Archivio mensile:Ottobre 2018

Giornalisti minacciati: riunito a Roma il coordinamento di Polizia, Fnsi e Ordine sugli atti intimidatori

Il direttore centrale della Polizia Criminale Nicolò D’Angelo


Si è tenuta oggi, martedì 30 ottobre 2018, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, a Roma, la prima riunione del nuovo organismo permanente di supporto al ‘Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti’.
Il tavolo tecnico, presieduto dal vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza – direttore centrale della Polizia Criminale Nicolò D’Angelo, è stato istituito quale sede privilegiata di confronto tra referenti del mondo dell’informazione e rappresentanti delle forze di polizia, al fine di individuare a livello operativo, e con riferimento al fenomeno delle minacce ai giornalisti, gli interventi più idonei a contrastare le criticità.
Dell’organismo fanno parte i rappresentati delle forze di polizia, della Fnsi (presente all’incontro il segretario generale Raffaele Lorusso) e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (rappresentata dal consigliere Gianni Stornello), con il compito di effettuare un costante monitoraggio, anche con l’ausilio del Servizio Analisi Criminale, degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti; proporre iniziative e strategie di prevenzione e contrasto del fenomeno ed elaborare strumenti di intervento operativo.
Nel corso della riunione sono state analizzate recenti situazioni che hanno visto come bersaglio alcuni giornalisti. Sono state, inoltre, esaminate alcune proposte finalizzate ad un più attento monitoraggio delle fattispecie in esame e sono state condivise iniziative di collaborazione più efficace tra il mondo della stampa e le forze di polizia.

Mattarella: «Pluralismo e libertà di opinione imprescindibili per un Paese civile». Fnsi e Cnog: «Grazie presidente»


 
«L’irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica: il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Servizio informazione religiosa in occasione dei trent’anni dalla fondazione.
In tre decenni di vita, prosegue il Capo dello Stato, l’agenzia di stampa «si è conquistata, da parte degli operatori dell’informazione e dell’intera società italiana, rispetto e credibilità nell’esercizio della sua missione di veicolare nel vasto mondo dei media, vecchi e nuovi, l’informazione relativa alla Chiesa cattolica italiana e la osservazione delle vicende del Paese nel solco del giornalismo di ispirazione cristiana».
Fnsi e Ordine: «Grazie presidente. Non assisteremo in silenzio a questa offensiva contro la libertà di informazione»
«”Il pluralismo e la libertà di opinione sono condizioni imprescindibili per un Paese civile, come afferma la nostra Costituzione”. La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti ringraziano il presidente Mattarella che, per la quarta volta nel giro di pochi giorni, ha sentito il bisogno di richiamare l’attenzione collettiva sul valore della libertà di informazione, architrave di ogni ordinamento democratico. Parole, le sue, ancora più significative perché racchiuse nel messaggio inviato alla Sir, agenzia di informazione religiosa, a qualche ora dall’annuncio della chiusura dei fondi di garanzia a sostegno del pluralismo editoriale e dai reiterati attacchi contro giornalisti e giornali del gruppo Gedi. Non assisteremo in silenzio a questa offensiva contro l’articolo 21 della Costituzione e contro la pluralità delle voci e, nelle prossime ore, proporremo a tutte le parti sociali e a tutte le associazioni interessate alla tutela del diritto ad informare e ad essere informati di promuovere tutte le iniziative necessarie a contrastare un disegno intollerante e intollerabile». Lo affermano, in una nota, Fnsi e Ordine dei giornalisti.
PER APPROFONDIRE
Di seguito il messaggio del presidente Mattarella in occasione dei 30 anni della Agenzia Sir.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 30 anni della Agenzia Sir ha inviato al direttore, Vincenzo Corrado, il seguente messaggio:
«In tre decenni di vita l’agenzia di stampa Servizio Informazione Religiosa si è conquistata, da parte degli operatori dell’informazione e della intera società italiana, rispetto e credibilità nell’esercizio della sua missione di veicolare nel vasto mondo dei media, vecchi e nuovi, l’informazione relativa alla Chiesa Cattolica italiana e la osservazione delle vicende del Paese nel solco del giornalismo di ispirazione cristiana.
A quanti ogni giorno sono impegnati in questa esperienza, a narrare, analizzare criticamente le vicende della nostra vita politica e istituzionale, a evidenziare le pratiche delle forze vive che caratterizzano l’Italia, va il mio saluto augurale.
Voce autorevole della Conferenza episcopale, il Sir, con la sua attività, svolge una attenta e puntuale opera di raccordo con le diocesi italiane e, tramite la rete dei settimanali locali, interpreta il territorio nazionale in un’ottica peculiare.
Un’opera che si allarga anche al resto dell’Europa e alle zone del mondo più remote ed escluse, favorendo il diritto all’espressione e alla conoscenza.
Uno sforzo quotidiano che merita apprezzamento.
L’irrobustimento delle voci espressive di identità e realtà rappresenta un servizio reso alla intera comunità della Repubblica: il pluralismo e la libertà delle opinioni sono condizioni imprescindibili per un paese civile, come afferma la nostra Costituzione.
In questo spirito desidero esprimere l’augurio che il vostro lavoro continui ad essere un contributo importante a una corretta informazione basata sul rispetto reciproco e sulla affermazione dei diritti della persona e delle comunità, valori su cui si fonda la nostra convivenza».

