La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti esprimono solidarietà e vicinanza alla ‘Iena’ Filippo Roma, minacciato di morte dopo l’inchiesta sul caso Di Maio realizzata con Marco Occhipinti. «In nessun Paese che si dica civile è accettabile che si tenti di mettere il bavaglio all’informazione ricorrendo a intimidazioni e violenze. Purtroppo, stiamo assistendo ad una escalation di minacce contro chi fa informazione», affermano Fnsi e Ordine.
«È necessario – proseguono i rappresentanti dei giornalisti italiani – che la politica faccia la sua parte per ripristinare un clima di tolleranza e rispetto. Alle autorità e alle forze dell’ordine chiediamo di indagare a fondo e in fretta su questo ennesimo episodio e di adoperarsi per fare in modo di garantire a tutti gli operatori dei media di poter svolgere in serenità e sicurezza il loro lavoro al servizio dei cittadini. Siamo accanto a Filippo Roma e alla redazione del programma ‘Le Iene’ e saremo al loro fianco in qualunque iniziativa decideranno di intraprendere».
Alle minacce di morte alla “Iena” Filippo Roma per il servizio sull’azienda della famiglia Di Maio si aggiungono quelle ai colleghi campani che si sono recati a Pomigliano d’Arco per documentare i presunti abusi edilizi sul posto. Alcuni sono stati insultati e alcuni minacciati con una mazza da baseball. A testimoniarlo ci sono le riprese video. La Federazione Nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono solidarietà ai giornalisti e saranno al loro fianco nel caso vorranno denunciare. È evidente che questa tensione contro la stampa è il risultato di un’aggressione continua da parte di una politica irresponsabile e allergica all’informazione, pilastro di ogni democrazia che si rispetti.
Archivio mensile:Novembre 2018
Inpgi, anche nelle tredicesime 2018 la liquidazione della 'una tantum' alle pensioni basse
Il Consiglio di amministrazione dell’lnpgi ha deciso – anche per il 2018 e quindi per il 6° anno consecutivo – l’erogazione di un importo ‘una tantum’ sulle tredicesime, utilizzando l’apposito Fondo di perequazione costituito in occasione del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico del 2009, alimentato con un contributo di 5 euro mensili versato dai giornalisti attivi.
Nonostante la diminuzione del numero degli occupati, il Comitato tecnico Fnsi/lnpgi che si occupa della gestione del Fondo di perequazione ha proposto di confermare i criteri di erogazione precedentemente adottati.
Per i pensionati diretti, la ‘una tantum’ sarà pari a 2mila euro per le classi di importo pensionistico fino a 2.500 euro lordi mensili (beneficiari 404 rispetto ai 545 dell’anno precedente).
Per i pensionati superstiti, una ‘una tantum’ pari a 1.500 euro lordi alle classi di importo pensionistico fino a mille euro lordi mensili riferiti all’intero nucleo (beneficiari 15 rispetto ai 25 del 2017).
Per il 2018, dalle proiezioni effettuate dagli uffici dell’ente, è emerso che i destinatari della ‘una tantum’ saranno in totale 419.
«Poiché il Fondo di perequazione ha lo scopo di contribuire alla perdita del potere d’acquisto che subiscono i trattamenti pensionistici nel corso del tempo, la suddetta erogazione sarà applicata alle pensioni in essere alla data del 31 dicembre 2017», spiega una nota di via Nizza.
Dall’erogazione sono stati inoltre esclusi i seguenti trattamenti: anzianità contributiva Inpgi inferiore a 10 anni; pensioni non contributive; beneficiari di assegni di superinvalidità e contributo per case di riposo; pensioni a superstiti riferite a posizioni de cujus con anzianità contributiva Inpgi inferiore a 10 anni.
«Anche quest’anno – commenta la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – l’Istituto ha deciso di tutelare i colleghi che percepiscono pensioni basse. Tale intervento è stato reso possibile grazie alla solidarietà intergenerazionale dei colleghi attivi».
Legge di Bilancio, un emendamento per far confluire nell'Inpgi i comunicatori
Un riordino, che parte dalla previdenza, del settore della comunicazione e dell’informazione con l’obiettivo di creare un polo previdenziale autonomo di settore. È l’ipotesi concreta contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio che propone la confluenza nell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, della categoria dei comunicatori pubblici e privati, ora iscritti all’Inps.
