Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime forte preoccupazione per quanto affermato in un comunicato dall’Unione sindacale italiana poliziotti (Usip), sigla di settore della Uil, che parla di “compressione del diritto di informazione”, per un episodio di aggressione a due agenti che non è stato comunicato alla stampa. Nelle stesse ore l’Ufficio stampa dei carabinieri del comando provinciale di Napoli comunicava che sulla vicenda del duplice omicidio di Ercolano non è stato consentito diffondere alcuna notizia ai giornali. Una volta la Questura diffondeva un mattinale con tutti i fatti di cronaca della giornata, la stessa cosa facevano i carabinieri, era un modo asettico per dare il quadro generale di quello che stava accadendo sul territorio. Erano poi i cronisti a stabilire quale fosse l’episodio che meritava approfondimento e quello che, invece, andava trattato solo con una notizia breve.
Da qualche anno, invece, a Napoli anche notizie di grande rilevanza e interesse pubblico vengono “nascoste”, per alcune vengono omessi i nomi degli arrestati, tutto a totale discrezione degli inquirenti. Si tratta di un pericolosissimo ribaltamento dei ruoli e delle funzioni. Sono i giornalisti, infatti, a stabilire quali sono i fatti che vanno raccontati e come e quando vanno raccontati. Per punire eventuali abusi ed eccessi esiste un organismo di autocontrollo autonomo come l’Ordine dei giornalisti, autonomo proprio per garantire l’indipendenza dell’informazione. Quando da parte di un potere dello Stato, qualunque esso sia, si tenta di regolamentare, di guidare o di condizionare il flusso dell’informazione si commette un abuso che mette in pericolo il principio stesso della democrazia. Il Sugc valuterà qualsiasi azione tesa a ripristinare il corretto equilibrio tra le fonti dell’informazione e i giornalisti.
Archivio mensile:Ottobre 2021
Morto Giovanni Virnicchi, decano dei cronisti campani: il cordoglio del SUGC
È morto all’età di 85 anni Giovanni Virnicchi, decano dei cronisti campani, professionista dal 1965. Ha cominciato con il Mattino per il quale è stato anche responsabile della redazione di Benevento, ha collaborato poi con il Giornale di Napoli, il Roma, la Verità, Cronache di Napoli, l’Agi. Per tantissimi anni ha lavorato nella sala stampa della Questura di Napoli. È stato un punto di riferimento per tantissimi giovani cronisti con i quali ha sempre dimostrato una straordinaria disponibilità e generosità. Non si è mai accontentato delle fonti ufficiali e ha sempre approfondito cercando di parlare con i protagonisti dei fatti di nera che raccontava. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania si stringe con affetto alla famiglia di Giovanni. I funerali si terranno domani, 31 ottobre 2021, alle 14,30 nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani.
Di seguito pubblichiamo il ricordo di Pier Paolo Petino, segretario dell’USSI Campania.
Con Giovanni Virnicchi scompare l’ultimo cronista di “nera” che ha legato la sua vita professionale in maniera militare alla sala stampa della Questura di Napoli. Un uomo che ha fuso inscindibilmente la sua esistenza con il mestiere, ricoprendo ruoli apicali, con il guizzo tipico di chi vede oltre l’orizzonte comune. Fin da quando giovanissimo mi sono affacciato alla professione, fin dal primo incontro, mi ha gratificato con l’appellativo di “collega”. A chi non è del mestiere la cosa può sembrare superflua, ma per un ragazzo che aspirava al “tesserino”, sentirsi riconosciuto da chi aveva già vissuto molte vite in questo periglioso mare, era ossigeno puro. A Giovanni Virnicchi mi legava un grande affetto, come naturalmente traspare da queste righe. Era un uomo capace di ispirare una naturale simpatia, era accogliente, dote rara. Ma a Virnicchi, oltre al talento e all’impressionante memoria legata a nomi, volti e circostanze, occorre riconoscere oggi più che mai la capacità di trasferire a chi gli era intorno, la voglia di raccontare e di approfondire. Aveva un immenso archivio di ritagli di giornale, che catalogava per quartieri. Questo gli consentiva di collocare gli eventi di cronaca geograficamente, nello scacchiere criminale e sulla mappa cittadina. Nella sua agenda non c’erano i numeri di telefono (questo ricordo lo devo a uno dei “figliocci”, anche lui cronista di razza, Giancarlo Maria Palombi), bensì i nomi delle persone arrestate. Cosicché, qualora si trovasse sulla scena di un omicidio, potesse immediatamente verificare se il malcapitato fosse stato già un “suo cliente”.