Querela temeraria contro Paolo Borrometi per il suo libro, Fnsi e Cnog al fianco del collega

Paolo Borrometi a Napoli con gli uomini della sua scorta


«Neanche il tempo di fare capolino in libreria e il libro ‘Un morto ogni tanto’, scritto dal giornalista Paolo Borrometi, è finito nel mirino di chi vuole impedire ai giornalisti di fare il proprio lavoro e ai cittadini di conoscere storie vere di mafia e di mafiosi». A dare la notizia sono Fnsi e Cnog che, in una nota congiunta, spiegano: «Ventiquattr’ore dopo l’uscita del libro-denuncia, al collega Borrometi è stata annunciata la prima querela con richiesta di risarcimento da parte di un ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana che professa la propria estraneità ai fatti riportati».
Preseguono sindacato e Ordine: «Riteniamo che in questo, come in tutti gli altri casi che ha denunciato, attirandosi le ire di pezzi di clan mafiosi che progettavano anche un attentato ai suoi danni, il collega Paolo Borrometi abbia agito con rigore professionale. I fatti da lui riportati trovano riscontro in atti giudiziari e in inchieste della magistratura. Siamo certi che anche questa nuova azione annunciata contro di lui si risolverà nel nulla esattamente come le altre».
Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei giornalisti confermano che continueranno ad essere al fianco del collega Borrometi. «Questa vicenda – incalzano – conferma la necessità, più volte sostenuta e ribadita dalla Fnsi, di approvare una norma di legge che sanzioni chi fa un uso temerario della giustizia contro i giornalisti. Minacciare e intimidire i cronisti con querele bavaglio significa attaccare l’articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati».
Per questo, concludono i rappresentanti dei giornalisti, «è auspicabile che gli interventi di parlamento e governo vadano nella direzione della difesa del diritto di cronaca e del rafforzamento delle tutele e dei diritti del lavoro giornalistico, piuttosto che concentrarsi in atti chiaramente ritorsivi, come il taglio dei contributi ai piccoli giornali e alle emittenti televisive locali, che indeboliranno il pluralismo dell’informazione causando la perdita di migliaia di posti di lavoro».
IL RACCONTO DI PAOLO BORROMETI
Anche i “santi” querelano, proprio così. Sono passate appena 24 ore dalla pubblicazione del mio libro “Un morto ogni tanto”, cari amici, che puntuali arrivano le prime minacce di querela a me e al mio editore.
> In alcune pagine del libro ho raccontato le vicissitudini di un noto deputato eletto all’assemblea regionale siciliana, agli arresti per voto di scambio con la mafia fino a pochi mesi fa, quando il tribunale del Riesame ha poi stabilito che aveva sì comprato i voti ma non con la complicità della criminalità organizzata, ed è stato rimesso in libertà. Da allora è stato peraltro velocissimo nell’aggiudicarsi – ad occhio e croce – almeno altre due denunce, che si sono solo aggiunte a una lunga lista. Mi riferisco al tanto indiscusso quanto chiacchierato ras delle preferenze siracusano: l’Onorevole Giuseppe Gennuso.
> A poche ore dall’uscita del mio libro ecco arrivare puntuale un suo comunicato stampa: nessuna sorpresa da parte mia nel leggerlo, lo confesso. Pur sapendo che è persona avvezza alle querele – la macchina del fango a dire di alcuni è sempre calibrata male, non posso tacere lo stupore che invece ho provato nel veder attribuito da parte dell’onorevole Gennuso al mio impegno giornalistico un peso di così grande rilievo nel diffamare la sua persona, ledendone immagine e credibilità. Il tutto senza neanche leggere cosa scrivo nel libro. Nonostante mesi addietro mi abbia pubblicamente