SE QUESTO È UN PAPA

ratzinger

Il papato di Ratzinger è stato caratterizzato dagli scandali che in un sistema chiuso come quello della Chiesa significa una sola cosa: è in atto una pericolosa guerra interna per il potere. Qualcuno ha cercato ed è riuscito a scardinare la struttura costruita da Giovanni Paolo II, che Ratzinger, suo fedelissimo, ha tentato di tenere in piedi. Ma la sua elezione non è riuscita a sostenere l’eredità del grande Papa polacco: quell’apparato, costruito in tanti anni, che pareva così saldo, ha cominciato a scricchiolare. Ratzinger non ha rappresentato una garanzia per la sopravvivenza di quel progetto che aveva la sua vera forza nell’enorme carisma di Wojtyla. Le correnti, che pure si erano sviluppate durante il precedente pontificato, hanno preso il sopravvento con l’ascesa del teologo tedesco. In realtà, tutti avevano la sensazione che la sua sarebbe stata una reggenza, più che un vero e proprio Pontificato. Ratzinger è stato, fin dalla sua elezione, il Papa del compromesso: un traghettatore della Chiesa verso una fase nuova dopo un’esperienza, quella di Giovanni Paolo II, che pareva irraggiungibile. Ma, evidentemente, i piani non sono andati come previsto da chi, nel Conclave, scrisse il suo nome sulla scheda il 19 aprile del 2005. Ratzinger è rimasto fedele alla sua missione, non ha tradito il suo predecessore. Nessuno si aspettava, in realtà, che questo accadesse realmente. E così qualcuno ha premuto sull’acceleratore, sul Vaticano si sono abbattuti gli scandali della pedofilia, quello dello Ior, il caso Vatileaks, con la rivelazione di carte segrete. Quando il Papa giustifica il proprio gesto parlando del “bene della Chiesa” si riferisce, evidentemente, proprio a questo: la guerra sarebbe continuata e non si sa fino a dove si sarebbe spinta. Ora è passato abbastanza tempo dalla sua morte per non avere più paura di Giovanni Paolo II il grande, ora i giochi sono aperti. E l’antipapa, in un certo senso, ha già vinto. Con la fede, chiaramente, questo non c’entra nulla. Ha ragione Dziwisz, dalla croce non si scende. Pietro, durante il suo martirio, chiese ai suoi aguzzini di essere crocifisso a testa in giù.

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