Archivio mensile:Settembre 2022

Ad Afragola per documentare l’emergenza rapine, troupe derubata delle attrezzature

Una troupe dell’agenzia Videoinformazioni si è recata al rione Salicelle ad Afragola per documentare l’emergenza rapine degli ultimi giorni ed è stata derubata delle attrezzature. I malviventi in pochi istanti hanno distrutto il vetro dell’auto e hanno portato via tutto. Non è soltanto un furto, ma un messaggio chiaro, un “invito” a non mettere il naso negli affari delle bande criminali della zona. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime preoccupazione per quanto accaduto ai colleghi di Videoinformazioni, ai quali va tutta la nostra solidarietà. Si tratta di un episodio paradossale che evidenzia in maniera plastica l’emergenza sicurezza che riguarda tutta l’area nord della provincia di Napoli, dove è sempre più difficile raccontare quello che succede, ma dove diventa complicato anche amministrare la cosa pubblica. Ricordiamo che tra Caivano ed Arzano, ci sono un giornalista, un prete e un comandante della polizia locale costretti a vivere sotto scorta armata. E gli stessi giornalisti di Videoinformazioni, il 5 ottobre prossimo, dovranno testimoniare per un’altra aggressione subita in provincia di Caserta. Ci auguriamo che ci sia un intervento urgente e deciso da parte del ministro dell’Interno.

Bonus 200 euro per i giornalisti lavoratori autonomi, da oggi le domande

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale contenete i criteri e le modalità per la concessione, da parte degli Enti di previdenza privatizzati, dell’indennità una tantum, pari a 200 euro, prevista dall’articolo 33 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, quale misura di sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori autonomi e dei professionisti a seguito della crisi energetica e al rincaro dei prezzi.

Possono beneficiare dell’indennità, che è una tantum, i giornalisti liberi professionisti o titolari di una collaborazione coordinata e continuativa iscritti all’Inpgi che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro e a condizione che alla data del 18 maggio scorso:

  • fossero già iscritti all’Ente, con partita IVA attiva e attività lavorativa già avviata entro la
    medesima data;
  • abbiano effettuato almeno un versamento, totale o parziale, della contribuzione dovuta
    con competenza a decorrere dall’anno 2020. Questo requisito non si applica a tutti coloro
    per i quali alla data del 18 maggio non fossero previste scadenze ordinarie di pagamento da
    effettuare. Possono quindi fare domanda anche coloro che si sono iscritti nel periodo 1°
    gennaio – 17 maggio 2022.

Per quanto riguarda il requisito reddituale dei 35 mila euro, questo è calcolato:

  • al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali;
  • ed escludendo dal computo i trattamenti di fine rapporto, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate assoggettate a tassazione separata.

Inoltre, sulla base di quanto disposto dall’art. 20 del DL n. 144 del 23 settembre 2022, se nel periodo d’imposta 2021 il reddito complessivo percepito – determinato sempre sulla base dei predetti criteri – sia stato non superiore a 20.000 euro annui, è prevista una maggiorazione dell’importo del Bonus di ulteriori 150 euro. A tal fine, nella domanda da presentare al’Istituto dovrà essere evidenziata questa specifica condizione reddituale.

Per ottenere il bonus è infatti necessario presentare apposita domanda all’Inpgi sul modulo predisposto, a decorrere dalle ore 12 del 26 settembre, ed entro le ore 20 del 30 novembre 2022, esclusivamente in modalità telematica accedendo all’interno della propria area riservata (https://areaiscritti.inpgi.it) e seguendo le istruzioni riportate nella pagina web.

E’ opportuno, quindi, verificare la corrente validità dei codici di accesso alla propria area riservata e, qualora siano scaduti ovvero se ne sia sprovvisti, è necessario attivare il prima possibile la procedura (reperibile qui – link  http://www.inpgi.it/?q=node/900 ) per il recupero.

ATTENZIONE: Nel caso in cui il soggetto interessato sia iscritto contemporaneamente all’Inps e all’Inpgi, l’istanza per ottenere il bonus dovrà essere presentata esclusivamente all’INPS.

Gli Uffici dell’Inpgi, dopo aver verificato la regolarità dei previsti requisiti, provvederanno ad erogare la somma in favore di coloro che ne avranno fatto richiesta.

L’erogazione avverrà sulla base dell’ordine cronologico della presentazione delle domande.

