Un tribunale di Mosca ha condannato, mercoledì 3 agosto 2022, la Journalists and Media Workers’ Union (Jmwu), affiliata alla Efj, a una multa di 500mila rubli (l’equivalente di circa 8mila euro) per aver “screditato le forze armate russe”. «Un procedimento illegittimo – denuncia la Federazione europea dei giornalisti – che mira solo a favorire lo scioglimento del sindacato».
Accogliendo le tesi dell’accusa, la Jmwu è stata ritenuta responsabile della “diffusione di idee negative nei confronti dell’operazione militare speciale effettuata dalla Federazione Russa in Ucraina”. In particolare, il sindacato è accusato di essersi schierato pubblicamente contro la guerra e di aver sottoscritto la Dichiarazione di Perugia per l’Ucraina, documento cofirmato anche dall’Efj.
Come sottolinea l’avvocato della Jmwu Maxim Krupsky, «il sindacato viene quindi sanzionato per aver esercitato il suo diritto costituzionale alla libertà di espressione, in violazione dell’articolo 29 della Costituzione russa che garantisce la libertà di pensiero e di espressione e vieta la censura».
Per Maja Sever, presidente della Efj, «è evidente il tentativo di screditare il sindacato indipendente dei giornalisti russi per facilitare, in un secondo momento, il suo scioglimento. Denunciamo con forza questo modo di agire – incalza – e la repressione in atto contro i giornalisti da parte del regime russo».
Anche secondo Andrei Jvirblis, segretario della Jmwu, «la decisione di infliggerci questa multa non è altro che un tentativo di dare una parvenza di legalità e legittimità al processo di liquidazione del nostro sindacato».
La Federazione europea dei giornalisti, che ha presentato un esposto alla Confederazione europea dei sindacati, è al fianco del sindacato nazionale, che ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza.