Archivio mensile:Marzo 2023

L’Università l’Orientale intitola aula a Mario Paciolla

Intitolare un’aula a Mario Paciolla nella sua Università affinché la sua storia non sia
dimenticata, affinché si faccia giustizia: queste le ragioni che hanno spinto i Rappresentanti degli Studenti dell’Università L’Orientale di Napoli, afferenti a Link Orientale, ad avviare un
percorso di concerto con la famiglia di Mario, la dirigenza di Ateneo e il collettivo “Giustizia per Mario Paciolla” che porterà il prossimo 7 marzo, alle ore 14.00, all’affissione della targa dedicata a Mario, a Palazzo Giusso, storica sede dell’Ateneo napoletano.

“Mario Paciolla, studente, giornalista, attivista, poeta ribelle, anima meravigliosa: abbiamo scelto queste parole per descrivere Mario all’interno della targa a lui dedicata, perché crediamo rappresentino appieno chi era Mario e la profonda urgenza di verità e giustizia che avvertiamo come studenti del suo Ateneo” dichiara Yle D’Angelo, Presidente del Consiglio degli Studenti, in prima linea nell’organizzazione della giornata di inaugurazione che prevederà, tra gli altri, gli interventi del Magnifico Rettore, Prof. Roberto Tottoli, del
Collettivo Giustizia per Mario Paciolla, della Prof.ssa Fabiana Sciarelli dell’Università L’Orientale, oltre agli interventi di Link Napoli.

Seguirà la proiezione del documentario “Come Fuoco” per la regia di Salvatore De Chiara, mentre Valerio Bruner e Alessandro Liccardo chiuderanno l’evento con un momento musicale dedicato a Mario.

“Tenere alta l’attenzione sulla storia di Mario è ulteriormente fondamentale perché la Procura di Roma ha richiesto l’archiviazione dopo solo 24 mesi, senza che tanti passaggi di tipo probatorio siano stati fatti. Ci auguriamo che
la targa che affiggeremo Martedì sia di ispirazione costante per ogni studente dell’Orientale” afferma Cristina Trey, coordinatrice di Link Napoli – Sindacato Universitario.

“Ringraziamo i ragazzi e le ragazze dell’Università, poiché da sempre crediamo che è nei luoghi di cultura che Mario debba essere ricordato” concludono le ragazze e i ragazzi del collettivo “Giustizia per Mario Paciolla”.

Formazione giornalisti, a Napoli corso con l’Istat da 10 crediti

Si svolgerà a Napoli il 9 e 10 marzo 2023 presso la Sala Cirillo della Città metropolitana di Napoli il corso di formazione rivolto ai professionisti della comunicazione organizzato dall’Istat sull’informazione statistico-quantitativa in campo sociale, economico e ambientale dal titolo “Scrivere con i numeri: ricerca, elaborazione e presentazione dei dati”.
Sono previste due mattine di intensa formazione per presentare i principali strumenti diconoscenza, comprensione e ricerca dei dati e delle fonti statistiche con l’obiettivo di facilitarne il trattamento e l’utilizzo da parte dei giornalisti.
Nel corso del seminario ricercatori e dirigenti di ricerca Istat presenteranno i passaggi
indispensabili per arrivare al prodotto informativo partendo dagli strumenti statistici di base e dal dato grezzo attraverso il sito dell’Istat, le banche dati, i sistemi di data visualization.
È prevista la partecipazione di Gian Carlo Blangiardo (Presidente Istat) e di Michele
Camisasca (Direttore generale). I lavori si apriranno con i saluti istituzionali di Gaetano Manfredi (Sindaco di Napoli) e di Antonio Meola (Segretario generale Città Metropolitana).
Il seminario, organizzato con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti della
Campania, è previsto un saluto del commissario Gerardo Bombonato, e di forMedia®, Istituto per la formazione al giornalismo e alla comunicazione multimediale, rilascerà ai giornalisti partecipanti 10 crediti formativi (ai sensi della disciplina in materia di formazione continua obbligatoria professionale).
Per accreditarsi occorre utilizzare la consueta procedura attraverso il portale dell’Ordine dei giornalisti cercando l’evento per data, luogo, titolo, o ente di accreditamento forMedia®
https://www.formazionegiornalisti.it/login?redirect=%2Fdashboard.

