campania e Cardarelli


“Essere parte integrante di un protocollo cosi’ importante e’ orgoglio per il Cardarelli che ha iniziato un “percorso rosa” da novembre 2016 con il Centro Dafne, centro antiviolenza. Siamo contro il femminicidio, a 360 gradi in modo concreto e operativo. Abbiamo voluto dimostrare sul campo le competenze delle nostre donne e dei nostri uomini che ogni giorno, al pronto soccorso, intercettano casi di violenza sulle donne e abbiamo avuto dalla Regione il riconoscimento di centro regionale per la formazione (di operatori specializzati sulla tematica della violenza di genere, ndr) perche’ vogliamo formare anche i futuri formatori”. Cosi’ alla Dire Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Antonio Cardarelli”, introducendo il Protocollo di lavoro tra l’Ordine dei Giornalisti della Campania, il Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania e l’Aorn Cardarelli il cui obiettivo e’ la collaborazione sinergica finalizzata alla prevenzione del fenomeno della violenza sulle donne attraverso l’informazione e la comunicazione come strumento di educazione sociale per la diffusione di una nuova cultura dei diritti. Il documento e’ stato firmato nella sede del Consiglio regionale della Campania dove, questa mattina, e’ stato presentato anche il Report sul primo anno di attivita’ dell’Osservatorio sul Fenomeno della violenza sulle donne, istituito dal Consiglio Regionale della Campania. “Questo protocollo e’ fondamentale – prosegue Verdoliva – perche’ formare significa dare la possibilita’ a tutti di poter parlare con competenze, con dati di fatto e con conoscenza di quello che il sistema offre. Importante, inoltre, e’ avere altri centri dove tutti possono rivolgersi in modo omogeneo senza pensare di essere fortunati perche’ si sono rivolti al centro migliore. Tutte le strutture devono essere all’altezza di accogliere le donne che subiscono violenza”.
“Siamo dentro e parte integrante di questo protocollo – spiega Elvira Reale, coordinatrice del Centro Dafne, attivo presso l’Aorn Cardarelli – perche’ anche i giornalisti devono sapere quali sono gli indicatori di rischio per il femminicidio in modo da non equivocare fattori che non c’entrano niente. La depressione in un uomo, ad esempio, non c’entra niente: sono altri fattori che riguardano il femminicidio. La depressione non si coniuga con la violenza omicidiaria ma si coniuga con un atto suicidario estremo. Noi abbiamo esperienza diretta, li indaghiamo al centro Dafne e allertiamo attraverso gli indicatori di rischio la procura e le forze dell’ordine. Vogliamo parlare con i giornalisti del fatto che non devono addossare alla donna la responsabilita’ degli atti di violenza ai suoi danni: vuoi perche’ voleva separarsi, vuoi perche’ aveva iniziato un’altra relazione, vuoi per qualsiasi altro motivo”. A firmare il Protocollo per l’Ordine dei Giornalisti della Campania, il suo presidente Ottavio Lucarelli che alla Dire ha spiegato: “arriviamo alla firma dell’intesa con l’Osservatorio in un momento importante perche’ l’Ordine, da alcuni anni, porta avanti su queste tematiche un lavoro molto intenso e molto profondo”. Per parte sua Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, ha poi ricordato la vicinanza del sindacato a tutte le iniziative “che riguardano le differenza di genere e soprattutto questa che riguarda la violenza sulle donne perche’ i giornalisti hanno la responsabilita’ delle parole e, quindi, quella di raccontare nel miglior modo possibile vicende dolorosissime”.
(Agenzia DIRE)

Editoria, la Fnsi ricevuta dal sottosegretario Crimi. Al centro dell'incontro il tema della dignità del lavoro nel settore


