«Un importante precedente a tutela dell’articolo 21 della Costituzione, del diritto dei cittadini a essere informati. Per la prima volta il procedimento per calunnia nei confronti di chi aveva querelato ingiustamente un giornalista è partito su iniziativa diretta della Procura e il Tribunale ha emesso la condanna». Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Stampa Umbra e Ordine dei giornalisti dell’Umbria commentano così il caso del collega Carlo Ceraso, «che finalmente oggi ha avuto giustizia dal Tribunale di Spoleto».
Alla sentenza erano presenti il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, il presidente dell’Assostampa, Massimiliano Cinque e il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Mino Lorusso.
«L’auspicio – rilevano sindacato e Ordine – è che quello di Spoleto diventi un precedente seguito anche da altre Procure. Ma allo stesso tempo, questa vicenda richiama alla assoluta urgenza di arrivare quanto prima a una norma di legge contro le querele bavaglio».
Fnsi, Assostampa e Ordine, infine, «ringraziano per il loro impegno professionale e civile gli avvocati Iolanda Caponecchi, Rita Urbani e Simone Budelli».