N.B. Il corso è diviso in due giornate (dalle 9:15 alle 13:45). Per ottenere i 10 crediti previsti è necessaria la presenza in ENTRAMBE le giornate. Non saranno erogati crediti per la singola sessione.

Ricordiamo che, come da prassi, per ottenere i crediti è inoltre necessario iscriversi al corso sulla piattaforma formazionegiornalisti.it (questo il link dell’evento, dopo l’accesso in piattaforma: https://www.formazionegiornalisti.it/giornalisti/corsi/dettaglio/b0d39a59-fe79-4a18-a44c-9831cfd63c01)

IL PROGRAMMA

“Assange libero”, il SUGC consegna la tessera del sindacato per il giornalista incarcerato

Mettere a disposizione dell’Anci l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Napoli, affinché tutti i Comuni italiani possano attivarsi per concedere la cittadinanza onoraria a Julian Assange. È la proposta che parte dal capoluogo campano, dove l’associazione FreeAssange Napoli, in collaborazione con Agorà degli studenti e Link Napoli, ha promosso un dibattito sulla situazione del giornalista e attivista australiano. Dopo la rivelazione di documenti secretati attraverso la rete WikiLeaks, Assange è dal 2019 in un carcere del Regno Unito e su di lui pende una richiesta di estradizione da parte degli Usa, per le accuse di cospirazione e spionaggio. Intervenendo al dibattito, il fondatore di Articolo21 ed ex presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, auspica che il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, prenda atto del voto del Consiglio comunale e che tutte le amministrazioni italiane seguano la stessa strada. “Per la Giornata mondiale della cura abbiamo scelto Napoli per ribadire il nostro impegno accanto ad Assange – spiega Giulietti – che rischia l’estradizione e la condanna all’ergastolo per aver rivelato dossier truccati e per aver svolto il lavoro di giornalista. Chiediamo che, dopo Napoli, tutte le città uniscano la propria voce, perché imbavagliare Assange significa imbavagliare e condannare la libertà di stampa, in Italia e nel mondo”. Dopo la decisione dell’Ordine dei Giornalisti, che lo scorso settembre ha iscritto Assange ad honorem, oggi il segretario del Sindacato unitario giornalisti Campania, Claudio Silvestri, ha voluto consegnare idealmente la tessera a Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta, autrice del libro ‘Il potere segreto’, che da anni si occupa di questa vicenda. “Incarcerare Assange significa imbavagliare WikiLeaks, che è stato costretto a sospendere le attività – ha detto Silvestri – Per questo quando si dice che il giornalista è stato arrestato perché è una spia si dice una cosa falsa. Assange è in carcere perché ha fatto sapere al mondo segreti su scandali che non dovevano essere rivelati. Penso sia importante che anche il sindacato europeo e quello internazionale simbolicamente facciano la stessa cosa che oggi stiamo facendo qui a Napoli, perché il messaggio deve essere chiaro: stanno mettendo il bavaglio alla libera informazione calpestando qualsiasi diritto”.

Nel suo intervento, Maurizi rimarca come, “senza informazione, si venga manipolati in ogni modo”. Si dice poi “scettica” che si possa salvare Assange “attraverso la legge e la giustizia, perché contro di lui c’è un potere che non risponde a nessuno. Lo stanno ammazzando piano piano – aggiunge – e il caso non si risolverà con la legge, ma con la pressione dell’opinione pubblica, che deve mobilitarsi e alzare la voce, perché questo è l’unico scudo su cui possono contare Assange e i giornalisti di WikiLeaks”.

Cina, i corrispondenti stranieri denunciano «forti controlli» nel 2022

I media stranieri in Cina hanno subito severi controlli anti-Covid, molestie diffuse e sorveglianza costante nel 2022, un anno in cui a quasi la metà dei giornalisti stranieri presenti nel Paese è stato ordinato di lasciare un posto o è stato negato l’accesso per motivi di salute e sicurezza, nonostante non presentassero «alcun rischio per la salute secondo gli standard cinesi»: è quanto emerge dal rapporto annuale curato dal Foreign Correspondents’ Club of China (Fccc) sulle condizioni e le difficoltà di lavoro. Il lavoro è basato su un sondaggio al quale hanno partecipato 102 dei 166 iscritti al Club della stampa estera, in rappresentanza di testate giornalistiche di 30 Paesi e regioni, ufficialmente non riconosciuto dalle autorità locali.

