Archivio mensile:Luglio 2017

Aggrediti a Vieste Nello Trocchia e Riccardo Cremona, la solidarietà della Fnsi ai colleghi

Il giornalista Nello Trocchia


I due sono in Puglia per realizzare un servizio sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Gargano. Ignoti hanno prima intimato loro di andarsene. Poi uno dei presenti ha assalito Trocchia a calci e gli ha sbattuto la testa contro il muro. «Le forze dell’ordine individuino in tempi brevi i responsabili del vile gesto», chiedono il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.
La Federazione nazionale della stampa italiana esprime solidarietà e vicinanza al collega Nello Trocchia, aggredito mentre si trovava a Vieste per un’inchiesta per la trasmissione di Rai Due “Nemo – Nessuno escluso” insieme con il suo film-maker Riccardo Cremona.
I due sono in Puglia per realizzare un servizio sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Gargano. Ignoti hanno prima intimato loro di andarsene. Poi uno dei presenti ha assalito Trocchia a calci e gli ha sbattuto la testa contro il muro. Il collega è stato costretto a recarsi al pronto soccorso per farsi medicare.
«L’auspicio – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – è che le forze dell’ordine, che si trovavano nelle vicinanze del luogo teatro dell’aggressione, possano individuare in tempi brevi i responsabili del vile gesto».
Già in passato Nello Trocchia era stato più volte vittima di minacce per via del suo lavoro d’inchiesta e da tempo è in attesa di un’adeguata vigilanza.

Al via i lavori del Coordinamento degli enti di categoria, oggi in Fnsi la prima riunione

I presidenti degli enti della categoria giornalistica


Al centro dell’incontro una serie di attività tra cui un calendario di incontri istituzionali e un programma di seminari d’approfondimento tecnico su temi previdenziali e assistenziali, oltre all’inaugurazione delle attività della Fondazione Murialdi. La sfida è una sola: rilanciare il lavoro giornalistico.
Un piano per il rilancio dell’occupazione giornalistica coordinato tra enti, istituti e sindacato. Un calendario di incontri istituzionali dal prossimo settembre e un programma di seminari d’approfondimento tecnico su temi previdenziali e assistenziali, oltre all’inaugurazione delle attività della Fondazione Murialdi. Questi alcuni degli argomenti trattati oggi a Roma, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in occasione della prima riunione del Coordinamento degli enti della categoria giornalistica.
Dopo la sua istituzione, ad aprile scorso, con l’inserimento nello Statuto della FNSI, il nuovo organismo, che ha come obiettivo il “coordinamento delle volontà” del mondo giornalistico, muove i primi passi. Presenti alla riunione il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti, la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Nicola Marini, il presidente del Fondo pensione complementare Enrico Castelli e il presidente della Casagit Daniele Cerrato, presidente di turno della Fondazione Murialdi.
Rilanciare il Coordinamento degli enti è una necessità imposta dalla fase di profondo cambiamento della professione: il dialogo e la messa in rete di esperienze e iniziative da parte di tutti gli enti è un passaggio decisivo per affrontare il futuro prossimo. Da tutti i partecipanti è stata ribadita la volontà di realizzare una vera unità d’intenti che superi tentazioni individuali. La sfida è una sola: rilanciare il lavoro giornalistico per mantenere forte il welfare complessivo della categoria più colpita dalla crisi di questi ultimi anni.

Ventaglio, Fnsi: «Bene presidente Mattarella su libertà di stampa» Chiesto un incontro per parlare di giornalisti minacciati

«Non possiamo non apprezzare le parole usate dal presidente della Repubblic a, Sergio Mattarella, nel definire il ruolo essenziale della libertà di informazione a garanzia dell’ordinamento democratico e dei processi di inclusione politici, civili e sociali. Non a caso il presidente Mattarella ha anche voluto sottolineare come nei Paesi dove la libera circolazione delle opinioni e delle notizie viene ostacolata, quando non addirittura impedita, le istituzioni democratiche o non esistono o sono pesantemente a rischio». Lo affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
A margine della cerimonia del Ventaglio, organizzata e promossa con la consueta sensibilità dall’Associazione Stampa Parlamentare, il presidente e il segretario della Federazione Nazionale della
Stampa Italiana hanno chiesto al capo dello Stato di poterlo incontrare quanto prima per ringraziarlo della sua decisione di insignire del titolo di Cavaliere della Repubblica quattro colleghi minacciati  – Federica Angeli, Paolo Borrometi, Michele Albanese e Amalia De Simone – e per sottoporre alla sua attenzione il manifestarsi, in forme sempre diverse, di episodi di aggressioni e minacce nei confronti dei cronisti che con il loro lavoro contrastano mafia, corruzione e malaffare.

