Archivio mensile:Giugno 2022

2022 Fnsi, il Consiglio nazionale torna a reclamare #FreeAssange

Un nuovo appello dei giornalisti italiani per reclamare #FreeAssange: la liberazione del giornalista australiano fondatore di Wikileaks che rischia di essere estradato e processato negli Usa e sul cui capo pende una potenziale condanna a 175 anni di carcere. È iniziato così il Consiglio nazionale della Fnsi convocato giovedì 30 giugno 2022, a Roma.

Aperte dalla relazione del segretario generale Raffaele Lorusso, alle assise hanno partecipato anche i presidenti dell’Inpgi, Marina Macelloni, del Consiglio nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli, di Casagit, Gianfranco Giuliani e Alessia Marani, neoeletta presidente del Fondo di previdenza complementare della categoria.

Moderati dal presidente Giuseppe Giulietti, i consiglieri nazionali della Fnsi hanno affrontato i temi di più stretta attualità per la professione, dall’inaccettabile tendenza a stilare liste di giornalisti più o meno sgraditi, alle conseguenze per il diritto di cronaca del recepimento in Italia della direttiva europea sulla presunzione di non colpevolezza; dall’assenza della politica sulle questioni che riguardano la tutela dei diritti e delle libertà dei giornalisti e il contrasto al lavoro irregolare, all’esigenza di organizzare una manifestazione in difesa dell’informazione e per l’equo compenso per i colleghi lavoratori autonomi.

I consiglieri nazionali hanno anche espresso solidarietà ai colleghi di Stile Italia Edizioni, società che fa capo a Maurizio Belpietro, impegnati con il sindacato in una difficile vertenza, e proposto la convocazione del Coordinamento degli enti della categoria per promuovere la mobilitazione unitaria della categoria.

Approvati i bilanci e la relazione del segretario generale Lorusso, il Consiglio, infine, ha dato mandato alla Giunta esecutiva di convocare il XXIX Congresso nazionale della Stampa italiana alla scadenza naturale dell’attuale consiliatura, a inizio 2023.

I ministeri tagliano stipendi e pensioni dei giornalisti. La Fnsi scrive ai ministri: «Misura iniqua, si intervenga subito»

Il passaggio dei giornalisti dall’Inpgi all’Inps non può comportare alcun aumento della contribuzione previdenziale. Né per gli attivi né per i pensionati. Se le burocrazie ministeriali fingono di non capire, tocca alla politica rimediare ad una situazione di palese illegittimità. La Fnsi ha già interessato della questione i ministeri competenti, chiedendo di rimediare ad un’ingiustizia che sa di abuso. In caso contrario, il ricorso all’autorità giudiziaria sarà inevitabile. La decisione dei ministeri del Lavoro e dell’Economia di dar corso ad una delibera approvata dal cda dell’Inpgi a giugno 2021, prima dell’approvazione della norma che dispone il passaggio dell’Inpgi all’Inps, rischia di creare un corto circuito.

In pratica, a partire da gennaio 2022 e per i prossimi cinque anni, i giornalisti attivi e pensionati dovranno subire un prelievo previdenziale addizionale dell’uno per cento mensile. Il provvedimento era stato adottato dall’Inpgi nell’ambito delle misure di riequilibrio dei conti sollecitate dal governo. Con il passaggio all’Inps tale maggiorazione è diventata inutile, oltre che iniqua, dal momento che dal primo luglio 2022 i giornalisti sono equiparati a tutti gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti dell’Inps.

Per questo l’Inpgi aveva sospeso l’applicazione della delibera, chiedendo ai ministeri di verificare se il contributo straordinario potesse considerarsi superato in ragione del passaggio all’Inps. Il ministero del Lavoro aveva chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, ma poi ha deciso di dar corso alla delibera senza aspettare la risposta.

Chiarita la forzatura compiuta dalla burocrazia, tocca alla politica intervenire. È quello che la Fnsi ha chiesto ai ministeri, facendo presente che l’applicazione del contributo aggiuntivo dell’uno per cento creerebbe una disparità di trattamento: i giornalisti attivi e pensionati verserebbero all’Inps più di tutti gli altri lavoratori. Senza un provvedimento correttivo, saranno inevitabili i contenziosi. Azioni legali contro lo Stato di cui i solerti dirigenti che hanno ideato questo scempio saranno chiamati a rispondere.

Da Inpgi a Inps, le istruzioni per la pensione di luglio dei giornalisti

La legge di Bilancio 2021 ha stabilito che dal 1° luglio 2022 la gestione sostitutiva dell’Inpgi, Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti, passerà all’Inps e l’Istituto ha già disposto i pagamenti delle prestazioni pensionistiche a partire dalla stessa data. Lo fa sapere l’Inps con una nota.