Una percentuale prossima alla metà ha affermato che i problemi con i «codici sanitari» degli smartphone ha reso impossibile qualsiasi viaggio nel corso dell’anno. Mentre quasi il 40% ha denunciato che almeno una delle fonti consultate su vari temi è stata oggetto di molestie, detenuta, interrogata o ha subito altre conseguenze negative a causa dei contatti avuti con i media stranieri, con il 45% del campione che ha segnalato pressioni ufficiali simili sui colleghi cinesi.

La Cina ha seguito fino a dicembre 2022 tra le restrizioni più severe al mondo negli sforzi per combattere la pandemia del Covid-19, limitando i viaggi all’interno e all’esterno del Paese e imponendo lunghe quarantene e regimi di test di massa per lungo tempo. «Una serie di restrizioni statali, la sorveglianza digitale in corso e le continue molestie nei confronti di colleghi e fonti cinesi significano che le sfide esistenti alla vera libertà di stampa in Cina rimangono» tutte aperte, si legge nel rapporto diffuso oggi. Le stringenti regole locali hanno di fatto scomparire ogni tipo di media cinesi indipendente, mentre i media statali sono pesantemente censurati e controllati.

Nell’indice sulla libertà dei media del 2022 di Reporter senza frontiere, la Cina si colloca al 175/mo posto su 180 Paesi monitorati.

Diffamazione, presentato in Senato ddl di riforma. Di Trapani: «La rettifica automatica limite alla libertà di cronaca»

«La presentazione di un disegno di legge che apre la discussione sul tema della diffamazione a mezzo stampa è un fatto positivo. Naturalmente ci riserviamo di fare delle valutazioni approfondendo il testo e di portare le nostre ragioni nelle sedi opportune». Così il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, intervenendo a SkyTg24 sul disegno di legge di riforma della diffamazione presentato in Senato mercoledì 1 marzo 2023.

Per Di Trapani, l’intervento sul carcere per i cronisti «è quasi un atto dovuto, dopo le ripetute sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo e quasi due anni dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato in sostanza incostituzionale la previsione del carcere per il reato di diffamazione e chiesto al legislatore un intervento organico sulla materia».

Il presidente Fnsi ha poi manifestato perplessità su alcuni aspetti del disegno di legge, come sul tema della rettifica: «Si prevede che la smentita non possa avere commento di giornalista o direttore. Questa è una restrizione della libertà editoriale». O, ancora, sul fronte delle azioni legali bavaglio, rispetto alle quali «nei fatti ancora una volta non c’è un provvedimento efficace di contrasto a questo fenomeno».

Rispondendo ai rilievi mossi da Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e primo firmatario della proposta di legge, e Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, Di Trapani ha aggiunto: «Il testo prevede fino a 10.000 euro di multa se il giudice riconosce che un’azione giudiziaria è stata temeraria, ma spesso chi usa questo strumento sono grandi soggetti privati con grandi disponibilità economiche o esponenti della criminalità organizzata e per questi soggetti 10.000 euro sono spiccioli. Dall’altra parte spesso ci sono cronisti minacciati, costretti a difendersi in tribunale. Trovarsi a processo per un giornalista freelance o precario può rappresentare un costo insostenibile, una lesione del diritto di cronaca e, soprattutto, il diritto dei cittadini ad essere informati».

Covid, Fnsi e Ordine: «L’indagine di Bergamo dimostra le criticità delle norme sulla presunzione di innocenza»

«A fronte di una indagine sul Covid che coinvolge autorevoli esponenti della politica italiana, la Procura di Bergamo ha emesso uno scarno comunicato in cui non vi è alcuna informazione sostanziale per descrivere fatti di grande interesse pubblico». Lo affermano in una nota congiunta il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante e il presidente Fnsi Vittorio di Trapani.

«Sarebbe stato molto meglio – prosegue la nota – indire una conferenza stampa alla luce del sole dove i giornalisti avrebbero potuto porre domande e ricevere risposte, nel rispetto delle persone e del lavoro degli inquirenti così come nel rispetto del diritto dei cittadini ad essere informati».

Il comunicato si chiude con una considerazione: «La vicenda di Bergamo dimostra le criticità delle norme sulla presunzione di innocenza, che vanno corrette al fine di garantire il corretto equilibrio fra il dovere di informare e le garanzie per tutti i cittadini quando vengono indagati».

