Mai in Campania il sindacato dei giornalisti aveva fatto una differenziazione tra le quote di iscrizione, nonostante lo stesso statuto della FNSI prevedesse una differenziazione tra giornalisti professionali e collaboratori. Tutte le Associazioni regionali della stampa, inoltre, prevedono delle agevolazioni per chi ha difficoltà economiche. Il SGC come primo atto ha deciso di stabilire una diversificazione tra le quote da versare. Lo ha fatto in relazione alle quote stabilite dalla FNSI per il 2014. Ogni associazione regionale, infatti, deve versare per ogni socio alla Federazione nazionale 50 euro per i professionali e 45 per i collaboratori (le quote sono aumentate di 10 euro rispetto al 2013 e sono state annullate le agevolazioni per le prime iscrizioni). Il SGC non è federato, ma ha come obiettivo quello di essere riconosciuto dalla FNSI. Per questo per i professionali è stata stabilita una quota di 90 euro (40 per il sindacato regionale), mentre per i collaboratori 80 euro (35 euro al SGC). Ma la vera novità è che per tutti coloro che hanno un reddito inferiore a 15.000 euro la quota è di 50 euro. Insomma, nonostante le casse vuote il nuovo sindacato ha deciso di non gravare su chi è già in difficoltà azzerando la quota spettante all’associazione regionale. L’obiettivo, con un bilancio solido, oltre a quello di offrire più servizi è quello di pesare sempre meno sui precari.
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Archivio mensile:Marzo 2014
La nostra sede ai Quartieri Spagnoli
Il SGC (Sindacato giornalisti della Campania) è nato i 28 febbraio, pochi giorno dopo ci siamo riuniti per la prima volta ai Quartieri Spagnoli, in via Speranzella, nella sede dell’associazione Oikos di Alessandro Sansoni (uno dei quattro membri del direttivo). Alessandro, con grande generosità, ha messo a disposizione i suoi spazi dove svolge attività sociali e di volontariato. In quel luogo si svolgeranno, probabilmente, anche le prime elezioni del nostro sindacato. È una sistemazione temporanea, ma l’idea di restare nei vicoli di Napoli ci è sembrata subito una necessità. Il sindacato è di tutti, deve essere nella città, e i giornalisti non devono essere una casta lontana dal mondo reale. Nella nostra regione la stragrande maggioranza delle categoria è costituita da precari che ogni giorno sulla strada, tra la gente, fanno con grande professionalità e dignità il loro lavoro. La nuova sede del sindacato deve essere un luogo dove tutti questi colleghi possano ritrovarsi, portare i loro computer, lavorare, riunirsi. Lavoriamo per quest’obiettivo.
Diritti, partecipazione, trasparenza
Care colleghe, cari colleghi,
la Campania si ritrova dopo anni senza un sindacato regionale che rappresenti i giornalisti. La vicenda grottesca che ha portato alla radiazione dalla Fnsi dell’Assostampa napoletana non si è ancora conclusa e lascia un’ombra sull’intera categoria. Ognuno, per le proprie responsabilità, dovrà darne conto. Ma quanto è accaduto non può lasciarci indifferenti. Siamo chiamati ad una riflessione attenta su cosa è stato il sindacato fino ad ora nel nostro territorio e su cosa deve rappresentare nel nostro futuro. Un territorio, il nostro, dove la crisi economica si sente più che altrove, e dove i contraccolpi sul mercato editoriale sono drammatici: tv e giornali chiusi, giornalisti disoccupati e senza prospettive.
In queste condizioni la Campania non può non avere una rappresentanza. Mai come in questo momento ce n’è bisogno. Per questo siamo chiamati non a ricostruire, ma a fondare il nostro sindacato, la nostra casa, la nostra idea di lavoro. Dobbiamo farlo guardando al futuro, con un passo nuovo. Dobbiamo partire da qualcosa che non abbiamo conosciuto, ma che è necessario. Diritti, trasparenza e partecipazione: sono queste le nuove fondamenta, il nostro orizzonte. Il sindacato non può dimenticare, mai, che al primo posto ci sono i lavoratori e la loro dignità, che va difesa e rispettata. Non si può pensare di amministrare una organizzazione di lavoratori come un sistema di potere o come un circolo chiuso: ogni atto deve essere pubblico, ognuno deve avere la possibilità di giudicare e intervenire, in qualsiasi momento. Ma la parola più importante è partecipazione: decidiamo se siamo nella faccenda, se non siamo indifferenti, se non deleghiamo.
È nato il Sindacato giornalisti della Campania. Per ora è solo un atto notarile, un foglio con una traccia. Ora dobbiamo crearlo tutti insieme, pezzo per pezzo. Dobbiamo essere tanti e ognuno deve avere la sua voce. Deve essere qualcosa di diverso, di molto diverso dal passato. Altrimenti non sarà niente.