Era l’uomo del sorriso, addio a Rosario Mazzitelli

di Gianfranco Coppola*

Mai visto imbronciato. Neppure quando temeva qualcosa di spiacevole, tipo il mancato rinnovo del contratto al Circolo Canottieri che è stata la sua seconda casa. Ma probabilmente qualche presidente post de Gaudio e Bracale ha finto di pensarci su per vederlo una volta almeno inquieto. Il sorriso è stato il tratto più evidente di Rosario Mazzitelli, per anni all’ufficio stampa della Regione ma soprattutto vicino allo sport e in particolare al nuoto e alla pallanuoto.
Il carrello di una vecchia Olivetti mi avrebbe aiutato a trovare il ritmo, a darmi una scossa. Ma questa tastiera silenziosa rende più cupo il ricordo, più urticante il riavvolgere nastri e nastri di memoria. Era la persona al momento giusto nel posto giusto e nell’epoca sbagliata. Eh si perchè se fosse nato nell’epoca della belle èpoque, le grandi serate con dame e cavalieri sarebbero state pane e marmellata per lui. Ma spiccava anche in tempi di selvaggeria online, smartphone come lame. Vicino ai colleghi nei momenti conviviali e soprattutto di lavoro. Chi lo ha ritrovato portavoce di assessori o ancora più dirigente e trait d’union tra grandi assi tipo Rosolino e supersquadre tipo I giallorossi in calottina. Aveva il culto dell’aggregazione: mai divisivo, sempre inclusivo. Le Olimpiadi giallorosse, tennis e pallanuoto per giornalisti con le vecchie glorie del circolo, erano il suo divertimento professionale. Un sorriso sfolgorante, lo sapeva e ne faceva mostra come dono di Dio: laureato in legge, all’attività di dipendente regionale affinò negli anni d’oro del Napoli la corrispondenza per Avvenire, col gagliardetto giallorosso appuntato sul cuore. Dal sodalizio antico con Paolo Trapanese, l’incarico alla Federnuoto Regionale ed eccolo maestro di cerimonia alla Festa del Nuoto.
Nella palazzina di Portici, in quella piazza Poli dove conobbe il suo grande amore Nuccia, da cui ha avuto meravigliosi figli: Giovanni e Lidia, ha trascorso le ore precedenti il ricovero ospedaliero senza scampo. Fino a quel momento, un nonno rampante, svettante, ammaliante, avvolgente. In fondo tanti mi hanno chiesto: quanti anni aveva? Pelle liscia, occhi vivaci, il sorriso da pubblicità, ancora agile nel fisico. Era senza età, essendo capitato destreggiandosi alla grande in un’epoca lontana dalla sua. Come coriandoli trascinati dal vento, rimetto assieme brindisi di Capodanno, giornate a Capri e serate all’Anema & Core, e tanti tanti discorsi sui colleghi, per i colleghi con l’Ussi nel cuore.
Aveva già in mente lo scambio di auguri di Natale, riversando sul suo storico amico Mario Zaccaria – il nostro presidente – il proverbiale entusiasmo raccomandando di premiare giornalisti che rappresentassero tutte le province, ogni forma di espressione dai giornali a radio e tv, dai siti alle agenzie. Uno per tutti, e tutti per Rosario oggi piangiamo un irripetibile personaggio.

*vicepresidente nazionale USSI

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