Sarebbero innumerevoli i ricordi e gli episodi ma su tutti ce n’è uno che, a mio modesto avviso, che lo racconta più di ogni altro. Giovanni Virnicchi (O Franco Virno, uno dei suo pseudonimi…) è stato il primo ad introdurre nell’attività di ricerca dell’informazione, l’uso della radiolina scanner, tarata sulle frequenze delle forze dell’ordine. Erano anni eroici, giova ricordarlo, dove il massimo della comunicazione era un numero di telefono fisso. Ma lo fece in una maniera che, solo a pensarci, potremmo definire “Virnicchiana”. Si recò all’istituto Colosimo che assiste ragazzi non vedenti con tre radioline. Ne fece dono a quelli che riteneva più svegli e li invitò, con qualche battuta capace di sdrammatizzare come solo lui sapeva fare, ad ascoltare ciò che da quelle radio veniva trasmesso. Poi gli diede il suo interno del Mattino, dove lo avrebbero sempre trovato. Divennero, quei ragazzi che per molti erano solo degli sfortunati e con un’esistenza segnata, le sue orecchie e i suoi “occhi virtuali” sulla cronaca. La sua radio lo ha accompagnato sempre, anche nell’esperienza successiva al Giornale di Napoli, come “trombettiere” per la Rai, collaboratore dell’Agi e ancora di Cronache di Napoli. Infine gli devo un ringraziamento. Quando entrai per la prima volta nella Sala Stampa della Questura in via Medina, avevo da poco iniziato a collaborare con una piccola e agguerrita Agenzia di Stampa, la Campania Press. Ma non ero ancora giornalista, quindi fui bruscamente invitato ad uscire dai presenti (non elenco i nomi perché, nonostante la rudezza dei modi, avevano ragione), perché quello era una sorta di tempio sacro. Ma fu grazie a lui e alla complicità dell’allora capo della Squadra Mobile, Giuseppe Palumbo, che potetti rientrare. Ebbi la possibilità, per un lungo periodo, di annusare quella passione e quell’adrenalina per questo mestiere, di iniziare a vedere da vicino come si costruiva un articolo, una pagina di giornale, di imparare sul campo. Virnicchi è uno dei rari maestri che ho incontrato sul mio cammino, per questo ancor oggi sapere che mi ha considerato un suo “collega” mi fa venire i brividi.
Manovra, Fnsi: «Passo in avanti per l’Inpgi, niente per l’occupazione»
«La soluzione ipotizzata dal governo per affrontare la crisi dell’Inpgi è un passo in avanti importante, ma non definitivo, verso il riordino del settore. La preferenza dell’esecutivo per una delle due soluzioni elaborate dal tavolo tecnico, anche grazie al lavoro fondamentale dei vertici dell’Inpgi, sgombra il campo dall’ipotesi di commissariamento e liquidazione dell’Istituto, che infatti non scomparirà». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
«Se la salvaguardia delle prestazioni presenti e future rappresenta un risultato di cui dare atto al governo, che non ha ceduto alle pressioni per soluzioni che avrebbero penalizzato i giornalisti e cancellato l’Inpgi – osserva Lorusso – non lo stesso può dirsi per gli interventi ipotizzati nello schema di legge di Stabilità per sostenere il settore. L’istituzione di un fondo per l’editoria, per il quale si prevede lo stanziamento di 230 milioni in due esercizi di bilancio, è una notizia positiva soltanto a metà. Manca completamente, infatti, il riferimento alla tutela e al rilancio del lavoro giornalistico, considerato che, stando alla bozza della norma, l’occupazione da sostenere sarebbe quella di non meglio identificati “giovani professionisti qualificati nel settore dei nuovi media”. Un’impostazione inaccettabile che dovrà essere rivista. È impensabile finanziare con risorse pubbliche gli investimenti e la transizione al digitale delle imprese dei media senza prestare attenzione al lavoro dei giornalisti, sempre più precario e calpestato nei diritti fondamentali».
