Il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, hanno incontrato questa mattina il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, al quale hanno consegnato la lettera predisposta dalla famiglia Megalizzi in ordine alla istituzione della Fondazione dedicata al figlio Antonio.
Il presidente Sassoli, nell’apprezzare l’iniziativa, ha annunciato che definirà modi e tempi per incontrare i promotori nella sede di Strasburgo dove, peraltro, uno studio radiofonico del Parlamento Europeo è stato intitolato proprio ad Antonio Megalizzi e Bartosz Orent-Niedzielski, i due giornalisti vittime dell’attentato dell’11 dicembre 2018.
I rappresentanti della Fnsi hanno inoltre invitato il presidente del Parlamento Europeo a una iniziativa sulla recente direttiva europea sul diritto d’autore attualmente all’attenzione dei governi nazionali.
Archivio mensile:Luglio 2019
'Giusto contratto' e nuovo concorso in Rai, Usigrai e Fnsi: «Accordo storico». Sette posti a Napoli
Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime forte apprezzamento per il risultato raggiunto da FNSI e USIGRAI che hanno firmato due accordi con la RAI che porteranno all’assunzione di 90 giornalisti e alla stabilizzazione di 250 colleghi con il “giusto contratto”. 340 nuovi contratti giornalistici rappresentano un risultato enorme in un periodo difficilissimo per l’editoria e la professione. Dei 90 posti disponibili 7 prevedono come sede di lavoro la Tgr Rai di Napoli. Il Sindacato organizzerà incontri per una corretta informazione su modalità di partecipazione, procedure di selezione e, in generale, sul contenuto del bando.
LA CONFERENZA STAMPA
«I due accordi raggiunti con la Rai sono frutto di un lavoro lungo, faticoso e per niente scontato: nessuna gentile concessione da parte di alcuno; nessun accordo calato dall’alto. Del resto di stabilizzare i colleghi che lavorano nelle reti Rai si parla da tantissimi anni, è un obiettivo a cui il sindacato lavora da tempo». Con queste parole il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha aperto la conferenza stampa di presentazione dell’accordo che prevede il riconoscimento del ‘giusto contratto’ per 250 giornalisti che già lavorano in azienda e una nuova selezione pubblica su base territoriale, il cui bando sarà pubblicato a cavallo dell’estate, per 90 nuovi giornalisti.
«Un duplice obiettivo raggiunto al termine di un percorso che parte da lontano – ha ricordato Lorusso – e che è figlio del Contratto di servizio e della firma, da parte dell’Usigrai, del contratto integrativo aziendale. Da un lato dobbiamo dare atto all’azienda di aver rispettato gli impegni presi in quella sede, dall’altro diamo atto ai colleghi di essere stati caparbi nel perseguire tale impegno». Gli accordi raggiunti, ha aggiunto il segretario generale della Fnsi, «sono la dimostrazione che la buona informazione non può prescindere dalla buona occupazione: con un lavoro senza diritti non può esserci informazione di qualità. Un principio che vale per tutti gli ambiti dell’informazione professionale e che anima tutti i tavoli che ci hanno visto protagonisti in questi mesi».
Per questo, ha concluso Lorusso, «non abbiamo partecipato all’ultimo incontro dei cosiddetti Stati generali dell’editoria e non parteciperemo alla cerimonia di chiusura, a ottobre a Torino, perché, al di là delle illusioni alimentate anche da qualcuno dentro la categoria, non possiamo avallare le intenzioni di chi si pone come obiettivo di indebolire l’informazione in questo Paese, di chi vuole affermare un modello di giornalismo che prescinde dal lavoro regolare, di chi non vuol riconoscere gli organismi democraticamente eletti della categoria, di chi mira a indebolire il pluralismo per impedire all’opinione pubblica di conoscere e di elaborate un pensiero critico».