riconosciuto valide capacità professionali e una buona dose di coraggio nel denunciare mafia e malaffare, con tutto il rispetto per il ruolo che ricopre non crede forse Onorevole che stia attribuendomi un’importanza davvero eccessiva e immeritata? La sua scheda biografica parla da sola, ad arricchire la sua corona non sono certo le mie pagine. Come del resto non è frutto del mio ingegno o della mia creatività l’appellativo con cui è affettuosamente apostrofato dai suoi sostenitori, u Santo Nostro (fra cui ricordo generi e amici di generi di capimafia), anche quello se l’è guadagnato sul campo da solo, converrà con me. Per lei non c’è stata mai alcuna condanna, si è sempre e solo trattato di pinzellachere, attacchi mediatici strumentali mossi contro la sua persona, la sua corona brilla davanti alla legge, non serve nemmeno che me lo stia a ricordare. Ma venendo ai punti per cui si riserva di presentarmi querela mi permetta una considerazione: da quanto leggo nel suo comunicato stampa la società di cui oggi è ancora socio, ben inteso sempre che anche le visure camerali non complottino contro di lei, non si è avvalsa dei professionisti di cui scrivo perché all’interno del suo gruppo ha chi ne gestisce la contabilità. Me lo lasci dire, non mi sembra una grande presa di distanza, Onorevole Gennuso: indipendentemente dalla data d’inizio della sua partecipazione societaria, mi permetta ma dalle sue stesse parole credo suoni chiaro e evidente anche a chi non conosce le sue infinite traversie con le forze dell’ordine e la magistratura che tra lei e i commercialisti delle società dei familiari di Messina Denaro non ci sia mai stata alcuna rottura. A volte dopo un trasloco si ha la sfortuna di trovare dei topi in casa. Per carità, nessuno mette in discussione che questi l’abitassero già, o quanto siano o no importanti le norme igieniche per i precedenti inquilini (pur trattandosi magari di congiunti), ma è buona e comune prassi in genere preoccuparsi di disfarsene al più presto, non credo solo da parte dei paladini dell’antimafia. E se si mette del formaggio, deputato, è solo nella loro trappola e per il medesimo fine. Con quel formaggio, non ci si pasteggia.

Il taglio dei contributi all'editoria in legge di bilancio. Fnsi e Cnog: «Decisione di inaudita gravità»


«È di inaudita gravità la decisione di inserire il taglio dei contributi all’editoria nello schema della legge di bilancio annunciata dal sottosegretario Vito Crimi nel corso di una riunione tenutasi al Mef». Lo affermano, in una nota congiunta, Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei giornalisti.
«La volontà di procedere unilateralmente, senza neanche il confronto preventivo con le parti sociali – spiegano – dimostra che non si tratta di una decisione politica, ma di un atto di ritorsione contro l’informazione e i giornalisti. Non potendo colpire i grandi giornali, il sottosegretario si accanisce contro giornali che sono il punto di riferimento per intere comunità locali e contro piccole cooperative di giornalisti. Il disegno è quello di impedire ai cittadini di conoscere per provare a manipolarne orientamenti e consensi attraverso le piattaforme digitali».
Un modello inaccettabile, concludono Fnsi e Cnog, «perché punta a indebolire la democrazia e che come effetto immediato avrà quello di privare dell’informazione intere comunità e distruggere qualche migliaio di posti di lavoro, compreso l’indotto. Un epilogo disastroso frutto di una chiara avversione all’informazione da parte di chi, come il sottosegretario Crimi, nulla ha fatto fino ad oggi, al di là delle parole, per combattere il precariato nel mondo dell’informazione».

