Archivio mensile:Aprile 2017

La Città di Salerno, giornalisti pronti allo sciopero

Il Sindacato unitario giornalisti della Campania è al fianco dei colleghi de La Città, che hanno proclamato lo stato di agitazione, affidato al Cdr la gestione di un pacchetto di 7 giorni di sciopero e chiesto un incontro urgente all’azienda. Il Sugc, che è impegnato senza sosta a difendere i diritti dei colleghi e sta facendo ogni sforzo di mediazione per trovare una soluzione alla vertenza, esprime forte preoccupazione per i tagli al costo del lavoro e per il piano di riorganizzazione proposti dall’azienda, che meno di sei fa si era impegnata al tavolo con Fnsi e Fieg non solo a non toccare gli stipendi dei lavoratori ma anche a investire per il rilancio e la crescita del quotidiano. Sorprende il fatto che, di fronte alla disponibilità e al senso di responsabilità mostrati dalla redazione, la proprietà abbia risposto con una rigidità incomprensibile, che non aiuta la trattativa in corso. In qualsiasi piano di riorganizzazione la centralità della redazione non può essere mai messa in discussione. L’impiego di service esterni può essere utile alla fattura del giornale nell’ottica di un contributo ma in nessun modo può essere sostitutivo di servizi fondamentali in capo alla redazione, a partire dalla fattura del sito Internet. Il Sugc invita dunque la Edizioni Salernitane a riconsiderare le proprie posizioni nell’interesse del giornale che negli ultimi mesi, grazie allo sforzo dei colleghi e della direzione, è riuscito nell’impresa di incrementare la raccolta pubblicitaria e il numero di copie vendute, in controtendenza con quanto avviene oggi nel mercato editoriale.
il documento dell’assemblea dei redattori de “la Città”
L’Assemblea dei redattori del quotidiano “la Città”, convocata in seduta straordinaria ieri pomeriggio, nel ribadire la forte preoccupazione sul già contestato “piano industriale” – che al momento prevede solo tagli e nessun investimento – illustrato per iscritto dalla società editrice al comitato di redazione lo scorso 26 aprile c.a., ha deciso all’unanimità di proclamare lo stato di agitazione e ha dato mandato al Cdr di gestire un primo pacchetto di sette giorni di sciopero.

La redazione, che in venti anni di duro lavoro ha consentito a questo quotidiano di conquistare il primato delle vendite nella provincia di Salerno, accompagnato anche dalla leadership della raccolta pubblicitaria, si oppone allo smembramento del prodotto editoriale “la Città” e respinge fermamente la proposta di affidare all’esterno il confezionamento del sito web e di settori strategici dell’informazione locale.
A fronte di una disponibilità manifestata a riconsiderare gli accordi economici aziendali già esistenti sul lavoro domenicale, la redazione contesta all’azienda lo slittamento dell’incontro per la definizione delle trattative in corso, nonostante dal 2 maggio p. v. cessi la fornitura delle pagine e dei servizi nazionali da parte del Gruppo Editoriale l’Espresso, dopo che è già venuto meno il supporto delle agenzie di stampa e fotografiche Ansa, LaPresse, Italpress e 9 Colonne.
La redazione, pertanto, sollecita all’azienda un incontro urgente, nella giornata di martedì 2 maggio p. v., per sgomberare il campo da comunicazioni equivoche, contraddittorie e allarmanti – filtrate nelle ultime ore – sulla gestione degli accessi al sistema editoriale dall’esterno della redazione e per avere assicurazioni sul rispetto delle procedure sindacali e sui diritti acquisiti dai redattori al momento della cessione del ramo d’azienda da parte del Gruppo Editoriale l’Espresso Spa alla Edizioni Salernitane Srl.

Giornata della libertà di stampa, presidio ad Aversa


In occasione della XXIV Giornata mondiale della libertà di stampa, mercoledì 3 maggio, alle ore 15.30, nell’ambito delle manifestazioni promosse dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, si terrà un sit-in ad Aversa in piazza Principe Amedeo, lato villa comunale. Una iniziativa organizzata dal Sindacato unitario dei giornalisti della Campania con l’Ordine dei giornalisti della Campania e Articolo21, per sensibilizzare i cittadini su un’emergenza del territorio e che vede sempre più spesso i giornalisti bersaglio facile di violenti; camorristi e di querele temerarie.
Ad Aversa è avvenuta l’ultima aggressione, in ordine di tempo, a giornalisti. Nei mesi scorsi abbiamo registrato altri episodi di minacce e aggressioni, e sono ben quattro le persone sotto scorta per minacce che arrivano dai clan camorristici della zona. È importante attivare una “scorta mediatica” sui fatti che scatenano le minacce e sensibilizzare i cittadini perché la libertà di informazione sia difesa in ogni modo.
 