Per questa ragione, «la Fnsi – conclude il segretario generale – continua a chiedere la creazione di un tavolo permanente per l’editoria fra governo e parti sociali per affrontare compiutamente le criticità del settore e individuare politiche di rilancio dell’occupazione giornalistica e del mercato».
Inpgi, chi tratta con il governo e chi prova ad attribuirsene i meriti
Non stupiscono prese di posizione trionfalistiche e autocelebrative mentre la trattativa per il futuro dell’Inpgi è ancora in corso. Soprattutto perché provengono da quella parte della categoria, largamente minoritaria, che ha lavorato nell’ombra per far fallire la trattativa stessa e fare in modo che all’Inpgi fosse nominato un commissario (auspicio espresso, peraltro, in documenti approvati e resi pubblici), con tutto quello che ne sarebbe conseguito in termini di tagli alle prestazioni.
Di fronte a uno scenario opposto a quello perseguito, adesso si vaneggia di inesistenti garanzie pubbliche, cercando di cambiare le carte in tavola e attribuendosi meriti che, se una soluzione soddisfacente arriverà, saranno evidentemente di altri.
Fin troppo chiara è la ragione di certe uscite: colpire alle spalle la trattativa con il governo, tuttora in corso, per arrivare al commissariamento dell’Inpgi e al massacro delle pensioni presenti e future.
La Fnsi, la presidente e il gruppo dirigente dell’Inpgi continueranno a lavorare insieme per garantire un futuro di sostenibilità all’assetto previdenziale e al welfare dei giornalisti, scongiurando la scomparsa dell’Inpgi, vero obiettivo di una parte minoritaria del sindacato e della categoria.
Inpgi , conclusi i lavori della Commissione Tecnica per il riequilibrio della gestione sostitutiva dell’A.G.O.
Lo scorso 20 ottobre è giunta a termine l’attività della Commissione Tecnica incaricata di approfondire le misure di riforma volte al ripristino della sostenibilità economico-finanziaria della Gestione previdenziale dell’INPGI sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria.
Tale Gestione, come è noto, presenta una situazione di squilibrio economico imputabile, in particolare, al perdurare nel tempo delle condizioni di crisi del settore editoriale e al processo di contrazione del lavoro giornalistico svolto in forma dipendente per effetto delle trasformazioni del mondo dell’informazione e, più in generale, dei modelli organizzativi del tessuto imprenditoriale che prediligono il ricorso al lavoro autonomo.
La Commissione – istituita dall’art. 67, comma 9-quinquies, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 e di cui hanno fatto parte i rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento per l’Editoria presso la stessa Presidenza del Consiglio, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Economia e i vertici dell’INPGI – ha avviato i lavori il 7 settembre 2021 concentrandosi, in particolare, nell’analisi di due principali scenari di intervento, valutandone – oltre alle condizioni di fattibilità tecnica – i relativi impatti sui sistemi previdenziali e sulla finanza pubblica.
Il primo scenario è costituito dall’ipotesi di intervento sulla platea degli iscritti alla Gestione previdenziale dell’INPGI, prevedendo l’estensione della competenza assicurativa dell’Istituto anche a tutti i lavoratori occupati presso le aziende operanti nella “filiera” dell’informazione, a prescindere dall’iscrizione all’albo professionale dei giornalisti.
