La vicenda della Città di Salerno finisce sotto la lente di ingrandimento dell’Agcom. Una delegazione della Federazione nazionale della Stampa italiana e del Sindacato unitario giornalisti della Campania, insieme con il Comitato di redazione del quotidiano, ha consegnato un esposto nella sede romana dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I giornalisti chiedono che venga fatta luce su tutti i passaggi societari e sulla gestione della testata, che ha interrotto le pubblicazioni e licenziato tutti i dipendenti. «Una decisione gravissima non soltanto sotto il profilo occupazionale, ma anche perché crea un vuoto informativo in Campania riducendo ulteriormente il pluralismo editoriale», è il commento di Fnsi, Sugc e Cdr.
Sul caso del quotidiano salernitano è stata anche presentata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, una interrogazione nella quale i deputati del Partito democratico Piero De Luca e Filippo Sensi chiedono in che modo il governo intenda intervenire per scongiurarne la chiusura.
«Dopo quasi 23 anni chiude sotto i colpi dei tagli all’editoria voluti dal governo Lega-Cinque Stelle una delle testate più radicate nel territorio della provincia di Salerno», sottolinea De Luca, capogruppo Pd in Commissione Affari europei. «Un segnale preoccupante – aggiunge – che colpisce non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma i lettori e tutti i cittadini di una area e di una comunità che vive come una ferita questa chiusura».
Nell’interrogazione, i due parlamentari ricordano inoltre le vicende di Radio Radicale e Avvenire e, più in generale, chiedono all’esecutivo «un intervento urgente per sanare la situazione drammatica della testata salernitana e a sostegno di tutte quelle realtà editoriali che rischiano di sparire per un tratto di penna di Conte, Salvini e Di Maio».
Archivio mensile:Febbraio 2019
Giornalisti minacciati, Giulietti incontra il Prefetto di Caserta: "Denunciare sempre le intimidazioni". Passeggiata con Marilena Natale a Casal di Principe
La Federazione della stampa e il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania hanno incontrato oggi il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto per ringraziare lui e tutte le istituzioni per il quotidiano impegno dalla parte di cronisti minacciati. Il prefetto ha invitato le rappresentanze dei giornalisti a segnalare qualsiasi intimidazione nei confronti dei cronisti, a cominciare da quelli più esposti e che, spesso, vivono situazioni di precariato e di vicinanza con i loro “molestatori”. “Sarà nostra cura – hanno affermato il presidente della Fnsi Beppe Giulietti e Claudio Silvestri, segretario del Sindacato campano – denunciare qualsiasi tentativo di oscurare il diritto di cronaca e Illuminare le inchieste dei colleghi minacciati”. All’incontro erano presenti anche il segretario provinciale di Caserta Antonella Monaco, Roberta De Maddi, del consiglio direttivo, la consigliera nazionale Luciana Esposito, il presidente e vicepresidente dell’Assostampa Caserta, Michele De Simone e Franco Tontoli. La delegazione ha incontrato anche Angelo Vitale, portavoce del sindaco, e Massimo Sgroi, direttore del museo di arte contemporanea di Caserta.
Nelle prossime settimane sarà promossa a Caserta una giornata di educazione alla legalità alla quale prenderà parte anche il Prefetto.
Tappa anche al Consorzio tutela della mozzarella di bufala campana.
Nel pomeriggio la delegazione sindacale ha incontrato, a Casal di Principe, Marilena Natale, costretta a vivere sotto scorta
per le sue denunce contro il clan dei casalesi.
