Con la cancellazione dell’edizione notturna dei Tg regionali la Rai viene meno alla sua funzione primaria che è quella del servizio pubblico. La tv di Stato dovrebbe offrire proprio quei servizi e quei programmi di pubblica utilità che una tv commerciale non potrebbe mettere in onda per questioni di share, proprio per garantire il diritto dei cittadini ad essere informati. Per molti cittadini campani l’edizione regionale del Tg rappresenta l’unica fonte di notizie sul proprio territorio. Per questo la decisione del Cda è in contrasto sia con la mission della Rai che con quanto previsto dall’articolo 21 della Costituzione. Il vero obiettivo di questi tagli pare essere quello di ridimensionare e mortificare il ruolo della tv pubblica nell’informazione. Se ci sono sprechi vanno individuati altrove. È necessario è urgente che il Cda torni sui suoi passi su questa decisione assurda.
Archivio mensile:Novembre 2021
Violenza sulle donne, la Cpo Usigrai alla presidente Soldi: «A Porta a Porta violato il codice etico?»
«Ieri abbiamo assistito a una pagina di ottima informazione del servizio pubblico sul tema della violenza contro le donne. Approfondimenti e servizi sono andati in onda in tutte le edizioni dei tg e dei gr nazionali e regionali. Del resto era l’impegno dell’azienda. Peccato che non si possa dire altrettanto dell’ennesima puntata di Porta a Porta». Lo sottolinea, in una nota, la Commissione pari opportunità dell’Usigrai.
«Peccato – incalza la Cpo – che, nella giornata che sollecita lo sforzo collettivo di eliminare la violenza sulle donne, Bruno Vespa abbia sentito l’impellenza di cominciare la puntata con una vergognosa intervista a una delle ragazze (oggi maggiorenne ma all’epoca dei fatti quattordicenne) protagoniste della storia di pedofilia nel quartiere Parioli di Roma. Un’intervista dalla quale sono anche spariti, e con le loro responsabilità, gli uomini che si approfittano di quelle adolescenti».
La Commissione chiede quindi «alla presidente della Rai Marinella Soldi, che sappiamo impegnata sul tema, se non si rilevi una violazione del codice etico della Rai e se non siano stati traditi per l’ennesima volta i principi sanciti nel contratto di servizio. Servono le parole giuste per affrontare queste vicende e parlare delle vittime ma anche di chi le sfrutta, clienti compresi, tema che spesso viene soltanto sfiorato con meno attenzione e incisività come visto anche nel programma condotto da Serena Bortone, Oggi è un altro giorno, durante il quale peraltro è stato più volte utilizzato il titolo grafico ‘baby squillo’».
Conclude la Cpo dei giornalisti e delle giornaliste del servizio pubblico: «La violenza sulle donne è una questione sociale e culturale. E la prima azienda culturale del Paese deve dare l’esempio per scardinare arcaici stereotipi e favorire il cambiamento».
‘Verità e giustizia per Andy Rocchelli’, il 30 novembre conferenza stampa a Milano
Sarà la Corte di Cassazione, giovedì 9 dicembre 2021, a riesaminare il caso dell’omicidio di Andy Rocchelli, fotogiornalista pavese che il 24 maggio 2014 venne ucciso in Ucraina, assieme all’attivista per i diritti umani e interprete Andrei Mironov, nelle vicinanze della città di Sloviansk, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Donbass.
Dopo che nel 2019 la Corte d’Assise di Pavia ha condannato Vitaliy Markiv a 24 anni di reclusione per concorso di colpa nell’omicidio di Andy e Andrei e giudicato lo Stato ucraino responsabile delle loro morti, nel novembre di un anno fa la corte d’Assise d’Appello di Milano ha scagionato l’imputato per insufficienza di prove.
Per sostenere la ricerca della verità e della giustizia per Andy Rocchelli e Andrei Mironov, martedì 30 novembre, alle 11 nella sede dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, in viale Monte Santo 7 a Milano, è stata organizzata una conferenza stampa a cui parteciperanno Rino ed Elisa, i genitori di Andy Rocchelli, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini.
È previsto un intervento video della legale che assiste la famiglia Rocchelli, Alessandra Ballerini. All’incontro sono stati invitati Mario Calabresi, Nello Scavo e Mariangela Gritta Grainer, che hanno seguito il caso, Danilo De Biasio, presidente del Festival dei Diritti Umani, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino.
