«Avviare un’attenta verifica, un aggiornamento e un rigoroso rilancio degli strumenti ordinistici di contrasto al precariato a partire dalla Carta di Firenze, rilanciando quei principi di solidarietà e “colleganza” sanciti dalla legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti: un passaggio fondamentale per il rilancio di un settore, quello dell’informazione italiana, che si distingue sempre di più per l’alto numero di giornalisti precari, autonomi solo sulla carta, iperproduttivi e iperconnessi, ma con retribuzioni spesso sotto la soglia minima di dignità». Così, in una nota congiunta, il presidente del Cnog, Carlo Bartoli, e il presidente Clan-Fnsi, Mattia Motta, rendono noto un primo incontro avuto nei giorni scorsi a Roma dopo “l’appello” della Commissione lavoro autonomo nazionale della Fnsi per una rinnovata battaglia congiunta contro il precariato giornalistico.
«Dai nostri rispettivi osservatori e nell’ambito delle rispettive competenze – proseguono Bartoli e Motta – spesso troviamo giornalisti che vivono condizioni di sfruttamento, con retribuzioni indegne e diritti negati che incidono nella sfera personale e professionale di questi colleghi».
Il presidente del Cnog, prendendo atto dell’urgenza del problema, si è impegnato a portare l’argomento all’attenzione degli organismi dell’Ordine.