Archivio mensile:Maggio 2016

Il due per mille all'Emeroteca Tucci

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Cari amici e colleghi giornalisti (professionisti e pubblicisti) della Campania: da quest’anno è possibile – oltre all’8 x 1000 e al 5x 1000 – devolvere anche il 2x 1000 nella dichiarazione dei redditi. Io invito tutti a donare questo 2x 1000 alla “nostra” Emeroteca Tucci che è insieme la memoria e il patrimonio della storia giornalistica italiana e internazionale.
Ogni giornalista o semplice cittadino può frequentare l’Emeroteca per consultare, studiare, imparare o soltanto leggere testi rarissimi di giornali. Il tutto completamente gratis. Questa istituzione preziosa vive grazie all’impegno e alla passione del collega Salvatore Maffei che da anni dedica la sua vita all’Emeroteca facendola prosperare a vantaggio della cultura italiana.
Il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania sta contattando tutti i colleghi per sensibilizzarli alla donazione: non costa niente scrivere o far scrivere dal proprio commercialista il codice fiscale dell’Emeroteca Tucci e qui ora lo segnalo a tutti.
DONIAMO IL 2 X 1000 ALLA EMEROTECA TUCCI. IL SUO COD. FISC. È:
80109270639.

Grazie anticipatamente: doniamo soldi alla nostra cutura e alla nostra storia.
Un abbraccio a tutti i colleghi e amici!
Armando Borriello
presidente del consiglio direttivo del SUGC

In vigore il nuovo Regolamento per la formazione dei giornalisti

Con la pubblicazione nel B.U. del Ministero della Giustizia n. 10 del 31 maggio 2016 è entrato in vigore il nuovo regolamento per la formazione permanente continua (FPC) dei giornalisti.
La nuova regolamentazione razionalizza e semplifica le disposizioni vigenti, con alcune modificazioni che accolgono le esigenze manifestatesi nel corso della prima applicazione del sistema formativo introdotto dal 1° gennaio 2014.
Queste le novità più importanti:

  • per l’assolvimento dell’obbligo formativo è necessario acquisire nel triennio almeno 20 (e non più 15) crediti derivanti da eventi deontologici (art. 2);
  • i crediti formativi possono essere acquisiti anche solo con eventi formativi on line, essendo stata eliminato il limite di 30 crediti per la formazione a distanza (art. 2);
  • gli iscritti all’Albo da più di 30 anni che svolgono attività giornalistica a qualsiasi titolo sono tenuti alla formazione limitatamente all’acquisizione dei 20 crediti deontologici triennali (art. 2);
  • per le iscrizioni in corso di triennio, il credito formativo e la relativa tipologia sono riproporzionatiin ragione d’anno (norma transitoria art. 2);
  • l’assunzione di cariche elettive per le quali la vigente legislazione contempli la possibilità di aspettativa dal lavoro è motivo di esenzione dallo svolgimento della FPC per la durata del mandato e limitatamente ad esso (art. 11);
  • è possibile richiedere il riconoscimento anche di eventi formativi individualiper un massimo di sei crediti nel triennio.
Il nuovo Regolamento è scaricabile dal sito Odg all’indirizzo http://www.odg.it/content/regolamento-generale

La Fnsi nel processo contro chi minaccia i giornalisti: «Primo passo, ne seguiranno almeno altri cento»

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Il giornalista sotto scorta Paolo Borrometti