Per poter accedere ai locali della Alg sarà necessario esibire la certificazione verde Covid-19 (“green pass”) in corso di validità. Per ragioni di natura operativa e nel rispetto delle disposizioni previste dall’emergenza sanitaria, l’accesso alla conferenza stampa sarà limitato a un numero ristretto di persone. È pertanto obbligatoria la preregistrazione inviando la richiesta a segreteriaalgmi@assogiornalisti.it oppure telefonando allo 02.6375204/202.
Rai, Usigrai: «Lo stop ai Tg regionali della notte viola le regole contrattuali»
«Apprendiamo dall’audizione dall’amministratore delegato in commissione di Vigilanza la decisione di cancellare la terza edizione dei tg regionali senza alcun confronto sindacale e violando le più elementari regole contrattuali. Sorprende inoltre la dichiarazione dell’ad secondo cui la decisione sui palinsesti sarebbe passata in Cda attraverso una “presa visione all’unanimità”, espressione di nuovo conio per dire che la scelta è stata assunta in autonomia e solo comunicata ai consiglieri». È quanto sottolinea, in una nota, l’Esecutivo Usigrai.
«L’amministratore delegato che il giorno prima aveva dichiarato di non volere inseguire lo share oggi giustifica il taglio della terza edizione proprio con i dati di ascolto che per di più non rispondono al vero», aggiungono i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.
«I dati audirai del 2021 – incalzano – dicono con estrema chiarezza che la terza edizione non perde ascolti. Anzi, le edizioni della Tgr fanno da traino alla programmazione di Raitre, segno del grande interesse ai contenuti dell’informazione regionale. Si tratta dunque di un taglio che mortifica il ruolo e la funzione dell’informazione Rai».
Come evidenziato anche in un altro intervento, «così – prosegue l’Usigrai – si spegne la presenza del Servizio Pubblico sul territorio e dal territorio, per la Tgr e per tutte le testate Rai, per quasi 12 ore al giorno: dalle 20 alle 7».
L’Usigrai denuncia «con forza» il metodo adottato dal vertice aziendale «che ritiene “doveroso” – aggiungono i rappresentanti sindacali – incontrare i partiti per decidere le nomine dei direttori dei telegiornali, ma non altrettanto doveroso il confronto con i rappresentanti dei lavoratori della Rai».
L’ad, conclude l’Esecutivo Usigrai, «non spieghi a noi l’importanza dell’impegno cui tutti siamo chiamati come dipendenti del servizio pubblico. Noi giornalisti siamo da sempre impegnati in via esclusiva nella valorizzazione dell’informazione della Rai. Sulla circolare degli impegni esterni è Carlo Fuortes che dovrebbe spiegare perché ha accettato di fare l’amministratore delegato della Rai se sapeva di non poter lasciare gli incarichi di amministratore unico e sovrintendente del teatro dell’Opera di Roma».
Fnsi: «Dalla ‘parte civile’ dei colleghi ovunque ci saranno minacce e aggressioni»
«La Federazione nazionale della Stampa italiana raccoglie l’appello di Articolo21 a tutela del diritto di cronaca e dei giornalisti minacciati, insultati, aggrediti da squadristi e negazionisti di qualsiasi natura e colore durante lo svolgimento del proprio lavoro e continuerà, come fatto fino ad oggi, a costituirsi parte civile nei processi contro chi è accusato di aggressioni e minacce nei confronti dei colleghi». Lo ha ribadito il presidente Giuseppe Giulietti, d’intesa con il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, nel corso dell’assemblea di Articolo21 svoltasi oggi, 26 novembre 2021, nella sede del sindacato.
Come deciso ieri dalla Giunta esecutiva, inoltre, la Fnsi «sarà al fianco dell’Usigrai – ha aggiunto Giulietti – nelle azioni che i colleghi del servizio pubblico decideranno di intraprendere nei confronti della Rai contro il taglio delle edizioni di seconda serata dei telegiornali regionali annunciato dai vertici aziendali e contro la circolare dell’amministratore delegato che vuole limitare la partecipazione dei dipendenti Rai ad eventi esterni durante il tempo libero, limitando di fatto i diritti costituzionali dei giornalisti Rai».
Il Sugc adesso risponde anche su Whatsapp
Il Sindacato unitario giornalisti della Campania risponde anche su WhatsApp. Da oggi tutti coloro che vorranno comunicare con i nostri uffici per questioni che riguardano Sindacato, Inpgi o Casagit potranno utilizzare il numero del nostro centralino +39 08118914535 tramite l’app di messagistica. Attraverso lo stesso sistema sarà possibile inviare e ricevere documenti. È un modo per rendere più veloce e agevole la comunicazione attraverso uno strumento che è entrato ormai nella quotidianità di tutti coloro che utilizzano lo smartphone.