Siani, Lorusso: simbolo potentissimo per la lotta alle mafie e alla libertà di stampa

Manifesti di protesta nel giorno dell’anniversario dell’omicidio di Giancarlo Siani

Istituzioni e mondo della scuola hanno ricordato oggi 23 settembre 2022 Giancarlo Siani, il giovane giornalista ucciso a Napoli dalla camorra il 23 settembre 1985. “Ricordiamo oggi Giancarlo nel 37esimo anniversario della sua morte – ha detto il nipote, Gianmario Siani – ma noi lo ricordiamo tutti i giorni andando nelle scuole e la cosa straordinaria è che spesso gli studenti già lo conoscono, sanno la sua storia, conoscono i suoi articoli e sanno perché è morto, ma soprattutto lo sentono ancora vivo tra di loro”. Alle Rampe Siani, nei pressi del luogo dove Giancarlo fu ucciso, i rappresentanti istituzionali hanno deposto corone di fiori. La cerimonia si è svolta alla presenza del ministro per la Salute, Roberto Speranza. Oggi è stato, inoltre, distribuito gratuitamente in edicola da “il Mattino” “Il mio Siani”, un libro nel quale è contenuto un intervento del segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, che qui proponiamo integralmente.

L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA FNSI, RAFFAELE LORUSSO

Giancarlo Siani è un simbolo potentissimo per la lotta alle mafie e per la libertà di stampa. Riconsegnare alla comunità, con questo libro, anche l’aspetto privato di questo giornalista, attraverso il ricordo di chi lo ha conosciuto, contribuisce a dare una dimensione più “umana” alla figura di un giovane cronista rappresentato come un eroe, ma che nei fatti era un ragazzo come tanti, che inseguiva i suoi sogni e amava divertirsi. A differenza di molti, però, Giancarlo, aveva una passione invincibile, qualcosa a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo: amava questo mestiere, quello del giornalista, più di ogni altra cosa.

Se penso al lavoro di tanti giornalisti, nel nostro Paese e in tutto il mondo, che rischiano la propria vita per denunciare abusi, per svelare intrecci tra criminalità e politica, per raccontare storie, l’unica parola che mi viene in mente è proprio questa: passione. Molti di loro scrivono senza rete, senza la protezione di un grande giornale, senza diritti e senza tutele, a volte anche senza un compenso. L’unica cosa che li spinge a fare il proprio lavoro, come in una missione, è proprio questo sentimento feroce e ineludibile che permette di andare oltre ogni ostacolo, di raggiungere obiettivi inattesi. Nella storia, breve e intensa, di Giancarlo Siani questo aspetto della vita viene rappresentato benissimo. Per questo la sua vicenda umana e professionale è stata e continua ad essere, sempre con più forza, un esempio per tanti giovani. Siamo convinti che questo testo, che viene realizzato e distribuito dal Mattino a 37 anni dal suo omicidio, contribuirà con più forza a trasmettere il valore del lavoro di un cronista coraggioso attraverso la sua umanità.

Per questa ragione, la Federazione nazionale della Stampa italiana, anche quest’anno, ha scelto di sostenere questa iniziativa. Così come continuerà a sostenere i colleghi sul territorio campano, attraverso il Sindacato unitario giornalisti della Campania e l’impegno costante suo gruppo dirigente, guidato da Claudio Silvestri, tutelando tutti coloro che raccontano, come faceva Giancarlo, verità scomode, a volte attraverso giornali che si occupano di piccoli Comuni o di singoli quartieri. Questi ragazzi, questi cronisti, attendono ancora dallo Stato una legge che li tuteli dalle querele temerarie, da chi continuamente calpesta il diritto di informazione, che protegga realmente il segreto professionale e la tutela delle fonti, così come attendono da anni l’attuazione di una legge che possa garantire loro un compenso equo e un minimo di dignità per il proprio lavoro. Tutti provvedimenti a costo zero che non vengono approvati e che restano nei cassetti delle commissioni parlamentari, facendo precipitare l’Italia al 58esimo posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa.