Il segretario della Fnsi ha poi ricordato la recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha ribadito che il pluralismo dell’informazione è ‘fondamento della democrazia’ e rilanciato l’appuntamento del 12 settembre, confermato al tavolo di confronto di ieri al ministero del Lavoro con il sottosegretario Durigon: «Una giornata di approfondimento per ribadire che senza lavoro regolare non possono esserci informazione professionale né previdenza».
Per il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, «questi accordi sono un successo collettivo, frutto di un lavoro che ha sempre visto l’Usigrai pensare ad ampliare i diritti, oltre che a tutelare gli iscritti. Un modo di lavorare che ha caratterizza il sindacato dei giornalisti Rai al cui interno si discute, ci si scontra e confronta, ma rispetto agli obiettivi sindacali ci si trova sempre uniti, come dimostra il fatto che tutto l’esecutivo ha firmato, insieme con la Fnsi, questi due accordi, che ci auguriamo segnino un esempio per tutti».
In merito alla ‘stabilizzazione’ dei 250 lavoratori già operanti in Rai, il segretario dell’Usigrai, e dopo di lui anche altri rappresentanti del sindacato di base, ha infine evidenziato: «L’applicazione del contratto porta finalmente diritti a chi prima non ne aveva, ma porta con sé anche l’obbligo a rispettare i doveri a cui dobbiamo tutti attenerci se vogliamo pretendere che la Rai Servizio Pubblico produca informazione di qualità nel rispetto delle regole deontologiche e dei cittadini». Mentre per quanto riguarda la nuova selezione pubblica per 90 giornalisti, Di Trapani ha osservato: «Oggi c’è l’urgenza non più rinviabile di trasformare la Rai in un’azienda multimediale e crossmediale. La selezione risponde a questa esigenza. L’azienda deve guardare al futuro partendo dai territori».
Il segretario dell’Usigrai ha poi voluto ricordare e ringraziare «quanti, negli ultimi anni, hanno lavorato per rendere possibile questo storico accordo»: da Roberto Natale, ex segretario del sindacato di base ed ex presidente della Fnsi, a Paolo Butturini, ex segretario di Stampa Romana; da Marina Macelloni e Andrea Camporese, attuale e precedente presidente dell’Inpgi, alla presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari, a Paola Moroni e Marco Vignudelli, rappresentanti del Coordinamento nazionale dei giornalisti non contrattualizzati in Rai, solo per ricordare alcuni nomi.
Soddisfatta anche la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, «perché – ha rilevato – è così che si salva l’Istituto: creando nuova e buona occupazione, creando lavoro con diritti e tutele, giusta retribuzione e corretto versamento dei contributi previdenziali. Solo allargando la platea degli iscritti, come riconosce anche la legge di conversione del decreto Dignità, si può salvare l’istituto di previdenza. Il lavoro giornalistico è cambiato, sta cambiando e cambierà e noi dobbiamo adeguarci. Perché non c’è previdenza senza lavoro», ha concluso.
Presente anche il Consigliere di amministrazione Rai, Riccardo Laganà, che, esprimendo apprezzamento per l’accordo, ha evidenziato come questo serva anche a «bloccare l’aggressione di personale esterno alla Rai, collaboratori strapagati che sostituiscono professionalità interne. Facciamo la stessa battaglia anche per le altre categorie professionali e lottiamo insieme per difendere l’indipendenza economica ed editoriale della Rai dall’ingerenza della politica», ha chiesto.
Infine il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ribadito la posizione del sindacato nella generale vertenza per il lavoro regolare e per l’informazione di qualità: «Non si fanno prima i tagli e poi ci si confronta. Non è stata questa la via seguita per giungere a questo accordo, un accordo che fa onore all’azienda, che risponde all’articolo 21 della Costituzione, alle direttive della Vigilanza e al contratto di servizio, mentre c’è chi sta promuovendo una nuova odiosa campagna contro il canone che non potrà che colpire le lavoratrici e i lavoratori».