Presentata nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana l’iniziativa che vedrà il sindacato dei giornalisti al fianco dei cronisti minacciati per via del loro lavoro: domani, giovedì 26 maggio 2016, a Catania, la Fnsi presenterà richiesta di costituzione di parte civile nell’ambito del processo contro i presunti autori delle minacce e delle aggressioni nei confronti del collega Paolo Borrometi.
«Un messaggio a tutti i colleghi per ribadire loro che non sono soli contro chi vorrebbe metterli a tacere», ha commentato il segretario generale Raffaele Lorusso aprendo la conferenza stampa e anticipando che si tratta di un primo passo verso la costituzione di uno sportello europeo a sostegno dei cronisti che subiscono minacce o aggressioni.
«Un segnale importante rivolto alla categoria dei giornalisti che va oltre il singolo caso che verrà affrontato a partire da domani nelle aule giudiziarie», rileva l’avvocatoFrancesco Paolo Sisto, che assisterà la Fnsi nella presentazione della richiesta di costituzione di parte civile.
Un ringraziamento alla Federazione nazionale della stampa italiana è arrivato dal diretto interessato, il giornalista dell’Agi e direttore dl sito internet Laspia.it Paolo Borrometi, «anche a nome di tutti i colleghi e le colleghe, e sono tanti, che ogni giorno si trovano a svolgere il proprio lavoro in territori difficili. I cittadini devono rendersi conto che chi minaccia i giornalisti per cercare di impedire loro di lavorare, in realtà minaccia i lettori stessi, mettendo a repentaglio il loro diritto ad una informazione corretta e completa».
All’udienza di domani saranno presenti, anche in rappresentanza della Fnsi, i vertici dell’Associazione siciliana della Stampa. «Anche l’Ordine dei giornalisti della Sicilia chiederà di costituirsi parte civile in questo processo», ha inoltre anticipato Gigi Ronsisvalle, consigliere nazionale della Fnsi ed ex segretario dell’Assostampa siciliana che nel suo intervento ha ricordato le iniziative del sindacato regionale al fianco dei giornalisti minacciati.
«L’iniziativa che presentiamo oggi – ha concluso il presidente Giuseppe Giuliettiriprendendo l’intervento del segretario Lorusso – fa parte di un percorso iniziato con altre manifestazioni e che per quanto sarà difficile e impegnativo non si fermerà. Abbiamo fatto il primo passo, ne seguiranno almeno altri cento».
MULTIMEDIA
Qui il servizio di RaiNews24 sulla conferenza stampa
 
Giornalisti: Usigrai, Rai riprenda temi colleghi minacciati
L’Usigrai “plaude alla iniziativa della Fnsi che per la prima volta ha deciso di presentare la richiesta di costituzione di parte civile nel processo contro i presunti autori delle minacce e delle aggressioni contro il collega Paolo Borrometi. È un gesto di straordinaria forza che dice con chiarezza che nessun collega verrà lasciato solo”.
“Da parte nostra – aggiunge l’esecutivo Usigrai in una nota – chiediamo alla Rai di riprendere i temi e le inchieste dei colleghi minacciati, di quelli costretti a vivere sotto scorta, oppure oggetto di querele temerarie, e continuare a illuminare quelle denunce. Questo sì che sarebbe un modo concreto per rilanciare il ruolo, la missione e la centralità del servizio pubblico”. (Ansa – Roma 25 maggio 2016)
 
Giornalisti: Lorusso, Fnsi parte civile in processo per minacce
La Federazione nazionale della Stampa si costituirà parte civile domani a Catania al processo contro il reggente del clan mafioso di Vittoria (Ragusa) “Carbonaro-Dominante”, Gionbattista Ventura che ha più volte minacciato di morte il collega Paolo Borrometi. È quanto annuncia in conferenza stampa questa mattina a Roma il segretario nazionale della Fnsi, Raffaele Lorusso, con accanto il presidente, Giuseppe Giulietti, l’avvocato che assisterà la Federazione, Francesco Paolo Sisto e il giornalista dell’Agi, Paolo Borrometi.
“Tenteremo come Fnsi la costituzione di parte civile, un fatto storico perché mai accaduto prima. È la testimonianza che noi non lasciamo soli i colleghi, soprattutto quelli nei territori e soprattutto chi, come Paolo Borrometi, con coraggio cerca di fare solo il proprio lavoro e raccontare realtà difficili. Paolo è stato fatto oggetto di ogni minaccia ed era giusto esserci. È una linea – afferma Lorusso – che abbiamo intrapreso e che proseguiremo e per la quale ringraziamo l’avvocato Francesco Paolo Sisto che ci assisterà gratuitamente”. (Agi – Roma, 25 maggio 2016)
 