Fnsi e Ast alla manifestazione per la scuola e la Costituzione di sabato 4 marzo a Firenze

La Federazione nazionale della Stampa italiana aderisce, insieme con l’Associazione Stampa Toscana, alla manifestazione a difesa della scuola e della Costituzione in programma sabato 4 marzo, a Firenze, promossa da FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola dopo l’aggressione davanti al liceo Michelangiolo e le inaccettabili parole del ministro Valditara sulla lettera della dirigente scolastica del liceo Leonardo da Vinci. Lo ha annunciato il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, intervenendo in apertura dei lavori del X Congresso di Stampa Romana.

Per il sindacato dei giornalisti «il diritto dei cittadini, di oggi e di domani, ad essere formati e informati è il pilastro della convivenza civile, la base dalla quale partire per avere un’opinione pubblica capace di scegliere perché messa in condizione di conoscere. Per questo – si legge in una nota – saremo in piazza assieme a tutte le realtà democratiche e antifasciste della toscana e nazionali».

A guidare la delegazione dei giornalisti sarà il presidente dell’Assostampa Toscana, Sandro Bennucci.

Rimesso lo striscione per Paciolla sul balcone del SUGC: “Vogliamo la verità su Mario”

“Nella Giornata dedicata alla cura continuiamo a chiedere verità e giustizia per chi, come Mario Paciolla, si è preso cura e ha lavorato per gli altri”. Il fondatore dell’associazione Articolo21, Giuseppe Giulietti, spiega così l’iniziativa promossa a Napoli dal Sindacato unitario giornalisti della Campania. Alla presenza dei genitori del cooperante ucciso in Colombia il 15 luglio 2020 è stato nuovamente affisso ai balconi della sede del Sugc lo striscione con il quale si chiede verità e giustizia per Mario Paciolla, strappato lo scorso 7 febbraio. Articolo21 e il sindacato dei giornalisti campani sono stati sin dall’inizio al fianco della famiglia. “Quando hanno strappato lo striscione non abbiamo avuto alcun dubbio, doveva essere rimesso immediatamente al suo posto – dice il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – Non ci stancheremo mai di illuminare questa storia. C’è un cittadino italiano ucciso mentre era alle dipendenze dell’Onu, vogliono archiviare il caso come un suicidio, nonostante la scena del crimine sia stata inquinata, nonostante ci siano risultati contrastanti delle autopsie, nonostante non ci sia neanche un elemento di chiarezza”.

“La Giornata mondiale della cura e’ la cura di tutti gli esseri viventi, della Terra, dell’ambiente, delle donne e degli uomini, di chi non ha mai avuto verità e giustizia – spiega Giulietti – ecco perché abbiamo scelto Napoli, città di grande sensibilità, insieme con il sindacato dei giornalisti, per ribadire che noi vogliamo avere cura non solo della memoria, ma anche della richiesta di verità e giustizia per Mario Paciolla e siamo contrari alla richiesta di archiviazione”. L’ex presidente della Fnsi ricorda anche l’impegno da giornalista del giovane cooperante napoletano e chiede che si faccia luce su quanto accaduto. “Questo caso non può essere archiviato – sottolinea – bisogna chiedere all’Onu, ai suoi amici e ai collaboratori in Colombia di parlare”. I genitori di Paciolla si sono definiti “parte di questa famiglia”, rimarcando l’attenzione e la generosità dimostrate in questi anni. “Per noi non c’è una verità chiara – dicono Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla – ci sono numerose anomalie e perplessità. A cominciare dal fatto che si sia parlato subito di suicidio e che poi si sia deciso di prendere 27 mesi per giungere a una richiesta di archiviazione. Puntiamo sul ricorso che abbiamo preparato con i nostri avvocati, perché per noi si è trattato di un omicidio e vogliamo restituire dignità e onore a Mario. C’è sicuramente qualcuno che vuole tenere i riflettori bassi su questa vicenda. Se ne parla troppo poco e noi pensiamo che questo accada perché gli attori che ci sono dietro sono importanti e scomodi”.

Nella stessa giornata è stata portata la solidarietà alle attiviste ucraine insultate dalla propaganda russa per l’iniziativa del calendario solidale presentata nella sede del SUGC.

 

“Un murale per Mario Paciolla” è la campagna di crowdfunding finalizzata alla realizzazione di un murale dedicato a Mario, un’occasione per chiedere…
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