E prima di rilanciare l’appello al rispetto della Carta di Roma, Giulietti ha concluso chiedendo: «Ora l’azienda presenti il piano editoriale, per sapere quali obiettivi vuole perseguire e per capire quanti giornalisti serviranno per raggiungerli. Il sindacato è pronto a discuterne con l’azienda, cosa che non è stato possibile fare negli ultimi anni perché ogni piano veniva bocciato ancora prima di essere presentato».
PER APPROFONDIRE
A questo link la registrazione video della conferenza stampa disponibile sul sito web di Radio Radicale.
'Giusto contratto' e nuovo concorso: Rai, Usigrai e Fnsi firmano l'accordo. Il 30 luglio conferenza stampa
Diritti, merito e trasparenza sono alla base dei 2 accordi ‘storici’ firmati dalla Rai con l’Ad Fabrizio Salini e dall’Usigrai assieme alla Fnsi. Con il nuovo accordo finalmente arriva il ‘giusto contratto’ per 250 professionisti che fanno lavoro giornalistico in Rai e contemporaneamente parte la nuova selezione pubblica su base territoriale per 90 giornalisti. Le intese, siglate dalla Rai, l’Usigrai assieme alla Fnsi, guardano allo sviluppo della Rai Servizio Pubblico, in un’ottica di trasformazione multimediale.
In sintesi l’accordo per la selezione di personale giornalistico prevede il bando con graduatorie regionali per complessive 90 unità. L’accordo per il cosiddetto giornalismo nelle Reti si sostanzia in un’iniziativa di accertamento professionale mirata ai lavoratori autonomi e subordinati in possesso dell’iscrizione all’albo dei giornalisti professionisti e che hanno svolto attività giornalistica nei programmi informativi delle reti e nelle testate.
Per illustrare i dettagli degli accordi sul ‘giusto contratto’ e sulla nuova selezione pubblica, Usigrai e Fnsi terranno una conferenza stampa martedì 30 luglio, alle 11, nella sede del sindacato, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma. Con il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, saranno presenti il segretario Vittorio di Trapani e l’intero Esecutivo dell’Usigrai.
Rai, Laganà: «Il Cda ricorra contro la norma sull'extragettito». Usigrai: «Pieno sostegno all'iniziativa»
La normativa sul canone Rai, introdotta dal governo Renzi, che prevede l’utilizzo del cosiddetto ‘extragettito’ per altre finalità, è «incoerente con il quadro istituzionale» e «con la struttura e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo». A sostenerlo lo studio di avvocati Principato e Porraro in un parere chiesto e illustrato oggi in consiglio di amministrazione dal consigliere Rai Riccardo Laganà, che chiede ai componenti dell’organismo di agire con un ricorso contro la normativa.
Nelle conclusioni del parere si sottolinea, infatti, che tale quadro «impone all’intero Consiglio di amministrazione della Rai spa e a ciascuno dei suoi componenti, nell’ambito delle proprie funzioni, di tenere una condotta atta a preservare gli interessi della società concessionaria, evitando che a essa possa essere recato pregiudizio in applicazione di una disciplina sospetta di incostituzionalità. In difetto quello recato al patrimonio sociale dai componenti del consiglio di amministrazione, in ragione di proprie condotte attive od omissive, dovrebbe qualificarsi quale danno erariale, ferma restando la responsabilità verso la società».
Pieno sostegno alla iniziativa del consigliere Laganà viene espresso dall’Usigrai. «La sua denuncia rispetto ai profili di incostituzionalità delle norme sul canone introdotte dal governo Renzi, e poi confermate dal governo M5S-Lega, è in piena sintonia con quanto diciamo ormai da anni: 340 milioni di euro pagati dai cittadini per finanziare la Rai Servizio Pubblico vengono distratti ad altri fini. Questo è inaccettabile. Come dimostra il parere legale dell’avvocato Luigi Principato consegnato oggi al Cda della Rai da Laganà. Ora il Consiglio di amministrazione ha il dovere di agire a tutela del patrimonio aziendale», rilevano i rappresentanti dei giornalisti Rai.