Pensionati, chiarimenti sulla ex fissa

Si è tenuta una riunione di Giunta esecutiva della Fnsi con i rappresentanti delle AA.RR.SS. sulla “ex fissa”. Questo il resoconto della riunione alla quale ha partecipato Armando Borriello, presidente del C.D. del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania,
PREMESSA
La cosiddetta “ex fissa” è quella indennità speciale che il giornalista matura, oltre al Tfr; e che veniva pagata in un’unica soluzione al termine della carriera unitamente alla liquidazione.
Essa è il frutto di un accordo stipulato tra la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e la Federazione italiana editori dei giornali (Fieg) stipulato nel 1985.
Tuttavia, con il passare degli anni, il Fondo complementare relativo alla ex fissa si è via via impoverito per il divario crescente fra uscite (prestazioni) ed entrate (aliquota a carico delle aziende).
Si è deciso, perciò, con un accordo del 2010 tra Fnsi e Fieg di  procedere a una revisione della “ex fissa”. Ma, anche questa intesa non è bastata a tenere in equilibrio  i conti del Fondo, per cui con un’ulteriore intesa del 2014 le due Federazioni interessate hanno deciso di procedere al superamento della forma autonoma di prestazioni integrative  prevedendo un regime transitorio di prestazioni che comporta:
1) Il mantenimento del diritto di percepimento della prestazione integrativa maturata per quei giornalisti, titolari del diritto, che abbiano fatto domanda di liquidazione all’Inpgi o che abbiano maturato il diritto all’accantonamento secondo la Convenzione del 1985 entro la data di sottoscrizione dell’accordo del 2014 (24 Giugno).
2) Ai giornalisti di cui al precedente punto 1: l’importo maturato viene e verrà rateizzato per un periodo indicativo di 12 annualità tenendo conto della sostenibilità della gestione.
I termini dell’accordo del 2014, caso per caso, sono consultabili presso la sede del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania o possono essere scaricati dal sito dell’Inpgi alla voce “Ex fissa”.
Un’ulteriore convenzione Fnsi-Fieg del 31 luglio 2014 è anch’essa consultabile nella sede del Sugc o scaricabile dal sito dell’Inpgi, sempre nella parte “Ex fissa”.
E’ parimenti consultabile il verbale della Commissione paritetica che fissa i criteri di rateizzazione della “Ex fissa” nella sede del Sugc o sul sito dell’Inpgi alla voce “Ex fissa”.
RIUNIONE GIUNTA FNSI DEL 5 APRILE 2017.
Poiché  la sostenibilità del Fondo “Ex fissa” è in bilico la Fnsi ha consultato e dato mandato di mettere a punto un calcolo attuariale presso lo studio Micocci & Partners per redigere, d’intesa con la Fieg, un quadro regolamentare affinché i giornalisti in pensione o al lavoro che abbiano maturato il diritto possano,  su base volontaria, usufruire di strumenti ulteriori a tutela del loro diritto di percepire la “ex fissa”.
Pertanto, ribadendo la assoluta volontarietà della scelta, si procederebbe a un’ulteriore regime di liquidazione della somma maturata dal singolo giornalista.
I NUOVI CRITERI
1) Si può chiedere la liquidazione della “Ex fissa” in un’unica soluzione o in tempi più stretti della prevista dilazione di 12 anni, alle seguenti condizioni:
a) Liquidazione in un’unica soluzione entro l’anno: si percepisce il 49% della “ex fissa”.
b) Liquidazione entro 3 anni: si percepisce il 53,5% della “ex fissa”.
c) Liquidazione entro 5 anni si percepisce il 59% della “ex fissa”.
 2) Sempre su base volontaria, si può continuare a percepire l’intera “ex fissa” spalmata su 12 anni. Tuttavia, poiché il Fondo a disposizione attualmente approvato dal Ministero competente è di 35 milioni di cui 12 già spesi, restano 23 milioni a disposizione dell’Inpgi che è l’ente preposto all’erogazione delle somme “ex fissa”.
Pertanto, qualora il Fondo esaurisca le risorse e in attesa della ricostituzione annua di esso tramite contributi degli editori e dei singoli giornalisti, si potrebbe verificare anche il caso che i 12 anni di rateizzazione previsti, si allunghino fino a 15 anni.
O che, come accaduto per il Fondo Casella dei poligrafici, si possa verificare un default che renda estremamente difficile, o addirittura impossibile, incassare la “ex fissa”.
CONCLUSIONI 
Pur preservando il principio della volontarietà della scelta, la Fnsi aprirà una ulteriore “cornice” regolamentare entro la quale trovare un’intesa con la Fieg per disciplinare la materia relativa alla “ex fissa”. La Giunta della Federazione nazionale della stampa italiana ha dato mandato al Segretario Raffaele Lorusso di avviare la trattativa sulla”ex fissa”.
AVVERTENZE
Questo resoconto, molto parziale, è la summa di un rapporto di 32 pagine nel quale è minuziosamente spiegato tutto l’iter procedurale dello studio effettuato con dovizia di scienza.
Per quanto riguarda il ricalcolo e le proiezioni dell’attuario Micocci&Partners, la bozza sulla verifica attuariale del Fondo Ex  Fissa e sulle possibilità a supporto della sostenibilità di esso è consultabile unicamente presso la sede  del Sugc.