La Città di Salerno, Giulietti: "Il governo fa orecchie da mercante"
“Il Governo non può fare finta di non vedere quanto sta accadendo a Salerno per la chiusura del quotidiano “La Città”. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il sottosegretario all’Editoria Vito Crimi convochino le parti”. È quanto affermato dal presidente della FNSI Giuseppe Giulietti, anche a nome del segretario generale Raffaele Lorusso, a Napoli durante un incontro con i giornalisti de La Città di Salerno. “Le operazioni che si nascondono dietro la chiusura del giornale presentano profili più che opachi sui quali devono essere interessate la magistratura e l’Agcom”. La società editrice ha cessato l’attività e messo in cassa integrazione a zero ore tutti i dipendenti, 13 giornalisti e 7 poligrafici. Il sospetto avanzato dai lavoratori e dal sindacato è che siano in corso operazioni per riportare il giornale in edicola senza i dipendenti. “Si tratterebbe di un’operazione contro la quale ci opporremo in tutte le sedi”, affermano il presidente Giulietti e il segretario regionale del Sugc, Claudio Silvestri.
Chiude "La Città", dipendenti in cassa integrazione
“Oggi si è certificata una morte annunciata. Ci giungono voci e indiscrezioni relative all’apertura di un nuovo giornale. Se questa ipotesi dovesse prendere corpo i lettori devono sapere che non e’ un progetto che ci vede partecipi. Noi non ci siamo”. Così Clemy De Maio, componente del cdr e segretario provinciale del Sucg, commenta la vicenda del quotidiano salernitano La Città. Questa mattina i dipendenti del giornale hanno incontrato la stampa negli spazi della Fondazione Menna per informare i lettori della cessazione delle pubblicazioni e dell’avvenuta firma al tavolo sindacale per la cassa integrazione a zero ore. L’incontro è stato preceduto da un intervento del presidente della Fondazione Claudio Tringali: “Abbiamo assistito a una vera e propria serrata da parte dell’azienda con i giornalisti che, senza alcun preavviso, hanno trovato le porte della redazione chiuse, perdendo cosi’ il lavoro con umiliazione e una totale mancanza di rispetto”. Clemy De Maio ha ricordato che “l’8 marzo questo giornale avrebbe compiuto 23 anni. In questo periodo siamo riusciti a diventare una comunità. Invece agli imprenditori Vito Di Canto e Giovanni Lombardi sono bastati poco più di due anni per distruggerlo. Non è un caso”. “Siamo di fronte a un piano preordinato passato per l’esternalizzazione di settori, strategie suicide e mortificazioni”, ha aggiunto De Maio rivolgendo pesanti critiche al direttore amministrativo Pino Carriero e al direttore responsabile Antonio Manzo. “La società civile è sempre stata al fianco di questa dolorosa vertenza. Ma ci sono stati grandi assenti – ha stigmatizzato Vito Bentivenga del cdr – Mi riferisco a una parte del mondo delle imprese. Inoltre di questa vicenda e’ stata informata fin dall’inizio la Prefettura, compreso della chiusura e della messa in liquidazione della società. A fronte della perdita di 20 posti di lavoro ci si aspettava almeno la convocazione di un tavolo di trattative. Constatiamo con grande rammarico che questo non è avvenuto e non è un buon segnale per le altre vertenze del territorio”. Il sindacato Sugc, come ribadito dal segretario regionale Claudio Silvestri, “si opporrà in tutte le sedi al tentativo di riportare il giornale in edicola senza gli attuali dipendenti”. Silvestri ha poi rivolto un appello ad altri imprenditori affinché “possano rilevare la testata”.
(ANSA)
Fattura elettronica gratis per tutti gli iscritti al SUGC
Fattura elettronica gratis per tutti gli iscritti. È questo il nuovo servizio offerto dal Sindacato unitario giornalisti della Campania a tutti i lavoratori autonomi. Il servizio realizzato grazie alla partnership con Effatta è destinato non solo a coloro che sono obbligati per legge ad emettere le fatture elettroniche, ma anche a chi accede al regime forfettario e al regime dei minimi.
Il sistema, infatti, funziona come un vero e proprio gestionale. Dopo aver immesso i parametri al primo accesso, basta inserire l’importo della fattura, il codice del destinatario e il gioco è fatto: dall’emissione fino alla conservazione nel sistema. Un metodo che facilita la vita dei colleghi. Quando si tratterà di fare la dichiarazione dei redditi sarà possibile scaricare tutta la documentazione e consegnarla al commercialista.