Giornalisti: Giulietti, viaggio collettivo accanto a minacciati
“Oggi inizia un viaggio collettivo, ciò che si decide con la costituzione di parte civile della Federazione nazionale della Stampa al processo contro il reggente del clan mafioso di Vittoria (Ragusa) “Carbonaro-Dominante”, Gionbattista Ventura che ha più volte minacciato di morte il collega Paolo Borrometi, è importantissimo e segnerà un punto di non ritorno. Non si farà nessun passo indietro, rispetto ai processi che vedranno come parti offese i giornalisti”. È quanto affermato in conferenza stampa questa mattina a Roma il presidente nazionale della Fnsi, Giuseppe Giulietti, con accanto il segretario, Raffaele Lorusso, l’avvocato che assisterà la Federazione, Francesco Paolo Sisto e il giornalista dell’Agi, Paolo Borrometi. “Questa odierna era una delle grandi questioni volute dal mio predecessore, Santo Della Volpe. Un percorso comune con Ossigeno, Articolo21, Usigrai e Libera Informazione. Da oggi lavoreremo anche per lo sportello sulle querele ai giornalisti”. Giulietti ha concluso con l’appello a “riprendere le inchieste giornalistiche che costano caro si colleghi come Paolo. Andare in quei luoghi che i colleghi che subiscono minacce raccontano ed illuminare quelle periferie. Sarà questo – conclude Giulietti – il modo migliore per stargli accanto”. (Agi – Roma, 25 maggio 2016).
 
Il presidente del SUGC Armando Borriello:
“L’iniziativa della Fnsi, voluta dal segretario generale Raffaele Lorusso e dal presidente Beppe Giulietti,  segna una svolta storica  per il giornalismo italiano”. Così ha commentato Armando Borriello, presidente del consiglio direttivo del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, la scelta della Federazione di costituirsi, per la prima volta, parte civile  nel processo contro un boss mafioso che ha più volte minacciato di morte il collega Paolo Borrometi. “Da oggi in poi chiunque minacci fisicamente  un giornalista per il suo lavoro investigativo o di denuncia, sappia che troverà nei tribunali la Fnsi e le associazioni regionali al fianco di quel  collega. Soprattutto nelle regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, dove mafia, camorra  e altre organizzazioni criminali finora hanno spadroneggiato, convinte di farla franca”, continua il presidente Borriello, presente nella giunta federale che ha annunciato il cambio di rotta.
E il segretario del Sugc, Claudio Silvestri, a sua volta ha avviato una nuova linea di totale solidarietà con i colleghi minacciati da querele temerarie schierando i legali del Sindacato nelle procure e nei tribunali a difesa dei giornalisti colpiti.

Braun: informazione, si vince con la qualità

David Braun, il direttore social e digital della National Geographic Society è stato il primo ospite del format varato dal Sugc, il Sindacato unitario giornalisti della Campania che ha preso il via ieri pomeriggio nella sede a via Cappella Vecchia. «Nell’ambito del progetto di ricostruzione del sindacato, abbiamo pensato di dar vita a un coffee break lungo che avesse al centro il dialogo e i diversi saperi», ha detto in apertura il Segretario Claudio Silvestri. Il format è stato ideato dal delegato per l’innovazione del Sindacato Antonio Prigiobbo.

All’evento organizzato insieme al Consolato degli Stati Uniti per il Sud Italia, David Braun che è anche responsabile del programma Fulbright della National Geographic Digital Fellowship, è partito dal ruolo della foto, una buona foto, il cavallo di battaglia del noto canale per spiegare quanto la comunicazione faciliti la filiera e la diffusione delle diverse edizioni del sapere.

