Archivio mensile:Settembre 2018

Cronista del Mattino aggredito al Vasto, solidarietà del SUGC

Giuseppe Crimaldi


Il collega Giuseppe Crimaldi è stato aggredito mentre stava facendo il suo lavoro, documentando con un video sul cellulare il degrado e il clima di forte tensione che si respira al Vasto. Ci saremmo aspettati l’intervento della polizia municipale in difesa del collega e invece i vigili urbani hanno chiesto al collega di cancellare il video che aveva appena girato. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime sostegno e solidarietà al collega Crimaldi. Il Sugc sarà al fianco del collega in tutte le sede e lo invita a proseguire nel suo lavoro di inchiesta. Non sarà solo.

Condannato il boss che minacciò Paolo Borrometi. Fnsi: «Sempre accanto ai cronisti 'sotto tiro'»


 
«Il tribunale di Ragusa ha condannato l’aggressore di Paolo Borrometi, cronista costretto a vivere sotto scorta, presidente di Articolo 21. Il tribunale ha riconosciuto come aggravante anche il metodo mafioso e il tentativo di colpire la libertà di informazione e il diritto della comunità ad essere informata. La Fnsi, parte civile nel processo, assistita dagli avvocati Francesco Paolo e Roberto Eustachio Sisto, ringrazia Paolo Borrometi per la dignità e il coraggio che ha dimostrato e dimostra non solo nel suo quotidiano lavoro di cronista, ma anche come cittadino che ha scelto di non piegare il capo di fronte ai corrotti e ai mafiosi».
Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, commentano così la notizia della condanna inflitta a Venerando Lauretta, considerato dagli inquirenti, all’epoca delle minacce di morte al collega siciliano, il ‘reggente del clan mafioso Carbonaro-Dominante di Vittoria’.
«Forti anche di questa sentenza, continueremo a restare accanto alle colleghe e ai colleghi ‘sotto tiro’ e ad assicurare loro la nostra “scorta mediatica” dentro e fuori i tribunali», concludono Lorusso e Giulietti.
«Repetita iuvant – commenta l’avvocato Francesco Paolo Sisto –. Ancora una volta la Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco dei giornalisti coraggiosi nel tentativo di garantire, anche questa volta con successo, la libertà di opinione contro la violenza anche di matrice mafiosa. Per i giornalisti sapere che esiste una siffatta tutela ’24 ore su 24′ è una ragione in più per poter fare il proprio dovere. Essere difensore di una Federazione con scopi così nobili è davvero un onore».

Dai 5 Stelle nuove minacce ai giornalisti, Fnsi: «Ritorsioni e liste di proscrizione non fermeranno la stampa»


