Archivio mensile:Marzo 2022

L’ambasciatore russo querela La Stampa, Lorusso: «Invoca il rispetto dello Stato di diritto chi ne calpesta le regole»

L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov ha presentato venerdì 25 marzo, in Procura a Roma, un esposto per istigazione a delinquere ed apologia di reato in relazione ad un articolo pubblicato il 22 marzo scorso su La Stampa, colpevole – a suo dire – di aver agito fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo.

«Fra le assurdità e le contraddizioni della guerra – osserva Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – rientra a pieno titolo anche l’iniziativa dell’ambasciatore russo in Italia, che invoca i principi dello Stato di diritto, quotidianamente calpestati dal governo del suo Paese, per punire il giornalista della Stampa Domenico Quirico».

Per Lorusso, «l’esposto depositato in Procura a Roma, destinato a non approdare a nulla perché nell’articolo “incriminato” non c’è scritto nulla di quanto afferma l’ambasciatore, non fa altro che confermare, qualora ce ne fosse stato bisogno, quale sia l’atteggiamento dei rappresentanti del governo di Mosca nei confronti dei giornalisti e del loro lavoro».

Incalza il segretario della Federazione nazionale della Stampa italiana: «Pensare di mettere a tacere la stampa italiana con iniziative pretestuose e dal sapore intimidatorio è inutile e controproducente, anche perché in Italia le querele temerarie contro i giornalisti, complice l’inerzia di Parlamento e governo, sono quasi uno sport nazionale».

L’esposto dell’ambasciatore, conclude Lorusso, «rende semmai sempre più necessaria la presenza dei media italiani e occidentali in Russia per smontare la propaganda del regime e dare voce a quanti nel Paese, non soltanto giornalisti indipendenti, cercano di dar corpo al dissenso contro la guerra all’Ucraina e l’azione del governo».

Sulla vicenda interviene anche il Comitato di redazione del quotidiano. «L’esposto dell’ambasciatore russo contro la Stampa ed il collega Domenico Quirico, a cui va tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà – rilevano i rappresentanti sindacali -, è un attacco pretestuoso e infondato: è un grave atto intimidatorio contro la nostra testata e contro la libertà di stampa che respingiamo con tutta la nostra forza. La Federazione russa, Paese dove la libertà di stampa è quotidianamente osteggiata, negata e repressa anche con azioni violente, non può essere certo d’esempio. Fermi piuttosto subito la guerra, la smetta di uccidere donne, uomini e bambini come sta facendo da oltre un mese in Ucraina».

Usigrai: «All’ennesima polemica sul pluralismo la Rai risponda riaprendo le corrispondenze da Mosca»

«All’ennesima polemica sul pluralismo dell’informazione Rai, l’azienda risponda con l’immediata riapertura delle corrispondenze da Mosca. Per l’Usigrai prima dei commenti devono arrivare le notizie e dal 5 marzo su cosa fa Putin e su quanto accade nella Federazione Russa la Rai resta non pervenuta». Così, in una nota, l’Esecutivo Usigrai.

«A Mosca – incalzano i rappresentanti sindacali – c’è il corrispondente Marc Innaro e ci sono inviati pronti a rientrare nel Paese. Non raccontare cosa succede dall’altra parte del conflitto in corso mette in discussione la libertà e l’indipendenza dell’informazione di servizio pubblico, il ruolo e la funzione delle giornaliste e dei giornalisti della Rai. Dai vertici dell’azienda servono decisioni prese nell’interesse dei cittadini e della Rai e non sui desiderata dei partiti».

Diffusione illegale di giornali sul web, sequestrati 32 canali social

Canali Telegram, Facebook, Instagram e Twitter e siti web in cui venivano diffusi illegalmente a oltre 500mila lettori quotidiani, settimanali, mensili e riviste specializzate. Li ha scoperti il Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza al termine di un’indagine, denominata “Black Screen”, condotta con la collaborazione della Fieg, che ha messo a disposizione i suoi esperti per le verifiche, assieme alle case editrici delle testate interessate e dei canali social.