«Bisogna reinventarsi continuamente. Io per esempio l’ho fatto quattro volte nel settore digitale – ha detto- l’elemento che fa la differenza è il contenuto ma ciò che conta soprattutto è la visual e la qualità dell’immagine». Si parte da questo per scandagliare a fondo l’affidabilità, la credibilità e la capacità di rendere interessante ciò che si trasmette, caratteristiche che qualificano e agganciano tutti gli operatori della comunicazione. Lo storytelling resta però senza dubbio lo step principale dal quale emerge la sinergia tra scienza ed educazione. A chi voglio arrivare e qual è lo scopo del lavoro sono le prime domande da porsi per avere successo. Inoltre i governi e le corporazioni, a quanto pare, manipolano la comunicazione e il giornalista deve saper fare da filtro. Di fronte al problema del riscaldamento globale della Terra, Braun, risponde con una foto e due righe a commento: l’immagine parla da sé. Secondo una recente classifica di Media Publishers, National Geographic, è al primo posto per la qualità degli elementi visual mentre il sapere giornalistico si intreccia con i new media. I social network restano saldamente al primo posto per la capacità di attrarre e diffondere le notizie desiderate. «Qualunque pezzo deve essere ottimizzato per essere condiviso e categorizzato per essere meglio fruito dai millenial, i giovani che si aggiornano continuamente – dice Braun- i social sono le prime porte d’accesso per avere informazioni». Ma anche lo smartphone, non è più un semplice accessorio ma un mezzo indispensabile per dare risposte autentiche. Il fruitore si adatta alla tecnologia che a sua volta cambia nei suoi algoritmi e si riorganizza. «Se volete emergere, non dovete andare con la massa – ribadisce Braun- il racconto è fatto di tanti aspetti. Trovate il lato che ancora non è stato raccontato».

(le foto sono di Eleonora Iasevoli)

Contraffazione, presentato a Napoli il docufilm di Mimmo Calopresti


Al Gambrinus la presentazione del docufilm di Mimmo Calopresti sulla contraffazione “La fabbrica fantasma”.
La fabbrica fantasma è promosso e realizzato dall’Associazione A mano disarmata in collaborazione con l’Associazione Stampa Romana, la Federazione Nazionale della Stampa e con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e si avvale della media partnership di Sky Italia, de Il Corriere della sera e della collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e con Alice nella città. Patrocinato da Mise, Miur e Guardia di Finanza, il progetto è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la medaglia quale premio di Rappresentanza per l’alto valore civile dell’iniziativa.

Ciao Francesca!

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Apprendiamo con dolore la notizia della prematura scomparsa della collega Francesca Pilla, 40 anni lo scorso settembre, giornalista del Manifesto, portata via da una malattia invincibile. Il Sindacato dei giornalisti campani si stringe alla famiglia e alla figlia, alla quale si era dedicata completamente nell’ultima parte della sua vita. Ciao Francesca!
 
Di seguito l’articolo pubblica su Repubblica Napoli a firma di Ilaria Urbani:

Non ha perso il sorriso neanche il 20 settembre scorso alla festa dei suoi 40 anni. Tra i tanti amici si scorgevano anche il sindaco Luigi de Magistris e il ministro Andrea Orlando. La serata si concluse con un suo discorso ironico, quasi una carta d’intenti per la sua amata e dannata città che per anni ha raccontato dalle colonne de “il manifesto”.

Francesca Pilla, corrispondente del quotidiano comunista da Napoli, si è spenta ieri dopo una lunga malattia che ha combattuto con tenacia. Con il suo vortice di energia la giornalista è stata capace nel 2004 di fondare la prima redazione napoletana de “il manifesto” a Napoli in un piccolo garage, dal soffitto basso, in vico San Pietro a Majella, nel cosiddetto “cortile arcobaleno”.