È anche possibile scaricare l’applicazione sul telefonino. Per iscriversi basta collegarsi alla pagina dedicata fatture.sindacatogiornalisti.it.
“Abbiamo deciso di dare un altro strumento utile ai lavoratori autonomi – afferma il segretario Claudio Silvestri – che si aggiunge agli altri numerosi servizi che offriamo. Conosciamo bene le difficoltà di chi svolge la professione senza un contratto da lavoratore dipendente, sappiamo che le tutele per questi colleghi sono ridotte al minimo, per questo è fondamentale dare loro tutto il supporto possibile”.
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Congresso Fnsi, riconfermati Lorusso segretario e Giulietti presidente
Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti sono stati riconfermati segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. La rielezione è arrivata al termine dei lavori del XXVIII Congresso della Stampa italiana, che si è celebrato a Levico Terme (Tn) dal 12 al 14 febbraio 2019, e della prima riunione del rinnovato Consiglio nazionale della Fnsi.
Il segretario generale Lorusso è stato eletto, al primo scrutinio, con 243 voti su 308. Al presidente Giulietti sono andate 91 delle preferenze espresse dai 110 consiglieri nazionali presenti alla prima assemblea del nuovo mandato.
«Serve un confronto serio, aperto, anche acceso, col governo sul lavoro, purché non sia una passerella che intenda delegittimare gli interlocutori. Faremo fronte comune con le altre forze sindacali per portare al centro il lavoro nel Paese», hanno affermato Lorusso e Giulietti all’indomani del Congresso.
«Le difficoltà di questo settore – ha aggiunto Lorusso – non possono essere affrontate solo dagli attori del sistema, che certo devono fare più investimenti non solo sui prodotti, ma anche sul lavoro, visto che ormai la precarietà è diventata un tratto distintivo. Per salvare il settore, in grandissima difficoltà non solo in Italia, serve un intervento pubblico mirato, com’è stato per altri ambiti centrali. La politica e il governo devono farsi carico della questione, perché l’informazione è cruciale nella democrazia, come ha sottolineato più volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».
Anche il presidente Giulietti evidenzia la necessità di interventi normativi a sostegno del settore e in difesa della libertà di informazione. Puntando i riflettori sul fenomeno delle ‘querele bavaglio’, «serve – ha ribadito – una grande campagna nazionale contro tale intollerabile pratica e che vengano subito calendarizzati leggi e progetti per contrastarle. Chi promuove un’azione di questo tipo dovrebbe avere a priori la prospettiva che, se perderà, dovrà versare una cifra consistente in un fondo per i precari».
Lorusso e Giulietti hanno infine ringraziato il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, le autorità locali e la comunità di Levico Terme per l’accoglienza. «È stato un onore – hanno concluso – aver avuto ospiti del Congresso i familiari di Antonio Megalizzi».
Sono sei i consiglieri del Sindacato unitario giornalisti della Campania eletti al XXVIII Congresso della Stampa italiano. Oltre al segretario Claudio Silvestri per il gruppo di #ControCorrente sono stati eletti Gerardo Ausiello, Fabrizio Cappella e Luciana Esposito. Mentre per il gruppo “Giornalisti uniti per la Campania” entrano in consiglio nazionale i colleghi Vanni Fondi e Alfonso Pirozzi. Inoltre, entrano nel collegio nazionale dei probiviri Francesca Ghidini e Massimo Mastrolonardo, entrambi di #ControCorrente.
“Auguri e complimenti a Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, riconfermati segretario generale e presidente della FNSI – afferma Claudio Silvestri – Sono stati premiati il lavoro e la credibilità che hanno ridato al sindacato dei giornalisti in questi anni. A nome di tutta la delegazione campana vorrei ringraziare il presidente del Congresso Rocco Cerone per il grandissimo lavoro che ha fatto. Ringraziamo anche la comunità di Levico che ci ha accolto nel migliore dei modi”.