Maria Grazia Cutuli, Mattarella: «Un simbolo in una stagione in cui tanti cronisti sono minacciati»
«È sempre vivo in noi il ricordo di Maria Grazia Cutuli, vittima vent’anni or sono di un agguato brutale e spietato mentre con altri giornalisti percorreva le strade dell’Afghanistan per raccontare i giorni intensi e drammatici in cui le milizie guidate dal mullah Omar venivano sconfitte e fuggivano da Kabul. Una banda di assassini spezzò la vita a lei e ai tre colleghi. Era una giovane donna coraggiosa, una giornalista di valore, con grande passione civile e carica umana. Lo testimoniano i suoi numerosi articoli dai luoghi delle guerre e delle grandi crisi umanitarie. Ne sono prova le stesse corrispondenze dall’Afghanistan per il Corriere della Sera, il suo giornale, fino all’ultima, scritta il giorno prima dell’assassinio, in cui riferì la scoperta di tracce di gas nervino in una base abbandonata da Al Qaeda». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda così Maria Grazia Cutuli, assassinata il 19 novembre 2001 mentre viaggiava sulla strada che da Jalalabad porta alla capitale afgana.
«Maria Grazia Cutuli – prosegue il Capo dello Stato – aveva attenzione per le parti più deboli della società e il suo sguardo non trascurava mai la condizione femminile. Quando già aveva iniziato l’attività giornalistica, collaborando con quotidiani e periodici, decise di partire come volontaria per il Ruanda con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. Anche questo suo patrimonio aveva portato alla sua professione».
Le recenti, «dolorose vicende dell’Afghanistan – osserva ancora Mattarella – ci hanno riportato alla mente e nel cuore il sacrificio di Maria Grazia Cutuli, il suo senso di giustizia, il suo credo nella libertà e nell’indipendenza dell’informazione. Il nostro Paese ha dato tanto per aiutare la crescita e per stabilizzare l’Afghanistan: quanto è stato fatto e testimoniato non andrà perso ma resterà come punto di ripartenza per un impegno di civiltà».
Maria Grazia Cutuli, conclude il presidente della Repubblica, «è un simbolo del giornalismo, in una stagione in cui tanti cronisti sono minacciati e la libertà stessa deve affrontare vecchie e nuove barriere. Senza un giornalismo libero, capace di osservare e narrare la realtà in cambiamento, senza un giornalismo che cerchi le verità senza pregiudizi, dando voce in questo modo al pluralismo vitale nelle società, saremmo tutti più poveri e meno liberi».
Rai, Usigrai: «Un valzer di nomine deciso fuori dall’azienda e senza un progetto»
«Un valzer di nomine deciso fuori dalla Rai e senza un progetto per l’azienda. Con i cambi di direzione decisi oggi, il vertice Rai certifica di non avere un progetto industriale o di averlo smarrito». Lo afferma, in una nota, l’Esecutivo Usigrai dopo il via libera in Cda ai nuovi direttori delle testate giornalistiche del servizio pubblico.
«Sono nomine interne e ci sono tre direttrici donne, bene. Ma per fare cosa? Per cambiare il settimo direttore in sette anni alla Radio rendendo impossibile un progetto di consolidamento e rilancio di un asset centrale dell’informazione Rai?», incalzano i rappresentanti sindacali.
«Fare spazio ai desiderata di un partito – proseguono – facendo finta di niente sul fatto che meno di un mese fa questo vertice aveva affidato a Rainews 24 e ad Andrea Vianello, che ora va alla Radio, il primo importante progetto di rilancio dell’informazione del servizio pubblico, il sito web e i social delle news? Sulle nomine appena decise appare inoltre evidente la mancata valutazione dei risultati raggiunti, in particolare rispetto ad alcune riconferme».
Conclude l’Esecutivo Usigrai: «La spartizione di poltrone sulla Rai rende non rinviabile la nostra richiesta di una legge che allontani le sorti del servizio pubblico da quella dei governi di turno e dei partiti. In gioco non c’è solo il perimetro aziendale, ma la stessa possibilità di confermare il ruolo centrale che il servizio pubblico ha nella ripartenza del Paese».
Ex fissa, deliberato anche per il 2021 il pagamento della rata di 3.000 euro
Anche quest’anno – al pari di quanto avvenuto negli ultimi quattro anni – il Comitato di gestione del Fondo ex fissa ha stabilito l’erogazione, entro il mese di dicembre, del rateo di tremila euro lordi, relativo al 2021, così come previsto dal regolamento in vigore, ai circa 2.400 giornalisti in attesa di percepire l’indennità ex fissa.