Per visualizzare i cedolini, o per presentare domanda di pensione gli utenti interessati dovranno quindi accedere al sito www.inps.it, inserendo le credenziali ormai valide per tutte le Pubbliche Amministrazioni (Spid, Cns o Cie). L’Inps ricorda che può disporre un pagamento con accredito su Iban solo se questo è intestato o cointestato al beneficiario della pensione e se risulta formalmente valido.

L’Istituto, in sinergia con Inpgi, utilizzando gli strumenti postali e di comunicazione elettronica, ha recepito le corrette coordinate di pagamento da parte di quei beneficiari i cui Iban presentavano criticità. I pensionati che non hanno ancora fornito un Iban idoneo hanno ricevuto un’apposita comunicazione nella quale sono riportate le istruzioni utili per ottenere il rateo di luglio 2022 tramite bonifico domiciliato. Tale opzione consentirà all’utente, nell’immediato, di ritirare la pensione in contanti presso qualunque ufficio postale.

Sono infine state fornite le indicazioni per trasmettere un Iban valido tramite la procedura Inps o recandosi presso il proprio sportello bancario, muniti della chiave-pensione riportata nella lettera.

Ancora un giornalista ucciso in Messico, il dodicesimo nel 2022

Il giornalista messicano Antonio De la Cruz del quotidiano Expreso è stato ucciso mercoledì 29 giugno 2022, a Ciudad Victoria, capitale dello Stato settentrionale di Tamaulipas. Lo riferisce la tv Milenio. De la Cruz è morto sotto i colpi di arma da fuoco di sicari mentre si allontanava in auto dalla sua abitazione. Fonti del giornale in cui lavorava da 20 anni hanno indicato che a bordo del veicolo c’era una delle due sue figlie, che è rimasta gravemente ferita.

Un portavoce del gruppo editoriale Expreso-La Razón ha ricordato che «già nel 2018 era stato ucciso un altro nostro giornalista, Héctor González».

In una conferenza stampa, il procuratore capo di Tamaulipas, Irving Barrios, ha reso noto che De la Cruz è stato raggiunto da quattro proiettili di calibro 40 mm sparati da un’arma che è in dotazione esclusiva alle forze armate messicane e che è morto sul colpo. Non risulta che il giornalista avesse ricevuto minacce, anche se per il momento si sospetta che sia stato ucciso da uno dei gruppi criminali attivi nello Stato in relazione alla sua attività professionale.

Dall’inizio dell’anno, secondo le organizzazioni professionali messicane, i giornalisti che hanno perso la vita in episodi di violenza sono almeno 12, di cui tre in maggio.

‘Processo Morandi’, sindacato e Ordine: «Limiti al diritto di cronaca». Il 7 luglio iniziativa a Genova

Il 7 luglio 2022 si celebra la prima udienza del “processo Morandi”. «Un’ordinanza del presidente del collegio giudicante limita pesantemente l’esercizio del diritto di cronaca. In pratica spegne le Tv e oscura gli obiettivi dei fotografi, respingendo tutte le richieste di autorizzazione delle riprese audiovisive di tutte le udienze successive alla prima», denunciano, in una nota congiunta, Fabio Azzolini, segretario regionale dell’Associazione ligure dei giornalisti, Filippo Paganini, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Liguria e Tommaso Fregatti, presidente Gruppo Cronisti Liguri.

«Il provvedimento – incalzano – vieta perfino l’utilizzo delle immagini che saranno trasferite in sala stampa dal circuito chiuso di ripresa che sarà allestito in aula. Come si motiva lo stop all’esercizio del diritto di cronaca da parte di tv e fotogiornalisti? “A fronte del comprensibile interesse mediatico per i fatti oggetto del presente procedimento – si legge nell’ordinanza – l’introduzione nell’aula di udienza di telecamere e altri strumenti per la ripresa audiovisiva del processo potrebbero determinare una spettacolarizzazione dell’evento prevedibilmente deteriore per il sereno e regolare svolgimento delle udienze (…). Dal momento che è notorio che la presenza in aula dei mezzi di ripresa audiovisiva può influire sui comportamenti di tutti i soggetti coinvolti».

Una motivazione, rilevano i rappresentanti regionali dei giornalisti, «viziata da un pregiudizio ideologico circa la qualità del lavoro dei giornalisti ed inquietante poiché, se acriticamente accolta, potrebbe costituire il pretesto per negare l’agibilità delle aule giudiziarie ai telegiornali e ai fotoreporter pregiudicando, con il diritto di cronaca, anche quello dei cittadini ad un’informazione, magari non spettacolare, ma puntuale professionale e plurale».

