Domani, mercoledì, 25 gennaio, ore 19,30, chiesa di San Giuseppe, via Fausto Coppi, al Rione Incis di Ponticelli, l’associazione Fai antiracket in collaborazione con Articolo 21 organizzano la presentazione del libro della giornalista Luciana Esposito “Nell’inferno della camorra di Ponticelli – Napolitan” (Iod edizioni). Sarà l’occasione per rendere omaggio a Giulio Regeni, ucciso in Egitto il 25 gennaio del 2016, e per rilanciare l’appello dei genitori che chiedono ancora verità e giustizia a sette anni dalla morte del figlio. Dialogheranno con l’autrice Luigi Ferrucci, presidente Nazionale Fai antiracket, Nino Daniele, ex sindaco di Ercolano, Claudio Silvestri, segretario Sindacato unitario giornalisti della Campania, Désirée Klain, portavoce Articolo 21 Campania. Introduce e modera Nunzia Marciano, giornalista.
Archivio mensile:Gennaio 2023
Troupe di “Fuori dal coro“ aggredita a Castel Volturno, Fnsi e Sugc: ripristinare legalità sul territorio
La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono solidarietà al giornalista Andrea Ruberto e ai due operatori della troupe della trasmissione di Rete4 “Fuori dal coro” per l’aggressione subita a Castel Volturno. Il collega si era recato nel Comune del Casertano per realizzare un servizio su un bene confiscato alla camorra abusivamente occupato. Gli occupanti, per impedire che venissero fatte le riprese, non hanno esitato ad aggredire fisicamente la troupe, danneggiando anche alcune delle attrezzature. Sul posto erano presenti anche uomini della vigilanza. Il fatto è stato segnalato alla polizia. La provincia di Caserta si conferma uno dei territori più pericolosi per i giornalisti, basti pensare che sono ben 4 quelli in Campania costretti a vivere sotto scorta per le minacce del clan dei casalesi. È per questo sempre più urgente ripristinare l’agibilità della professione in quel territorio che va illuminato così come stavano tentando di fare i colleghi di “Fuori dal coro” che evidenziavano un paradosso: lo Stato si impegna nella fondamentale aggressione ai patrimoni delle mafie, ma non riesce a garantire poi il corretto riutilizzo degli stessi beni confiscati. È evidente che esiste un deficit di sicurezza e legalità che finisce per coinvolgere anche il diritto all’informazione. Il sindacato oltre a segnalare il caso all’osservatorio dedicato del Ministero dell’Interno è pronto a tutelare i colleghi in ogni sede.
Giornalisti, commissariato l’ordine della Campania. Il Sugc: «Ora si facciano votare tutti i colleghi»
Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime apprezzamento per l’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha commissariato l’Ordine dei giornalisti della Campania dopo l’ordinanza della VII sezione del Tribunale di Napoli con cui sono state annullate le elezioni del 2021, quando a oltre 600 professionisti e a migliaia di pubblicisti venne impedito di votare. Il commissario, figura super partes, rappresenta un garanzia assoluta per tutti i colleghi affinché la tornata elettorale venga ripetuta nel rispetto della legge. Il commissario designato dal ministero è il collega Gerardo Bombonato, ex presidente dell’Ordine dell’Emilia Romagna, a cui il Sugc augura buon lavoro. È fondamentale ora che si torni alle urne il prima possibile garantendo la più ampia partecipazione dei colleghi, come ha stabilito il Tribunale e come ha sempre chiesto il Sugc, che ha sostenuto il ricorso dei giornalisti esclusi dal voto.
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Agenzie di stampa, Barachini alla Camera: «Urgente intervenire, servono regole chiare e risorse stabili»
«Il governo è fortemente convinto dell’esigenza imprescindibile di intervenire nel comparto delle agenzie di stampa per superare l’incertezza del sistema delle proroghe e prospettare un quadro di regole chiare e risorse stabili, nell’ambito del quale siano garantiti i principi di rilevanza costituzionale relativi alla qualità e al pluralismo dell’informazione e al tempo stesso siano tutelati i livelli occupazionali». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Alberto Barachini rispondendo a una interrogazione di Marco Sarracino (Pd) sulla situazione dell’agenzia di stampa Dire.