Non ha perso il sorriso neanche il 20 settembre scorso alla festa dei suoi 40 anni. Tra i tanti amici si scorgevano anche il sindaco Luigi de Magistris e il ministro Andrea Orlando. La serata si concluse con un suo discorso ironico, quasi una carta d’intenti per la sua amata e dannata città che per anni ha raccontato dalle colonne de “il manifesto”.

Francesca Pilla, corrispondente del quotidiano comunista da Napoli, si è spenta ieri dopo una lunga malattia che ha combattuto con tenacia. Con il suo vortice di energia la giornalista è stata capace nel 2004 di fondare la prima redazione napoletana de “il manifesto” a Napoli in un piccolo garage, dal soffitto basso, in vico San Pietro a Majella, nel cosiddetto “cortile arcobaleno”.

Francesca era in grado di fare autoironia persino quando si lanciava in commenti ideologici. Simpatia, utopia e generosità, i suoi tratti distintivi. Ideò il settimanale “Metrovie”, allegato al “manifesto”, piccola fucina per giovani cronisti, tra questi anche Roberto Saviano.

Francesca spinta dalla passione, amava ricordare le sue peripezie degli esordi: per esempio quando girò in motorino per ore in cerca di Manu Chao, in concerto per i no global a Napoli nel 2001.

 

La Cassazione: i giornalisti pubblicisti obbligati a versare i contributi all'inpgi

 
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Il giornalista iscritto all’albo deve versare i contributi all’Inpgi. Anche se si tratta di un giornalista pubblicista. Anche se i redditi sui quali vanno pagati i contributi derivano da attività occasionale. In questo caso vale anche l’obbligo di iscrizione alla gestione separata della cassa previdenziale di categoria. Lo ha di recente ribadito la Corte di Cassazione respingendo il ricorso presentato da un giornalista pubblicista che si opponeva alla condanna, confermata in Appello, al pagamento dei contributi arretrati richiesti dall’ente. «Come questa Corte ha già avuto modo di affermare – si legge nella sentenza – il giornalista pubblicista ha l’obbligo di contribuire alla “gestione separata” dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) se è iscritto nell’elenco dei pubblicisti e svolge attività giornalistica libero-professionale, anche se questa abbia carattere occasionale e non abituale». Con l’iscrizione all’albo, precisa ancora la Suprema Corte, si realizzano infatti le condizioni per lo svolgimento di un’attività, quale quella del pubblicista, che può assumere contenuti molteplici, anche per ciò che attiene il relativo impegno lavorativo, del tutto rimesso alla discrezionale valutazione dell’interessato, «e non casualmente, pertanto, la legge connette a tale iscrizione, che costituisce un atto volontario del professionista, l’obbligo di contribuzione nelle forme della gestione separata, alla sola condizione dell’assenza di un vincolo di subordinazione». Nel motivare la decisione, la Corte rileva, infine, la coerenza della situazione giudicata con la norma del decreto legislativo 103 del 1996 che prevede «per evidenti fini di solidarietà di categoria, ed analogamente a quanto stabilito per altre casse dei liberi professionisti, il versamento di una contribuzione minima annuale, dovuta, quindi, a prescindere dall’entità del reddito prodotto e dalle caratteristiche, anche solo occasionali, della prestazione». Questa sentenza ripropone il problema dei circa 50mila iscritti all’Ordine dei giornalisti che non risultano titolari di una posizione previdenziale all’Inpgi. Alcuni Ordini regionali, in applicazione della legge e in linea con l’orientamento della Corte di Cassazione, hanno avviato le procedure di cancellazione dei giornalisti non iscritti all’Inpgi, nell’ambito dell’attività di revisione degli elenchi prescritta dalla legge.
 