Vertenza 'La Città', di rientro dallo sciopero impedito ai giornalisti di accedere alla redazione
«Al rientro da dieci giorni di sciopero ai colleghi della Città di Salerno è stato impedito di accedere in redazione. Un comportamento inaccettabile da parte dei vertici aziendali che, dopo aver avviato la procedura per licenziare quattro giornalisti, preparano evidentemente ulteriori blitz. Saremo al fianco dei colleghi in ogni sede e faremo di tutto per impedire operazioni punitive nei confronti della redazione a cui chiediamo di restare unita in un momento drammatico per il giornale». È quanto afferma la delegazione dei 15 giornalisti del Sindacato unitario giornalisti della Campania, a Levico Terme per il XXVIII Congresso della Fnsi, insieme ai vertici della Federazione nazionale della Stampa italiana.
Fotografi e videomaker, una commissione e uno sportello dedicati
Riunione al Sindacato unitario giornalisti della Campania per discutere delle problematiche che riguardano fotogiornalisti e videomaker.
È stata istituita una commissione per monitorare e vigilare sul corretto svolgimento dell’attività foto e videogiornalistica, che coordinerà tutte le future attività che verranno organizzate all’interno del sindacato per la promozione e la tutela della professione. La commissione è coordinata dalla delegata del direttivo Roberta De Maddi, da Stefano Renna e da Renato Cavallo.
È stato attivato uno sportello dedicato, con la consulenza della collega Roberta De Maddi e dell’avvocato Maria Chiara Alemagna, specializzata in diritto d’autore e copyright. L’avvocato ha anche stipulato con il sindacato una convenzione per il recupero crediti, che rappresenta una delle difficoltà maggiori per chi fa la libera professione. Lo sportello è attivo tutti i venerdì dalle 16 alle 18 (per prenotarsi contattare la segreteria).
Nel corso della riunione sono emerse le maggiori criticità sulle quali occorre dare risposte concrete. Tra queste l’autoproduzione di immagini foto e video da parte di enti pubblici che immettono sul mercato gratuitamente materiale multimediale, rendendo vano il lavoro dei colleghi e togliendo qualunque tipo di valore economico al lavoro di fotografi e videomaker.
Altra problematica è l’accesso ai luoghi istituzionali o a quelli dove è avvenuto un fatto di cronaca. Troppo spesso i colleghi non sono messi nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. È necessario trovare delle regole condivise per garantire la massima partecipazione dei giornalisti, ma anche la sicurezza nei casi di scene del crimine e dei fatti di cronaca in generale.
Vertenza 'La Città', Lorusso a Salerno: «Al Sud è emergenza informazione»
«Esiste una emergenza informazione che riguarda tutto il Sud, non solo la Campania. In tutto il Sud stanno venendo meno tutti i presidi storici dell’informazione. Chi si deve far carico di questa emergenza è innanzitutto la politica, i governi dei territori, il governo nazionale che sull’informazione sta seguendo una strada completamente opposta rispetto a un governo che sa che l’informazione è un bene essenziale per i cittadini. L’emergenza informazione è emergenza per la tenuta democratica di un Paese, senza informazione si spengono le voci e la democrazia». Così il segretario nazionale della FNSI Raffaele Lorusso, intervenuto questo pomeriggio nella sala giunta della Provincia nel corso di un incontro convocato per fare il punto sulla vertenza del quotidiano la Città colpito da quattro licenziamenti. Licenziamenti che non incidono solo sul lavoro, come sottolineato dal rappresentante del comitato di redazione Piero Delle Cave: «Sono stati raggiunti dalle lettere di licenziamento anche due colleghi che fanno parte del Cdr. Si tratta di un messaggio ben preciso per chi va via ma anche per chi resta». Uno schiaffo ai lavoratori e al sindacato, ha stigmatizzato il segretario regionale del Sucg Claudio Silvestri: «Le denunce per comportamento antisindacale sono già partite. I due editori si sono rivelati per quello che sono dopo pochissimi mesi dall’acquisto della testata dal gruppo Espresso e questi licenziamenti arrivano dopo la terza minaccia in due anni. Il licenziamento di due sindacalisti non potrà passare. Ci penserà un giudice e in tempi rapidi».