«Esattamente come chiedemmo 5 anni fa dopo il taglio dei 150 milioni – prosegue l’Usigrai –, in merito al quale ci auguriamo che a breve possa arrivare il pronunciamento sui 3 ricorsi presentati dalla Rai, a seguito della diffida Usigrai, e pendenti davanti al Consiglio di Stato da oltre 1 anno. Ancor di più è necessario fare chiarezza oggi che il vice presidente del Consiglio, e ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio torna a minacciare l’abolizione del canone, che avrebbe come conseguenza la distruzione della Rai Servizio Pubblico».
Liberi professionisti con regime forfettario, c'è tempo fino al 30 settembre per comunicare all'Inpgi i redditi 2018
L’Inpgi ha prorogato al 30 settembre il termine per la presentazione della dichiarazione reddituale dei liberi professionisti con regime forfettario. A seguito delle novità introdotte dalla legge di conversione del cosiddetto ‘Decreto Crescita’, spiegano dagli uffici di via Nizza, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che i versamenti annuali ai fini delle imposte dirette, Irap e Iva, dovuti da alcune categorie di contribuenti (quelli che applicano il regime forfetario agevolato e quelli che applicano il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità) sono posticipati al 30 settembre 2019.
«La disciplina – precisa l’ente – ha carattere generale e trova, quindi, applicazione anche nei confronti di quei giornalisti rientranti nelle predette fattispecie. Pertanto, i giornalisti interessati dalla proroga potranno presentare all’Inpgi la comunicazione reddituale entro il 30 settembre, senza che incorrano nelle sanzioni previste dal Regolamento».
Ai fini procedurali, sarà tuttavia necessario che gli interessati comunichino all’Istituto di possedere i requisiti previsti dalla norma, che comportano la proroga dei termini di scadenza dei versamenti fiscali.
Contributi all'editoria, Lorusso: «Dalla Consulta un monito a tutelare il pluralismo. Crimi si fermi»
«La sentenza della Corte Costituzionale in materia di contributi all’editoria riveste particolare importanza. Pur non riconoscendo l’esistenza di alcun diritto soggettivo delle imprese editoriali a ricevere contributi pubblici, la Consulta ribadisce che tutelare e sostenere il pluralismo dell’informazione è ‘un imperativo costituzionale’. Per questa ragione ha ritenuto censurabile la fissazione dal parte del governo delle disponibilità finanziarie da destinare all’editoria, in assenza di criteri certi e obiettivi fissati dal legislatore. Questo passaggio della sentenza rende necessario l’intervento del Parlamento per ridefinire tali criteri e obiettivi». Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, commentando la decisione dei giudici costituzionali.
L’attuale sistema, rileva infatti la Corte Costituzionale, ‘è affetto da un’incoerenza interna, dovuta a scelte normative che prima creano aspettative e poi autorizzano a negarle’. «Tutto il contrario – prosegue Lorusso – della narrazione propinata dal sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, e dai suoi sodali, basata su un assunto evidentemente falso, quello cioè che i governi precedenti all’attuale, avrebbero elargito le risorse con assoluta discrezionalità. L’unica discrezionalità ravvisabile in questa vicenda è quella del sottosegretario in carica che si è arrogato il diritto di tagliare il fondo per il pluralismo dell’informazione, ponendo le basi per la chiusura di numerose testate e la perdita di un migliaio di posti di lavoro».