Un esempio su tutti: proprio per una iniziativa partita dal Sindacato dei giornalisti della Campania, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il carcere per i giornalisti. Ebbene: nonostante l’invito della Consulta a legiferare sul tema, il Governo e il Parlamento sono rimasti fermi. Da qualche decennio la libertà di stampa non è una priorità nell’agenda dei governi di ogni colore. Inoltre, la minaccia della criminalità organizzata, soprattutto nel Meridione, come evidenzia il dossier di Reporters Sans Frontières, ha un impatto molto forte su questo pessimo risultato. Non possiamo dimenticare che proprio in Campania ci sono ben 5 persone costrette a vivere sotto scorta armata per le minacce della camorra ricevute dopo aver raccontato semplicemente quello che accadeva nella propria terra, più che in ogni altra regione. Ad altri cronisti vengono garantite altre forme di protezione più blande, altri, ancora, combattono ogni giorno la loro battaglia a mani nude. Non possiamo permetterci neanche per un istante di dimenticarci di loro, di sottovalutare una sola minaccia. A costo di sbagliare. Un errore di valutazione è meglio di un funerale o di un tesserino da giornalista alla memoria. Non deve più succedere, come è accaduto per Giancarlo, e per altri, di arrivare troppo tardi. Nessuno più dovrà dire: “Dove eravate?”. Ogni blog, ogni piccolo sito di informazione è una luce nei territori dominati dalle mafie. Tutelare loro significa tutelare la democrazia del nostro Paese.

Raffaele Lorusso
Segretario generale Fnsi

Smart working, proroga al 31 dicembre per lavoratori fragili e con figli under 14

Smart working fino a fine anno per i lavoratori fragili e per i genitori di figli minori di 14 anni (in questo caso a patto che nel nucleo familiare non vi sia già un genitore che non lavora o che percepisce ammortizzatori sociali). Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Aiuti-bis, diventa efficace la proroga fino al 31 dicembre 2022 del diritto al lavoro agile per queste due tipologie di lavoratori, a condizione che sia compatibile con le mansioni da svolgere. La nuova disposizione normativa si applica anche al settore giornalistico.

Il lavoro agile – regolato con legge del 2017, cui si è fatto gran ricorso, nella formulazione emergenziale, nei mesi della pandemia e del lockdown – non è una diversa tipologia di rapporto di lavoro, «bensì – come ricorda il ministero del Lavoro – una particolare modalità di esecuzione della prestazione di lavoro subordinato introdotta al fine di incrementare la competitività e di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro».

La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Ai lavoratori in modalità “agile” va garantita la parità di trattamento economico con chi svolge la stessa mansione totalmente in presenza.

PER APPROFONDIRE
Tutti i dettagli di interesse per i giornalisti nella circolare esplicativa predisposta dagli uffici della Fnsi allegata in calce.

(Foto di Kelly Sikkema su Unsplash)

Fusione delle Edizioni locali in Rcs Mediagroup, il Cdr del Corriere della Sera: «Non sia solo un artificio di bilancio»

«Il Cdr del Corriere della Sera ha appreso la sera di martedì 20 settembre dall’azienda del progetto di fusione tra Rcs Mediagroup Spa e Rcs Edizioni locali. La comunicazione è stata data in maniera del tutto inusuale rispetto alla storia dei rapporti sindacali del giornale, che hanno sempre visto una condivisione preventiva, anche informale, in occasione di passaggi così importanti». È quanto si legge in un comunicato sindacale del Comitato di redazione del Corriere.

«Il Corriere della Sera – proseguono i rappresentanti dei giornalisti – ha appena superato uno stato di crisi con prepensionamenti e uscite a vario titolo e il Cdr chiederà con forza che l’ingresso annunciato di 100 giornalisti delle Edizioni locali diventi lo strumento per un rilancio e consolidamento sul mercato italiano e straniero, e non un artificio di bilancio aziendale. Il Cdr, però, non può fare a meno di stigmatizzare le mancate risposte, a tutt’oggi, sull’assunzione di due colleghe (inserite nella lista allegata allo stato di crisi), chiesta più volte negli ultimi mesi, e sulla mancata stabilizzazione di alcuni precari».

Il progetto di fusione, incalza il Cdr, «comporterà un esame congiunto dei conti sui quali il Comitato di redazione vigilerà attentamente. Il Cdr ha, intanto, chiesto un incontro urgente al Direttore per conoscere il nuovo piano editoriale della testata e per avere conferme che non sarà stravolta l’organizzazione del lavoro e all’azienda per conoscere quello industriale. Senza questi passaggi, e senza una chiara e trasparente esposizione dei motivi e dei traguardi di questa operazione, i giornalisti del Corriere della Sera – concludono i rappresentanti sindacali – sono pronti a intraprendere ogni azione per la tutela dei posti di lavoro e della qualità del giornale nel rispetto dei nostri lettori».

