“Chiediamo una scorta mediatica per nostro figlio: abbiamo la necessità di ridare dignità a questo ragazzo morto, ma anche infangato. Noi non abbiamo mai creduto al suicidio. Mario era una persona, non un caso. La verità deve venire fuori”. Così i genitori di Mario Paciolla, il giornalista trovato morto nel suo appartamento di San Vicente del Caguan, in Colombia, il 15 luglio 2020, intervenendo sul palco del Palacongressi di Riccione, in occasione del congresso della Fnsi.
“Troppi sono stati i depistaggi sul suo caso -hanno sottolineato Anna Maria Motta e Giuseppe Paciolla-. L’associazione Articolo21 della Campania ci è stata vicina fin dal primo giorno, ma pochi sono i media nazionali che ne hanno parlato”.
Ricordando l’esistenza di pagine social, petizioni e di un portale per raccogliere segnalazioni anche anonime sulla vicenda (leaks.marioveritas.org), i genitori del giovane giornalista hanno concluso: “La storia di Mario non riguarda solo la sua famiglia e i suoi amici, ma tutta la collettività”.
Claudio Silvestri: “Compito del sindacato è stare dentro la faccenda e sporcarsi le mani”
“Stare dentro la faccenda” e “sporcarsi le mani”: è “questo che deve fare il sindacato dei giornalisti, anche quando sembra che sono fatti che non ci riguardano”. A ribadirlo dal palco del Congresso Fnsi è stato Claudio Silvestri, delegato della Campania, il quale ha colto l’occasione per ripetere: “Continueremo a chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla, giornalista, ma anche costruttore di pace. Il nostro dovere è illuminare questa storia, perché i suoi genitori abbiano una risposta alla loro richiesta di verità”.
Silvestri ha poi sottolineato come negli ultimi anni “abbiamo avuto il coraggio di cacciare i signori delle tessere dal sindacato”, “siamo stati nelle aule dei tribunali contro la camorra, accanto a giornalisti minacciati” come Mimmo Rubio, membro della delegazione campana al congresso e “sotto scorta per aver raccontato un comune sciolto per mafia tre volte in dieci anni”.
Non solo: “Abbiamo camminato nelle piazze di spaccio di Arzano” e “davanti alle case dei boss di Casal di Principe”, contribuendo inoltre a far dichiarare “incostituzionale il carcere per i giornalisti” e “fatto condannare editori per comportamento antisindacale”.
“Dovere del sindacato è stare dalla parte dei più deboli -ha concluso Silvestri-, professionisti che raccontano per pochi euro territori in cui la vita quotidiana è un problema serio. Il loro è un lavoro di resistenza civile. Per questo abbiamo bisogno di un sindacato forte e autorevole”.
Valentina Barile: “Il rischio è quello di confondere l’informazione autentica tra le fake news”
“Essere attenti a ciò che accade, limitandosi al territorio nazionale, è impossibile: il nostro lavoro è su una terra senza confini”. A dirlo durante il Congresso Fnsi è stata Valentina Barile, delegata della Campania, la quale ha poi ricordato come “in Italia, purtroppo, esistono ancora leggi che non garantiscono l’articolo 21, come ad esempio il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza o le querele bavaglio che interferiscono col dovere di informare e il diritto a essere informati”.
Barile ha inoltre elencato alcuni dati dell’ultimo round-up di Reporter senza Frontiere relativo al 2022: 57 giornalisti uccisi nel mondo (48 un anno prima), 65 trattenuti in ostaggio, 49 scomparsi nel nulla e 533 incarcerati. “La libertà di stampa, nonostante sia un diritto riconosciuto dalle giovani costituzioni sudamericane -ha quindi commentato- è a rischio di estinzione”.
A proposito invece di disinformazione, Barile ha infine spiegato: “In un contesto storico globale in cui le organizzazioni commerciali e i governi cercano di manipolare a tutti i costi le notizie, molti mezzi di comunicazione, specialmente online, abbassano il livello di qualità, con le piattaforme social che fanno da altoparlante compulsivo. Il rischio è quello di confondere l’informazione autentica tra le fake news, ormai in grado di controllare l’opinione pubblica”.
Mimmo Rubio: “Vivo sotto scorta, ma voglio ancora sognare ed essere orgoglioso di questa professione”
«Sono uno dei 22 colleghi sotto scorta, rappresento tante criticità di categoria, sono un po’ un mix che rappresenta i precari, l’informazione locale, le partite Iva. Ma in tutto questo, voglio ancora sognare per questa professione, voglio ancora pensare che esiste un sindacato che ci difende. Voglio essere orgoglioso di chi rappresento, anche quella parte che si trova in condizione di precarietà, vive sotto scorta, in condizioni difficili. Il sindacato si deve occupare di tutti i colleghi». Mimmo Rubio, giornalista di Arzano vicino Napoli minacciato dalla camorra a più riprese, lancia alla platea del Congresso un appello accorato: «Mi auguro in questi giorni di non dover assistere a un altro congresso della disillusione, non c’è più tempo, serve una svolta, serve credibilità, non servono alibi, nemmeno un’unità farsa, non serve una casta sindacale. Siamo a un punto di non ritorno. Ci vuole un grande bagno di umiltà e autocritica: o si cambia o si è destinati a non avere più futuro. La credibilità, come le idee, camminano con noi persone».