Sulla base di tale ipotesi verrebbero assicurati presso l’INPGI, oltre agli attuali iscritti, quei lavoratori che, a prescindere dalle mansioni svolte, prestano la loro attività presso le imprese editoriali e presso i relativi fornitori di contributi informativi e servizi amministrativi, individuati in base a parametri costituiti dai codici di classificazione ATECO e alle relative attività censite presso il Registro delle imprese.
Le elaborazioni e proiezioni statistico attuariali elaborate al riguardo, basate su una stima di circa 22.000 lavoratori attualmente assicurati presso l’INPS, fanno emergere il ripristino delle condizioni di sostenibilità economico finanziaria della gestione previdenziale nel medio-lungo periodo, anche in presenza di variabili macroeconomiche con un andamento eventualmente peggiore di quello ufficialmente stimato.
La seconda ipotesi presa in esame dalla Commissione ha riguardato, invece, l’eventualità di trasferire all’INPS la funzione previdenziale della Gestione sostitutiva dell’A.G.O. dell’INPGI, prevedendo dei criteri che siano in grado di garantire la tutela delle posizioni giuridiche già maturate dagli iscritti attivi e pensionati.
Lo scenario elaborato, quindi, realizzerebbe un trasferimento di un ramo di attività dall’INPGI all’INPS – comprensivo delle relative risorse strumentali e finanziarie che afferiscono a detto ramo – prevedendo, in via transitoria, un percorso tecnico-amministrativo per la definizione degli aspetti procedurali legati alla transizione delle posizioni previdenziali.
Sono state, al riguardo, approfonditi anche gli aspetti finanziari, che implicherebbero lo stanziamento di apposite risorse a carico del bilancio statale per la copertura dei relativi oneri che l’INPS sosterrebbe a seguito dell’acquisizione della Gestione previdenziale oggetto del trasferimento.
L’INPGI, in tale eventualità, manterrebbe comunque la propria autonomia, continuando a gestire le funzioni di previdenza e assistenza obbligatoria in favore dei colleghi che svolgono la professione in forma autonoma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, attualmente assicurate nell’ambito dell’apposita Gestione separata, istituita ai sensi del dlgs n. 103/96.
In merito ai due scenari descritti la Commissione ha redatto una apposita Relazione, corredata da due ipotesi di relative disposizioni normative attuative degli stessi, che sarà sottoposta – unitamente alla corposa e approfondita mole di documentazione esaminata e prodotta – all’attenzione del Governo per le opportune valutazioni.
“Le conclusioni della Commissione dimostrano il grande lavoro che l’Inpgi ha fatto per proporre una soluzione di sistema e tecnicamente percorribile alla propria situazione di crisi strutturale. Una soluzione – ha detto la Presidente Marina Macelloni – per la quale combatteremo fino all’ultimo. Se la politica sceglierà invece la strada del passaggio parziale all’Inps sappiamo che lo farà con un percorso, frutto di un negoziato difficile e non scontato, il più possibile tutelante degli iscritti e di tutte le loro prerogative. Questo era il nostro dovere di amministratori e penso che lo abbiamo assolto nel migliore dei modi. In ogni caso, l’Inpgi continuerà ad esistere e continuerà ad essere, come è sempre stato, un punto di riferimento fondamentale per i giornalisti”.
Inpgi, Gestione separata: domande per l’esonero contributivo da presentare entro il 2 novembre 2021
In merito all’esonero parziale dei contributi previdenziali previsto in favore dei lavoratori autonomi e liberi professionisti dall’art. 1, commi da 22 a 22bis, della legge n. 178/2020, ad integrazione delle informazioni già fornite, reperibili qui, si comunica che l’Ufficio Legislativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha precisato che saranno considerate prodotte in tempo utile le domande pervenute entro il giorno 2 novembre 2021, primo giorno feriale successivo alla scadenza prevista (31/10/2021), che cade di giorno festivo.
Il Ministero ha, inoltre, rettificato il precedente orientamento, precisando che il beneficio dell’esonero contributivo riguarda anche il contributo di maternità, che – pertanto – sarà considerato dagli uffici nella fase istruttoria delle domande.