Su questi temi, Associazione e Ordine dei giornalisti della Liguria invitano le colleghe e i colleghi ad una manifestazione «in difesa del diritto di cronaca e del diritto all’informazione che si terrà il 7 luglio prossimo».

L’evento sarà presentato nel corso di una conferenza stampa promossa dall’Associazione e dall’Ordine dei giornalisti della Liguria lunedì 4 luglio, alle 12, nella sede di via Fieschi 3/26, a Genova

Fatturazione elettronica, nuova convenzione per i giornalisti iscritti alle Assostampa

Un nuovo servizio, attivato su proprosta del Sindacato unitario giornalisti della Campania, pensato per i giornalisti lavoratori autonomi iscritti alle Associazioni regionali di Stampa federate nella Fnsi. Dal 21 giugno 2022 è attiva la convenzione stipulata dalla Federazione nazionale della Stampa italiana con la società Effatta finalizzata ad offrire ai colleghi titolari di partita Iva una piattaforma online dedicata, semplice e veloce, per la compilazione e l’invio di fatture elettroniche.

Dal 1° gennaio 2019 l’obbligo di fattura elettronica è stato esteso anche ai rapporti tra privati, ma ne erano esonerati i professionisti in regime di vantaggio o in regime forfettario. Dal 1° luglio 2022, l’obbligo si applicherà anche ai contribuenti rientranti in tali regimi fiscali che nel 2021 abbiano fatturato più di 25mila euro. Mentre chi non ha superato tale soglia di fatturato dovrà emettere la prima fattura in formato elettronico a partire dal 1° gennaio 2024, qualsiasi sia l’ammontare dei compensi percepiti.

Per venire incontro alle esigenze degli iscritti, la Fnsi, in collaborazione con Effatta, mette a disposizione un software, disponibile al link https://fattura-fnsi.effatta.it/ e fruibile anche via app (per sistemi IoS e Android), che consente di semplificare i processi di fatturazione elettronica grazie all’integrazione di sistemi informatici, riducendo al minimo il rischio di errore nell’emettere le E-fatture.

Accessibile ovunque e da qualsiasi dispositivo connesso a Internet, il sistema personalizzato, che provvede anche all’invio all’Agenzia delle Entrate tramite il canale SDI, si presenta con un’interfaccia grafica completa e intuitiva, facile da usare anche per utenti meno esperti.

Per poter fruire del servizio, i giornalisti titolari di partita Iva iscritti alle Associazioni regionali di Stampa, qualunque sia il regime fiscale adottato, dovranno accedere alla piattaforma dedicata e compilare il form di registrazione. Una volta verificati i requisiti necessari ad aderire alla convenzione Fnsi-Effatta (l’iscrizione al sindacato) il sistema provvederà ad abilitare il giornalista all’utilizzo del sistema.

Di particolare interesse l’offerta commerciale riservata agli iscritti alle Associazione regionali di Stampa, che per il primo anno potranno beneficiare di un pacchetto di 200 fatture a titolo gratuito. A partire dal secondo anno gli utenti avranno a disposizione tre opzioni: Standard (21,50 euro annui per 120 fatture); Premium (53,90 euro annui per 1200 fatture); Best (75,48 euro annui per 4800 fatture).

Per qualsiasi informazione è sempre possibile rivolgersi alla propria Associazione regionale di Stampa (qui tutti i recapiti).

Vertici del Sugc incontrano neodirettore del Mattino

Il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, insieme alla fiduciaria Inpgi per la Campania, Antonella Monaco, accompagnati dal consigliere nazionale della Fnsi e capocronista del Mattino, Gerardo Ausiello, hanno fatto visita al neodirettore del Mattino, Francesco de Core. È stata l’occasione per confrontarsi sulla situazione dei giornali in Campania, sulle criticità del territorio e sulle nuove sfide che dovranno affrontare le aziende editoriali per conquistare nuovi lettori e garantire stipendi dignitosi ai giornalisti.

Repubblica, il Coordinamento dei precari al direttore: «’Il giornale dei diritti’ garantisca anche i collaboratori»

«Il lavoro è uno dei temi cardine di Repubblica delle Idee che si apre giovedì 16 giugno a Bologna. Come Coordinamento dei precari di Repubblica non possiamo non rimarcare che il tema scelto, “La sfida di un futuro in bilico”, purtroppo si adatta fin troppo bene alla situazione che perdura all’interno dello stesso giornale». Inizia così la lettera che il Coordinamento invia al direttore Molinari, a Cdr, fiduciari e ai giornalisti di Repubblica.