Il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore e dal vicedirettore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia e Tommaso Daquanno, è stato ricevuto questa mattina dal sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi. Durante l’incontro, la Fnsi si è soffermata sulle maggiori criticità del settore, dalla necessità di interventi radicali sulle leggi di sistema, agli interventi per completare i processi di ristrutturazione in atto e, soprattutto, per contrastare l’abuso di lavoro precario e irregolare da parte di numerose aziende.
«Il tema della dignità del lavoro nel settore giornalistico non è stato affrontato in alcun modo dal precedente governo, che pure ha promosso una serie di misure per la tenuta del comparto – spiega Raffaele Lorusso –. Riteniamo che si debba ripartire da qui, dalla condizione di migliaia di giornalisti costretti a lavorare senza contratto, quindi senza diritti, senza tutele, senza garanzie e con retribuzioni assolutamente inadeguate. Abbiamo chiesto al sottosegretario Crimi, che va ringraziato per la disponibilità all’ascolto e al confronto, di promuovere iniziative che impediscano l’abuso di forme di inquadramento atipico, a cominciare dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che servono soltanto a nascondere rapporti di lavoro subordinato e, quindi, a sfruttare il lavoro. Sarebbe auspicabile un’iniziativa analoga a quella intrapresa dal ministro del Lavoro per regolamentare il lavoro dei rider, perché i rider della professione giornalistica si chiamano soprattutto co.co.co. Il sindacato dei giornalisti è disponibile al confronto su tutte le questioni che riguardano il settore, non escluso il sostegno pubblico al pluralismo dell’informazione secondo criteri di rigore e trasparenza».
Il sottosegretario Crimi ha ribadito la volontà del governo di approfondire tutti i temi e di valorizzare l’informazione, della quale riconosce il ruolo essenziale per la democrazia e per la crescita dell’opinione pubblica.
«Proseguono i nostri incontri istituzionali», scrive su Facebook il titolare del Dipartimento per l’informazione e l’editoria. «Oggi – si legge – ho avuto modo di confrontarmi con la Federazione Nazionale Stampa Italiana, il sindacato unitario dei giornalisti. Abbiamo discusso delle problematiche inerenti alla professione giornalistica e ai rapporti di lavoro, e più in generale dell’intero comparto industriale che ruota attorno all’informazione. Non posso che condividere le loro preoccupazioni in tema di precariato e sfruttamento del lavoro, che diverse aziende mettono in atto abusando delle forme di inquadramento atipico previste dalle normative vigenti, come i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. L’informazione deve rimanere un presidio di democrazia, libero ed in grado di svolgere efficacemente la sua funzione di controllo, denuncia, racconto della realtà che ci circonda. Ma non possiamo pretendere di avere un’informazione sana se i lavoratori sono costretti ad operare in un ambiente malato».
I rappresentanti della Fnsi hanno anche ricordato la stipula del primo contratto nazionale collettivo di lavoro dei giornalisti nel 1911. «Ho ascoltato con grande interesse le loro proposte e idee, che provengono da un punto di vista privilegiato nel sistema dell’informazione italiana. Ancora una volta – conclude Crimi – ho ribadito che è necessario rivedere la contrapposizione tra il datore di lavoro (gli editori, in questo caso) e i lavoratori (i giornalisti), poiché entrambe le categorie hanno un interesse comune: la salute dell’azienda. Nel corso dell’incontro abbiamo anche condiviso la necessità di una rigorosa verifica della destinazione dei contributi pubblici all’editoria».

L'editore dismette la sede ignorando le trattative, sciopero di due giorni al Mattino


“Pieno sostegno allo sciopero di due giorni indetto all’unanimità dall’assemblea dei giornalisti del Mattino. I colleghi hanno scoperto per caso che nelle pagine del giornale c’era una pubblicità con l’annuncio di vendita dell’edificio di via Chiatamone 65 che da oltre 60 anni è la sede del quotidiano più grande del Mezzogiorno. Il tutto a trattativa ancora in corso e senza alcuna comunicazione al Cdr. Non è la prima volta che l’editore agisce in totale dispregio dei corretti rapporti sindacali. È necessario dare un segnale forte e reagire per contrastare atteggiamenti oramai intollerabili. Anche di questo si discuterà nella consulta dei Cdr convocata per giovedì a Roma presso la sede della Fnsi”. È quanto affermano in una nota il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il segretario del Sugc, Claudio Silvestri.
IL COMUNICATO DEL CDR
L’assemblea de “Il Mattino”, convocata ad horas dal Cdr, ha votato all’unanimità due giorni di sciopero da effettuare oggi 19 giugno 2018, ad horas, a giornale già parzialmente lavorato, e domani, 20 giugno 2018, dopo aver appreso della pubblicazione di un’inserzione pubblicitaria, destinata al numero di domani del quotidiano, sulla vendita dello storico palazzo di via Chiatamone65 in cui è sita la redazione centrale dal 1962.
La redazione aveva espresso il suo parere e si era detta preoccupata per lo spostamento di sede, comprendendo i motivi di risparmio economico, ma lamentando la perdita di centralità geografica e culturale e aprendo una trattativa sulle condizioni di sicurezza presso la nuova sede destinata. L’annuncio pubblicitario in fase di trattative sindacali e in assenza di risposte da parte dell’azienda è una provocazione che non poteva essere accolta diversamente: tre erano i giorni di sciopero già proclamati e finora non utilizzati per un atto di responsabilità.
La redazione de “Il Mattino”, riunita in assemblea permanente nelle prossime ore, deciderà le strategie da intraprendere.

