Archivio mensile:Febbraio 2018

Enti di categoria, Giovanni Negri nominato coordinatore

Si è riunito oggi a Roma, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, il coordinamento degli Enti della categoria. Presenti il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, il presidente del Cnog, Carlo Verna, la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, il presidente della Casagit, Daniele Cerrato e il presidente del Fondo pensione complementare, Enrico Castelli. I rappresentanti degli Istituti della categoria hanno convenuto sulla necessità di condividere politiche e iniziative che, ferme restando l’autonomia e le attribuzioni di ciascuno, consentano di affrontare i nodi cruciali della professione, del mercato del lavoro e della vita degli Enti e di elaborare proposte e mettere a punto iniziative che consentano di rispondere alle esigenze dei giornalisti, a cominciare dai più deboli e dai precari. Il coordinamento degli Enti ha deciso di nominare il coordinatore nella persona del collega Giovanni Negri, riconoscendone la competenza, l’esperienza e la storia professionale e sindacale necessarie per essere elemento di raccordo, di sintesi e di equilibrio. Entrato in Rizzoli come correttore di bozze, nel 1964 Giovanni Negri comincia la sua attività giornalistica collaborando a vari periodici tra cui Oggi, Europeo, Sorrisi e Canzoni. Scrive anche per l’Avanti!. Impegnato nel sindacato dei poligrafici, nel 1972 viene eletto nella segreteria unitaria di Cgil – Cisl – Uil. Nel 1979 lascia il sindacato dei poligrafici e comincia il suo percorso di giornalista professionista. Sempre nel gruppo Rcs ha lavorato per varie testate tra cui la Domenica del Corriere, i notiziari di Radio Monte Carlo, redatti da Rcs e infine Io donna, magazine del Corriere della Sera. Si è impegnato per anni nel Comitato di redazione di Rcs Periodici. Nel 2001 è vicepresidente dell’Associazione Lombarda dei giornalisti, poi, per tre mandati consecutivi, dal 2004 al gennaio 2015, ne diventa presidente. È stato delegato Casagit e per due mandati consigliere generale Inpgi. Fa parte del Direttivo dell’Alg e del Consiglio Nazionale della Fnsi.

Giornalista aggredito da dirigente della Puteolana, il Sugc: Daspo ai responabili

Alberto Cuomo

Daspo per il dirigente della Puteolana e per il collega che lavora nello staff della squadra che hanno insultato e minacciato il telecronista di TeleClubItalia Alberto Cuomo”. È quanto chiede il Sindacato unitario giornalisti della Campania in seguito a quanto avvenuto domenica scorsa allo stadio di Pozzuoli durante il match Puteolana Giugliano. Cuomo è stato insultato durante tutta la partita e alla fine dell’incontro gli è stato impedito fisicamente di raggiungere le squadre per raccogliere le interviste del dopo partita. “Un comportamento non tollerabile, anche perché non arriva dai soliti facinorosi, ma da parte di componenti delle società sportive – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – Invitiamo il presidente della squadra a prendere provvedimenti nei confronti dei propri dirigenti. Dovere delle forze dell’ordine, invece, è identificare queste persone e prendere i giusti provvedimenti. Per il collega partirà anche una denuncia al consiglio di disciplina dell’ordine”.