Barelle al Cardarelli, De Luca insulta i cronisti che raccontano i fatti. Chieda scusa prima di tutto ai cittadini

Vincenzo De Luca


“Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, durante il suo consueto monologo a Lira Tv, chiama imbecilli i giornalisti che hanno documentato il vergognoso fenomeno dei ricoveri in barella nei corridoi dell’ospedale Cardarelli. Senza un minimo di pudore argomenta i suoi insulti affermando che l’ospedale, da quando c’è lui, è ai livelli di quelli di Parigi e Stoccolma, che prima che arrivasse lui delle barelle se ne parlava solo come un fenomeno di folclore. Ebbene, mentre i cronisti hanno documentato dei fatti che, purtroppo, i cittadini possono verificare sulla propria pelle in qualsiasi momento, il governatore spara corbellerie. Sono anni che questo fenomeno viene documentato nei suoi aspetti più drammatici e sono anni che nessuno riesce a risolverlo. Diminuire le barelle non significa aver trasformato, per livelli di ospitalità, il Cardarelli nel Karolinska di Stoccolma o nel Cochin di Parigi. Informiamo i presidente della Regione che in tutti i Paesi democratici chi governa deve fare ancora i conti con la stampa, che non ha il ruolo di passare le veline del governatore, ma di raccontare i fatti. De Luca dovrebbe chiedere scusa ai cittadini per i diritti negati, prima ancora che ai giornalisti per gli insulti. L’attacco becero a chi non è allineato non è soltanto un problema di stile, ma di incompatibilità con ruoli istituzionali che dovrebbero prevedere un alto senso della democrazia, sempre meno diffuso nel nostro Paese. Ai colleghi tutta la nostra solidarietà e l’invito a continuare nel loro essenziale lavoro di denuncia”. È quanto affermano in una nota i vertici della FNSI e del Sindacato dei giornalisti campani.

Giornalisti, tavolo con la Regione Campania su Uffici stampa e legge sull'editoria


 
Il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, con il delegato del Sugc per gli uffici stampa Paolo Animato, ha incontrato l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri. Diverse le questioni poste sul tavolo. Dall’organizzazione dell’Ufficio stampa della giunta regionale all’applicazione del Contratto di lavoro giornalistico per i colleghi che lavorano nella pubblica amministrazione, fino ad una legge regionale per l’editoria per dare slancio ad un settore che sta vivendo una crisi fortissima, una legge che possa agevolare i lavoratori autonomi, che rappresentano attualmente la maggioranza dei colleghi. Tutti questi temi saranno oggetto di un tavolo specifico che sarà convocato entro il mese di settembre. “Apprezziamo l’apertura dell’assessore su temi che in questo territorio non sono mai stati affrontati concretamente – afferma il segretario del Sugc – È necessario che anche la Campania, come hanno già fatto opportunamente altre regioni, affronti il problema dei giornalisti che lavorano all’interno dell’Ente, e, più in generale, del mercato locale dell’editoria”. 

Uffici stampa, firmato nuovo protocollo d’intesa fra Fnsi e Anci


Fnsi e Anci hanno siglato, nella sede dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, un protocollo d’intesa volto ad agevolare la costituzione di uffici stampa nei Comuni nel rispetto di quanto previsto dalla legge 150/2000 e con l’obiettivo di estendere anche ai giornalisti che si occupano di informazione negli enti locali le tutele previdenziali e sanitarie.
«Mettiamo a segno un punto importante nella collaborazione tra la Federazione della Stampa e l’Associazione dei Comuni – ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro – fornendo linee guida di cui i Comuni, e in special modo i Comuni più piccoli, potranno avvalersi, anche in forma associata, come già avviene per altri settori».
«Attraverso questo protocollo – ha evidenziato il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso – intendiamo soddisfare due esigenze: quella dei Comuni di dotarsi di professionisti dell’informazione, offrendo loro percorsi di inquadramento all’interno della pubblica amministrazione che tengano conto delle specificità della professione giornalistica; e quella dei colleghi, ai quali devono essere riconosciute l’autonomia professionale prevista dalla legge, il corretto inquadramento previdenziale presso l’Inpgi, la possibilità di accedere all’assistenza sanitaria della Casagit e la possibilità, infine, di iscriversi al Fondo di previdenza complementare».
Una parte del protocollo è dedicata alle attività di formazione e aggiornamento, “finalizzate – recita il testo – al miglioramento della qualità informativa, anche valutando insieme agli Enti preposti le possibilità di impiego delle risorse del Fondo Sociale Europeo assegnate per la formazione professionale, nonché delle altre risorse comunitarie, per l’aggiornamento e per l’inserimento lavorativo dei giornalisti”.
il protocollo