La proposta normativa, che è stata accantonata durante l’esame in commissione Bilancio, potrebbe trovare spazio nella manovra durante i lavori dei prossimi giorni.
Le verifiche in corso sulle coperture prevedrebbero al momento un ‘costo’ della norma attorno ai 130 milioni di euro che però rappresentano un potenziale risparmio rispetto al rischio di un esborso attorno ai 600-700 milioni previsto dalla soluzione inversa, cioè se il settore pensionistico pubblico realizzasse il polo della comunicazione-informazione accogliendo il complesso del sistema previdenziale dei giornalisti, ora privatizzato. (Ansa – Roma, 29 novembre 2018)
Rosaria Federico pedinata e intercettata. Fnsi e Sugc: «Inaccettabile. Serve una legge a tutela del segreto professionale»
La giornalista Rosaria Federico era stata pedinata e intercettata dalla polizia pur non essendo indagata, tuttavia tale procedura per il Csm risulta assolutamente legittima. È quanto emerge dall’inchiesta disciplinare sui magistrati di Salerno che disposero il sequestro del telefono della cronista che aveva scritto un articolo sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, rimasto senza colpevoli dopo quasi dieci anni.
Per la Federazione nazionale della Stampa italiana e per il Sindacato unitario giornalisti della Campania si tratta di «un’ingerenza gravissima che lede nelle fondamenta il diritto di cronaca e il diritto alla segretezza delle fonti ed è gravissimo che tali affermazioni arrivino da un organismo come il Csm. In un sistema democratico che sia degno di questo nome neanche la magistratura può esercitare controllo sulla stampa».
Tra l’altro all’epoca dei fatti solo l’intervento di un perito del Sindacato impedì l’accesso degli investigatori ai dati dei telefoni cellulari della collega.
«Ci auguriamo – concludono Fnsi e Sugc – che il primo ministro Giuseppe Conte, che oggi a Napoli incontrerà alcuni cronisti minacciati, dica cosa intende fare per giungere in tempi brevi all’approvazione di una legge che garantisca il segreto professionale e che tuteli i giornalisti dalle querele bavaglio e dai vergognosi attacchi della politica ai quali stiamo assistendo in questi giorni».
Di Maio convoca Fnsi e Ordine. Lorusso e Verna: «Nessun confronto se non chiede scusa alla categoria»
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha convocato Federazione nazionale della stampa italiana e Ordine dei giornalisti ad un tavolo di confronto sull’equo compenso e sul precariato giornalistico. «Nel ringraziare il ministro per l’invito», rilevano i rappresentanti dei giornalisti, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, «gli hanno fatto presente che un confronto costruttivo fra il governo e gli enti dei giornalisti non può prescindere da un preventivo atto di pubblica ammenda degli insulti rivolti alla categoria».
Lorusso e Verna hanno inoltre chiesto al ministro Di Maio «di chiarire se il governo intenda favorire l’approvazione dell’emendamento sul superamento dei co.co.co, che rappresentano la forma più diffusa di sfruttamento del lavoro giornalistico, verso il lavoro dipendente, considerato che per ben due volte è stato proprio il governo a impedirne l’approvazione».
Sindacato e Ordine hanno anche chiarito al ministro Di Maio che «il confronto deve avvenire in un quadro di reciproca legittimazione, di cui – concludono Federazione nazionale della Stampa italiana e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – ad oggi non si intravvedono i contorni, considerata la volontà di allargare l’invito ad altre e non meglio identificate associazioni, fuori dai confini tracciati dalla legge sull’equo compenso».
Pari opportunità, ecco gli appuntamenti del SUGC di novembre
In attesa della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 23 novembre, il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania (Sugc) sarà partner della presentazione del libro “Oriana Fallaci indomabile”, ultima opera della filosofa Esther Basile, edito da Homo scrivens. L’evento si terrà presso l’Istituto italiano per gli studi filosofici, Palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio 14, Napoli, alle 16,30. Dopo il saluto dell’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, interverranno, con l’autrice Esther Basile, Lucia Stefanelli Cervelli, Aldo Putignano, Maria Antonietta Selvaggio; le giornaliste Laura Viggiano e Carmela Maietta, rispettivamente Delegata alle Pari opportunità – direttivo del Sugc e componente della Commissione pari opportunità del Sindacato.