Giornalisti aggrediti ad Aversa, emergenza sul territorio

25 Aprile – Una vile e inaccettabile aggressione è avvenuta oggi nel centro di Aversa ai danni di giornalisti che seguono abitualmente la cronaca territoriale. Lidia e Christian De Angelis e il loro padre Renato sono stati riconosciuti da un folto gruppo di persone che sostava in piazza, come giornalisti dal simbolo dell’Ordine  apposto sull’auto che avevano appena parcheggiato. Una decina di persone li ha accerchiati e malmenati urlandogli contro. Nonostante le urla nessuno è corso in loro aiuto se non dopo del tempo. Gli aggressori non sono stati identificati ma lasciati andare. E dopo poco è sopraggiunta un’auto con a bordo una persona armata di una mazza  che li ha minacciati di morte. Tutto è accaduto a mezzogiorno nei pressi della villa comunale.

Ai colleghi e al loro padre, che hanno riportato numerose contusioni, lussazioni, ed escoriazioni, va la solidarietà del Sindacato unitario dei giornalisti campani, SUGC, dell’Ordine dei giornalisti della Campania, e della Commissione lavoro autonomo del sindacato, con l’auspicio che le autorità competenti provvedano al più presto al riconoscimento degli aggressori.

Gabriele Del Grande è libero. La Fnsi: «Grazie a chi si è mobilitato per la sua liberazione»

A dare l’annuncio il ministro Alfano su Twitter. Lorusso e Giulietti: «Ora non smettiamo di chiedere la liberazione degli oltre cento cronisti turchi ancora in carcere. Il 2 maggio in piazza, a Roma, per ribadire “no” al bavaglio turco».
Gabriele Del Grande è libero. Dopo 14 giorni passati in un centro di detenzione in Turchia, il blogger e documentarista italiano è arrivato oggi, lunedì 24 aprile, all’aeroporto di Bologna. «Sto bene – ha detto ai giornalisti all’arrivo a Bologna -. Non mi è stato torto un capello. La più grande difficoltà di questi giorni è stata la privazione della libertà. Sono vittima di violenza istituzionale. Oggi sono libero, ma mando un pensiero caro a tutti i giornalisti che sono ancora in carcere in Turchia e in altri Paesi del mondo».
A dare l’annuncio della liberazione era stato, via Twitter, il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano. «Gli ho parlato adesso sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo», ha scritto il responsabile della Farnesina. E in altro tweet ha precisato: «Questa notte il collega ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu mi ha comunicato la decisione. Lo ringrazio».
Venerdì i legali di Del Grande lo avevano incontrato in carcere, ma le autorità turche non avevano fornito risposte ufficiali ed era stata formalizzata la «detenzione a fini amministrativi» per Gabriele, bloccato «per impedire che sconfinasse in Siria», aveva detto la polizia locale.
In una telefonata con la moglie Alexandra, il documentarista aveva ieri confermato che avrebbe continuato «lo sciopero della fame, iniziato il 18 aprile, fino al momento della libertà. Non mi contestano nulla, ma mi tengono in isolamento. Aiutatemi a tornare a casa», aveva detto.
Del Grande, 34 anni, era stato fermato in Turchia nella zona di Hatay, al confine con la Siria il 10 aprile mentre stava raccogliendo le testimonianze dei profughi per il suo nuovo libro «Un partigiano mi disse». Dopo qualche giorno passato in una guesthouse nella zona di Hatay era stato trasferito in un centro di detenzione a Mugla. Nei giorni scorsi in tutta Italia sono state organizzate manifestazioni per chiedere la sua liberazione.
«Gabriele Del Grande è libero. Grazie a chi ha contribuito alla sua liberazione», è il commento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e il presidente della Fnsi.
«Un grazie alle autorità diplomatiche, che hanno condotto con pazienza e determinazione la trattativa per riportarlo a casa, e un grazie a chi ha sostenuto con grande passione civile la campagna #IoStoConGabriele. Ora non smettiamo di chiedere la liberazione degli oltre cento cronisti turchi ancora in carcere. Anche per loro il 2 maggio saremo in piazza, a Roma, per riaffermare il nostro “no” al bavaglio turco».