«Giornale – proseguono i colleghi precari – che ha esposto nei giorni scorsi, con un’iniziativa che condividiamo pienamente, lo striscione “la Repubblica – Il giornale dei diritti”. E dal momento che i diritti, come giustamente ha scritto il direttore Maurizio Molinari, si sommano e non si contrappongono, vogliamo ricordare che questo stesso giornale esce anche grazie al lavoro di giornalisti precari da anni, addirittura da decenni. Che chiedono di essere stabilizzati e che vedono il loro diritto a un lavoro tutelato e correttamente retribuito quotidianamente calpestato. Che a seconda delle diverse redazioni locali in cui lavorano ricevono trattamenti differenti e in molti casi penalizzanti in quanto a domeniche e festivi non retribuiti come straordinari, giorni di corta non garantiti, massima reperibilità richiesta».

Il Coordinamento dei precari di Repubblica ribadisce, dunque, «ancora una volta, la necessità di un incontro urgente con l’azienda che più volte si è sottratta alle nostre richieste di chiarimento sul futuro di colleghe e colleghi che lavorano ogni giorno accanto agli assunti e che sono fondamentali per l’uscita del quotidiano e per l’aggiornamento del sito. Per lo stesso motivo – concludono giornalisti e giornaliste – chiediamo al direttore Maurizio Molinari un confronto con i rappresentanti del Coordinamento impegnati ormai da due anni nel cercare di rivendicare condizioni contrattuali migliori e maggiori certezze per il futuro di tutte e tutti».

Rai, Usigrai: «Basta con la dannosa pratica delle prime utilizzazioni»

«Con una mano si tagliano i costi con l’altra si fanno nuovi contratti a partite iva con chiamata diretta. La Rai continua la dannosa pratica delle prime utilizzazioni nei programmi di rete di colleghi esterni impiegati nei programmi del palinsesto estivo, mentre decine di colleghi interni sono senza incarico». Lo denuncia l’Esecutivo Usigrai che, in una nota, evidenzia: «Una scelta che fa lievitare i costi aziendali e che consente ad alcuni colleghi di iniziare a collaborare con la Rai senza affrontare un concorso pubblico meritocratico e trasparente».

Per i rappresentanti sindacali, «il ricorso alle prime utilizzazioni contravviene agli impegni presi dalla Rai con il sindacato e avviene mentre decine di colleghi, che da anni collaborano con la Rai, attendono di essere regolarizzati. Il sindacato – concludono – che si è già ripetutamente espresso a favore della valorizzazione delle numerose professionalità interne e ha più volte invitato l’azienda a porre fine al ricorso alle prime utilizzazioni, si riserva, qualora non si ponga fine a questa strategia clientelare e dispendiosa, di ricorrere alla Corte dei Conti per una verifica sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche».

Copyright, l’Agcom avvia la consultazione pubblica sull’equo compenso per i prodotti giornalistici online

Nella riunione del Consiglio di mercoledì 15 giugno 2022 l’Agcom ha approvato, all’unanimità dei presenti, l’avvio della consultazione pubblica sullo schema di regolamento che dà attuazione all’art. 43-bis della legge sul diritto d’autore.

La norma, introdotta con il decreto legislativo n. 177/2021, recepisce nell’ordinamento nazionale l’articolo 15 della direttiva copyright (UE 2019/790), con il quale il legislatore europeo ha inteso affrontare la questione dell’equa distribuzione del valore generato dallo sfruttamento sulla rete di una “pubblicazione di carattere giornalistico” tra l’editore (titolare del diritto) e le piattaforme che veicolano questi contenuti online. L’obiettivo è quello di fissare un “equo compenso” a favore dell’editore.

Sulla scorta dei criteri indicati nel citato art. 43-bis, l’Autorità, si legge in una nota, ha tracciato un modello per la sua determinazione, operando già in questa fase una distinzione tra prestatori di servizi e le imprese di media monitoring e rassegna stampa, in ragione delle differenze strutturali relative ai servizi offerti. Il metodo che l’Autorità sottopone a consultazione pubblica mira ad incentivare accordi tra editori e prestatori secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità, ispirandosi alle pratiche commerciali e ai modelli di business adottati dal mercato.

La consultazione, aperta a tutti i soggetti interessati per un periodo di 30 giorni a partire dalla pubblicazione della delibera, consentirà all’Autorità di acquisire gli elementi di dettaglio necessari per definire, nel pieno rispetto dell’autonomia negoziale delle parti e sulla scorta dell’iter già delineato nel documento di consultazione, il modello per pervenire alla determinazione dell’equo compenso, attraverso un’attenta ponderazione dei contrapposti interessi in gioco.