Venerdì mattina, alle 10,30, presso l’istituto comprensivo Sauro-Errico-Pascoli, in via delle Galassia, nell’ambito del progetto Self (Secondigliano libro festival) Laura Viggiano introdurrà lo spettacolo sul tema del femminicidio messo in scena dalla compagnia “Qui ed ora”, intitolato Walls of dolls, per la regia di Ida Lauropoli, al quale assisteranno gli studenti delle terze.
Il 14 novembre, tra le altre iniziative, il Sindacato è stato coprotagonista – con la Consigliera di parità della Campania Domenica Marianna Lomazzo e la Cpo dell’Ordine regionale dei giornalisti – nell’organizzazione di un corso di formazione sulle pari opportunità, tenuto a Salerno: “Questioni di parità, organismi e linguaggio”. Daniela Faiella, componente della Cpo del Sindacato ha illustrato il Manifesto di Venezia.
Il 16 novembre, invece, in occasione dell’incontro “Rinascere dalle violenze: azioni e proposte territoriali”, organizzato dall’associazione Miss Chef, Annamaria Ghedina, componente della Commissione pari opportunità Sugc e la delegata Laura Viggiano, hanno illustrato le iniziative realizzate dal Sindacato per contrastare la violenza di genere e il funzionamento dello Sportello rosa/pari opportunità istituito presso la sede di Napoli e attivo ogni mercoledì pomeriggio.
Il taglio dei fondi all'editoria in legge di Bilancio, Fnsi: «Un colpo di lupara contro i più deboli»
«A qualche ora di distanza dall’ennesimo messaggio del presidente della Repubblica sulla libertà di stampa, è stato depositato da un parlamentare dei Cinque Stelle un emendamento alla legge di Bilancio, che ci risulta sia fra quelli ammessi con il via libera del governo, nel quale si parla formalmente di riduzione progressiva della dotazione del fondo dell’editoria e che, di fatto, porterebbe all’azzeramento di questo fondo, come i Cinque Stelle hanno da sempre dichiarato». Lo ha evidenziato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, rilevando che «si sta cercando di portare a compimento un disegno di sostanziale indebolimento dell’informazione nel nostro Paese».
Intervenendo nel corso del dibattito ‘Democrazia e informazione’, organizzato a Bari dall’Assostampa Puglia, Lorusso ha aggiunto: «Ci preoccupano anche i tamburi di guerra che si odono già all’orizzonte, perché interventi sono stati annunciati sia sul versante dell’emittenza radiotelevisiva locale, sia sul versante delle agenzie di stampa. Vorrei segnalare che l’azzeramento del fondo per l’editoria comporterebbe, soltanto nel settore giornalistico, la scomparsa di mille posti di lavoro più l’indotto. Se qualcuno pensa che questo Paese possa reggersi solo sul reddito di cittadinanza credo abbia fatto male i conti».
Con il segretario generale e con il presidente dell’Assostampa, Bepi Martellotta, è intervenuto a Bari anche il presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti. «Il presidente della Repubblica per sei volte in un mese ha dovuto ribadire che la libertà di informazione è essenziale per la democrazia. Se il presidente della Repubblica sente la necessità di dirlo sei volte, vuol dire che c’è qualche rischio sulle nostre teste, ed è dovere di tutti i giornalisti italiani difendere la libertà di informazione da ogni infamia, da ogni aggressione, da ogni parolaccia e da ogni minaccia. Chi tira una testata contro un cronista sta tentando di oscurare il diritto dei cittadini a essere informati», ha ribadito.
Per Giulietti, «è giusto criticare i giornalisti, ma quando si dice facciamo una legge sull’editoria per chiudere i giornali che non ci piacciono, o si dice chiudiamo il fondo per l’emittenza e buttiamo per la strada centinaia di lavoratori, o chiudiamo il fondo per l’editoria e mandiamo migliaia di lavoratori a casa, quasi tutti precari, non si sta affermando una critica, si sta affermando una minaccia all’articolo 21 della Costituzione».