«Il governo – ha aggiunto – è consapevole dello stato di crisi del comparto dell’informazione primaria e dell’urgenza di intervenire senza lasciare passare altro tempo assegnando risorse in ottica pluriennale e per investimenti per l’innovazione delle realtà editoriali».
Il sottosegretario ha quindi citato il recente intervento inserito nel decreto milleproroghe, «sia per introdurre i principali elementi dell’auspicata riforma dei criteri per l’acquisizione dei servizi di informazione primaria, sia per fissare tempi molto stringenti per la definizione degli aspetti attuativi», ed espresso l’auspicio che si possa pervenire «al più presto a un assetto stabile, con un quadro di regole certe in grado di garantire il pluralismo dell’informazione e di promuovere l’informazione di qualità, sulla base della convinzione che il giornalismo professionale e qualificato è la miglior risorsa contro la disinformazione».
Quanto alla situazione dell’agenzia Dire, «sono pienamente consapevole della crisi nella quale versa l’azienda e ho già incontrato l’editore, il direttore dell’agenzia e un membro del Comitato di redazione, con il quale manterrò i contatti per avere un aggiornamento costante», ha riferito Barachini.
In una nota in cui si dà conto dell’incontro con i giornalisti, il sottosegretario ha anche espresso «sconcerto e viva apprensione per la grave situazione in corso e per la mancata corresponsione degli stipendi arretrati, a fronte della continuità delle risorse sempre garantita nei tempi previsti dal dipartimento della presidenza del Consiglio».
Assicurando che continuerà a prestare «la massima attenzione alla vicenda», il sottosegretario, «alla luce del piano di esuberi presentato dall’azienda e del conseguente stato di agitazione dei giornalisti» ha quindi ribadito che ritenere «auspicabile che l’attuale editore faccia tempestivamente chiarezza sulla situazione finanziaria attuale e pregressa dell’agenzia».
Presentato nella sede Sugc il calendario solidale ‘Profughe ucraine a Napoli’
È stato presentato nella sede del Sindacato unitario giornalisti della Campania il calendario solidale “Profughe ucraine a Napoli”, realizzato su iniziativa dell’organizzazione di volontariato “My Volia”. Il progetto benefico è finalizzato ad una raccolta in aiuto del popolo ucraino, in particolare per l’acquisto di generatori elettrici, attraverso la Unity of People Charitable Foundation.
«Abbiamo deciso di appoggiare questa iniziativa – ha detto nella sua introduzione il segretario del Sugc, Claudio Silvestri – perché ci sembra importantissimo illuminare una situazione gravissima che ha ripercussioni per tutti gli ucraini, anche quelli che vivono in Italia».
A spiegare la genesi dell’iniziativa è stata la portavoce di Articolo21 Campania, Désirée Klain: «Questa storia è nata da una rete solidale di tre donne, mi è stata raccontata la storia di questa donna che poi ho intervistato fino ad arrivare a questo calendario. Questa storia ci testimonia che l’unione fa la forza: vogliamo dare un po’ di luce in queste tenebre».
«La scelta del calendario – ha aggiunto Zhanna Zukhova, una delle due organizzatrici dell’iniziativa – è stata ovvia perché permette alle persone che lo hanno acquistato di guardarlo tutti i mesi, avendo sempre presente la situazione dell’Ucraina».
Il progetto del calendario non rimarrà un’iniziativa isolata: «Il 22 gennaio alle 18 nella Galleria Borbonica – ha detto l’altra organizzatrice Olha Korenkova – ci sarà un evento con una mostra dei quadri delle rifugiate e uno spettacolo sensoriale di un artista».