Trentasette anni senza Giancarlo, il Mattino distribuisce il libro “Il mio Siani”

Dal Ministro della giustizia Marta Cartabia al regista Marco Risi, al segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso, dall’ex calciatore del Napoli Ciro Ferrara all’attore Alessandro Siani. Ci sono le testimonianze di numerosi personaggi della cultura, dello sport, dello spettacolo, della magistratura, del giornalismo e della società civile nel nuovo volume, “Il mio Siani”, che il quotidiano “Il Mattino” darà in omaggio ai suoi lettori venerdì 23 settembre 2022 per ricordare Giancarlo Siani nel 37esimo anniversario della sua morte per mano della camorra. Anche il Sindacato dei giornalisti ha deciso di contribuire, come già è successo l’anno scorso, a questa pubblicazione.

La presentazione del volume si è svolta stamane nella Sala degli Angeli dell’Università Suor Orsola Benincasa, sede dal 2003 della prima Scuola di Giornalismo del Mezzogiorno peninsulare con un’aula intitolata nel 2008 proprio a Giancarlo Siani. Per discutere dei temi del libro c’erano il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, il direttore de “Il Mattino”, Francesco De Core, il presidente della Fondazione Pol.i.s, Don Tonino Palmese, il curatore del volume “Il mio Siani”, Pietro Perone e il presidente della Fondazione Giancarlo Siani, Gianmario Siani. Nel corso dell’incontro ci sono state anche le testimonianze di due degli oltre duecento allievi della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa” (Ciro Cuozzo de “Il Riformista” e Gennaro Di Biase de “Il Mattino”) che negli ultimi vent’anni hanno seguito la ‘lezione’ sempre viva del pensiero e dell’azione professionale di Giancarlo Siani (“essere giornalista è sentire l’ingiustizia del mondo sulla propria pelle, è schierarsi dalla parte della verità, è denuncia, è ricerca, è curiosità, è approfondimento”).

“Nelle aule del Suor Orsola, non solo in quella a lui dedicata da quasi tre lustri, la memoria degli insegnamenti di Giancarlo Siani è quanto mai viva – ha sottolineato il Rettore Lucio d’Alessandro – ed è tenuta costantemente in vita dalle lezioni dei tanti “giornalisti giornalisti”, come li avrebbe definiti lui, che da vent’anni guidano il percorso formativo biennale dei nostri giovani praticanti con una specifica vocazione al giornalismo d’inchiesta”.

“Il mio Siani” – Dal taccuino alla Mehari: le immagini indelebili del “giornalista giornalista” che ancora ‘vive’ in redazione

“Giancarlo Siani era una stella rara di quelle che alla luce del
sole non scompaiono ma anzi sono luce pura. La sua onestà è la
bandiera che sventola ancora forte nel vento della libertà.
Un esempio che ha influenzato tanti ragazzi. Ed anch’io, che all’anagrafe mi chiamo Alessandro Esposito, nel suo cognome, diventato il mio nome d’arte, ho ritrovato una strada un percorso che mi ha cambiato. Perché in fondo a tutti noi è ancora forte la voglia di brillare”. La sintesi dell’intervento dell’attore e regista Alessandro Siani rappresenta il senso e l’obiettivo del nuovo volume de “Il Mattino” dedicato a Giancarlo Siani: raccontare quanto il suo martirio sia stato fecondo esempio per generazioni di giovani, non solo giornalisti.

Del resto, come scrive nel libro Armando D’Alterio, pubblico ministero del processo di primo grado ai killer e ai mandanti dell’omicidio di Giancarlo Siani ed oggi procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, “la figura di Giancarlo non è mai apparsa tanto vicina ed attuale: impegno, rispetto e coerenza ideale promanano dalla sua attività professionale e dalla sua vita e sono valori di cui oggi abbiamo bisogno più che mai”.

Nel libro curato dal giornalista Pietro Perone ci sono anche i contributi e i ricordi, anche intimi, dei giornalisti de “Il Mattino” che con Giancarlo ci hanno lavorato come Daniela De Crescenzo (“La rabbia e la giustizia”, Francesco Romanetti (“Quella sera…dolore e coraggio”) e Marilicia Salvia (“Noi due a Castellamare”).

Ma nel libro, come ha raccontato il direttore de “Il Mattino”, Francesco De Core, ci sono soprattutto “gli occhiali di Giancarlo, la sua Mehari verde, la sua macchina per scrivere, il Vomero e Torre Annunziata, Vasco Rossi, la gioia di vivere, la sensibilità nell’analisi e l’accuratezza nei dettagli che ne contraddistinguevano la penna”. Ci sono tutte le sue immagini, per nulla sbiadite, che lo rendono così attuale e così presente a quasi quarant’anni dal suo martirio.