Gabriele libero, sit-in davanti alla Mehari di Siani

Articolo 21 sezione Campania, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, l’Ordine dei Giornalisti della Campania, la Fondazione Polis e Libera Campania, martedì 25 aprile dalle 17.30 terranno un sit in di protesta davanti alla Mehari di Giancarlo Siani al museo Pan in via Filangieri per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso di Gabriele Del Grande, il reporter detenuto in Turchia dal 9 aprile senza che alcuna accusa sia stata formalizzata nei suoi confronti ma solo per aver raccontato la verità

Agenzie di stampa, Lorusso: «Dal governo aspettiamo risposte. Ribadiamo il nostro 'no' alla gara europea»

«Abbiamo presentato al ministro e all’esecutivo una proposta che consentirebbe di evitare il bando. Siamo in attesa della risposta». Così il segretario Lorusso a margine di un convegno a Montecitorio. «Mancano – incalza – elementi concreti in direzione del contrasto al precariato e della tutela del lavoro regolare, sia nei decreti attuativi della legge sull’editoria che nel parere della commissione Lavoro della Camera».
Il tavolo di lavoro a cui ha preso parte il segretario Lorusso
 
«Abbiamo presentato al ministro e al governo una proposta che consentirebbe di evitare la strada del bando di gara europeo. Siamo in attesa della risposta del governo». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, interpellato a margine dell’evento sulle fake news organizzato a Montecitorio dalla presidente Laura Boldrini nell’ambito della campagna #BastaBufale.