Il comunicato della redazione
La redazione di Teleclubitalia giudica gravissimo quanto accaduto ieri allo stadio Domenico Conte di Pozzuoli alla troupe inviata dall’emittente per seguire il match Puteolana-Giugliano, valido per il girone A di Eccellenza. Il telecronista Alberto Cuomo, mentre commentava la partita in diretta, fin da subito ha ricevuto insulti mentre svolgeva il proprio lavoro. Il clima si è fatto subito pesante con un dirigente della squadra locale, sedato grazie all’intervento del presidente puteolano Marco Bottino ed alla polizia presente in tribuna stampa. 
Le minacce ed il clima di intimidazione sono però andate avanti, fino ad esplodere al secondo goal della squadra ospite. Un giornalista ed un altro dirigente puteolano hanno reagito in maniera veemente, ingiuriando pesantemente ancora una volta il telecronista che, mantenendo un corretto profilo professionale, non ha reagito continuando a raccontare la partita. Terminato l’incontro Cuomo, l’operatore Claudio Prezioso ed il commento tecnico Patrizio Annunziata, sono stati addirittura chiusi all’interno del settore ospiti. In quella circostanza si sono sentiti sequestrati: Cuomo ha chiesto a gran voce di far aprire i cancelli ma gli è stato risposto, ancora con insulti a corredo, che non poteva avvicinarsi all’area dedicata alle interviste post partita. Dopo circa 20 minuti i cancelli si sono aperti ed il telecronista di Teleclubitalia si è ritrovato di nuovo a dover fronteggiare il dirigente puteolano ed il collega con cui aveva avuto una discussione in precedenza. Gli animi già tesi si sono ulteriormente riscaldati e si è sfiorato lo scontro fisico, evitato solo grazie al nuovo intervento dei tutori dell’ordine del commissariato P. S. di Pozzuoli. Alla fine la troupe è stata scortata fino all’uscita mentre proseguivano le minacce. 
Tutto ciò non è assolutamente tollerabile, fare il proprio lavoro con passione non può essere una colpa tale da giustificare un atteggiamento del genere. Cosa ancora più triste di tutta la faccenda è che si vieta l’ingresso dei tifosi, in questo caso a quelli del Giugliano, mentre gli atteggiamenti violenti partono da dirigenti sportivi e purtroppo anche da un collega giornalista. La nostra redazione condanna fermamente il vile comportamento nei confronti dei nostri inviati, minacciati e sequestrati, e si aspetta al più presto una reazione dalla parte sana della società di Pozzuoli o dagli organi competenti al controllo ed alla tutela della stampa. Già per la partita d’andata Teleclubitalia ha subito una discriminazione: ingresso vietato alle nostre telecamere ma diretta consentita ad un’altra emittente. Gesti del genere non fanno sicuramente bene allo sport.
 

Eutopia, quando ad affrontare il mare è Penelope. Mostra al Mediterraneo


Al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo l’esposizione intitolata ‘EUTOPIA – Road to Nowhere’ (ingresso gratuito – 1/18 marzo) con sette produzioni e un’opera ad hoc intitolata ‘Itaca’ dedicata ai migranti, e in particolare alle donne che affrontano il terribile viaggio per mare per toccare la sponda europea. Stavolta è Penelope e non Ulisse ad affrontare i mostri del mare nostrum, col lucido sogno di riapprodare in una casa nuova.
La mostra è patrocinata dal Sindacato unitario giornalisti della Campania e dal Comune di Napoli, rientra nelle iniziative della rassegna “Marzo Donna 2018: Lazzare Felici”, ed è una delle manifestazioni che rientrano negli eventi del Sugc dedicati alle donne.
Il concept di EUTOPIA parte dalla mappa-madre dove Alessandro Chetta accosta città e monumenti d’arte o di natura. Da qui il nome: eu, buono, unito a u-topia, il luogo che non c’è. E quindi c’è la Tour Eiffel che guarda il mare. Alla Striscia di Gaza ci si arriva attraversando Copacabana e il Ponte di Brooklyn. Il Vesuvio non dista molto dai vulcani d’Islanda. Le Piramidi confinano con le Ramblas. Il Cristo di Rio benedice la metro di Berlino.
BIOGRAFIA
Alessandro Chetta giornalista, videomaker e artista. Come streetartist scelse il writing e quindi le sue mostre negli anni ’90 le teneva all’aria aperta. Come artista tout court ha esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli per la personale, con Silvana Scarati, intitolata TRONISTI (luglio 2014). Un’altra personale, PASSEPARTOUT, si è tenuta nel novembre 2014 alla Evaluna artgallery di Napoli. Ha preso parte alla collettiva della Garage for contemporary arts di Sorrento con la serie THE DOORS/TOMBINI (dicembre 2014). Numerose le esposizioni sul concept EUTOPIA, tra cui personali in location partenopee alla BPMed Gallery, alla Galleria Serio e alla collettiva del Castel dell’Ovo nell’ambito dell’Art Performing Festival (luglio 2017).

Via libera al cumulo gratuito dei contributi previdenziali anche per i giornalisti

Il direttore generale dell’Inpgi, Mimma Iorio, e il presidente Marina Macelloni

Anche per i giornalisti scatta la possibilita’ di cumulare i contributi versati nelle varie casse professionali e quelli versati all’Inps. E’ stata infatti definita la convenzione quadro fra l’Inps e l’Adepp (Associazione delle Casse di Previdenza dei Professionisti) che permette ai Professionisti di riunire i contribuiti versati in più gestioni ed ottenere cosi’ un’unica pensione. L’accordo intende non penalizzare tutti quei lavoratori che hanno avuto “carriere mobili”, con contribuzioni miste.

La domanda per accedere alla pensione di vecchiaia in cumulo andra’ presentata all’Ente, o alla Cassa di ultima iscrizione, che provvedera’ ad inserire la data in cui verranno raggiunti i requisiti anagrafici più elevati rispetto alla cosiddetta legge Fornero o, laddove risulti essere di ultima iscrizione alla Cassa, gli ulteriori eventuali requisiti diversi da quelli dell’eta’ e dell’anzianita’ contributiva.