Suicidio di Gorizia, Lorusso: «Serve una riflessione comune su qualità e condizioni di lavoro nel settore»

Raffaele Lorusso


«La tragica morte di un uomo, di un lavoratore, di un padre, non può lasciare indifferenti. La tragedia di Gorizia, dove un dipendente poligrafico del centro stampa dei quotidiani il Piccolo di Trieste e il Messaggero Veneto di Udine si è tolto la vita, deve chiamare tutti i giornalisti italiani ad una riflessione sulla qualità e sulle condizioni del lavoro nel settore dell’informazione, la cui funzione è fondamentale per la tenuta democratica di un Paese». Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso torna così sulla vicenda del suicidio del caporeparto del centro stampa in Friuli Venezia Giulia.
«All’incredulità e al dolore, che i giornalisti e i poligrafici del gruppo Gedi hanno espresso proclamando una sacrosanta giornata di sciopero, devono seguire momenti di confronto condiviso su come nel comparto vengono declinati i pur spesso necessari processi di ristrutturazione», prosegue Lorusso.
«Ovunque – incalza – stanno prendendo sempre di più il sopravvento politiche aziendali di stampo meramente ragionieristico che fanno passare in secondo piano la qualità del prodotto, il radicamento sul territorio delle testate e, purtroppo, anche la dignità del lavoro e delle persone, ormai pedine da spostare senza criterio sullo scacchiere dei risparmi, degli accorpamenti e dei tagli indiscriminati. Il rispetto per le persone, prima ancora che dei lavoratori, deve tornare a essere una precondizione di relazioni industriali e sindacali spesso degradate. Servono riflessioni, linee d’azione e reazioni comuni».
Per questa ragione, conclude il segretario generale, «la Fnsi convocherà la conferenza nazionale dei comitati e dei fiduciari di redazione nella giornata di giovedì 21 giugno, a Roma».

Accordi non rispettati, scioperano i giornalisti de "La Città" di Salerno


La Fnsi e il Sugc sono al fianco dei giornalisti de “La Città” di Salerno che oggi hanno proclamato lo sciopero per il mancato rispetto degli accordi sindacali siglati nello scorso gennaio con il Comitato di redazione. I colleghi, dopo una vertenza lunga e sofferta, per salvaguardare l’azienda hanno accettato numerosi sacrifici, prima con un accordo con il quale accettavano la riduzione dei loro stipendi, poi con la firma del contratto di solidarietà che ha imposto ulteriori tagli. Il Sindacato, in accordo con i colleghi del Cdr, agirà in ogni sede perché gli accordi firmati vengano rispettati.
IL DOCUMENTO DELL’ASSEMBLEA
L’assemblea dei redattori del quotidiano “la Città” ha deciso in data odierna la proclamazione di una giornata di sciopero, in segno di protesta per il mancato rispetto, da parte dell’azienda, degli impegni assunti contestualmente alla firma, lo scorso 16 gennaio, del contratto di solidarietà. In questi cinque mesi la redazione ha atteso vanamente che l’azienda assolvesse al regolare versamento dei contributi previsti a Inpgi, Casagit e Fondo complementare e che rendesse operativo il piano di rateizzazione per gli arretrati dovuti al Fondo complementare, somme detratte dalle buste paga dei giornalisti e tuttavia non versate all’istituto destinatario. Altrettanto disatteso è stato l’impegno a corrispondere gli stipendi entro la data del 15 di ogni mese, data successiva a quelle inizialmente previste e indicata lo scorso gennaio dalla stessa azienda perché fosse possibile garantire la certezza della data di accredito. Anche questa certezza è invece venuta meno già subito dopo l’accordo, nonostante le continue richieste e il documento di protesta inoltrato da questa redazione nello scorso mese di maggio, nell’estremo tentativo di mediazione.
L’assemblea non può quindi non stigmatizzare il mancato rispetto degli accordi sindacali, peraltro in un contesto in cui la redazione tutta non solo ha accettato il sacrificio dei contratti di solidarietà ma continua a garantire la qualità del prodotto osservando quotidianamente un orario di lavoro ben più ampio di quello previsto dal strumento contratto, svolgendo in alcuni casi mansioni che travalicano le singole qualifiche professionali. Rammarica che di fronte alla disponibilità dimostrata dalla redazione l’azienda prosegua in un atteggiamento di assoluta noncuranza rispetto alla mera richiesta di rispetto degli accordi e di garanzia dei diritti basilari. Domani (sabato 16 giugno) il giornale pertanto non sarà in edicola. L’assemblea, confermando lo stato di agitazione, dà mandato al Comitato di redazione di monitorare l’evolversi della vertenza e di valutare ulteriori iniziative a tutela dei propri diritti e della dignità del lavoro giornalistico.
L’assemblea dei redattori