Inpgi, via libera agli sgravi contributivi per l'assunzione di giornalisti under 35


In arrivo sgravi contributivi per chi assume giovani giornalisti. Al fine di estendere anche nel settore giornalistico le misure di incentivo all’occupazione introdotte per la generalità dei lavoratori con la legge di bilancio per il 2018, il Consiglio di amministrazione dell’Inpgi ha deciso di recepire nel proprio ordinamento interno gli sgravi contributivi previsti dalla legge 205 del 2017.
Tale misura, si legge sul blog Inpginotizie.it, prevede in particolare l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati in relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti con decorrenza dal 2018. L’esonero contributivo è riconosciuto, per la durata massima di 36 mesi, nella misura del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di un importo pari a 3 mila euro su base annua.
Il beneficio è riconosciuto in favore dei datori di lavoro che assumano a tempo indeterminato lavoratori di età inferiore a 35 anni, a partire dal 1° gennaio 2018; di età inferiore a 30 anni, se l’assunzione viene effettuata nel 2019.
Lo sgravio, nel rispetto del limite di età, spetta anche in caso di conversione a tempo indeterminato di un contratto a termine.
Per beneficiare dell’esonero contributivo l’impresa non deve aver effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti all’assunzione e non licenziare, nei sei mesi successivi, il giovane, pena la revoca del beneficio.
Dato che gli oneri derivanti dalla riduzione del gettito contributivo conseguente al riconoscimento degli sgravi trovano copertura a carico del Bilancio dello Stato, l’Inpgi potrà ottenerne il rimborso.
Le disposizioni varate dal Consiglio di amministrazione, conclude InpgiNotizie, troveranno attuazione solo successivamente all’approvazione della delibera da parte dei ministeri vigilanti.

Liti temerarie e tutela delle fonti, presentati due ddl in Senato. Fnsi: «Auspichiamo un ampio fronte parlamentare»


«Due provvedimenti a tutela della libertà di informazione e del lavoro giornalistico sui quali auspichiamo ampia convergenza in Parlamento e che restano aperti ai contributi dei rappresentanti dei giornalisti italiani». Con queste parole Primo Di Nicola, primo firmatario dei due testi, ha presentato nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama i disegni di legge inviati oggi, 2 ottobre 2018, alla presidenza del Senato rispettivamente in materia di liti temerarie e di tutela dell’identità delle fonti giornalistiche.
«Su 100 richieste di risarcimento ai danni di giornalisti – ha spiegato il senatore Di Nicola – 40 sono infondate. Ciononostante, le minacce di richieste milionarie si trasformano in vere e proprie intimidazioni che impediscono ai giornalisti di fare serenamente il proprio lavoro. Oggi minacciare una citazione milionaria costa zero perché anche se il querelante perde non deve lasciare nulla».
Se venisse approvato il disegno di legge, il giudice avrebbe invece la possibilità di condannare chi ha avanzato la richiesta temeraria a pagare non meno della metà della somma chiesta come risarcimento.
«Con il secondo provvedimento – prosegue il primo firmatario – cerchiamo di mettere in sicurezza il segreto professionale, che oggi esiste solo sulla carta, dato che molto spesso i giornalisti sono costretti a rivelare davanti a un giudice le loro fonti. Entrambi gli interventi sono attesi e promessi da anni. È giunto il momento che il Parlamento faccia quello scatto che finora non c’è stato».
Con Di Nicola, ad illustrare i disegni di legge in conferenza stampa anche i senatori Gianluigi Paragone ed Elio Lannutti. Presenti anche i rappresentanti di Federazione nazionale della Stampa italiane e Ordine nazionale dei giornalisti.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha auspicato che si compatti in Parlamento «il fronte trasversale che ha a cuore questi temi», potendo così arrivare ad approvare delle norme che, ha incalzato, «si rifacciano ai principi stabiliti già da tempo dalla Corte europea dei diritti umani. Sanzionare chi promuove una richiesta di risarcimento danni infondata nei confronti di un giornalista con una pena pecuniaria non inferiore al 50 per cento dell’importo richiesto al cronista è una norma di civiltà».
Sulla tutela del segreto professionale, Lorusso ha poi ricordato i casi di perquisizione in redazione e i sequestri degli strumenti di lavoro finalizzati a risalire alle fonti in caso di fughe di notizie dai palazzi di giustizia. «Ma i giornalisti – ha detto – sono tenuti a dare le notizie, non a nasconderle. La segretezza delle indagini devono garantirla gli inquirenti, non i cronisti».
Sia Lorusso che il presidente del Cnog, Carlo Verna, hanno infine sollevato la questione delle azioni in sede penale, ribadendo che l’abolizione del carcere in caso di diffamazione a mezzo stampa consentirebbe all’Italia di risalire di almeno una ventina di posizioni nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa.
Anche il senatore Paragone e il senatore Lannutti hanno ricordato come troppo spesso i giornalisti che fanno inchieste si trovano in una condizione di debolezza rispetto a chi ha a disposizione importanti studi legali e ingenti disponibilità economiche. «Questi provvedimenti vogliono anche dare fiducia ai giovani che credono nel giornalismo di inchiesta pur non avendo alle spalle editori disposti ad assumersi il minimo rischio», ha detto Paragone.
E Lannutti ha concluso: «Occorre porre fine alla lesione alla libertà di stampa rappresentata dalle liti temerarie. Qui non c’è maggioranza o opposizione, c’è da difendere la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad avere una informazione libera».
«I due disegni di legge su liti temerarie e segreto professionale – è infine il commento del segretario generale Lorusso e del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti – rappresentano un passaggio importante verso la soluzione di due problemi che indeboliscono la libertà di stampa e il diritto di cronaca. Nell’ottica di contribuire a migliorare il quadro legislativo generale, la Fnsi promuoverà nelle prossime settimane una iniziativa di confronto e approfondimento con tutti i parlamentari sensibili a queste problematiche, a cominciare da coloro che si sono fatti promotori di analoghe iniziative volte a salvaguardare il diritto di cronaca, la libertà dei cronisti e il diritto dei cittadini ad essere informati».