Diplomificio, minacce ai giornalisti: denunciati gli autori

Il Prefetto di Napoli Carmela Pagano


Il Prefetto di Napoli Carmela Pagano ha comunicato al Sindacato unitario giornalisti della Campania che gli autori delle minacce e delle aggressioni subite dai giornalisti per l’inchiesta sul presunto “diplomificio” di Secondigliano sono stati denunciati. In seguito alle segnalazioni “sono state interessate le Forze dell’Ordine – afferma il Prefetto – le quali hanno comunicato che le indagini avviate nell’immediatezza dei fatti hanno consentito l’individuazione dei responsabili, deferiti all’Autorità giudiziaria. Si assicura – conclude – che la questione da lei segnalata verrà costantemente monitorata dalle Forze di polizia, al fine di verificare eventuali fatti o circostanze degne di ulteriore attenzione”. “Esprimiamo apprezzamento – affermano i vertici di Fnsi, Ordine e Sindacato dei giornalisti della Campania – per l’attenzione della Prefettura sui casi segnalati. Per difendere un bene primario come il diritto di cronaca è necessaria una collaborazione sempre più stretta tra organizzazioni di categoria e istituzioni”.

Giornalisti minacciati, incontro con il Prefetto di Caserta: «Stiamo monitorando i casi segnalati»

Il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto


Il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania ha incontrato questa mattina il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto. Il segretario dell’Sugc, Claudio Silvestri, e la delegata al lavoro autonomo Laura Viggiano hanno affrontato con il Prefetto la delicata questione delle aggressioni fisiche e verbali e delle minacce rivolte ai giornalisti, evidenziando ancora una volta la preoccupazione che desta in particolare il territorio della provincia di Caserta, dove diversi cronisti sono già sotto scorta o sottoposti ad altre misure di sicurezza. Il Prefetto Ruberto si è mostrato molto sensibile e interessato al tema, che ha già approfondito, anche sulla scorta della lettera inviata dal Sindacato e che ha anticipato l’incontro. Analizzando il contesto casertano il Prefetto ha condiviso la valutazione sull’esigenza di instaurare rapporti più sereni con le istituzioni e con gli organi di informazione da parte dei cittadini, mettendo da parte un atteggiamento aggressivo. «Il discorso è ampio – ha detto – c’è un problema generale che riguarda il mondo dell’informazione e c’è anche un problema interpersonale, perché spesso l’interlocutore non capisce che il giornalista fa il suo mestiere». Con l’incontro di oggi «che riteniamo molto positivo – ha dichiarato il segretario SUGC, Claudio Silvestri – siamo certi che si avvierà una fase di proficua di collaborazione per tutelare ancora di più e meglio l’esercizio del diritto di cronaca e l’incolumità dei colleghi».

IL SUGC CONSEGNA L'ASSEGNO A CARLA CAIAZZO DOPO LA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING CON MERIDONARE


Si è chiusa con successo la campagna di Crowdfunding promossa dal Sindacato Unitario Giornalisti della Campania in favore di Carla Caiazzo, la donna bruciata viva dal suo ex compagno. Presso la sede del SUGC in via Cappella Vecchia n.8b  il presidente Armando Borriello ha consegnato a Carla Caiazzo l’assegno di 4.020,50 Euro. La cifra raccolta servirà, come ha detto lo stesso Borriello, per permettere a Carla alcuni interventi chirurgici necessari per ritrovare la sua identità dopo essere stata completamente sfigurata. Oltre alla presenza della stessa Carla Caiazzo ad esporre i positivi risultati della campagna di crowdfunding c’è stato il prof. Marco Musella presidente di Meridonare e vicepresidente della Fondazione Banco Napoli: “Si tratta della prima campagna anomala, destinata ad una sola persona, che però rappresenta una drammatica realtà che accomuna purtroppo tante donne vittime di violenze. Noi di Meridonare e della Fondazione siamo vicini a queste battaglie di sensibilione e civiltà”. Laura Viggiano delegata per le pari opportunità del SUGC: “E’ stata un’idea promossa da uomini del nostro sindacato che la commissione ha immediatamente appoggiato”.  Carmen Padula membro dell’Associazione Feminin Pluriel: “Non abbiamo esitato un attimo nel far sentire il sostegno di un’associazione al femminile a Carla”. Carla Caiazzo potrà affrontare alcuni interventi di chirurgia plastica volti alla riconquista di una identità fisica ormai persa. Si tratta di un passo importante contro ogni forma di violenza sulle donne ma anche una risposta alle carenze dello Stato che troppo spesso, oltre le cure necessarie alla sopravvivenza, non sostiene la riconquista di una dignità fisica e morale delle vittime di violenze. “Lo stato mi ha abbandonata e sono contenta che dal basso sia ancora viva quella solidarietà che le istituzioni hanno dimenticato”.