Lorusso: «Lavoro precario, aggressioni, querele: governo e parlamento vogliono una informazione debole»
«L’informazione è sotto attacco, in Italia e non solo. Ma se le istituzioni europee si stanno muovendo per contrastare querele bavaglio e minacce ai cronisti, nel nostro Paese governo e parlamento non sembra vogliano farsi carico delle criticità che attanagliano un settore, quello dell’editoria, vitale per la democrazia. È facile esprimere solidarietà dopo un episodio di minacce o una querela temeraria, noi invece riteniamo sia necessario intervenire prima, con provvedimenti concreti a tutela del diritto dei giornalisti di svolgere il proprio lavoro e di quello dei cittadini ad essere informati». Così Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, intervenendo al seminario su “I nuovi fronti di attacco alla libertà di stampa” organizzato da Articolo21 nella sede del sindacato.
«In Italia – ha aggiunto – il fenomeno più visibile è quello delle minacce e delle aggressioni fisiche, che la pandemia ha esacerbato aprendo le piazze a nazifascisti e negazionisti. Ma non meno pericoloso è il fenomeno delle querele bavaglio, problema che da anni portiamo all’attenzione del parlamento, dove ancora giacciono i provvedimenti annunciati». Così come, ha incalzato Lorusso, «da anni è in corso un sistematico attacco alle fonti».
Senza dimenticare le condizioni di fondo in cui i giornalisti sono costretti a operare: un mercato del lavoro dove il precariato dilagante è un altro fronte di attacco all’informazione. «Giornali e siti di notizie sono sempre più “appaltati” a colleghi precari costretti a lavorare senza tutele e per pochi spiccioli. A scapito della qualità dell’informazione. Questo è un problema che non può riguardare solo il sindacato dei giornalisti, ma deve riguardare governo e parlamento: è un problema di democrazia», ha rilevato il segretario Fnsi.
E ancora: le fake news, lo strapotere dei giganti del web, gli attacchi in rete. E il nodo Ordine. «Serve un Ordine – ha ammonito – che faccia rispettare le regole della professione, che imponga il rispetto dei doveri, perché i giornalisti non hanno solo diritti. Bisogna far capire all’opinione pubblica e alla politica che il giornalista che sbaglia non può restare impunito. Gli errori dei colleghi danneggiano l’intera categoria».
A fronte di tutto ciò, «la politica volge l’attenzione solo a commissariare l’istituto di previdenza. Commissariare l’Inpgi – ha concluso Lorusso – significherebbe commissariare l’informazione e noi questo non possiamo permetterlo. La situazione dell’Inpgi è la conseguenza delle condizioni del mercato dell’editoria e del lavoro. È questo il tema da affrontare. Chi ha il potere di fare le regole dica chiaramente: crede che l’informazione italiana vada lasciata morire lentamente? Non possiamo permetterlo. Esiste nella politica italiana chi vuole affrontare i nodi dell’articolo 21 della costituzione? Noi siamo pronti al confronto».
Fra i relatori del corso di formazione anche Giovanni Tizian, del Domani, che si è soffermato sulle azioni temerarie “preventive” come metodo per impedire la divulgazione di inchieste; l’avvocato Giulio Vasaturo; Graziella Di Mambro, del direttivo di Articolo21; Paola Spadari, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio; il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti.
«Querele bavaglio, fonti violate, iniquo compenso ai precari, minacce ai cronisti – ha snocciolato Giulietti –, a fronte di tutto questo assistiamo al silenzio delle istituzioni. Il sindacato c’è, è pronto a fare la sua parte. Se ci sarà richiesto ci costituiremo parte civile nei processi contro chi minaccia cronisti e giornali. Siamo già scesi in piazza per denunciare i rischi per l’informazione. Se non ci saranno provvedimenti urgenti sarà necessario convocare davanti ai palazzi delle istituzioni croniste e cronisti sotto scorta, minacciati, aggrediti mentre svolgono il loro lavoro e alzare il livello dello scontro per ottenere risposte concrete».