 
«Stiano tranquilli, i neoprofeti del pensiero unico a 5 Stelle. Non saranno i provvedimenti di natura ritorsiva annunciati contro un’intera categoria di professionisti e neppure le liste di proscrizione ai danni di colleghi che vogliono continuare a fare il loro lavoro a cancellare la libertà di stampa in Italia». Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, rispondo così alle esternazioni giunte dopo l’annuncio dell’Odg Lombardia di aver avviato l’iter per la trasmissione al Consiglio di disciplina territoriale del file audio registrato dal portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino.
«Gli attivisti del Movimento – proseguono – devono farsene una ragione: non sono loro a stabilire che cosa è vero e che cosa è falso, in base alle loro convenienze. I giornalisti devono pubblicare tutte le notizie, soprattutto quelle sgradite a chi governa, chiunque sia, perché in democrazia la funzione della stampa è quella di denunciare gli abusi di potere. Nessun dubbio che quello di Rocco Casalino sia stato un abuso di potere che era giusto denunciare perché Casalino non è un passante, ma il portavoce del premier. Altro che ridicole lezioni di deontologia e richiami impropri alla Costituzione da parte di chi, anche per poco edificanti vicende personali, dovrebbe soltanto tacere».
«Quanto all’Ordine dei giornalisti – concludono i vertici della FNSI – una sola domanda: se non serve a niente perché Luigi Di Maio continua a esservi iscritto? Per avere un tesserino da esibire? Piuttosto, spiace dover constare che i propositi di regolare i conflitti di interessi, impedire l’occupazione della Rai e contrastare le ‘querele bavaglio’ e il lavoro precario siano stati rinviati a data da destinarsi».
Giornalisti, Verna: «Giusta la verifica su Casalino. No a minacce»
Un conto sono le questioni deontologiche, altro conto è invece mettere in relazione la vicenda Casalino, ovvero la verifica da parte dell’Ordine dei giornalisti della correttezza professionale nelle affermazioni del portavoce del presidente del Consiglio, e «le minacce da manganello elettronico sul blog del Movimento 5 stelle in cui si parla spudoratamente di rilanciare l’idea di abolizione (dell’ordine, ndr) proprio a seguito di questa iniziativa». Lo dichiara in una Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, dopo quanto affermato oggi sul blog di M5s dove si dice che «è già sul tavolo del governo» il provvedimento di abolizione dell’Ordine professionale.
Verna sottolinea in primo luogo che le questioni deontologiche «sono cruciali, nessuno pensi che nel valutarle ci possa essere un atteggiamento di parte», e precisa quindi che la segnalazione fatta dall’Ordine della Lombardia al Consiglio di disciplina territoriale concernente la condotta tenuta da Rocco Casalino – e a cui si riferisce il blog M5s – «non è in alcun modo una sanzione, ma semplicemente una richiesta di verifica di correttezza deontologica, che può essere peraltro proposta da qualunque cittadino».
Si tratta di «un episodio particolare e controverso, senza precedenti anche per l’implicazione tecnologica sulla fiduciarietà della fonte, sul quale è giusto fare chiarezza. In tal senso – prosegue Verna – per consentire che ciò avvenga a 360 gradi il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti sta provvedendo a verificare se vi sia da segnalare al competente Consiglio di disciplina territoriale chi sia venuto eventualmente meno al vincolo fiduciario qualora nel caso specifico sussistente». Il presidente dell’Ordine dei giornalisti rileva poi: «Credo che l’Italia democratica debba reagire alla sola idea che si possa governare procedendo di vendetta in vendetta. I giornalisti italiani non si faranno intimidire». E aggiunge all’Agi: «Non ci staremo mai all’idea che la nostra esistenza professionale debba essere legata al dire o non dire la verità, a riferire o meno i fatti. Non sarà certamente la minaccia di vendetta a intimidirci». (Agi – Roma, 25 settembre 2018)

'Il diritto di cronaca non si perquisisce', parte da Roma la mobilitazione in difesa del segreto professionale