All’incontro è intervenuto da remoto padre Enzo Fortunato, già direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi e del mensile “San Francesco”: «La voce delle donne è la più potente che oggi si possa levare dal nostro territorio, e dobbiamo fare di tutto perché arrivi alle orecchie di chi governa. Questo calendario è un’iniziativa simbolica, perché ci dice che il tempo scorre ed è urgente la pace».
A chiudere la conferenza stampa di presentazione del calendario le parole del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti: «Rivolgo un appello ai grandi gruppi editoriali italiani: è fondamentale raccogliere materiale che favorisca la connessione con l’Ucraina. Le infrastrutture vengono colpite pesantemente da Putin, che essendo un uomo dei servizi segreti stalinisti sa che il taglio della lingua è fondamentale per poter tagliare l’azione delle opposizioni. Ringrazio chi ha avuto questa idea e chiedo di supportare tutti insieme l’iniziativa del 22 gennaio in Galleria, raccontando questo progetto e questo calendario».
MULTIMEDIA
Il calendario ‘Profughe ucraine a Napoli’ è acquistabile tramite la pagina Facebook dell’associazione culturale Volia e tramite Whatsapp al numero 3937019523.
Profughe ucraine a Napoli, un calendario per la solidarietà
LA LUCE CONTRO LE TENEBRE DELLA GUERRA
con il calendario “Profughe ucraine a Napoli”
Sarà presentata al Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania l’iniziativa solidale, realizzata dall’associazione My Volia, che con la vendita del calendario ed una mostra-performance alla Galleria Borbonica il prossimo 22 gennaio, è finalizzata ad una raccolta benefica in aiuto del popolo ucraino, in particolare per l’acquisto di generatori elettrici attraverso la Unity of People Charitable Foundation.
Napoli, Vico Monteleone, 12
Martedì 17 gennaio, ore 14.30
NAPOLI. Da Napoli una speranza di luce contro le tenebre della guerra. Al Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, domani (martedì 17 gennaio) alle ore 14.30 sarà presentato, con il Presidente della Federazione della Stampa, Giuseppe Giulietti, il segretario del SUGC, Claudio Silvestri, il direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi e del mensile «San Francesco», padre Enzo Fortunato, giornalista e scrittore, già portavoce di Articolo21 Campania, Désirée Klain e la presidente, anche della consulta immigrati del Comune di Napoli, Fatou Diako, il calendario solidale “Profughe ucraine a Napoli”. Su iniziativa dell’organizzazione di volontariato “My Volia”, con il supporto del Console Generale dell’Ucraina a Napoli, Maxim Kovalenko e le organizzatrici dell’iniziativa Zhanna Zhukova e Olha Korenkova, nel corso della conferenza stampa, si illustrerà il progetto benefico, finalizzato ad una raccolta benefica in aiuto del popolo ucraino, in particolare per l’acquisto di generatori elettrici, attraverso la Unity of People Charitable Foundation. Durante l’incontro sarà anche annunciata, la continuazione del progetto, che proseguirà con una mostra fotografica: un’esposizione dei quadri e una significativa performance teatrale, durante la quale continuerà la ricerca dei fondi necessari. L’inaugurazione è prevista proprio il giorno dell’unificazione dell’Ucraina, ossia il 22 gennaio alle ore 18 alla Galleria Borbonica, con una visita guidata finale.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno dell’assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanesee con il patrocinio e la comunicazione solidale di Articolo21 Campania.
“A causa dell’aggressione russa e dei continui attacchi alle infrastrutture critiche in Ucraina – dicono gli organizzatori – c’è una mancanza di elettricità. Coloro che sono fuggiti dalla guerra stanno cercando di aiutare il paese in ogni modo possibile. E il nostro calendario è uno di questi progetti”.