La categoria, ha aggiunto il presidente della Fnsi, «deve reagire come sta facendo: con grandi manifestazioni non dei giornalisti, ma di tutte le associazioni che hanno a cuore la libertà di informazione e pubblicando su tutti i giornali l’articolo 21 della Costituzione e arrivando, se necessario, a una manifestazione nazionale o allo sciopero generale, convincendosi che non è un attacco a una corporazione ma un attacco ai valori fondanti della Costituzione».
Numerosi i temi trattati nel dibattito, tra cui, ad esempio, quello del precariato nel settore giornalistico. «Ci sono tanti modi per colpire l’informazione, anche promettendo a parole il contrasto al lavoro precario ma poi facendo esattamente il contrario», ha incalzato Lorusso, segnalando poi che «il ministro Di Maio, il quale negli ultimi giorni si è nascosto dietro la bandiera dei precari, è stato colui che in occasione del cosiddetto decreto Dignità ha bocciato l’emendamento dei parlamentari di minoranza con cui si puntava al superamento della figura del co.co.co, che ad oggi rappresenta la forma più diffusa di sfruttamento del lavoro giornalistico».
Di Maio, ha proseguito Lorusso, «ha impedito l’approvazione di quell’emendamento anche nei giorni scorsi quando è stato ripresentato alla Camera dagli stessi parlamentari come emendamento alla legge di Stabilità, ed è stato nuovamente bocciato su richiesta del governo».
Quello che sta avvenendo in Italia sul versante dai rapporti tra il potere politico e i media, del resto, non è una novità sul piano internazionale. «I Cinque Stelle non si sono inventati nulla. Vediamo quello che combina ogni giorno negli Stati Uniti il presidente Trump. Io credo che Di Maio in Italia, con qualche suo amico del M5s, non faccia altro che scimmiottare Trump. Se il modello è quello di creare una desertificazione non soltanto sotto il profilo dei sostegni pubblici, ma anche sotto il profilo delle eventuali agevolazioni che sul mercato possono trovare coloro che investono nel settore dell’informazione, è chiaro che il modello è quello di togliere di mezzo l’informazione intesa come mediazione tra i fatti che non sono ancora notizia e i cittadini, per consentire al capo di parlare alla folla attraverso il suo balcone mediatico».
Per il segretario generale della Fnsi, infine, «bisogna tenere conto del fatto che la democrazia si alimenta di buona informazione che possono fare soltanto i giornalisti, quindi coloro che esercitano la professione. A condizione che questa professione venga garantita anche sotto il profilo materiale. La grande illusione che sia sufficiente aprire un profilo su un social network, piuttosto che un blog, per essere giornalisti è un falso, perché quella del giornalista è una professione che risponde a determinate regole. A differenza di chi sui social network o sul proprio blog va a sfogare i propri istinti più bassi, piuttosto che a insultare qualcuno, i giornalisti hanno dei doveri».
Premio Salvo Sapio, venerdì 23 novembre la cerimonia
Un premio di laurea per tenere vivo il ricordo di Salvo Sapio, il giornalista de Il Mattino scomparso giovanissimo quattro anni e mezzo fa per un male incurabile. Borse di studio per valorizzare gli studenti della Federico II che abbiano svolto una tesi su tematiche riguardanti il giornalismo, il mondo dell’informazione e delle comunicazioni, argomenti a cui Sapio era molto legato, per le inchieste che seguiva e per le pagine dedicate alla formazione universitaria di cui era responsabile sul quotidiano, grazie alle sue approfondite conoscenze. Numerose le domande dei laureati arrivate alla segreteria organizzativa del Premio, alla sua terza edizione. Venerdì la cerimonia di consegna alle ore 12 nell’aula Leone dell’Università Federico II in corso Umberto I, a cui interverranno il direttore de Il Mattino Federico Monga, il rettore della Federico II Gaetano Manfredi e il prorettore Arturo De Vivo, il tesoriere dell’Ordine dei giornalisti della Campania Paolo Mainiero, il presidente dell’Unione Industriali di Napoli Vito Grassi, il past president Rotary Club Castel dell’Ovo Dino Falconio, il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania Claudio Silvestri, colleghi e amici di Salvo.