Dice Rubio che è arrivato il momento, «per molti, di fare un passo indietro, serve un rinnovamento dei rappresentanti. Serve un sindacato inclusivo». Per il giornalista campano, le sfide del futuro impongono di guardare oltre, siamo in una «situazione critica». Il sindacato in Campania «sta rinascendo dopo le rovine lasciate da anni di gestione parassitaria, di casta e fallimentari risultati. Oggi il sindacato è in crescita di numeri e di credibilità. Ci si è sforzati a cambiare pelle. Il sindacato cresce in autorevolezza e torna sul campo al fianco dei colleghi senza pregiudizi e distinzioni. Decisivo – conclude – è stato l’apporto di Beppe Giulietti».
Pier Paolo Petino: “Necessario sostenere e promuovere le cooperative editoriali”
“Un sostegno alle cooperative editoriali, realtà che ci consentono di lavorare, di guardare al futuro abbinando il lavoro alla dignità personale, liberandoci dall’esigenza di confrontarci con editori che hanno come unico obiettivo il profitto, per poi magari venire qua a farci i complimenti perché siamo ancora vivi”. È quello che ha chiesto alla Fnsi il giornalista e delegato napoletano Pierpaolo Petino durante il suo intervento al 29esimo congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Riccione.
“Ho ascoltato Riffeser – ha proseguito – chiedere contributi per i quotidiani, che senza una strategia di sistema diventano autoreferenziali, basti pensare al fatto che chiudono le edicole. Intanto il rappresentante dell’Aeranti-Corallo chiede sostegno per le emittenti televisive locali, che ancora ricevono milioni di euro di contributi a fondo perduto solo perché esistono”. Meglio, per Petino, sostenere e promuovere realtà che consentano “di avere come unico padrone il lettore, come dovrebbe essere sempre”.
Gerardo Ausiello: “Facciamo una grande campagna di tesseramento sui territori”
Gerardo Ausiello, delegato di Napoli, oggi 15 febbraio nel suo intervento al 29esimo congresso nazionale della stampa di Riccione, ha contestato l’intervento del presidente FIEG Andrea Riffeser Monti.
“A me pare – dice Ausiello – che il presidente degli editori sia sceso da Marte dicendo che tutto va bene, si assumono i giovani e il web allarga il mercato. In realtà il contratto dei giornalisti viene svuotato ogni giorno, l’online produce pochissima rendita, le paghe sono da fame, i freelance sono senza contratto. C’è tanto da lavorare anche perché gli uffici stampa sono percepiti come colleghi di serie B. Riffeser doveva pronunciare la parola ‘investire’”. Ha proseguito Ausiello: “Propongo si costituisca una unica app per l’online dei giornali e ci sia redistribuzione degli utili. I giornali siano venduti ovunque anche perché nel sud Italia è ormai un deserto dell’informazione. Per evitare sindacati gialli, ce n’è uno pirata al sud, facciamo una grande campagna di tesseramento sui territori.
Margherita Siani: “C’è un popolo di pubblicisti che ha bisogno di regole anche al proprio interno”
“Le regole si possono cambiare”. È il messaggio che ha lanciato dal palco del Congresso Fnsi Margherita Siani, delegata della Campania. “Sono pubblicista e una giornalista -ha spiegato-: lo sottolineo perché troppo spesso questa distanza la sentiamo tale solo nelle opportunità che ci vengono offerte. Faccio la giornalista da quando avevo 18 anni e lo faccio da 32: ormai questa distanza non la sento più, però nei fatti esiste quando sei sul campo. Ed esiste soprattutto perché c’è un popolo di pubblicisti che ha bisogno di regole anche al proprio interno. Anche questo è un tema che va affrontato. Lo pongo a questa dirigenza e a quella che verrà”.
“Si dice che nei momenti di crisi si possono cambiare le cose: bene, cavalchiamoli questi cambiamenti, facciamoli al nostro interno – ha aggiunto Siani -. E diamo una rappresentanza a chi come me fa questo lavoro, perché altrimenti succede quello che è successo a noi collaboratori: ci hanno tagliato quattro volte i compensi, l’ultima abbiamo fatto un percorso col sindacato e incontrando gli editori ci è stato detto che, non avendo rappresentanza, ci potevano pensare solo loro, senza potersi sedere attorno ad un tavolo. Questa è la realtà -ha detto infine Siani-: siamo nelle mani degli editori. Ma questa non è una condizione che funziona, è piuttosto una distanza da eliminare”.