Al termine degli accertamenti, Il gip del tribunale di Roma ha emesso un provvedimento di sequestro che riguarda complessivamente 32 canali.

L’indagine per il contrasto alla pirateria informatica, che sottrae risorse alle case editrici e danneggia la vendita di prodotti digitali, è partita a dicembre scorso e ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della procura di Roma.

Il provvedimento di sequestro è già stato notificato ai gestori e ai provider interessati, che hanno subito bloccato la diffusione dei giornali.

La Guardia di Finanza ricorda che i lettori che utilizzano questi canali illeciti, oltre al rischio di incorrere in sanzioni, si espongono alla concreta possibilità di subire il furto dei propri dati mediante pishing: come contropartita alla lettura gratis dei giornali alcuni canali mettono in evidenza link che reindirizzano a proposte commerciali a prezzi particolarmente vantaggiosi o di registrazione gratuita a servizi digitali.

Utilizzando questi link, però, l’utente rischia di mettere a disposizione di criminali i propri dati personali e finanziari o di attivare servizi a pagamento non richiesti.

‘No alla guerra contro la democrazia e la libera informazione’, il 30 marzo iniziativa a Milano

Ucraina, Russia, Bielorussia: in questi Paesi i giornalisti stanno pagando un prezzo altissimo al conflitto russo-ucraino e ai regimi che imbavagliano la stampa.

«L’Associazione Lombarda dei Giornalisti – afferma Paolo Perucchini, presidente del sindacato regionale – vuole esprimere la solidarietà a chi soffre per le conseguenze di questa guerra, a partire dai colleghi ucraini e dagli inviati italiani e stranieri che stanno raccontando il conflitto rischiando anche la propria vita; ai colleghi indipendenti della Russia che rischiano fino a 15 anni di carcere se parlano della guerra in modo oggettivo e che subiscono la peggiore censura degli ultimi decenni; ai giornalisti della Bielorussia, sottoposti a un regime dittatoriale che li perseguita e li incarcera, tanto che molti sono finiti in carcere come prigionieri politici, altri hanno dovuto riparare all’estero e il loro sindacato è stato chiuso d’imperio; a sostegno dei giornalisti di Moldavia, Georgia e Armenia, nazioni dove si è allungata la propaganda putiniana. Quando una guerra è in corso ne soffre l’intera democrazia e tutti dovremmo sentirci coinvolti».

Per questo l’Associazione Lombarda dei Giornalisti lancia un’iniziativa aperta a tutte e tutti, per mercoledì 30 marzo a Milano, ai giardini Anna Politkovskaja alle 11. «Diciamo NO al bavaglio che minaccia tutta l’Europa», conclude Perucchini.

Ucraina, giornalista russa morta sotto i bombardamenti a Kiev

La giornalista russa Oksana Baulina di The Insider, sito di notizie indipendente con sede in Lettonia, è morta sotto i bombardamenti a Kiev mentre filmava la distruzione provocata dal lancio di razzi in un centro commerciale nel distretto di Podil, in pieno centro città. Lo riferisce The Insider sottolineando che «un altro civile è morto con lei, due persone che l’accompagnavano sono rimaste ferite e ricoverate in ospedale».

Prima di entrare a far parte di The Insider, Baulina, 42 anni, ha lavorato per la Fondazione anticorruzione di Alexander Navalny. «Dopo che l’organizzazione è stata inclusa nella lista degli estremisti – sottolinea il giornale – è stata costretta a lasciare la Russia. Come corrispondente, è andata in Ucraina, dove è riuscita a fare diversi reportage da Leopoli e Kiev».

The Insider esprime «profonde condoglianze» alla famiglia e agli amici di Oksana e assicura: «Continueremo a coprire la guerra in Ucraina, compresi i crimini di guerra della Russia come il bombardamento indiscriminato di aree residenziali dove vengono uccisi civili e giornalisti».

