Comunque vada alle elezioni comunali di Napoli ha già vinto la camorra. È vero, ci sono tanti candidati. Molti hanno scelto di mettersi in gioco: giovani, professionisti, commercianti, disoccupati. Gente di belle speranze che potrebbe risollevare le sorti della città. Ma, ne sono certo, negli scranni del palazzo di via Verdi siederanno da una parte i soliti noti e dall’altra alcuni insoliti ignoti. I soliti noti sono i politici incapaci che fanno i consiglieri per mestiere, che non possono fare altro e che hanno partecipato alla decadenza della città. Il loro vantaggio in campagna elettorale è stato quello di poter sfruttare strutture e dipendenti comunali. C’è poi la categoria di coloro che si mettono in gioco con passione e idee, pochissimi di questi saranno eletti. E, infine, ci saranno le sorprese: perfetti sconosciuti che prenderanno tantissimi voti. Sono quelli che dimostreranno ancora una volta chi comanda a Napoli, quali sono gli apparati di potere, quelli che riescono a raccogliere consenso e voti, tanti voti. Se a Milano la politica è sostenuta da chi ha il potere economico, quindi dalla grande industria, a Napoli l’unico potere economico forte è quello della camorra. E in una città ridotta a un cumulo di macerie, dove i partiti non hanno più peso e dove la politica ha dichiarato fallimento, i clan la fanno da padroni. Vorrei che non fosse così, vorrei scoprire, a urne aperte, che mi sono sbagliato. Vorrei ritrovare in consiglio comunale facce pulite e persone al di sopra di ogni sospetto. Ma so che non sarà così. Anzi, sarà peggio. Perché chi poteva decidere per il cambiamento ha deciso di non andare a votare e le persone perbene che si sono messe in gioco resteranno a casa a fare quello che facevano prima di crederci. prima di mettersi in gioco.
Archivio mensile:Maggio 2011
Il cardinale demagogo caccia i boss dalla chiesa
Sepe come Berlusconi. Il cardinale di Napoli sembra più interessato alla piazza mediatica che alla cura del suo gregge e fa il demagogo pur di guadagnarsi il consenso. La comunicazione prima di tutto e prima di niente. Ora ha ordinato ai sacerdoti della sua diocesi di non celebrare i funerali dei camorristi. Non solo, i boss non potranno fare i padrini per comunioni e cresime e i testimoni ai matrimoni. Lo ha scritto in un volumetto di orientamento in distribuzione in tutte le parrocchie napoletane. Insomma, senza vergogna lo ha messo nero su bianco, considerando l’insegnamento del vangelo carta straccia. Ma vuoi mettere? Cos’è il vangelo rispetto alla pagina di un quotidiano nazionale? È vero, i camorristi sono la feccia del mondo. Ma Sepe e i suoi sacerdoti non si possono sostituire ai giudici né in cielo né in terra. È vero che Napoli ha bisogno di iniziative forti, ma anche di guide equilibrate. Quanti boss convertirà Crescenzio con la sua iniziativa? Quale carisma ha per convertire un boss? Meglio quando fa il banditore d’aste.
Vasco si rinnova e si trasforma nei Litfiba
Vasco si rinnova. Nel nuovo cd ci sono brani suonati bene, più puliti, il sound è più moderno e meno casereccio. Ma in alcuni momenti pare di sentire i Litfiba. Tuttavia la sua “Manifesto futurista della nuova umanità” è un grande pezzo