Tagli ai contributi, in Campania rischiano di chiudere sei giornali e tre tipografie

«Sei giornali e tre tipografie rischiano di chiudere in Campania per l’eventuale taglio al contributo pubblico per l’editoria, centinaia di lavoratori tra dipendenti e indotto si troveranno senza occupazione. Un danno enorme al sistema dell’informazione regionale che perderebbe dei punti di riferimento storici: l’unico giornale cartaceo del Sannio, l’unico della provincia di Avellino, l’unico nella provincia di Caserta, il giornale di riferimento nell’area vesuviana, il giornale più antico del Sud dell’Italia postunitaria. Un patrimonio che rappresenta un pilastro di democrazia e di garanzia per i cittadini. I fondi per l’editoria, che costano agli italiani meno di un euro all’anno, garantiscono il pluralismo dell’informazione che, altrimenti, resterebbe nelle mani di quattro grandi gruppi editoriali. Anche altri Paesi europei finanziano i giornali e lo fanno con risorse più cospicue. È evidente che l’attacco dei Cinque stelle alla carta stampata ha solo un obiettivo, non quello di razionalizzare la spesa, ma quello di cancellare delle voci libere e un mercato, quello pubblicitario, che sarebbe dirottato sul web. Difendere il contributo pubblico non deve essere una lotta di corporazione, ma una battaglia di civiltà per garantirsi la possibilità di essere più liberi». È quanto afferma il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri.

«Alcuni strumenti sono stati sperimentati con successo in questi anni. Penso alla stampa e all’editoria in lingua italiana all’estero per la quale è indispensabile il sostegno pubblico, penso alle traduzioni, alla produzione di contenuti audiovisivi, in cui può utilmente giocare un ruolo la Comunità Radiotelevisiva Italiofona». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella in occasione degli Stati generali della Lingua italiana al Quirinale.
Riflessioni che trovano il pieno accordo del sindacato e dell’ordine nazionale dei giornalisti. «Per l’ennesima volta – commentano Federazione nazionale della Stampa italiana e Odg – diciamo grazie al presidente della Repubblica, che ha sentito il bisogno di sottolineare l’importanza di sostenere, anche economicamente, le testate che raccontano l’Italia alle nostre comunità nel mondo. Questa esigenza deriva dallo stesso articolo 21 della Costituzione e dall’obbligo di dare voce alle diversità politiche, sociali, civili, religiose così come previsto dalle leggi sull’editoria».
Inoltre, concludono Fnsi e Ordine, «qualsiasi ipotesi di abrogazione di ogni forma di sostegno a queste realtà, così come alle testate espressioni di piccole comunità o di orientamenti culturali o religiosi, rappresenta un tentativo di colpire differenze e diversità e di consegnare la libertà di espressione o ai soliti noti o ai signori della rete che puntano a sopprimere la funzione critica e il libero esercizio della professione giornalistica».