Giornalisti minacciati, il Sugc: fatti gravissimi ad Arzano e Caserta

Mimmo Rubio al Sugc

Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime solidarietà e preoccupazione per le minacce di morte subite dalla direttrice di “Cronache di”. Minacce per le quali la Dda di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio del 50enne Giovanni Callurale, uomo legato al clan dei Casalesi. “Sai, ti stavo pensando. Spero di vero cuore che al più presto uscirò, così ti faccio saltare in aria. Ora lo dico a tutti, che se qualcuno esce prima di me ti deve sparare 10 colpi tutti in bocca, a te e a tutta la tua razza di merda”, è scritto nella missiva incriminata. Purtroppo Caserta si conferma uno dei territori più pericolosi per i giornalisti in Italia, basti pensare che sono ben quattro i cronisti sotto scorta armata solo per le minacce dei Casalesi. È necessario che lo Stato dia una segnale forte in questo territorio, così come nell’area Nord di Napoli. Solo due giorni fa ad Arzano il giornalista sotto scorta Mimmo Rubio insieme al collega Giuseppe Bianco hanno avuto un incontro ravvicinato con il boss Monfregolo, capo del clan che sta seminando terrore in tutta l’area nord della provincia di Napoli. Sul fatto stanno indagando i carabinieri e domani i due colleghi saranno auditi in commissione antimafia. Si tratta di due casi gravissimi, che saranno portati dal sindacato dei giornalisti anche all’attenzione dell’Osservatorio del Viminale, ma è evidente che servono interventi legislativi per dare più garanzie ai cronisti che ogni giorni rischiano la vita solo per fare il loro lavoro.

Marcia contro le mafie, in corteo ricordano i cronisti uccisi in Ucraina

Mafiosi, corrotti, oligarchi odiano le luci dell’informazione perché hanno bisogno del buio per portare a compimento le loro trame, e per questo hanno tra i loro bersagli preferiti le croniste e i cronisti di tutto il mondo. A cominciare dall’Ucraina dove in queste ore sono stati già ammazzati cinque cronisti, senza dimenticare Andrea Rocchelli ed Andy Mironov uccisi in Ucraina nel 2014. Per queste ragioni questa mattina a Napoli ha partecipato alla marcia di Libera una delegazione di giornaliste e di giornalisti che ha visto insieme la Fnsi, con il presidente Beppe Giulietti, il Sugc, con il segretario Claudio Silvestri, Gerardo Ausiello, Fabrizio Cappella, Renato Cavallo, Roberta De Maddi, Antonella Monaco, Antonio Prigiobbo e Laura Viggiano, l’Usigrai con il segretario Daniele Macheda, e Articolo21 con Désirée Klain, Fatou Diako e Graziella Di Mambro.
Insieme con i giornalisti c’era anche Anna Motta, madre di Mario Paciolla, il giornalista e cooperante dell’Onu ammazzato in Colombia nel luglio del 2021.
Inoltre, in occasione dei 20 anni dell’associazione Articolo21 è stata consegnata a don Luigi Ciotti una targa per tutta la squadra di Libera che ogni giorni contrasta l’illegalità e si prende cura della libertà di informazione e del diritto di essere informati, targhe sono state consegnate al collettivo “Giustizia per Mario Paciolla”, per l’impegno con il quale stanno portando avanti la battaglia per ottenere verità e giustizia sulla morte di Mario; a padre Alex Zanotelli, per il suo impegno costante dalla parte degli ultimi; e per Marilena Natale, giornalista sotto scorta e fondatrice dell’associazione “La Terra dei cuori”, con la quale vengono aiutati tanti bambini vittime della Terra dei fuochi. All’incontro era presente anche il giornalista sotto scorta Mimmo Rubio e la giornalista minacciata Luciana Esposito, il cronista afghano Najeeb Farzad, rifugiato in Italia perché ricercato dai talebani nel suo Paese.

Un calcio al razzismo, Massaro (Sugc): ruolo dei giornalisti fondamentale

foto di Andrea Carlino

Un assist alla pace e alla speranza: è partito stamattina (sabato 19 marzo) allo Stadio Caduti di Brema del quartiere di Barra (Napoli), il Mundialito delle comunità nazionali residenti in città. Una grande manifestazione unica nel suo genere, fortemente voluta e organizzata dal Console della Repubblica Democratica del Congo, Angelo Melone, in collaborazione con l’assessorato allo sport del Comune di Napoli e dodici consolati.