Premio ‘Angelo Maria Palmieri’ X edizione, elaborati entro il 5 aprile
Torna il premio giornalistico “Angelo Maria Palmieri”, promosso da Fiaba Onlus e dalla Biblioteca e Associazione Culturale “Angelo Maria Palmieri” in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo. Il premio, giunto alla X edizione, è intitolato al giornalista a lungo alla guida dell’ufficio stampa di Fiaba Onlus, scomparso a soli 30 anni nel 2011.
Il concorso è riservato ai giornalisti professionisti, pubblicisti, praticanti e agli studenti iscritti alle scuole e master di giornalismo riconosciuti dall’Ordine nazionale ed è ispirato ai valori che hanno contraddistinto la vita del giovane giornalista: la correttezza e l’obiettività nell’informazione e l’impegno sociale.
Saranno premiati i tre migliori articoli o servizi radiotelevisivi che abbiano affrontato tematiche importanti per la diffusione dei valori etici della professione come la tutela dei diritti umani, il superamento di tutte le barriere, le pari opportunità, il femminicidio, il bullismo e cyberbullismo, l’integrazione sociale, le nuove povertà, la convivenza civile.
Gli articoli e/o i servizi devono essere stati pubblicati o trasmessi tra il 1° marzo 2021 e il 30 marzo 2022. Gli elaborati devono essere inviati entro il 5 aprile 2022 a ufficiostampa@fiaba.org.
PER APPROFONDIRE
Il bando, la scheda di partecipazione e tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito web fiaba.org.
‘È l’agenzia, bellezza!’ e ‘Pezzi di storia’, il 26 ottobre doppia presentazione in Fondazione Murialdi
Martedì 26 ottobre 2021, alle 17, nella sala conferenze della Fondazione Murialdi, via Augusto Valenziani 10/A-11, presentazione dei libri “È l’agenzia, bellezza! Storia, teoria e tecnica del giornalismo d’agenzia” (seconda edizione) e “Pezzi di storia”, editi da Istimedia, di cui sono autori e curatori Stefano Polli, vicedirettore dell’Ansa e Cesare Protettì, già direttore del Master di giornalismo della Lumsa.
Oltre agli autori sarà presente anche Max Lanzi, direttore dell’agenzia ADG Informa e di Istimedia, la nuova denominazione della casa editrice del Centro di documentazione giornalistica di piazza di Pietra a Roma che con il libro “Pezzi di storia” inaugura la nuova collana “Reporter”. Al libro hanno contribuito, con le loro testimonianze, una quarantina di giornalisti di varie agenzie di stampa italiane e straniere.
Il segretario generale della Fondazione, Giancarlo Tartaglia, introdurrà gli interventi degli autori e dell’editore, Max Lanzi. Sarà presente anche l’ex direttore dell’Ansa Giampiero Gramaglia, che ha dato un importante contributo ai due libri.
Per partecipare è necessario il green pass ed è obbligatoria la prenotazione alla mail della Fondazione fondazionemurialdi@tiscali.it. È prevista la diretta streaming della presentazione sulla pagina Facebook della casa editrice.
Odio social contro l’associazione Giulia Giornaliste, la solidarietà di Cpo Fnsi e Cpo Usigrai
Cpo Fnsi e Cpo Usigrai «denunciano, con forza, i segnali sempre più allarmanti che si susseguono in questi giorni, messaggi di odio contro giornalisti e soprattutto, giornaliste, nei confronti delle quali si aggiungono attacchi di contenuto sessista».
Le Commissioni, inoltre, «esprimono solidarietà all’associazione Giulia Giornaliste, che sta subendo aggressioni di ogni tipo sulla sua pagina Facebook dopo avere espresso la propria solidarietà a Laura Boldrini, pesantemente insultata dopo la pubblicazione del suo libro. Una situazione preoccupante – concludono Cpo Fnsi e Cpo Usigrai – che richiede un intervento, anche normativo, urgente prima che gli odiatori passino dalle parole ai fatti».