“Il nostro calendario è un ringraziamento a Napoli – continuano i volontari di My Volia – in un momento così difficile per l’Ucraina questa città ha accettato i rifugiati, ci ha protetti e ci ha persino fatto innamorare di sé’”. Alla sessione fotografica, con gli scatti di Yuri Chartynsky, hanno partecipato ragazze provenienti da diverse parti del paese: Kyiv, Dnipro, Donetsk, Lvov, Chernivtsi, Krivoy Rog, Odessa, Drohobych, Cherkasy e anche volontari che aiutano l’integrazione nel territorio campano. “Nonostante quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo – concludono gli organizzatori – vediamo la bellezza intorno e la irradiamo anche”.
“Sono molto felice – spiega l’assessore Luca Trapanese – di aver potuto contribuire alla creazione di questo calendario, che lancia un messaggio sociale importantissimo. Napoli, dove esiste la più grande comunità ucraina in Italia, da subito è stata la città per eccellenza nell’accogliere i nostri fratelli ucraini, abbiamo dimostrato di essere cittadini capaci di aprire le porte delle nostre case per dare accoglienza a chi ne aveva bisogno. Adesso è il momento di continuare a contribuire attraverso la creazione di una rete, che possa essere sempre più efficace per le risposte di chi ne ha bisogno”. “Questo incontro benefico – racconta Désirée Klain – nasce da una mia intervista alla collega ucraina Zhanna Zhukova, in esclusiva per il Corriere del Mezzogiorno, poi ripresa dal Corriere della Sera. La caparbia di colleghe come lei e l’amore per il suo popolo, dimostrano come anche in situazioni così difficili, si possano creare insieme ‘ponti solidali’. Anche a questo è servito ‘Imbavagliati’, il festival internazionale di giornalismo civile da me diretto, che ha fatto diventare Napoli una città rifugio per tutti i giornalisti minacciati. Grazie alla squadra di Articolo21 in Campania e alla presidente Fatou Diako, cerchiamo di supportare queste iniziative benefiche, dando voce a chi non ha voce”.
Agenzia Dire, giornalisti in sciopero contro i mancati stipendi e il piano di esuberi
Giornaliste e giornalisti dell’agenzia Dire incrociano le braccia per protestare contro mancati stipendi ed esuberi. L’assemblea dei redattori «ritiene inaccettabile il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre e per questo proclama oggi una giornata di sciopero, tornando a chiedere all’azienda di procedere al più presto con il saldo dei pagamenti», si legge in una nota pubblicata sul sito web dell’agenzia mercoledì 11 gennaio 2023.
«Alla situazione già gravissima del ritardo nei pagamenti – incalzano i giornalisti – si è aggiunto lo sconcerto per la proposta di piano di riorganizzazione presentata ieri pomeriggio dall’azienda e ricevuta dal Cdr, che individua circa 20 esuberi. L’assemblea dell’agenzia di Stampa Dire esprime netta contrarietà nei confronti di questo documento, che presenta profili fortemente discriminatori e punta a spaccare lo spirito di solidarietà interno alla redazione. Non pone inoltre nessuna iniziativa per il rilancio e la sostenibilità dell’attività dell’azienda, eludendo gravi criticità a livello organizzativo».
Il documento, proseguono i redattori, «prevede solo tagli al personale e alle redazioni, ponendo a grave rischio la continuità delle attività nelle diverse unità produttive, e svilisce in maniera intollerabile i sacrifici compiuti dal corpo redazionale in questi mesi con i contratti di solidarietà. Nel documento sono inoltre presenti diverse incongruenze sull’effettiva copertura economica delle attività legate ai territori».
L’assemblea ribadisce quindi «la necessità di trovare soluzioni eque e non discriminatorie, rifiutando la possibilità di una cassa differenziata tra redattori, in percentuale e per redazione, stigmatizzando la quasi totale esclusione delle figure apicali dal coinvolgimento nella cassa tranne in un caso di un caporedattore previsto a zero ore» ed esprime «forte preoccupazione per la tenuta dell’attività, alla luce di un’ipotesi di piano che segna solo un netto arretramento del posizionamento dell’agenzia e getta pesanti ombre sul futuro della Dire».