Il diritto di cronaca non si perquisisce. Eppure è in atto un attacco al diritto alla tutela delle fonti dei giornalisti da parte di Procure che tentano di aggirare il segreto professionale e così facendo colpiscono al cuore la credibilità dei cronisti e del loro lavoro di inchiesta. Serve che la categoria si mobiliti per chiedere con forza norme in grado di difendere le fonti e, con esse, il giornalismo libero che indaga su mafie, malaffare e misteri di Stato.
Questo il messaggio partito dalla sede della Federazione nazionale della Stampa italiana dove questa mattina, insieme con alcuni cronisti e croniste che hanno subito perquisizioni e sequestri dei materiali di lavoro, i rappresentanti dei giornalisti italiani hanno anche rilanciato l’appello del cronista di Repubblica, Salvo Palazzolo, a dar vita a una nuova, grande stagione di inchieste giornalistiche sui misteri che hanno insanguinato il Paese e sui quali non si è ancora giunti a ottenere verità e giustizia. (Leggi qui l’appello di Salvo Palazzolo).
«Quello che preoccupa è il “salto di qualità” nell’azione investigativa. Prima si contestava la violazione del segreto istruttorio. Ora si contestano reati come favoreggiamento o ricettazione. Per questo abbiamo chiesto un nuovo incontro al vicepresidente del Csm. Nessuno mette in discussione i poteri e il ruolo della magistratura. Ma qui è in gioco il dovere dei giornalisti di informare i cittadini», hanno commentato Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.
«Per dare il via alla mobilitazione – ha annunciato la segretaria del Sindacato dei Giornalisti del Veneto, Monica Andolfatto – il 19 ottobre si terrà a Padova l’iniziativa ‘Il diritto di cronaca e i suoi nemici’, in cui illustreremo i dossier sulle violazioni del segreto professionale che stiamo raccogliendo, prima di consegnarli al ministro Bonafede, al Csm e al sottosegretario Crimi. Abbiamo scelto Padova – ha spiegato ricordando la vicenda dei cinque colpi di pistola esplosi contro la casa del giornalista del Gazzettino Ario Gervasutti – anche perché in quella città, dopo 40 anni, si è tornato a sparare contro il giornalismo».
Alla conferenza stampa hanno portato la loro testimonianza, fra gli altri, la presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari; la portavoce di Articolo21, Elisa Marincola; i giornalisti e le giornaliste Federica Angeli, Attilio Bolzoni, Paolo Borrometi, Antonello Caporale, Graziella Di Mambro, Rosaria Federico, Fabrizio Feo, Cristina Genesin, Stefania Limiti, Sabrina Pisu, Luca Salici, Pino Scaccia, Maurizio Torrealta.
Salvo Palazzolo è intervenuto in collegamento telefonico da Caltanissetta, dove era in corso l’udienza preliminare nei confronti dei tre poliziotti accusati del depistaggio delle inchieste sulla strage di via d’Amelio. Proprio per aver pubblicato la notizia della chiusura delle indagini a loro carico, Palazzolo è indagato dalla procura di Catania per rivelazione di segreto. Al cronista è stata perquisita l’abitazione e sono stati sequestrati il pc, il telefonino e tre hard disk.
«All’udienza di questa mattina lo Stato non si è costituito parte civile. Ma c’erano i giornalisti, tanti giornalisti, e questo fa ben sperare», ha osservato Palazzolo. «Fare questo mestiere è sempre più difficile – ha detto ancora – ma oggi diamo un messaggio di unità della categoria che mi dà nuovo entusiasmo. I giornalisti ci sono, sono compatti e si schierano dalla parte delle persone che vogliono sapere. Dobbiamo portare anche nelle redazioni questo desiderio di verità. Credo che insieme, con sindacato, Ordine e persone di buona volontà, possiamo farcela».
Presente, anche in rappresentanza dell’Ordine nazionale dei giornalisti, la presidente dell’Odg Lazio, Paola Spadari. «Il presidente del Cnog Carlo Verna sarà a Palermo il 26 settembre e incontrerà Salvo Palazzolo – ha anticipato – per portare la solidarietà di tutti noi. È in atto un attacco ai media e al giornalismo libero. Dobbiamo essere compatti e respingere questi attacchi, fare quadrato intorno ai colleghi a difesa della libertà di informazione e del diritto dei cittadini ad essere informati».
Spazio poi alle testimonianze dei cronisti e delle croniste che negli ultimi mesi hanno subito perquisizioni e sequestri del materiale di lavoro. Come nel caso della giornalista precaria della Città di Salerno, Rosaria Federico. «Io ho denunciato il magistrato che mi ha fatto sequestrare il telefono. Poi l’inchiesta a mio carico è stata archiviata. È nostro diritto e dovere tutelare le fonti. La magistratura non può violare la legge. In quasi tutti i casi la Procura ha dovuto restituire i materiali informatici sequestrati. Significa – ha sottolineato – che i pm non possono sequestrare i nostri strumenti di lavoro. Allora bisogna capire perché lo fanno».
O come Cristina Genesin, del Mattino di Padova, che si è detta «confortata di aver sentito fin dal primo momento la vicinanza del sindacato» e poi ha raccontato l’incursione in casa da parte degli uomini del Gico: «Mi hanno contestato il concorso in violazione di segreto istruttorio con l’aggravante di aver agevolato attività della mafia. Hanno violato il mio pc e i supporti informatici, perquisito la redazione e poi effettuato perquisizioni nei confronti di uomini dell’Arma a Padova e Roma. È necessario riprendere l’iniziativa per modificare le norme a tutela del segreto professionale perché adesso non siamo tutelati», ha concluso.
Attilio Bolzoni ha osservato come fra i materiali sequestrati a Palazzolo ci siano anche i contatti che il cronista aveva preso per indagare sulla vicenda della nave Diciotti e sul caso Montante. «Ora – ha rilevato – i poliziotti sono in possesso dei dati e degli appunti raccolti su queste persone ai fini del lavoro giornalistico. Dati e appunti che dovevano restare coperti dal segreto professionale».
Elisa Marincola, rilanciando l’appello di Bolzoni ai giornalisti a «studiare e acquisire sempre più competenze su quello di cui scrivono», ha sottolineato l’esigenza di «allargare agli editori questa necessità di approfondire i temi» per chiedere loro che «si torni a fare inchieste, unico modo per ridare vita ad una professione messa a rischio dagli attacchi della politica e di chi non vuole un giornalismo forte e autorevole».
Stefania limiti, ha ricordato come il giornalismo italiano si sia fatto carico in passato di una coscienza civile «che oggi, con la precarietà che attanaglia la categoria, non possiamo più portare avanti». Maurizio Di Schino ha ribadito il bisogno di «una nuova stagione di giornalismo d’inchiesta». Sabrina Pisu e Luca Salici hanno proposto la creazione di un piattaforma digitale su cui raccogliere contributi per delle inchieste collettive, da usare anche per dar vita ad un grande archivio storico del giornalismo investigativo.
Maurizio Torrealta ha ripercorso le tappe della vicenda di Ilaria Alpi. Fabrizio Feo ha parlato della difficoltà di far passare nei telegiornali notizie come quelle sul processo Borsellino o sul processo Aemilia. Federica Angeli, infine, ha citato l’esperienza dell’Associazione Antimafia Noi che il 30 settembre, a Ostia, darà vita a una grande manifestazione contro la criminalità organizzata sul litorale romano.
Sempre questa mattina, a Caltanissetta, poco prima dell’udienza, davanti al piazzale del Palazzo di giustizia, si è svolto un sit-in organizzato dall’Assostampa Siciliana in segno di solidarietà nei confronti di Salvo Palazzolo.  «Libertà di stampa significa garanzia di tutti e il diritto di cronaca non si perquisisce, per queste ragioni abbiamo deciso di venire oggi davanti al Tribunale per stare accanto al collega Palazzolo, in concomitanza con l’udienza preliminare del processo a carico di tre poliziotti per il depistaggio sulla strage di via D’Amelio», ha afferma Roberto Ginex, segretario regionale dell’Assostampa Siciliana, presente al presidio con Roberto Leone, componente della giunta regionale, e numerosi colleghi.
«Non è possibile mettere a rischio il lavoro dei giornalisti, la tutela delle loro fonti e il segreto professionale – ha aggiunto Ginex –. In questo modo si impedisce ai cronisti di svolgere il loro mestiere liberamente. Noi giornalisti ci mobilitiamo in difesa del diritto-dovere di informare i cittadini e siamo con Salvo Palazzolo e sposiamo il suo appello: ‘Siamo chiamati tutti a illuminare i processi sulle stragi di Stato e dar vita a una nuova, grande stagione di inchieste dei giornalisti italiani sui misteri che hanno insanguinato il Paese e sui quali non si è ancora giunti a ottenere verità e giustizia’».