«In questo momento – ha spiegato – non possiamo che ribadire la nostra netta contrarietà all’ipotesi di gara europea perché questo costituirebbe un unicum in tutta l’Europa e anche una sorta di svilimento della professione giornalistica, perché l’informazione sarebbe messa allo stesso livello di tutti gli altri servizi e invece non stiamo parlando dell’acquisto di cancelleria, stiamo parlando del bene supremo, fondamentale, per la democrazia che è l’informazione».
Inoltre, «qualora ci fosse una gara e ci fossero delle aggiudicazioni, l’esito della gara potrebbe finire sub judice, perché nessuno può escludere ricorsi sia da parte di aziende europee ma anche da parte di aziende italiane che, per esempio, non fossero soddisfatte dell’esito della gara e i ricorsi potrebbero generare incertezza dei tempi sull’erogazione delle risorse nei confronti di quelle aziende che dovessero aver legittimamente acquisito determinati lotti», ha ribadito il segretario generale.
Si creerebbe una situazione di confusione ed incertezza che non farebbe bene a nessuno. E, del resto, il sindacato dei giornalisti ha già chiesto che, al di là dell’aspetto contingente, l’esecutivo cominci a lavorare ad una legge di riordino del sistema.
Le risposte del governo, fa sapere Lorusso, «dovrebbero arrivare a breve. Noi del ministro e del governo abbiamo apprezzato la capacità di ascolto. Ci auguriamo che alla capacità di ascolto segua anche la capacità di accogliere e di far proprie proposte che non vanno nella direzione di privilegiare qualcuno o un settore, ma vanno nella direzione di dare delle risposte comunque serie a quella che è una problematica che riguarda tutte le agenzie di stampa e il pluralismo dell’informazione in questo Paese».
Al momento, però, queste risposte ancora non sono arrivate. «Non ne abbiamo assolutamente colto, ad esempio, nei decreti attuativi della legge sull’editoria, perché ad oggi, al di là delle disponibilità, non c’è alcuna risposta e alcun elemento concreto che vada nella direzione del contrasto al precariato e della tutela del lavoro regolare. Non c’è nulla di tutto questo e non c’è nulla di tutto questo neanche nel parere che una settimana fa è stato reso dalla commissione lavoro della Camera, il che è abbastanza sorprendente considerato che la commissione è presieduta da un ex ministro del Lavoro. Non c’è nulla sull’occupazione, sul contrasto al precariato e questo è preoccupante», ha concluso il segretario Fnsi.
Agenzie di stampa, il Coordinamento dei Cdr: «Lotti risponda alle proposte della Fnsi»
Sono trascorse tre settimane dall’incontro tra il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il ministro Luca Lotti. In quell’occasione, i vertici del Sindacato unitario dei giornalisti ribadirono la contrarietà allo strumento della gara europea per l’acquisto dei servizi dalle agenzie di stampa da parte del governo, chiedendo di valutare le soluzioni alternative già prospettate d’intesa con i comitati di redazione. La Fnsi sottopose inoltre al ministro la possibilità di evitare la gara, sulla base delle disposizioni legislative vigenti che tutelano in modo specifico il pluralismo dell’informazione delle agenzie di stampa.
Il ministro, che si riservò di svolgere ulteriori approfondimenti sulle proposte avanzate dalla Fnsi, non ha ancora comunicato le sue decisioni, prolungando il clima di incertezza nel quale si trova l’intero comparto, a seguito del precedente annuncio dello stesso Lotti.
Nel frattempo, come ha ricordato ieri l’Associazione Stampa Romana in una sua nota, nei due rami del Parlamento sono state presentate due mozioni parlamentari, sottoscritte da 150 fra deputati e senatori di maggioranza e di opposizione, per chiedere al governo di aprire un confronto con i giornalisti delle agenzie.
Il Coordinamento dei comitati di redazione delle agenzie di stampa nazionali ribadisce la ferma contrarietà allo strumento della gara europea, contro la quale è già stato opposto uno sciopero di settore, unitario e compatto, e torna a chiedere al Governo l’apertura di un confronto per la ricerca di soluzioni alternative, nel solco delle proposte avanzate dalla Fnsi.
Con lo stesso spirito che animò lo sciopero del 25 marzo, il Coordinamento esprime la massima preoccupazione per una situazione non più sostenibile, che vede a rischio centinaia di posti di lavoro di giornalisti, poligrafici e impiegati nelle varie aziende del comparto.
Il ministro Lotti e il Governo hanno il dovere istituzionale di tutelare il settore dell’informazione primaria in Italia, senza esporlo al ‘salto nel buio’ rappresentato dalla gara europea, che rischia di naufragare sul nascere sotto una pioggia di ricorsi e di esporre le aziende nazionali  all’offensiva dei grandi gruppi europei, in assenza di condizioni di reciprocità nell’intera Unione Europea”.
Il Coordinamento, proseguendo il silenzio del governo sulle proposte avanzate dalla Fnsi e condivise dai Cdr, valuterà l’avvio di ulteriori azioni di lotta.

Libertà di stampa, il 2 maggio la Fnsi in piazza per dire #NoBavaglioTurco

Alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, il sindacato sarà in piazza di Montecitorio, dalle 11.30 alle 12.30, con Amnesty International Italia, Articolo21, Odg Lazio, Pressing NoBavaglio, Usigrai e tante altre associazioni per chiedere la liberazione dei giornalisti detenuti.
L’ultimo sit-in #NoBavaglioTurco organizzato dalla Fnsi

«Quello di Gabriele Del Grande, fermato al confine con la Siria il 9 aprile scorso, è soltanto l’ultimo caso di diritti violati in Turchia. In primo luogo il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, garantito dalle convenzioni internazionali, e il diritto di informare ed essere correttamente informati, pilastro di ogni ordinamento democratico». Lo affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Sono circa 150 – proseguono – gli operatori dei media detenuti in Turchia. Un triste primato che rende quel Paese “il più grande carcere a cielo aperto per i giornalisti”. Per questo, alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, la Fnsi, insieme con Amnesty International Italia, Articolo21, Ordine dei giornalisti del Lazio, Pressing NoBavaglio e Usigrai, e con il sostegno delle Federazioni europea ed internazionale dei giornalisti, promuove per martedì 2 maggio, dalle 11.30 alle 12.30, in piazza di Montecitorio a Roma, un sit-in nel corso del quale verranno letti i nomi dei giornalisti detenuti nelle carceri turche. E ribadire, ancora una volta: #NoBavaglioTurco».
Domani, sabato 22 aprile, intanto, la Fnsi parteciperà, insieme con numerose altre associazioni, al presidio #iostocongabriele che si terrà alle ore 11.00 di fronte al Quirinale (via del Mazzarino, angolo via 24 maggio) per chiedere alle autorità turche la liberazione immediata di Gabriele Del Grande e di garantire la sua incolumità e quella dei moltissimi altri intellettuali, giornalisti e attivisti detenuti.