In una situazione di gravissima crisi si trovano anche i colleghi di Telediocesi su cui pesa l’annuncio di sei licenziamenti, ha ricordato il presidente dell’Ordine dei giornalisti Ottavio Lucarelli: «Quello che sta succedendo é la spia di una situazione nazionale sulla quale occorre tenere accesi i riflettori. Anche a nome del presidente nazionale Carlo Verna ritengo sia giunto il momento di indire uno stato di mobilitazione generale dell’informazione in Campania». Il segretario Lorusso ha poi sottolineato la necessità di rispettare i diritti dei lavoratori e dei sindacati. «L’attuale proprietà ha voluto perdere una scommessa. Nessuno ha messo alla società i bastoni tra le ruote – ha ribadito – Da più di dieci anni sappiamo che il settore è in profonda trasformazione. Le sofferenze ci sono ovunque, ma un conto é affrontare le difficoltà, un conto é dire io sono il padrone e a casa mia faccio quello che voglio. Lo statuto dei lavoratori, pur indebolito é ancora in vigore. Almeno due dei quattro licenziamenti sono nulli. Cominciamo a rispettare i presupposti di legge. Rivolgo un appello a chi in una sede ufficiale come la FIEG ci diede tutte le garanzie del caso. Si torni al travolto delle trattative e si trovino delle soluzioni». Numerosi gli interventi che si sono susseguiti da parte di parti civili, sindacali e politiche.
'Vite sotto scorta', i cronisti minacciati: «Per contrastare le mafie lottiamo uniti»
«Questa è una conferenza stampa dove deve emergere il ‘noi’. Perché solo lottando insieme si possono contrastare mafie, malaffare e corruzione. E questo ‘noi’ sono quei cronisti che raccontano i territori difficili, come la Campania dove vive e lavora Sandro Ruotolo, che nonostante le minacce continua a indagare e a scrivere di camorra». Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha aperto così l’incontro nella sede del sindacato con i cronisti costretti a vivere sotto scorta a causa delle minacce ricevute per via del loro lavoro. Sono 21 in tutta Italia. L’ultimo, in ordine di tempo, Paolo Berizzi, finito nel mirino dei gruppi neonazisti e neofascisti sui quali ha indagato per il suo giornale.
«Senza la scorta Sandro non avrebbe più potuto svolgere il suo lavoro e non avrebbe più potuto fare da ‘scorta mediatica’ ai colleghi della Campania. Chiariamo bene una cosa: la scorta non è un privilegio. Non c’è da festeggiare quando a un giornalista viene data la scorta, perché quando questo avviene è una sconfitta per lo Stato. E non dimentichiamo un’altra forma di minaccia ai cronisti, che sta assumendo sempre più le fattezze di un vero e proprio bavaglio alla stampa: le querele temerarie. Ci sono proposte di legge per contrastarle di maggioranza e d’opposizione: chiediamo a governo e parlamento di approvarle subito», ha aggiunto Giulietti.
«Al fianco dei giornalisti minacciati – ha concluso il presidente Fnsi – il sindacato ha da tempo deciso di essere presente anche nelle aule di tribunale, oltre che con la ‘scorta mediatica’, perché i colleghi devono sentire che non sono soli. Le istituzioni accendano i riflettori su tutti i casi di intimidazioni ai cronisti e tutta la categoria si mobiliti in loro sostegno recuperando e rilanciando le inchieste dei colleghi finiti nel mirino».
Il segretario generale Raffaele Lorusso ha ricordato che il tema dei colleghi minacciati, sotto scorta, colpiti da querele bavaglio saranno al centro del Congresso, che inizierà martedì a Levico Terme, assieme al tema del lavoro. «In questo Paese va ridata centralità al lavoro, parola scomparsa dall’agenda politica. Per questo – ha spiegato – la Fnsi aderisce alla manifestazione nazionale in programma domani a Roma che Cgil Cisl e Uil hanno dedicato proprio al lavoro».
