«Non è la prima volta e non sarà l’ultima. È il mio lavoro e non mi faccio intimorire». Il comandante della polizia municipale, Luigi Sementa, commenta così le minacce e gli insulti che i gruppi anarchici stanno lanciando in questi giorni con messaggi sui muri del centro storico. Ce ne sono diverse. In piazzetta Nilo si legge ”Guardie infami. Sementa merda”, di fronte al conservatorio San Pietro a Majella con la solita vernice nera è scritto “No alla videosorveglianza. Sementa infame”. In entrambi i casi campeggia la “A” cerchiata, il simbolo dei gruppi anarchici. La campagna più dura contro il generale dei carabinieri che guida il corpo dei vigili urbani, però, arriva dal web, e porta la firma dei centri sociali, come Insurgencia, o dei gruppi di estrema sinistra come Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo), Associazione solidarietà proletaria, Sindacato lavoratori in lotta, nomi e retorica che fanno tornare alla mente periodi bui della storia della Repubblica. La divisione antiterrorismo della Digos indaga sul caso. Non solo, il prefetto Andrea De Martino ha messo il comandante sotto scorta. Carabinieri e polizia monitorano tutte le strade percorse dal generale nei suoi spostamenti.
Gli investigatori sanno bene che, soprattutto in momenti di forte tensione sociale, il passaggio dagli insulti e le minacce all’azione può essere breve. Nel mirino degli antagonisti le azioni di sgombero degli abusivi (dai mercatali agli occupanti di alloggi). «Sementa che sta dimostrando nei fatti non solo che guidare la polizia municipale significa “fare politica”, ma anche come da questo signore e dall’assessore alla sicurezza Narducci, sempre pronto a coprire il suo generale, il solo problema della città di Napoli, attanagliata dalla crisi e dai drammi sociali, sia l’aggressione ai poveri», scrivono gli antagonisti di “Insurgencia” tirando in ballo anche il pm-assessore. I gruppi di estrema sinistra, invece, in un altro comunicato chiedono di «licenziare il comandante del corpo dei vigili urbani di Napoli, il generale dei carabinieri Luigi Sementa, responsabile dei gravi episodi lesivi della dignità umana e dei diritti democratici». Il linguaggio non è affatto rassicurante, il generale, infatti, viene rappresentato come il nemico. E contro il nemico, nella retorica degli estremismi, c’è la lotta. «Cacciamo lo sceriffo Sementa», affermano i Carc in uno dei tanti comunicati diffusi nella rete di Indymedia Napoli, canale ufficiale dei gruppi antagonisti. E il metodo della lotta è chiaro e non passa per la via democratica: «Come abbiamo già detto, solo la mobilitazione popolare, il coordinamento tra le varie realtà, lo sviluppo di percorsi di lotta e di iniziative di autorganizzazione e di disobbedienza civile dal basso, possono realmente incidere sugli eventi e sui processi, mettendo all’angolo chi invece all’interno del consiglio comunale e dietro le quinte opera affinché le cose restino come sono», scrivono ancora i veterocomunisti dei gruppi di estrema sinistra.
Sul caso dei gruppi antagonisti la Procura tiene alta l’attenzione. Napoli, infatti, potrebbe rappresentare una bomba ad orologeria. La commistione tra organizzazioni estremiste, studenti e disoccupati organizzati può rappresentare uno strumento pericoloso nelle mani di gruppi eversivi.
da il Giornale di Napoli del 29 maggio 2012