“Ricordare Giancarlo, con il terzo libro consecutivo del Mattino,
a trentasette anni dal martirio e nel quarantennale del movimento
anticamorra – ha evidenziato Perone – è un puntello alla memoria collettiva affinché il coraggio di Siani, come quello dei tanti che all’epoca erano giovani come lui, possa essere di esempio a chi oggi purtroppo vive la stesse terribili paure, soffocato da una criminalità che ha cambiato faccia, forse meno sfacciata di Cutolo ma più potente e ugualmente sanguinaria”.

Casagit, riunione a Napoli con presidente e direttore

Riunione della consulta nella sede campana della Casagit presso il Sindacato unitario giornalisti della Campania, alla presenza del presidente Gianfranco Giuliani e del direttore Francesco Matteoli. È stata l’occasione per parlare del futuro della Cassa sanitaria, dell’estensione dei servizi offerti anche ad altre categorie e del ruolo degli uffici delle Associazioni regionali di stampa. Erano presenti il segretario del Sugc, Claudio Silvestri, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, i tre componenti della consulta Giuseppe Caporaso, la fiduciaria Marisa La Penna e Mario Zaccaria e il funzionario Mauro Fellico che sarà sul territorio il braccio operativo per la commercializzazione.

Premio di giornalismo “Francesco Landolfo” 2022, ecco il bando

Scade il prossimo 31 ottobre il bando di partecipazione alla undicesima edizione del premio di giornalismo “Francesco Landolfo”. Indetto da Ordine dei giornalisti della Campania, Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, quotidiano “Roma” e Arga Campania, il premio vuole valorizzare le intuizioni e l’impegno di Francesco Landolfo – fondatore dell’Arga Campania, vicedirettore del “Roma” e segretario dell’Ordine dei giornalisti della Campania – nella formazione dei giovani colleghi e premia i migliori servizi giornalistici sui temi di ambiente e natura, agricoltura e agroalimentare, territorio e ricerca scientifica in Campania. I vincitori delle tre sezioni (carta stampata, radio-televisione, web) riceveranno un assegno di mille euro e una targa. Dal 2018 l’Arga assegna anche un riconoscimento intitolato alla memoria del giornalista Gianpaolo Necco. Tutte le informazioni sul sito www.premiofrancescolandolfo.com

Premio di giornalismo “Francesco Landolfo” 2022

XI Edizione

BANDO

ART. 1

L’Ordine dei Giornalisti della Campania, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania (Sugc), il quotidiano Roma e l’Arga Campania indicono l’undicesima edizione del Premio di giornalismo “Francesco Landolfo”. Il premio ricorda e valorizza le intuizioni e l’impegno di Francesco Landolfo, fondatore e presidente dell’Arga Campania, vicedirettore del “Roma” e segretario dell’Ordine dei giornalisti della Campania, nella formazione dei giovani colleghi e premia il miglior lavoro giornalistico su ambiente e natura, agricoltura e agroalimentare, territorio e ricerca scientifica in Campania.

ART. 2

Il premio è rivolto ai giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti.

ART. 3

Il premio è diviso in tre sezioni: carta stampata, radio-televisione, web. Il vincitore di ogni sezione sarà premiato con una targa e un assegno di euro 1.000,00 (mille).

ART. 4

Ogni candidato potrà partecipare con un solo lavoro pubblicato nel periodo 2021-2022. La partecipazione è gratuita; articoli, foto e cd non saranno restituiti.

ART. 5

I lavori, corredati da abstract, breve curriculum vitae, dati anagrafici e recapiti del/della concorrente, dovranno essere inviati entro e non oltre il 31 ottobre 2022 a mezzo raccomandata con R.R. o portati a mano alla segreteria del premio “Francesco Landolfo”, presso la sede del SUGC, Vico Monteleone 12, 80134 Napoli; oppure inviati a mezzo pec all’indirizzo sgc@poste-certificate.it con oggetto Premio Landolfo.

ART. 6

La Giuria del premio è composta da: Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania; Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania; Antonio Sasso, direttore editoriale del “Roma”; Pasquale Clemente, direttore responsabile del “Roma”; Geppina Landolfo, presidente Arga Campania; Antonella Monaco, delegata Arga Campania; Gennaro Famiglietti, presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale. Il giudizio della giuria è insindacabile; la partecipazione al Premio implica l’accettazione di tutte le clausole del presente bando.