Alla cerimonia parteciperanno i familiari, in particolare i figli Mario e Jacopo, la madre Adriana e il fratello Giuseppe, i consuoceri Enrico e Annamaria Oliviero. La mattinata dedicata al giornalismo e alla formazione universitaria sarà anche l’occasione per un commosso ricordo di Daniela Oliviero, giovanissima moglie di Salvo Sapio portata via da un male anche lei in pochi mesi nel luglio 2016, un anno dopo l’istituzione del premio voluto dal Mattino e dalla Federico II. L’appuntamento è la testimonianza del lavoro che Sapio aveva portato avanti nella sua carriera per saldare il rapporto tra il mondo universitario e quello giornalistico.
La terza edizione della borsa di studio (a cui hanno partecipato studenti che hanno conseguito il diploma di laurea per gli anni accademici 2015-2016 e 2016-2017 entro marzo 2018) è promossa dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, su iniziativa e con fondi messi a disposizione dallo stesso ateneo, Ordine dei giornalisti della Campania, Rotary Club Castel dell’Ovo, Sindacato unitario giornalisti della Campania e Unione Industriali. Due i premi di laurea intitolati alla memoria del giornalista: il primo di 5mila euro e l’altro di 3mila. Il Mattino offre ai vincitori un abbonamento annuale alla edizione digitale del quotidiano.
Mobilitazione Fieg – Fnsi: «Pubblichiamo l'articolo 21 in risposta agli attacchi del governo»
Da oggi, 15 novembre, sui giornali italiani sarà pubblicata una pagina in cui è riportato l’articolo 21 della Costituzione italiana in materia di libertà di stampa. «L’articolo 21 della Costituzione è uno dei pilastri della democrazia italiana. Nel momento in cui l’informazione finisce nel mirino di esponenti di forze politiche di governo, con insulti ai giornalisti, minacce e annunci di pseudo-riforme dal chiaro sapore ritorsivo nei confronti di lavoratori e aziende, richiamarsi insieme ai valori della nostra Carta è un atto dovuto», afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.
Fieg e Fnsi hanno condiviso l’iniziativa di pubblicare sui quotidiani l’articolo 21 della Costituzione. «Ferma restando la normale dialettica tra le parti sociali – prosegue Lorusso –, l’esigenza di salvaguardare un’informazione libera e pluralista, come ha ricordato più volte il presidente Mattarella, è il presupposto per la sopravvivenza del sistema democratico. È un’iniziativa non usuale perché il momento è delicato. Come già avvenuto l’estate scorsa negli Stati Uniti, quando 320 quotidiani hanno pubblicato nella stessa giornata articoli di presa di distanze dagli attacchi del presidente Trump alla stampa, bisogna reagire insieme. I giornalisti, come tutti, possono sbagliare, ma l’informazione, tutta l’informazione, è essenziale per il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata. Nonostante le difficoltà, la stampa italiana non intende abdicare al proprio ruolo. Se ne faccia una ragione chi, come il vicepremier Luigi Di Maio, prova adesso a cavalcare il problema dei giornalisti precari, dimenticando di essere stato lui, insieme con il suo ministero, ad opporsi all’approvazione di una norma, proposta da alcuni parlamentari della minoranza, che andava nella direzione del contrasto al lavoro precario».
Lo stesso discorso, conclude il segretario della Fnsi, «vale per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che agita la riforma dell’editoria come un manganello contro giornalisti ed editori, ignorando tutte le proposte già presentate che potrebbero rappresentare il punto di partenza per discutere seriamente del riordino e del rilancio del settore e del mercato del lavoro».
Il Mattino licenzia 2 giornalisti, il Sindacato: illegittimo, ricorreremo
La Federazione della Stampa e il Sindacato della Campania hanno appreso con preoccupazione della decisione del Mattino Spa di avviare la procedura di licenziamento di due giornaliste con contratto articolo 2 a tempo indeterminato. Una decisione non prevista nel piano di esuberi sottoscritto da Azienda e Rappresentanze sindacali e che arriva, peraltro, alla fine di uno stato di crisi finalizzato alla ristrutturazione e dunque all’uscita dalla crisi stessa durata quattro anni, durante i quali sono stati chiesti enormi sacrifici ai giornalisti. La Fnsi e il Sugc condannano fermamente l’azione dell’Azienda, esprimono piena solidarietà alle colleghe Paola Del Vecchio e Maria Tiziana Lemme e sono pronti ad affiancarle in tutte le iniziative che vorranno intraprendere a tutela dei loro diritti.
Il comunicato dell’assemblea