Gruppo Caltagirone Editore, costituito il coordinamento dei Cdr

È stato costituito il coordinamento dei Comitati di redazione del gruppo Caltagirone editore. Lo ha deciso l’assemblea dei Cdr di Corriere Adriatico, Gazzettino, Leggo, Mattino, Messaggero e Nuovo Quotidiano di Puglia riunita a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana alla presenza dei vertici del sindacato nazionale e delle associazioni regionali di stampa di Lazio, Campania, Marche, Veneto e Puglia.
Il coordinamento, costituito ai sensi dell’articolo 34 Cnlg, espleterà i compiti previsti dal contratto, tutelando i giornalisti dipendenti e collaboratori di tutte le aziende del gruppo.
Del nuovo organismo, formato da un rappresentante per ogni Comitato di redazione scelto al suo interno, fanno parte Marco Aldighieri (Il Gazzettino), Gerardo Ausiello (Il Mattino), Marco Lobasso (Leggo), Elena Panarella (Il Messaggero), Luca Regini (Corriere Adriatico), Francesca Sozzo (Nuovo Quotidiano di Puglia).
Il coordinamento potrà convocare l’assemblea dei Comitati di redazione del gruppo ed è titolare dei diritti di informazione previsti dalla normativa in materia di decisioni e iniziative editoriali, strategiche e industriali che coinvolgano tutte o alcune delle aziende del gruppo.
I Comitati di redazione potranno chiedere l’assistenza del coordinamento in presenza di vertenze che riguardino anche le singole testate e l’assemblea dei Cdr potrà demandare al coordinamento la conduzione e la gestione di vertenze collettive di gruppo, anche con l’assistenza delle associazioni regionali di stampa e della Fnsi.

Il tribunale conferma: il giornalista dell'ufficio stampa pubblico va assicurato all'Inpgi

Ricorso respinto e condanna al pagamento delle spese processuali. Oltre alla conferma di quanto previsto dal decreto ingiuntivo “avente ad oggetto il pagamento della somma complessiva di € 18.293,00 in favore dell’Inpgi a titolo di contributi obbligatori omessi”, relativi ad un rapporto di lavoro di tipo giornalistico intercorso da novembre 2010 a fine luglio 2014.
Soccombente: il Comune di Caltanissetta. Secondo il quale il giornalista impiegato nell’ufficio stampa dell’ente non svolgeva mansioni giornalistiche e dunque all’Inpgi non andavano versati i contributi previdenziali e al tribunale non andava riconosciuta l’applicazione di un decreto ingiuntivo del 10 luglio 2015.
Nelle motivazioni della sentenza, pubblicate sul sito dell’Associazione siciliana della stampa, la giudice Ida Cristina Pangia del tribunale di Roma ha invece riconosciuto la natura giornalistica del lavoro svolto dal dipendente dell’ente, la “continuità dei servizi” e “l’apporto creativo profuso” nell’elaborazione di notizie e comunicati stampa.
Da qui la necessità di ribadire l’obbligo di assicurazione del giornalista all’istituto previdenziale di categoria e la conferma del principio che anche nel caso di prestazioni di lavoro giornalistico rese dal dipendente di un ente locale “il rapporto di lavoro ed il conseguente rapporto contributivo debba essere regolato secondo i principi di diritto comune (ivi compresa l’applicazione del Cnlg e l’iscrizione all’Inpgi)”.
Nel motivare la sua decisione, la giudice richiama inoltre alcune sentenze della Corte di Cassazione per ricordare, ad esempio, l’obbligo di iscrizione all’Inpgi per i giornalisti impiegati alle dipendenze di un ente pubblico territoriale o un imprenditore che, pur operando in settori diversi dall’editoria, assuma un iscritto all’Ordine professionale per svolgere mansioni di carattere giornalistico.
O ancora il generale principio secondo il quale il trattamento economico dei dipendenti pubblici il cui rapporto di lavoro è stato “privatizzato”, non potendo essere stabilito per legge, deve essere disciplinato dalla contrattazione collettiva.