Tra Fnsi ed Editori prosegue, inoltre, il confronto per individuare soluzioni condivise che possano accelerare la liquidazione di quanto dovuto ai giornalisti in attesa della prestazione.
Si ricorda, infatti, come confermato in più occasioni dalla magistratura in tutti i gradi di giudizio, che non esiste alcuna responsabilità dell’Inpgi nella gestione del Fondo né alcuna rivendicazione può essere promossa nei confronti della Fnsi, in quanto l’obbligo di alimentare il Fondo è esclusivamente in capo agli Editori. (T.D.)
Querele bavaglio, minacce, crisi dell’editoria, Fnsi: «C’è ostilità nei confronti dei giornalisti»
In Italia si respira una brutta aria attorno al lavoro dei giornalisti e, dunque, al diritto dei cittadini ad essere informati in modo corretto, completo e plurale. Dalle querele temerarie alle minacce e aggressioni in piazza, dalla cancellazione del carcere alle difficoltà del sistema di previdenza e di welfare alla crisi industriale senza precedenti che da oltre 10 anni attanaglia il settore dell’editoria, i sintomi di questo “virus” sono sempre più evidenti. Li hanno messi in fila, nella sede della Fnsi, i relatori del corso di formazione sui “Nuovi attacchi all’informazione” promosso dall’associazione Articolo21.
«Sono ferme in parlamento da anni le proposte di legge di contrasto alle querele temerarie, per intervenire seppur parzialmente sulla cancellazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa si è dovuta attendere una sentenza della Corte Costituzionale, minacce e intimidazioni continuano ad essere all’ordine del giorno: è evidente che l’attività del giornalista deve essere ostacolata», è l’analisi di Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Il sentimento nei confronti dell’informazione – ha aggiunto – si misura da tutta una serie di atti e di omissioni. Come nel caso degli interventi per contrastare la crisi industriale che colpisce l’editoria, che non tengono in nessun conto il valore del lavoro giornalistico, sempre più precario, senza tutele, diritti e garanzie, con redazioni ridotte all’osso per via dei pensionamenti anticipati che portano i giornalisti fuori dal ciclo produttivo. O come testimonia la vicenda dell’Inpgi e il modo in cui il passaggio di parte degli iscritti all’Inps viene cavalcato da chi vuole aizzare l’opinione pubblica contro presunti privilegi della categoria o additando una mala gestio che non c’è stata perché, semplicemente, l’Istituto è supersorvegliato».
Nulla invece si muove per tentare di intervenire sulle criticità del settore e del mercato del lavoro. «La nostra richiesta – ha ribadito Lorusso – continua ad essere di ragionare oltre le emergenze del momento e affrontare il tema dell’informazione in questo Paese con governo e parti sociali per individuare soluzioni strutturali che consentano al sistema di superare la crisi industriale pesantissima valorizzando informazione di qualità e lavoro giornalistico e restituire così al giornalismo il suo ruolo vitale per la democrazia».
Gli fa eco il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, che sul tema della riforma dell’editoria, dell’equo compenso, delle querele temerarie, della tutela delle fonti ha rimarcato: «La situazione non è più sostenibile, governo e parlamento devono intervenire. Si parla tanto di Inpgi, mentre c’è un pericoloso silenzio sui provvedimenti che non vengono approvati. È in atto il commissariamento dell’articolo 21 della Costituzione: sarà il caso di convocare in piazza, davanti ai palazzi delle istituzioni, le croniste e i cronisti sotto scorta, intercettati, vittime di querele bavaglio e dar vita con loro a una grande manifestazione».
Coordinati da Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, all’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il giudice Costantino De Robbio; Paola Rosà, coordinator of Media Freedom Resource Centre, il deputato Walter Verini, presidente del Comitato cronisti minacciati della commissione Antimafia, che ha ricordato le oltre 30 audizioni in circa un anno e mezzo di giornalisti finiti nel mirino della criminalità organizzata, ma anche di gruppi neonazisti e neofascisti; il neoeletto presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, che ha rilanciato l’impegno, anche nel nuovo ruolo, per assicurare la scorta mediatica ai colleghi; Graziella Di Mambro, componente del direttivo di Articolo21 e coordinatrice del corso, che ha messo in evidenza le criticità del decreto che recepisce la direttiva europea sulla presunzione di innocenza da poco approvato in via definitiva.