La partita inaugurale – alla presenza del presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico e del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – si è disputata tra la Nazionale Parlamentari e la rappresentativa della comunità ucraina, per lanciare un messaggio di fratellanza. Alla presentazione sono intervenuti: Mario Morcone, Assessore Regionale alla Sicurezza e all’Immigrazione, Emanuela Ferrante, Assessore allo Sport del Comune di Napoli, Fidèle Khakessa Sambassi, Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Angelo Melone, Console della Repubblica Democratica del Congo, il professor Vincenzo Sanasi D’Arpe, presidente di W.F.P. Italia, Vincenzo Cicatielllo, Vicepresidente Croce Rossa Napoli, Fatou Diako, presidente della Consulta degli immigrati del Comune di Napoli e Enza Massaro, vicesegretaria del Sindacato Unitario Giornalisti Campania e l’etoile del San Carlo, Karina Samoylenko.

Per la prima volta, nello stesso campo, giovani cittadini migranti rappresentanti di diciannove squadre internazionali, si sfideranno oggi e domani (sabato 19 e domenica 20 marzo 2022), in prossimità della giornata internazionale contro le discriminazioni razziali del 21 marzo, contro la formazione dei parlamentari italiani, una squadra espressione della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli e di due ordini professionali campani (quello dei medici e quello degli avvocati), per vincere un’unica sfida di solidarietà: dare tutti insieme “Un calcio al razzismo”.

Otto calciatori per ogni squadra, esponenti del Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa D’Avorio, El Salvador, Gambia, Ghana, Grecia, Mali, Marocco, Nicaragua, Niger, Nigeria, Peru, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sri Lanka, Ucraina, si contenderanno la vittoria del trofeo, con le cinque squadre italiane della Nazionale Parlamentari, della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli, dell’Ordine dei Medici di Napoli e dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Napoli.

“Il razzismo è in tutti gli aspetti della società. Il ruolo dei giornalisti è di scardinare i luoghi comuni e di raccontare la verità. Ora più che mai siamo vicini a tutti i colleghi che si sacrificano in nome della verità”, ha detto Enza Massaro durante il suo intervento.

“Questa è solo la prima edizione spiega Angelo Melone, console della Repubblica Democratica del Congo a Napoli, ideatore e promotore del progetto – che si ripeterà negli anni come iniziativa solidale del Consolato del Congo, a ridosso della giornata contro il razzismo. Napoli da sempre crocevia di popoli e città multiculturale, rappresenta la culla del Mediterraneo e ponte di collegamento con il continente africano. Nella vita quotidiana, e nella straordinarietà dei suoi luoghi di cultura, ci si rende conto non è città univoca, ma esaltazione delle diversità come ricchezza per il genere umano. Come abbiamo potuto constatare in questi giorni, quando la città ha vinto un’altra bellissima sfida, quella di generosità con il popolo ucraino”.

“Un’iniziativa nata da un incontro casuale tra amici– dice Emanuela Ferrante, Assessore allo Sport -un progetto entusiasmante, il cui rilievo e valore sociale sono tanto evidenti ed elevati da aver richiamato attorno a sé le più alte istituzioni dello Stato, che troveremo in campo a testimoniare quanto lo sport sia veicolo unico ed essenziale di pace, solidarietà ed inclusione”.

«Stiamo qui a fare il tifo per il calcio, perché il calcio è momento di unione e di superamento delle differenze. Ed è anche una risposta allo striscione che abbiamo visto a Verona. Una bella giornata che dà un messaggio molto importante non solo alla città di Napoli ma a tutto il Paese», ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

“Dobbiamo utilizzare quotidianamente un linguaggio di pace e lo sport porta parole di pace – ha dichiarato il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico – dobbiamo rigettare ogni parola d’odio. Dobbiamo essere forti e saldi nei nostri principi, essere forti e saldi come Europa e allo stesso tempo dobbiamo avere un linguaggio di pace. Dovunque io vada ripeto che la pace è il bene più grande che abbiamo come l’acqua e l’aria. All’improvviso sembra che lo abbiamo perso e allora capiamo cosa succede”.