Premio Pimentel Fonseca a Caroline Muscat


NAPOLI. La forza della parola contro corruzione e violenza. E’ stata dedicata a Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata per aver voluto raccontare la verità, la quarta edizione del Premio Pimentel Fonseca. Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato alla giornalista maltese Caroline Muscat. Vincitrice del premio “honoris causa”: la giornalista spagnola Olga Rodríguez.
Daphne Caruana Galizia aveva seguito l’inchiesta internazionale sui MaltaFiles, diventando così una figura di riferimento del giornalismo investigativo internazionale. Era stata la prima a diffondere la notizia del coinvolgimento nei Panama Papers di membri del governo maltese e nelle sue inchieste aveva anche lanciato ombre su Michelle Muscat, moglie del primo ministro, accusata di essere la beneficiaria di una società con sede a Panama che muoveva ingenti quantità di denaro su conti bancari in Azerbaigian. Ripetutamente minacciata di morte, Dafne Caruana Galizia veniva fatta saltare in aria nella sua auto il 16 ottobre 2017, pochi minuti dopo aver aggiornato, per l’ultima volta, il suo blog personale.
La grande cronista maltese è stata ricordata in occasione della consegna del premio che si è tenuto martedì, 18 settembre, al Pan | Palazzo delle Arti di Napoli. Dedicata alla memoria della patriota e giacobina Eleonora Pimentel Fonseca, fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, la premiazione anche quest’anno è stata preceduta dalla deposizione di una corona di fiori per onorare e ricordare tutti i martiri della rivoluzione napoletana del 1799, i cui resti sono seppelliti nella Basilica del Carmine. La manifestazione, prologo del Festival Internazionale di Giornalismo Civile “Imbavagliati”, diretto ed ideato da Désirée Klain, è fortemente voluta e promossa dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, è realizzata e prodotta dall’associazione culturale “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”.
Il segretario del SUGC, Claudio Silvestri, ha consegnato il premio Caroline Muscat giornalista investigativa e attivista maltese che oggi, insieme ad altri colleghi, prosegue le inchieste di Daphne sul portale theshiftnews.com. “Ringrazio Caroline per quello che fa per il proprio Paese e per tutti noi – ha detto Silvestri – Ringrazio Caroline perché ha scelto di essere una giornalista. La libertà di stampa non è un valore scontato, in nessuna civiltà del mondo. Dobbiamo conquistarcela ogni giorno, dalle periferie della nostra città a quelle dei Paesi oppressi dalle dittature. Non deve essere una battaglia solo di noi giornalisti, non è una difesa della professione. Dobbiamo impegnarci tutti, ne va della nostra democrazia”.
Ha accompagnato la  premiazione l’imponente  performance teatrale a cura dell’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema di Gianni Sallustro con Roberta D’Agostino, con gli abiti storici di Costantino Lombardo
 