«È pertanto auspicabile – conclude il segretario generale della Fnsi – che il Parlamento si riappropri della materia e riscriva le regole per un settore che va rilanciato anche con il sostegno pubblico, esattamente come avviene in altri Paesi dell’Europa e del mondo. Anziché rallegrarsi per i tagli, il sottosegretario Crimi farebbe bene a riflettere sul fatto che l’Italia è al penultimo posto in Europa per i finanziamenti all’editoria e a riconsiderare l’impostazione data ai cosiddetti Stati generali, diretta a colpire il pluralismo, a cancellare il pensiero critico, a ridurre i posti di lavoro e, in ultima analisi, a impedire all’opinione pubblica di informarsi correttamente».
Parametri per i compensi ai giornalisti, Motta: «Primo passo nella direzione giusta»
«Oggi è stato compiuto un primo passo nella direzione giusta. La definizione delle tabelle per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti non dipendenti rappresenterebbe un parametro tangibile della libertà d’informazione rispetto a quel mondo, ormai largamente maggioritario, di professionisti dell’informazione con contratti precari o freelance. Le condizioni di lavoro di numerosi giornalisti precari oggi fanno spesso rima con abusi e sfruttamento, colmare il vuoto normativo sui parametri per il compenso dei giornalisti è fondamentale». Lo afferma Mattia Motta, segretario generale aggiunto e presidentedellaCommissione nazionale lavoro autonomodella Federazione nazionale della Stampa italiana, a margine della riunione del tavolo tecnico convocato dal ministro della Giustizia al quale ha partecipato con il vicedirettore della Fnsi, Tommaso Daquanno, alla presenza del sottosegretario Jacopo Morrone e del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna. «Abbiamo sottoposto al Ministero una proposta che è il frutto di un lungo e articolato lavoro della Clan-Fnsi,fatto proprio dal Congresso della Stampaitaliana, sulla quale si è registrata oggi la convergenza dell’Ordine dei giornalisti. Come abbiamo ricordato al Ministero –aggiunge Motta –quello che poniamo non è un problema ‘corporativo’, ma un tema che ha a che fare con il diritto costituzionale dei cittadini adessere informati da giornalisti liberi e indipendenti. Finché ci saranno giornalisti pagati 3 euro ad articolo e senza diritti, la qualità della democrazia nel nostro Paese è posta su un pericoloso piano inclinato».
Copyright, Lorusso: «Urgente che anche il Parlamento italiano avvii l'iter per recepire la direttiva Ue»
«L’approvazione della legge francese di recepimento della direttiva europea sul diritto d’autore rende urgente anche in Italia l’avvio dell’iter parlamentare per giungere allo stesso risultato. Da questo punto di vista, preoccupano il silenzio e l’inerzia del governo italiano su una questione fondamentale che attiene anche la giusta remunerazione del lavoro giornalistico, e del lavoro intellettuale in generale, e la tenuta del sistema dell’informazione professionale». Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«L’assenza di regole – prosegue – continua a favorire i giganti del web e quanti quotidianamente saccheggiano il lavoro giornalistico realizzando importanti profitti con la raccolta pubblicitaria e l’utilizzo dei dati personali. Non è in discussione la libertà di accesso alla rete. Si tratta di affermare il principio secondo cui chi utilizza il lavoro altrui deve remunerarlo attraverso il pagamento di diritti alle aziende e ai lavoratori, così come non si può pensare di continuare a esonerare dal pagamento delle tasse in Italia chi realizza fatturati e profitti attraverso la raccolta pubblicitaria. Si tratta di temi cruciali che hanno ricadute dirette sulla sopravvivenza dell’informazione professionale e, quindi, sulla tenuta democratica del Paese».
«Chissà perché – incalza Lorusso –, nel corso dei cosiddetti Stati generali dell’editoria, convocati dal sottosegretario Vito Crimi, questi temi sono rimasti sullo sfondo per cedere il passo ai tagli del fondo per il pluralismo e a discussioni che hanno reso sempre più evidente il tentativo di indebolire il sistema e colpire la professione giornalistica, anche attraverso il commissariamento dell’Inpgi e l’abrogazione dell’Ordine».