Per questi motivi, l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti dell’agenzia di stampa, oltre alla prima giornata di protesta, ha già deliberato un secondo giorno di sciopero da proclamare a breve in assenza di notizie positive sugli stipendi e lo sciopero ad oltranza delle firme e l’astensione dal caricamento dei pezzi sul sito internet per i redattori che non fanno parte della redazione web.
Aser: «Massima solidarietà a colleghe e colleghi»
«La nostra massima solidarietà alle colleghe e ai colleghi dell’Agenzia Dire in sciopero – si legge in una nota dell’Aser -. Pensare di svolgere un compito fondamentale come quello affidato all’informazione primaria a partire da tagli ed esuberi senza nessuna iniziativa di rilancio equivale a calpestare non solo il lavoro e i lavoratori stessi, ma mette a rischio la continuità produttiva dell’agenzia. Saremo al fianco dei colleghi e delle colleghe nelle loro azioni di lotta e invitiamo sin da subito l’editore a tornare sui propri passi e a provvedere quanto prima alle spettanze non pagate fino a qui».
Rai, Usigrai e Cdr del Giornale Radio: «No a servizi chiusi realizzati da freelance»
«La mancanza di una sede di corrispondenza in Sudamerica. La necessità di una tempestiva copertura informativa di eventi come la morte di Pelè o la festa per la vittoria del mondiale in Argentina. Sono tutti fatti oggettivi che, però, non giustificano il ricorso a servizi chiusi realizzati da freelance. È il contratto integrativo a escludere che, neanche in situazioni eccezionali, ci possano essere interventi di fornitori esterni con “servizi chiusi”». Lo affermano, in una nota congiunta, Esecutivo Usigrai e Cdr del Giornale Radio.
«Eppure – proseguono – questo è avvenuto al Giornale Radio, dove il direttore ha messo sotto contratto un collaboratore esterno, per di più senza la necessaria, preventiva, informazione al comitato di redazione. I pezzi realizzati dal collega freelance sono stati utilizzati peraltro anche per un evento ampiamente programmato come l’insediamento del presidente Lula. Come altre testate della Rai nell’attesa che un inviato raggiungesse il Brasile si sarebbe potuto dare copertura informativa raccogliendo testimonianze sul posto da remoto, realizzando i servizi da desk. Di certo non si risolve il problema della mancanza di un ufficio di corrispondenza appaltando all’esterno i servizi, a fronte di 2000 giornalisti contrattualizzati».
Ex Trentino, il giudice del lavoro condanna l’azienda a pagare il mancato preavviso a 4 giornalisti
«Il giudice del lavoro di Trento Giorgio Flaim ha condannato la società SIE SPA, che fa capo all’editore Michl Ebner, al pagamento delle mensilità di mancato preavviso a 4 ex giornalisti del quotidiano Trentino, chiuso senza preavviso il 15 gennaio 2021, ribadendo la validità degli articoli 36 della legge 416 del 1981 sull’editoria e 28 del contratto di lavoro giornalistico FIEG-FNSI. La sentenza avrà ripercussioni per altri 7 colleghi dell’ex Trentino». Lo rende noto un comunicato congiunto di Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige e Federazione nazionale della Stampa italiana.
«La sentenza – prosegue la nota – riafferma un principio legislativo e contrattuale finora mai messo in discussione, in 42 anni, da nessuna azienda editoriale. Dopo la sentenza per comportamento antisindacale del 18 giugno 2021, è la seconda condanna emessa dalla magistratura del lavoro di Trento a carico di SIE SPA, il cui maggiore azionista Michl Ebner è titolare di una conglomerata con oltre 1200 dipendenti, floridi bilanci, e che non fa onore al suo ruolo pubblico di presidente della Camera di Commercio di Bolzano dopo essere stato per 25 anni deputato italiano ed europeo».
Sindacato regionale giornalisti e Federazione della Stampa «auspicano che l’editore Michl Ebner voglia ora ristabilire corrette relazioni sindacali, interrotte il 9 febbraio 2021, e riavviare una trattativa per risolvere pacificamente gli altri 7 contenziosi dei giornalisti fuoriusciti dall’ex Trentino».