Il XXVIII Congresso nazionale della Stampa italiana sarà dedicato ad Antonio Megalizzi, il giovane cronista precario rimasto vittima della follia omicida di un suo coetaneo. «Apriremo i lavori ricordando lui e il suo lavoro. E ringraziamo il Consiglio della Provincia autonoma di Trento che nei giorni scorsi ha deciso di dar vita ad un forum annuale dedicato a Megalizzi e ai temi dell’Europa», ha detto ancora Lorusso.
«Sui temi del lavoro, del futuro della professione, delle querele bavaglio e della libera informazione – ha concluso il segretario Fnsi – auspichiamo di poterci confrontare anche con il presidente Conte, il ministro Di Maio e il sottosegretario Crimi, che abbiamo formalmente invitato al Congresso della stampa italiana. Da più parti si è detto che è necessario che sindacato e governo si confrontino sui temi del precariato e del lavoro giornalistico: non c’è sede più idonea, pubblica e trasparente per confrontarsi con la categoria su questi temi. Il nostro Congresso è una sede aperta».
Spazio poi alle testimonianze dei cronisti sotto scorta, con Paolo Berizzi e Michele Albanese, responsabile legalità del sindacato, in collegamento telefonico; di Marilena Natale e Sandro Ruotolo.
«Il clan che minacciò Sandro Ruotolo è ancora attivo. Lui è ancora in pericolo. Perché qualcuno ha pensato di togliergli la scorta?», ha chiesto Natale. «Toglieteci la scorta e ci difenderemo da soli con il nostro lavoro», ha spiegato. «La scorta è necessaria per poter continuare ad essere giornalisti liberi dalla violenza e dal potere in generale che vorrebbe la stampa meno libera. Vivo sotto scorta da due giorni e questo è bastato a farmi capire quello che Paolo Borrometi ripete sempre: non è un privilegio ma un provvedimento necessario che ci limita nella vita e nel lavoro», ha detto Berizzi. «Non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare a raccontare cosa accade sui nostri territori, perché solo così potremo contrastare le mafie in Campania, Calabria, Sicilia. Ha ragione Paolo Berizzi quando dice che vivere sotto scorta, specie in contesti piccoli, non è facile. Ma è necessario per poter continuare ad occuparsi delle storie di mafia. Impegniamoci tutti a raccontare la mafia per contrastarla», è stato l’appello di Albanese.
Prima della chiusura affidata a Sandro Ruotolo, il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, ha ricordato altre storie di cronisti, «nomi noti e meno noti finiti nel mirino dei clan per aver svolto con la schiena dritta il proprio lavoro. Siamo accanto a loro – ha detto –. Ci siamo e ci saremo. Per strada e in tribunale. Firmiamo tutti insieme le loro inchieste, facciamo squadra, come abbiamo fatto quando abbiamo saputo che volevano togliere la scorta a Sandro e abbiamo reagito compatti stringendoci attorno a lui».
Qui, ha detto Ruotolo, «portiamo le storie del noi. Non dell’io perché è il noi che può fare la differenza. La mobilitazione così estesa e trasversale che c’è stata negli ultimi giorni intorno alla mia vicenda è un buon segnale. Significa che la gente ha voglia di informarsi. Che c’è ancora un’opinione pubblica. Per queste persone dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro e tutti insieme dobbiamo lottare uniti per contrastare con il nostro lavoro il potere della criminalità. Noi giornalisti abbiamo una responsabilità enorme e il fatto che i cittadini sentano il bisogno di informazione deve farci riflettere. Se la categoria è delegittimata in parte ce lo meritiamo. Lavoriamo per tornare a meritarci l’appoggio dell’opinione pubblica: raccontiamo le storie scomode, illuminiamo i territori difficili, rendiamo onore con il nostro lavoro ai colleghi che sono caduti per mano di mafie e terrorismo».