Il sindacato dei giornalisti, conclude il segretario generale della Fnsi, «auspica che il Parlamento si riappropri del tema della tutela del diritto d’autore, calendarizzando i lavori per il recepimento della direttiva europea, atto necessario per difendere il lavoro regolare, le imprese che investono e l’informazione professionale».
Licenziata giornalista del Mattino, Fnsi, Sugc e Cdr: atto illegittimo
Apprendiamo con sconcerto l’avvio della procedura di licenziamento per la collega del Mattino Rosalba Baldi. Riteniamo il provvedimento adottato gravissimo e illegittimo e invitiamo, pertanto, l’azienda a ritirarlo. La Federazione della Stampa e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono piena e convinta solidarietà alla giornalista che fa parte della squadra del quotidiano da moltissimi anni nella redazione di Salerno, e sono pronti ad affiancarla in tutte le sedi e a sostenere ogni iniziativa che il Cdr vorrà mettere in campo a tutela dei diritti della collega.
comunicato del CDR
Il Comitato di redazione del Il Mattino ha appreso della procedura di licenziamento prevista dall’articolo 7 Legge 15.7.19966 n 604, nei confronti della collega Rosalba Baldi in forze alla redazione di Salerno. Il Cdr respinge con forza il provvedimento adottato dall’Azienda, sentito il direttore, e oltre a chiedere con tutte le forze il ritiro dello stesso sarà sempre accanto alla collega in questa vertenza assieme al sindacato e alla Federazione già a conoscenza della vicenda. Il Cdr altresì, sentita anche l’assemblea, conferma lo stato di agitazione.
Attacchi a cronista di IrpiniaTv, la solidarietà del SUGC

Emanuele Marinelli
A seguito di un servizio giornalistico di cronaca politica, scritto dal giornalista Emanuele Marinelli per IrpiniaTv, sullo svolgimento del consiglio comunale di Avellino, l’esponente del Movimento Cinque Stelle Luigi Urciuoli ha indirizzato una lettera al prefetto di Avellino e al presidente del consiglio comunale Ugo Maggio lamentandosi del servizio in questione, chiedendo un intervento delle istituzioni addirittura spingendo a chiedere “di censurare comportamenti che ledono la dignità degli eletti nell’esercizio delle proprie funzioni, auspicando maggiore professionalità da parte delle emittenti che si occupano della materia politica, evitando quella dose crescente di disinformazione che contribuisce giorno per giorno ad impoverire il tessuto culturale del nostro paese”. Durante la mattinata di sabato, sempre il giornalista Emanuele Marinelli poneva una domanda al sindaco di Avellino Gianluca Festa su presunti conflitti d’interesse – la questione è relativa ai rapporti tra il primo cittadino e l’imprenditore ed ex parlamentare Angelo Antonio D’Agostino che è stato pubblicamente sponsor politico di Festa. Il sindaco, nel rispondere all’intervista resa anche ad altre emittenti e colleghi di carta stampata e siti di informazione on line, ha accusato il giornalista di “farsi suggerire le domande dal suo direttore Franco Genzale” mettendo così alla berlina la professionalità dello stesso.
Al collega di IrpiniaTv va la solidarietà del Sindacato unitario giornalisti della Campania. Sembra evidente che per la politica ad Avellino la stampa sia un problema. Il consigliere del M5S che invoca la censura è imbarazzante: ha, probabilmente, le idee confuse sul ruolo dell’informazione in un sistema democratico, dovrebbe aggiornarsi. Il sindaco dovrebbe preoccuparsi di rispondere alle domande, invece, di pensare a chi le suggerisce. Il collega ha posto autonomamente e senza la necessità di alcun suggerimento una domanda che avrebbe fatto qualsiasi cronista. Il problema, tuttavia, lo ricordiamo al sindaco, non è quando i suggerimenti arrivano dai direttori, ma dalla politica.