La manifestazione, che promuove i valori dello sport, vede l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Campania, della Polizia di Stato, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, della Croce Rossa Italiana, della CGIL, CISL, UIL, dell’associazione per la libertà di stampa, Articolo21, della Consulta degli immigrati del Comune di Napoli, del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, dell’Ordine dei Medici di Napoli e dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Napoli.

Il partner organizzativo dell’evento è l’Associazione Sportiva Dilettantistica AREND. A sostenere il torneo, invece, c’è GIVOVA, orgogliosa di supportare un evento che esalta lo sport come veicolo per la promozione di valori etici e sociali, creando aggregazione e spirito di squadra. Il brand GIVOVA veste squadre in più di 50 Paesi nel mondo e questo sguardo oltre i confini insegna quanto l’unione delle diversità possa rappresentare un simbolo di pace e una ricchezza per tutto il genere umano.

Torneo di calcio contro il razzismo, c’è anche il SUGC

Un assist alla pace e alla speranza. Parte sabato 19 marzo alle 11.30 allo Stadio Caduti di Brema del quartiere di Barra, il Mundialito delle comunità nazionali residenti in città: una grande manifestazione unica nel suo genere, fortemente voluta e organizzata dal Console della Repubblica Democratica del Congo, Angelo Melone, in collaborazione con l’assessorato allo sport del Comune di Napoli e dodici consolati.
La partita inaugurale – alla presenza del presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico e del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – sarà disputata tra la Nazionale Parlamentari e la rappresentativa della comunità ucraina, per lanciare un messaggio di fratellanza. A dare simbolicamente il calcio d’inizio sarà la grande schermista e campionessa olimpionica Valentina Vezzali, Sottosegretario di Stato con delega allo Sport. Porteranno i loro saluti: Mario Morcone, Assessore Regionale alla Sicurezza e all’Immigrazione, Emanuela Ferrante, Assessore allo Sport del Comune di Napoli, Fidèle Khakessa Sambassi, Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Angelo Melone, Console della Repubblica Democratica del Congo, il professor Vincenzo Sanasi D’Arpe, presidente di W.F.P. Italia, Vincenzo Cicatielllo, Vicepresidente Croce Rossa Napoli, Fatou Diako, presidente della Consulta degli immigrati del Comune di Napoli e Enza Massaro, vicesegretaria del Sindacato Unitario Giornalisti Campania.
Per la prima volta, nello stesso campo, giovani cittadini migranti rappresentanti di diciannove squadre internazionali, si sfideranno contro la formazione dei parlamentari italiani, una squadra espressione della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli e di due ordini professionali campani (quello dei medici e quello degli avvocati), per vincere un’unica sfida di solidarietà: dare tutti insieme “Un calcio al razzismo”. Questo il titolo del significativo torneo di calcio, che in due giorni, sabato 19 e domenica 20 marzo 2022, in prossimità della giornata internazionale contro le discriminazioni razziali del 21 marzo, porterà nello Stadio Caduti di Brema del quartiere di Barra la bellezza dello sport.
Otto calciatori per ogni squadra, esponenti del Bangladesh, Benin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa D’Avorio, El Salvador, Gambia, Ghana, Grecia, Mali, Marocco, Nicaragua, Niger, Nigeria, Peru, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sri Lanka, Ucraina, si contenderanno la vittoria del trofeo, con le cinque squadre italiane della Nazionale Parlamentari, della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli, dell’Ordine dei Medici di Napoli e dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Napoli.