Messaggio da parte della sorella di Daphne Caruana Galizia, Corinne Vella.
Un ringraziamento a nome di tutta la nostra famiglia per aver dedicato il Premio PimentelFonseca 2018 a Daphne Caruana Galizia. L’assassinio di Daphne ha sollevato preoccupazioni a livello mondiale sulla libertà di stampa, la corruzione e lo stato di diritto a Malta.
Ha inoltre sollevato timori sul fatto che l’Europa non sia più sicura per i giornalisti. Alcuni mesi dopo la morte di Daphne, Jan Kuciak fu ucciso con la sua fidanzata Martina Kusnirova. Non ci chiediamo più SE l’omicidio di un giornalista accadrà di nuovo, ma ci interroghiamo sul QUANDO. A noi tutti interessa che i reporter siano tutti adeguatamente protetti.
Se ci concentriamo esclusivamente su un cronista nel mirino, non riusciamo a scorgere il quadro generale. I reporter sono minacciati e uccisi perché i malavitosi vogliono che le loro azioni e i loro interessi criminali restino nascosti. I giornalisti non sono adeguatamente protetti perché i meccanismi di protezione sono inadeguati. A livello nazionale, ci sono lacune e errori di sistema. Ma i meccanismi nazionali da soli non sono sufficienti.
Un reporter che indaga su un crimine transnazionale, ha bisogno di protezione transnazionale. Un giornalista dovrebbe dare l’allarme una volta sola, e non morire per averlo fatto. È irragionevole aspettarsi che i nostri cronisti siano eroi e che rischino la vita per noi. Dobbiamo essere noi stessi cittadini attivi e fare in modo che i nostri Stati proteggano adeguatamente i reporter, eliminando le minacce che devono affrontare. Solo allora possiamo affermare che viviamo in società libere.
Dedicare il premio Pimentel Fonseca di quest’anno a Daphne Caruana Galizia aumenterà la consapevolezza della necessità di proteggere i giornalisti e aiuterà a ispirare i cambiamenti di cui la società ha bisogno.
A nome di tutta la nostra famiglia, grazie.

Elezioni dei delegati del SUGC al XXVIII Congresso della Stampa italiana, ecco tutti i candidati


La commissione elettorale del SUGC ha valutato le liste dei delegati al XXVIII Congresso della stampa italiana. Sono state presentate 6 liste, tre per i professionali e tre per i collaboratori. Risultano ammesse per i colleghi professionali la lista “ControCorrente Campania”, con i candidati Claudio Silvestri, Gerardo Ausiello, Armando Borriello, Fabrizio Cappella, Maria Cava, Renato Valerio Cavallo, Francesca Ghidini, Cristina Liguori, Giovanni Rinaldi, Luigi Roano e Imma Laura Viggiano; la lista “Alleanza per la professione (Ap)”, con i candidati Massimo Ieppariello e Donatella Alonzi; la lista “Giornalisti uniti per la Campania”, con i candidati Alfonso Pirozzi, Maria Rosaria La Penna (detta Marisa), Ottavio Lucarelli, Giovanni Colucci, Carla Errico, Giovanni Fondi (detto Vanni), Barbara Mustilli e Giovanni Russo (detto Gianni). Per i giornalisti collaboratori risultano ammesse la lista “ControCorrente Campania”, con i candidati Gianpaolo Necco, Luciana Esposito, Massimo Mastrolonardo e Alberto Cuomo; la lista “Alleanza per la professione (Ap)”, con i candidati Stefano Andreone, Martina De Biase, Gianfranco Stabile e Andrea Ruberto. Una lista è stata esclusa.
Ricordiamo che le elezioni si terranno nei giorni 12 Ottobre (ore 10-18), 13 Ottobre (ore 10-18) e 14 Ottobre (ore 10-14) presso la sede del Sindacato unitario giornalisti della Campania in vico Santa Maria a Cappella Vecchia 8/b.