ART. 7

I risultati del concorso saranno pubblicati sui siti dell’Ordine dei Giornalisti, del Sugc, del quotidiano Roma e dell’Arga Campania. La data e il luogo di premiazione sarà comunicata direttamente agli interessati via email. I premi saranno consegnati esclusivamente ai vincitori presenti alla cerimonia di premiazione. L’invito ufficiale alla Cerimonia di Premiazione non dà diritto al rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno.

Minacce a Sandro Ruotolo, la solidarietà del SUGC

Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime solidarietà al collega Sandro Ruotolo, attualmente impegnato in campagna elettorale nel difficile territorio del Vesuviano, per le minacce subite. “Farai la fine di tua sorella”, gli hanno scritto sui social, facendo riferimento evidentemente all’omicidio della cugina Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra. Sandro è già costretto a vivere sotto scorta per le intimidazioni dei clan casalesi arrivate a seguito delle sue inchieste giornalistiche con le quali ha illuminato territori da sempre dominati e saccheggiati dai clan.

Informazione, Lorusso a Repubblica: «Servono interventi strutturali, le forze politiche dicano cosa intendono fare»

Da tempo lo stato di salute dell’informazione italiana è precario. Il poco onorevole 58esimo posto occupato dal nostro Paese nella classifica internazionale sulla libertà di stampa certifica un declino che pare inarrestabile. L’indipendenza, il pluralismo e l’autorevolezza dei media – come ha ricordato a più riprese il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – sono indispensabili per avere un’opinione pubblica matura e garantire la tenuta delle istituzioni democratiche. In Italia poco è stato fatto nel corso degli ultimi anni per rilanciare il settore, la cui sopravvivenza è messa a dura prova dalla crisi di un modello industriale che ha sì una dimensione globale, ma allo stesso tempo richiede interventi strutturali da parte dei singoli governi.

Nella campagna elettorale in corso, il tema informazione è fra i grandi assenti. Nelle proposte programmatiche delle varie forze politiche non c’è nulla che riguardi la salvaguardia del ruolo dei media.

Un paradosso, soprattutto se si considera che in tanti, anche in questi giorni, denunciano il tentativo di apparati di disinformazione stranieri, a cominciare da quelli russi, di influenzare e condizionare l’opinione pubblica italiana. Questo pericolo, già segnalato durante il periodo della pandemia e sventato proprio grazie al lavoro degli organi di informazione professionali, dovrebbe spingere i partiti a riconoscere e valorizzare il ruolo della stampa attraverso misure mirate per affrontare la delicata fase di transizione digitale. Invece, si assiste ad una lenta ma inesorabile perdita di quote di mercato.

In Italia la media giornaliera di quotidiani venduti è di poco superiore al milione di copie. Vent’anni fa era cinque volte di più. Il digitale è in crescita, ma non in misura tale da compensare le perdite della carta. Se questa situazione avesse riguardato un altro settore economico, si sarebbero moltiplicati i tavoli di confronto per cercare soluzioni. Neanche le minacce e le aggressioni fisiche ai cronisti e l’aumento esponenziale del precariato e del lavoro povero sembrano meritare l’attenzione delle forze politiche.

È un atteggiamento preoccupante: fatte salve poche eccezioni, limitate a singoli esponenti del mondo politico, i giornali e i giornalisti, soprattutto  quelli che ancora fanno domande scomode e promuovono inchieste, vengono percepiti come un fastidio.

Anche nella legislatura che si è appena conclusa le proposte di legge per contrastare i bavagli e rafforzare le tutele del lavoro dei cronisti sono finite su un binario morto.

La crisi epocale del settore richiede un approccio di sistema. È necessario che le forze politiche spieghino in che modo intendono difendere l’informazione professionale.

Il contrasto al precariato e alle cosiddette querele temerarie, la tutela delle fonti e del giornalismo di inchiesta, l’eliminazione di vecchi e nuovi bavagli, a cominciare da quello introdotto recentemente con il  recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza, sono temi cruciali.

Pensare, inoltre, di affrontare la crisi strutturale del mercato con misure, necessarie ma non strutturali, inserite nelle varie leggi di stabilità, senza porsi il problema di una nuova legge per il settore è un’operazione di cortissimo respiro.

La legge sull’editoria in vigore è del 1981. Ha consentito di governare il passaggio dal piombo alla composizione a freddo. L’attuale fase di transizione digitale richiede un confronto serrato fra politica, giornalisti ed editori per giungere ad una nuova legge di settore. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro, la sopravvivenza di imprese e testate giornalistiche e, soprattutto, la qualità della nostra democrazia.