Rosaria Federico pedinata e intercettata. Fnsi e Sugc: «Inaccettabile. Serve una legge a tutela del segreto professionale»


La giornalista Rosaria Federico era stata pedinata e intercettata dalla polizia pur non essendo indagata, tuttavia tale procedura per il Csm risulta assolutamente legittima. È quanto emerge dall’inchiesta disciplinare sui magistrati di Salerno che disposero il sequestro del telefono della cronista che aveva scritto un articolo sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, rimasto senza colpevoli dopo quasi dieci anni.
Per la Federazione nazionale della Stampa italiana e per il Sindacato unitario giornalisti della Campania si tratta di «un’ingerenza gravissima che lede nelle fondamenta il diritto di cronaca e il diritto alla segretezza delle fonti ed è gravissimo che tali affermazioni arrivino da un organismo come il Csm. In un sistema democratico che sia degno di questo nome neanche la magistratura può esercitare controllo sulla stampa».
Tra l’altro all’epoca dei fatti solo l’intervento di un perito del Sindacato impedì l’accesso degli investigatori ai dati dei telefoni cellulari della collega.
«Ci auguriamo – concludono Fnsi e Sugc – che il primo ministro Giuseppe Conte, che oggi a Napoli incontrerà alcuni cronisti minacciati, dica cosa intende fare per giungere in tempi brevi all’approvazione di una legge che garantisca il segreto professionale e che tuteli i giornalisti dalle querele bavaglio e dai vergognosi attacchi della politica ai quali stiamo assistendo in questi giorni».

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