Premio 'Nostalgia di futuro', il 24 settembre a Napoli l'edizione 2018


 

Appuntamento dalle 14.30 all’Università Federico II per il focus dal titolo ‘Public Mind: costruzione dell’opinione pubblica nell’era dell’algoritmo’ promosso da Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila. Saranno presenti, fra gli altri, Raffaele Lorusso (Fnsi), Claudio Silvestri (Sugc) e Carlo Verna (Cnog).

Ripartire dal giornalismo fatto dai professionisti per ricostruire l’opinione pubblica. Siamo agli albori di un nuovo umanesimo alimentato dall’informazione proprio oggi che lo spazio condiviso è frammentato, aggredito da pensieri populisti e fake news. Sono questi i concetti alla base di ‘Public Mind: costruzione dell’opinione pubblica nell’era dell’algoritmo’, il tema cui è dedicata l’edizione 2018 di ‘Nostalgia di futuro’.
Lunedì 24 settembre a partire dalle 14.30 presso l’aula De Sanctis dell’Università di Napoli Federico II al corso Umberto I, l’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila daranno vita allo straordinario progetto per ricostruire una ‘mente pubblica’. Il titolo della manifestazione è ispirato a Public Mind di Bill Moyers, serie tv che esplora gli Usa degli anni ’90. Nostalgia di Futuro apre di fatto il Prix Italia Rai, l’evento che da 70 anni riunisce tutti i broadcaster del mondo.
«Oggi l’opinione non è più pubblica, in quanto ognuno ha la propria, – ha spiegato Derrick de Kerckhove, direttore scientifico di TuttiMedia e Media Duemila – e i giornalisti devono capire che la stessa opinione si è estinta come un fiume non più alimentato». Si tratta di un problema universale: viviamo in tempi di società complesse e iperconnesse, e per ricostruire la mente pubblica va affrontato un processo di intelligenza connettiva che fornisca nuove regole. A tutti i media è assegnato un ruolo in tale processo, ma il punto giusto da cui ripartire è il giornalismo fatto dai professionisti. Giornali e giornalisti sono difronte ad una sfida epocale: sono loro il nucleo da cui ripartire, contrariamente a quanto le apparenze mediatiche lascerebbero intendere.
«I giornalisti forse non hanno colto il pericolo che l’opinione pubblica consapevole si sarebbe estinta come un fiume non più alimentato – ha continuato de Kerckhove – perché aggredita da pensieri populisti fondati non più su ragioni pubbliche, ma su opinioni emotive di ciascuno. Queste irrompono, in maniera devastante, nella dimensione spaziale e filosofica dell’informazione come desideri di un popolo che spesso non esiste come comunità umana connessa su valori e principi condivisi. Il giornalismo è centrale, in questo momento storico. La televisione, in passato, creava spazio e mente pubblica, oggi il medium dominante è lo smartphone. Con YouTube la gente ha preso possesso del media Tv e ciascuno, da ‘individuo sconnesso’, crea il suo pubblico. Viviamo in un momento di dissenso e divisione; è urgente studiare le fonti utili a recuperare il senso dello spazio condiviso».
L’appuntamento con il seminario, valido anche per la formazione dell’Ordine dei giornalisti della Campania, è per il 24 settembre. Interverranno: Stefano Cuzzilla (presidente nazionale di Federmanager), Ottavio Lucarelli (presidente Ordine dei giornalisti Campania), Gaetano Manfredi (Rettore Unina), Andrea Riffeser Monti (presidente Fieg), Franco Siddi (presidente TuttiMedia).
Dopo l’intervento del sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, Derrick de Kerckhove sarà a tu per tu con Laura Bononcini (Facebook), Carlo Bordoni (Corriere della Sera), Claudio Brachino (VideoNews), Fabrizio Carotti (Fieg), Mario Cardoni (Federmanager), Massimo Di Felice (Università San Paolo – BR), Karina Laterza (Segretario Generale Prix Italia Rai), Raffaele Lorusso (Fnsi), Antonio Pescapè (Digita Academy), Silvio Siliprandi (Hoda).
La premiazione si svolgerà infine con Valeria Fascione (assessore Startup – Innovazione e Internazionalizzazione Regione Campania), Luigi Bianco (Federmanager), Marina Ceravolo (Rai Pubblicità), Daniela D’Aloisi (Fub), Luigi Rocchi (Rai), Maria Pia Rossignaud (TuttiMedia/Media Duemila), Claudio Silvestri (Segretario SUGC) Carlo Verna (presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti).