“Questa è solo la prima edizione spiega Angelo Melone, console della Repubblica Democratica del Congo a Napoli, ideatore e promotore del progetto – che si ripeterà negli anni come iniziativa solidale del Consolato del Congo, a ridosso della giornata contro il razzismo. Napoli da sempre crocevia di popoli e città multiculturale, rappresenta la culla del Mediterraneo e ponte di collegamento con il continente africano. Nella vita quotidiana, e nella straordinarietà dei suoi luoghi di cultura, ci si rende conto non è città univoca, ma esaltazione delle diversità come ricchezza per il genere umano. Come abbiamo potuto constatare in questi giorni, quando la città ha vinto un’altra bellissima sfida, quella di generosità con il popolo ucraino”.
“Un’iniziativa nata da un incontro con casuale tra amici– dice Emanuela Ferrante, Assessore allo Sport -un progetto entusiasmante, il cui rilievo e valore sociale sono tanto evidenti ed elevati da aver richiamato attorno a sé le più alte istituzioni dello Stato, che troveremo in campo a testimoniare quanto lo sport sia veicolo unico ed essenziale di pace, solidarietà ed inclusione”.
“Un’iniziativa dal forte valore simbolico soprattutto in questo periodo così drammatico per gli scenari di guerra alle porte dell’Europa. Lo sport rappresenta uno strumento potentissimo di vicinanza tra i popoli e Napoli, da sempre luogo di accoglienza e solidarietà, ne è un esempio: non è un caso che questo torneo internazionale si svolga nella nostra città, terra capace di abbracciare chi soffre e di costruire gradualmente e quotidianamente la Pace”. Così il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
La manifestazione, che promuove i valori dello sport, vede l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Campania, della Polizia di Stato, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, della Croce Rossa Italiana, della CGIL, CISL, UIL, dell’associazione per la libertà di stampa, Articolo21, della Consulta degli immigrati del Comune di Napoli, del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, dell’Ordine dei Medici di Napoli e dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Napoli.
Il partner organizzativo dell’evento è l’Associazione Sportiva Dilettantistica AREND. A sostenere il torneo, invece, c’è GIVOVA, orgogliosa di supportare un evento che esalta lo sport come veicolo per la promozione di valori etici e sociali, creando aggregazione e spirito di squadra. Il brand GIVOVA veste squadre in più di 50 Paesi nel mondo e questo sguardo oltre i confini insegna quanto l’unione delle diversità possa rappresentare un simbolo di pace e una ricchezza per tutto il genere umano.

Libera contro le mafie a Napoli: Fnsi, Sugc e Articolo21 in piazza con i nomi dei giornalisti uccisi in Ucraina

Anche la Federazione nazionale della Stampa italiana, il Sindacato unitario giornalisti della Campania, l’UsigRai (con il segretario Daniele Macheda) e Articolo21 saranno presenti con una propria delegazione alla marcia di Libera a Napoli per la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. L’appuntamento è alle ore 9 di lunedì 21 marzo in piazza Garibaldi. Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, pronuncerà dal palco di piazza Dante alcuni nomi delle vittime delle mafie. La delegazione porterà in corteo i cartelli con i nomi dei giornalisti uccisi in Ucraina. “La Campania è la regione d’Italia con il più alto numero di giornalisti sotto scorta – affermano il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, e il segretario del Sugc, Claudio Silvestri – Prendiamo atto che la solidarietà per i colleghi non manca mai, anche da chi rappresenta gli italiani in Parlamento, ma che nessuna legge a tutela della professione è stata mai approvata. Per questo, riteniamo fondamentale tenere alta l’attenzione su questo fenomeno. Del resto, oggi più che mai, appare evidente che mafie, oppressori, oligarchi non tollerino la libera informazione che permette di illuminare territori malati, corruzione e soprusi”. Nella stessa giornata, alle 16, presso la sede del Sindacato dei giornalisti in vico Monteleone 12 (primo piano) saranno consegnate targhe di Articolo21 al collettivo “Giustizia per Mario Paciolla”, per l’impegno con il quale stanno portando avanti la battaglia per ottenere verità e giustizia sulla morte del giornalista napoletano ucciso in Colombia; a padre Alex Zanotelli, per il suo impegno costante dalla parte degli ultimi; e per Marilena Natale, giornalista sotto scorta e fondatrice dell’associazione “La Terra dei cuori”, con la quale vengono aiutati tanti bambini vittime della Terra dei fuochi.