Antonella Monaco: “Lavoro, libertà, diritti, dignità: i 4 valori nei quali deve impegnarsi il prossimo gruppo dirigente della Fnsi”
“Lavoro, libertà, diritti, dignità” sono i 4 valori nei quali deve impegnarsi il prossimo gruppo dirigente della Fnsi, secondo la delegata campana Antonella Monaco. «Noi – dice ai delegati riuniti a Riccione – ci riconosciamo nella Costituzione antifascista e nei contenuti del Testo Unico dei doveri del giornalista e siamo convinti che l’impegno per la difesa del diritto all’informazione deve essere sostenuto sollecitando gli organismi internazionali, prima tra tutti l’Unione europea. Il nostro impegno prioritario è per la dignità del lavoro, per una corretta retribuzione, per la contrattualizzazione e il giusto compenso del lavoro autonomo. Oggi i lavoratori autonomi sono diventati la maggioranza nella professione. È necessario organizzare i coordinamenti dei precari e freelance, fuori le redazioni. Si deve salvaguardare il ruolo della RAI e renderla sempre più al servizio dei cittadini contro ogni tentativo di bavaglio. Rilanciamo la battaglia per superare la legge Gasparri, allineandoci alle altre democrazie occidentali, per tutelare la concorrenza e il pluralismo. Candidiamo Alessandro Costante per la segreteria generale Fnsi e Vittorio Di Trapani alla presidenza della Fnsi.
Giuseppe Caporaso: “Cerchiamo tutti insieme di fare uscire la nostra categoria dalla tempesta perfetta”
“Cerchiamo tutti insieme di fare uscire la nostra categoria dalla tempesta perfetta e per farlo è fondamentale la contrattazione e dunque avere il contratto”. Lo ha detto oggi, 15 febbraio, Giuseppe Caporaso, delegato del sindacato della Campania intervenuto al congresso della stampa italiana in corso a Riccione. “Stare in ufficio di presidenza del congresso nazionale – ha proseguito – permette di comprendere la realtà oggettiva e le tante problematiche aperte e sollevate nel corso della giornata dai colleghi. Sono d’accordo con il collega della Campania Mimmo Rubio che parla delle caratteristiche necessarie che servono: autorevolezza e credibilità sopra tutto. Noi nella nostra regione siamo ripartiti da zero e abbiamo profuso un impegno corale nel farlo”. Caporaso ha concluso: “Il welfare aziendale deve diventare contrattuale e il sindacato deve divenire di servizio con servizi fondamentali come caf e patronato. Aiutiamo anche con sgravi fiscali i giornalisti che si uniscono anche in aziende”.
Désirée Klain, Articolo 21 Campania: “Portiamo la scorta mediatica nei luoghi ‘limite’”
Desirée Klein, portavoce di Articolo 21 Campania, si occupa dal 2015 di giornalisti minacciati in tutto il mondo, «che hanno subìto carcere e torture ma non per questo rinunciano a raccontare la verità e gli ultimi. Abbiamo deciso di far diventare presidente simbolica e onoraria di Articolo 21 Campania una ragazza ivoriana, forse la prima volta che a presiedere un’associazione di giornalisti è un’immigrata».
Al Congresso della Fnsi, Klein ha raccontato storie di vite salvate e le tante iniziative solidali realizzate insieme con Claudio Silvestri: «Abbiamo raccolto tante firme per il popolo iraniano, 170mila firme, e sempre con Silvestri abbiamo promosso un calendario delle profughe ucraine a Napoli e grazie alle vendite abbiamo comprato generatori elettrici per Odessa. Portiamo la nostra scorta mediatica, che ha inventato Giuseppe Giulietti, colui che in qualche modo ha inventato in Italia il giornalismo solidale, per portare l’informazione in luoghi limite, periferici, dove i giornalisti vengono minacciati, picchiati. Noi non li lasciamo soli, portiamo le forze dell’ordine, le telecamere».
Poi un pensiero ai genitori Mario Paciolla, presenti in sala. «Era un nostro concittadino, era un giornalista e per lui chiediamo verità e giustizia. Vogliono archiviare il caso, chiedo a tutti di firmare la petizione hashtag #NoiNonArchiviamo’ su change.org», l’appello di Klein.
Gianni Russo: “Credo in un sindacato unitario”
“Malgrado in passato, quando ero delegato e consigliere, facessi parte dell’opposizione, credo comunque in un sindacato unitario”. È la premessa del giornalista napoletano Gianni Russo, ospite al 29esimo congresso della Fnsi a Riccione. “Ho partecipato a vecchi congressi – ha poi raccontato – e assistevo ad interventi anche con una certa invidia rispetto ai problemi del Centro-Nord”. “Problemi’ tra virgolette – ha poi riflettuto – perché la situazione campana era già allora una situazione tragica rispetto a quella che mi sembrava un’utopia centro-nordista, che ormai si è allargata a macchia d’olio a tutto il Paese, è diventata diffusa”. Che fare, allora?, si chiede Russo. “Io non ho ricette – ha premesso – ma come su tutti i suoi set il grande regista Billy Wilder aveva un cartello che diceva: ‘Come farebbe Lubitsch?’, io, se fossi un dirigente del futuro mi chiederei: ‘Come farebbe la Campania?’. Abituata com’è, la Campania, a risolvere ogni giorno una distopia”.