Il Sannio Quotidiano, dopo vent’anni in edicola, il 30 giugno chiuderà i battenti. È il secondo giornale in tre mesi che interrompe le pubblicazioni nell’area del Beneventano. Prima era capitato a Ottopagine (che copre Avellino e Benevento), che ha tentato la strada del web. Altri sette lavoratori andranno in cassa integrazione, e tanti collaboratori non hanno più un giornale sul quale scrivere. È il risultato del taglio indiscriminato al fondo ordinario per l’editoria, finanziamenti destinati a società no profit che garantiscono la libertà di stampa. Se la situazione resterà questa, se il governo non deciderà di mettere mano a quel fondo con risorse adeguate, in Campania chiuderà la maggior parte dei giornali cartacei, che attualmente sopravvivono con grande sofferenza e a costo di enormi sacrifici da parte dei lavoratori. Resteranno solo i quotidiani gestiti dai grandi gruppi editoriali e sarà una enorme sconfitta per tutti. La riforma dell’Editoria è necessaria, ma è necessario che a quella riforma i giornali non ci arrivino già morti. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha già promosso un tavolo con i giornalisti soci delle cooperative al quale il segretario della FNSI Raffaele Lorusso ha evidenziato che il Fondo per l’editoria “va ripristinato e alimentato con fondi aggiuntivi”. Le risorse messe a disposizione dall’Italia per l’editoria no profit non sono nemmeno paragonabili a quelle di altri Paesi europei. L’informazione non può restare nelle mani di quattro o cinque gruppi editoriali. Quella per la libertà di stampa è, innanzitutto, una battaglia di civiltà e la sosterremo fino in fondo.
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