Dal canto suo, SIE SPA sottolinea in una nota come «la giustizia civile costituisca l’ambito naturale nel quale si confrontano e si dirimano posizioni divergenti tra le parti. Restando convinti della correttezza, nel merito e nel metodo, fin qui adottata dalla società – si legge – si preannuncia fin d’ora ricorso in appello».
Media Freedom Act, Lorusso in audizione al Senato: «Potenziare le norme a tutela del diritto di cronaca»
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha partecipato martedì 10 gennaio 2023, in Senato, alle audizioni in tema di European Media Freedom Act promosse dalla Commissione Politiche dell’Unione europea di palazzo Madama. Nel ribadire il giudizio «nel complesso positivo» sul testo, il cui obiettivo è quello di creare una cornice normativa condivisa sui temi della libertà di informazione in Europa, Lorusso si è soffermato su alcuni aspetti del testo che «meritano di essere approfonditi e rafforzati».
Fra questi, il riferimento alla tutela delle fonti, che in Italia «va assolutamente potenziato – ha rilevato il segretario Fnsi – anche alla luce di recenti episodi di pedinamenti o intercettazioni di giornalisti, o di sequestro degli strumenti di lavoro per risalire alla fonte delle notizie, con la conseguenza di indebolire il diritto di cronaca, l’attività dei media, il lavoro dei giornalisti e il giornalismo investigativo in particolare: in ultima analisi, il diritto dei cittadini ad essere informati».
Lorusso ha quindi sollevato un rilievo, condiviso dai sindacati affiliati alla Federazione europea dei giornalisti, sui destinatari delle norme in discussione, che «devono essere non solo i media, ma tutti i giornalisti, anche i colleghi lavoratori autonomi e non solo i giornalisti che lavorano per una testata».
Riflettori puntati poi sul servizio pubblico radiotelevisivo, cui il Media Freedom Act dedica ampio spazio. «L’attuale normativa italiana che disciplina la nomina della governance va superata per sottrarre il controllo del servizio pubblico al governo di turno», ha evidenziato il segretario generale Fnsi.
Mentre, sulle norme relative a trasparenza e concentrazione della proprietà dei mezzi di informazione, Lorusso ha osservato che «in Italia sono regolate da leggi vecchie non più adatte a un settore in continua e repentina trasformazione. Da questo punto di vista, da tempo ribadiamo l’esigenza di giungere ad uno Statuto dell’impresa editoriale: un quadro di regole che garantiscano l’autonomia della parte giornalistica e in qualche modo contengano l’ingerenza delle proprietà dei media sull’attività di informazione».
Fra gli altri argomenti affrontati, la necessità di fornire adeguate tutele al settore dell’informazione, che produce «un bene pubblico immateriale, fondamentale per la formazione di una opinione pubblica in grado di partecipare alla vita del Paese, che va tutelato»; il ruolo delle grandi piattaforme online e degli algoritmi, che «consentono a chi li governa di incamerare dati personali che potrebbero servire non solo a orientare il mercato degli acquisti, ma anche le scelte dei cittadini»; l’esigenza di un concreto ed efficace contrasto alle Slapp, le azioni legali bavaglio civili o penali contro giornalisti e testate giornalistiche, nel solco dei principi sanciti nelle numerose sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Infine un accenno al sistema di finanziamento pubblico del settore. In questo ambito l’auspicio del sindacato è che «venga finalmente superata l’idea di sopprimere il Fondo per il pluralismo e che nel riconoscimento delle forme di sostegno si tenga conto delle condizioni di lavoro dei giornalisti, escludendo dagli aiuti le aziende che applicano contratti pirata. Favorire l’applicazione dei contratti di lavoro sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi sarebbe un ulteriore elemento di chiarezza e trasparenza che si potrebbe introdurre nel nostro settore», la conclusione del segretario Lorusso.