Pagani Ambiente, gara al ribasso per l'addetto stampa, il SUGC: basta caporalato nella pubblica amministrazione


Il Sindacato unitario giornalisti della Campania chiede l’immediato ritiro del bando per “addetto stampa” dell’azienda speciale “Pagani Ambiente”. La società partecipata del Comune di Pagani cerca una persona superqualificata (giornalista, laureato, con esperienza nella pubblica amministrazione), che di fatto deve avere ruolo di responsabile dell’ufficio stampa, ma propone una gara al ribasso dove il prezzo di partenza è di 700 euro lordi al mese. Una somma assolutamente inappropriata alle mansioni svolte, visto che un impiegato pubblico con la stessa qualifica è inquadrato nella categoria “D”. A questo si aggiunge il fatto che al giornalista viene richiesto di “garantire disponibilità di giorni ed orario; attitudine e motivazione” e anche di lavorare da casa “tramite l’utilizzo di telefono e mezzi informativi di sua proprietà” al fine di “garantire tempestività e continuità delle prestazioni”. Insomma, un lavoro a tempo pieno, senza orari, e di grande responsabilità, ma pagato circa 15 euro netti al giorno, meno di quanto prende un immigrato per la raccolta dei pomodori. È vergognosa questa forma di caporalato nella pubblica amministrazione. Il Sindacato ritiene la gara altamente lesiva della professionalità dei colleghi e si opporrà in tutte le sedi contro tale bando.

CIAO GIANPAOLO


 
Apprendiamo con profondo dolore della morte di Gianpaolo Necco. Consigliere nazionale della Fnsi e dell’Unaga (Unione nazionale delle Arga regionali), fondatore insieme con Franco Landolfo dell’Arga Campania, gruppo di specializzazione del sindacato al quale si era dedicato con tutto se stesso e del quale curava personalmente il sito internet. Gianpaolo è stato tra i colleghi che hanno creduto dalla prima ora nella nascita del nuovo sindacato dei giornalisti in Campania, ha partecipato attivamente alle iniziative dell’Associazione e per i giovani ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante. Aveva partecipato con entusiasmo anche alle ultime elezioni dei delegati al Congresso della Stampa italiana, come capolista, riuscendo ad essere eletto. Ha sempre creduto che la professione di giornalista dovesse fondarsi su principi solidi di onestà e rigore. Lascia un vuoto immenso. Il segretario Claudio Silvestri, il presidente Armando Borriello, il consigliere nazionale Gerardo Ausiello e il direttivo tutto si stringono ai figli in un grande e affettuoso abbraccio. Ciao Gianpaolo, non ti dimenticheremo.
La salma sarà portata, per l’ultimo saluto in via XXXI Maggio 94 a Frattamaggiore, mentre i funerali si terranno domani 23 ottobre alle ore 11.30 nella chiesa di San Rocco, sempre a Frattamaggiore.

Pec gratis per gli iscritti al SUGC


Pec gratis per tutti gli iscritti al Sindacato unitario giornalisti della Campania in regola con le quote sociali. La legge prevede l’obbligo per i professionisti di avere una casella di posta certificata per comunicare con la pubblica amministrazione. Ma sono ancora pochi i colleghi che ne hanno acquistata una.
Il SUGC gestisce autonomamente un proprio dominio, “@pecpress”. I colleghi che volessero attivare la propria casella devono compilare il modulo e inviarlo con una copia della carta di identità all’indirizzo segreteria@sindacatogiornalisti.it, oppure compilarlo presso lo sportello della segreteria.
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