LO SPORTELLO DI DE MAGISTRIS ISTITUZIONALIZZA LA QUERELA TEMERARIA E LIMITA LA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE

Mentre la Federazione della stampa porta avanti una battaglia di civiltà per ottenere dal Parlamento una legge contro le querele temerarie, il sindaco Luigi de Magistris apre uno sportello per querelare chi, secondo lui, offende la città. Non vorremmo che questa iniziativa finisca per essere uno strumento per istituzionalizzare la querela temeraria contro i giornalisti che svolgono il loro quotidiano lavoro di cronaca dei fatti cittadini, sia positivi che negativi, limitando la libertà di informazione. Già lo sportello antiquerele del Sindacato dei giornalisti della Campania si sta occupando di un collega denunciato proprio dal primo cittadino partenopeo. Ancora una volta dobbiamo constatare che iniziative del genere arrivano da chi, come de Magistris, si erge a paladino della difesa dell’articolo 21 della Costituzione.

Giornalisti minacciati, una manifestazione nazionale a Napoli


Una iniziativa nazionale sui giornalisti minacciati organizzata a Napoli dal Sindacato dei giornalisti. È quanto annunciato dal segretario del SUGC, Claudio Silvestri, nell’aula del consiglio comunale di Cardito al forum organizzato da “Libera”, “La libertà di informare e di essere informati”. L’esigenza della mobilitazione è nata dopo l’aggressione al cronista Stefano Andreone, che sul suo sito internet “MetNews” ha smascherato con un filmato alcuni dipendenti del cimitero che chiedevano mazzette per le esumazioni. In seguito alla sua denuncia Andreone è stato picchiato in un bar del centro del Comune a nord di Napoli. Alla manifestazione, moderata dalla referente campana di “Articolo21” Desirée Klain, oltre al sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo erano presenti numerosi rappresentanti di polizia, carabinieri e guardia di finanza, un segnale importante di partecipazione di fronte ad una aggressione intollerabile. All’incontro è intervenuto il giornalista Sandro Ruotolo, sotto scorta per le minacce subite dai casalesi. “Nei primi 100 giorni del 2017 ci sono stati 63 giornalisti minacciati. Se andiamo a ritroso, dal 2006 ne contiamo 3.187 – ha detto Ruotolo – C’è bisogno della presenza costante delle forze dell’ordine, di più telecamere. Ma anche noi cittadini dobbiamo fare la nostra parte, perché la storia di Stefano riguarda tutti noi. Il sindaco di Cardito si è schierato da questa parte, ma ora gli chiedo di mettere in atto le sue parole. In questo video ci sono documenti, volti, lei può già procedere, immediatamente, contro queste persone, al di là del corso della giustizia». E poi, ancora: «Stefano ha dimostrato a 32 anni di avere la schiena dritta, ed è per questo che ho deciso di mettere anche la mia faccia nei suoi prossimi servizi». Forte il messaggio di Carlo Verna, volto noto del Tg3 Campania, ed ex segretario dell’Usigrai: «Oggi in una riunione del Tgr – ha annunciato – abbiamo preso una decisione importante: saremo qui con le nostre telecamere, nel cimitero di Cardito, a documentare quello che sta succedendo, per aprire una luce sul lavoro di Stefano. È questo il senso di quella che il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, chiama scorta mediatica: volevano mettere a tacere un giornale locale, adesso a documentare quegli stessi fatti ci sarà la Rai». All’incontro ha partecipato anche il pm anticamorra Giovanni Corona. Libera era presente con il coordinatore regionale Fabio Giuliani e con la coordinatrice territoriale Maria Saccardo. In sala anche la giornalista minacciata Luciana Esposito, l’imprenditore sotto scorta Luigi Leonardi e Geppino Fiorenza, già referente di Libera e presidente onorario dell’associazione Giancarlo Siani.