Accordi non rispettati alla Città di Salerno, giornalisti in stato di agitazione


L’assemblea dei redattori del quotidiano “la Città”, a seguito dell’ennesimo mancato rispetto degli impegni assunti contestualmente alla firma del contratto di solidarietà avvenuta nel gennaio scorso, ha confermato lo stato di agitazione già proclamato a maggio. In particolare, alla data di oggi – 17 settembre – non risultano ancora accreditati gli stipendi relativi al mese di agosto, benché la data massima fissata dall’azienda sia il 15 del mese successivo, e nonostante le rassicurazioni informali date nei giorni scorsi. Si rammenta che, ai sensi di legge, il pagamento deve pervenire materialmente al lavoratore entro la data stabilita, e non semplicemente essere disposto. In questi mesi, inoltre, l’azienda non ha proceduto al ripianamento della situazione debitoria nei confronti di Inpgi e Casagit per quanto riguarda i contributi previdenziali e assistenziali, né è stato avviato alcun piano di rateizzazione degli arretrati dovuti al Fondo complementare, come dimostra l’ennesima comunicazione ricevuta dagli iscritti nel luglio scorso. Tutto ciò, nonostante l’accettazione dei contratti di solidarietà da parte dei redattori fosse stata subordinata proprio a tale impegno da parte dell’azienda. Si sono registrati, inoltre, nuovi problemi come il mancato versamento all’Inpgi delle somme trattenute in busta paga ai colleghi che hanno un prestito in corso. E il versamento effettuato solo dopo sollecitazione degli interessati è ancora al vaglio dell’Istituto.
L’assemblea esprime rammarico per il fatto che tutto ciò avvenga proprio mentre il giornale promuove un convegno sull’editoria al Sud, al quale partecipa anche il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Riffeser Monti, sicuramente a conoscenza dei problemi denunciati dai giornalisti de “la Città” per esserne stato informato dai colleghi del coordinamento dei Comitati di redazione di Qn.
I redattori, inoltre, si augurano che in occasione dell’incontro per il monitoraggio sul contratto di solidarietà venga finalmente chiarita la composizione della compagine societaria proprietaria della testata e della società che attualmente edita il giornale.

Tagli ai compensi, assemblea dei collaboratori del Mattino: proclamato lo stato di agitazione


Dopo i tagli ai compensi dei collaboratori del Mattino, che in molti casi superano il 60%, i giornalisti non dipendenti della provincia di Salerno si sono riuniti oggi in un’assemblea alla quale hanno partecipato il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, e l’avvocato del lavoro Gerardo Ferraioli, e alla quale seguiranno altri incontri con i collaboratori degli altri territori. Contro una proposta economica inaccettabile per la dignità del lavoro dei giornalisti, i colleghi hanno proclamato all’unanimità la stato di agitazione e, attraverso il Sindacato dei giornalisti, richiedono un incontro urgente con l’azienda per discutere su tariffe che garantiscano il mantenimento della qualità della prestazione lavorativa e che non discriminino i giornalisti che scrivono dai territori rispetto a quelli che scrivono dalla città di Napoli. Nell’attesa dell’incontro, si chiede all’azienda di sospendere il termine indicato per la variazione dei compensi unilateralmente imposta e non oggetto di alcuna pattuizione. Infine, l’assemblea ha stabilito che se non ci sarà alcuna risposta da parte dell’azienda, si procederà con altre e più eclatanti forme di protesta.