Per rendere operativa l’intesa, l’Inps dovra’ sottoscrivere convenzioni con ogni singolo Ente, come ad esempio l’INPGI (giornalisti), e rilasciare la nuova procedura automatizzata che costituira’ la piattaforma informatica comune per la gestione di tutte le prestazioni in cumulo.

Grande soddisfazione sull’intesa raggiunta sul cumulo gratuito dei contributi pensionistici la esprimono i vertici dell’INPGI. “Si tratta di una misura che l’INPGI chiedeva fin dal 2008 per poter tutelare tutti i colleghi con contribuzioni maturate presso l’Enpals, l’Inpdap o l’Inpgi 2 che finora non erano compresi nella legge Vigorelli che assicura il cumulo gratuito solo per le contribuzioni Inpgi e Inps” afferma la Presidente dell’ INPGI Marina Macelloni che aggiungeil provvedimento non comporta oneri aggiuntivi per l’Inpgi ne’ delibere di attuazione da parte del Consiglio di amministrazione”.

Sui tempi di realizzazione, l’ AdEPP auspica invece un rapido avvio di tutte le procedure per garantire il pagamento in tempi certi delle pensioni.

Con la nuova norma, chi matura i requisiti contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia (attualmente 66 anni e 7 mesi) o di anzianita’ (attualmente 42 anni e 10 mesi di contributi – un anno in meno per le donne), potra’ andare in quiescenza anche se nella sua vita lavorativa i contributi li ha versati in gestione diverse, comprese quelle separate (ad esempio in Inpgi 1 e Inpgi 2 per i giornalisti), senza piu’ doverli riunire nella gestione principale come accade oggi con il meccanismo della ricongiunzione onerosa.

Significa, ad esempio, che se un giornalista ha 30 anni di contributi Inpgi 1 e 12 anni e 10 mesi di Inpgi 2 (o di Inps, Enpals, Inpdap e altri) potra’ andare in pensione senza dover pagare oneri, con l’assegno che verra’ pagato pro-quota da ciascuna gestione.

La norma sul cumulo gratuito dei contributi e’ una delle misure previdenziali introdotte con la Legge di Bilancio 2017 ed interessa tutti quei  giornalisti, che hanno svolto  altre attivita’ diverse da quella giornalistica.

Il presidente della Fnsi nella redazione di Fanpage: "Politica ha affossato le leggi sulla libertà di stampa"


“Dovremmo chiedere più inchieste e poi discutere del metodo, sul quale si interroga anche la Magistratura. Qualunque sia l’opinione di ciascuno su questa vicenda, a me interessa solo tutelare la libertà di espressione. Qualcuno vorrebbe condizionarci ma noi, in quanto giornalisti, non dobbiamo farci usare”. Con queste parole Giuseppe Giulietti, presidente del sindacato unitario dei giornalisti italiani (Fnsi) ha commentato l’inchiesta “Bloody Money” sul traffico dei rifiuti condotta da Fanpage.it. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di oggi, giovedì 22 febbraio, presso la redazione di Napoli del giornale diretto da Francesco Piccinini, che risulta indagato dalla Procura di Napoli, insieme al collega Sacha Biazzo, con il quale ha realizzato i filmati finiti tra le mani della magistratura, a seguito del loro lavoro.
“Non è ammissibile una perquisizione come quella che c’è stata qui a Fanpage.it nei giorni scorsi, così come non sono ammissibili altrove – ha sottolineato Giulietti -. Sta diventando una abitudine pericolosa entrare nelle redazioni, che in questo modo diventano bersagli, e sequestrare le fonti. È indecoroso in uno stato democratico, perché così facendo si lede il diritto dei cittadini ad essere informati. Si tratta di interventi sbagliati, a cui siamo completamente contrari, come abbiamo avuto modo di rappresentare anche alle autorità dello Stato. È un atteggiamento che non possiamo accettare, perché si scaricano sui cronisti tensioni non necessarie. Inoltre, la violazione del segreto professionale non può essere presa come un gioco perché si rischia di delegittimare il lavoro del giornalista”.
Giulietti ha poi anche commentato il duro attacco del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha definito in un video i giornalisti di Fanpage.it protagonisti di una operazione “camorristica e squadrista”. “Io non sto qui a dare sentenze – ha detto il presidente dell’Fnsi – ma ci sono forme di linguaggio inaccettabili in questa regione come altrove. Tutto si può fare, ma non di certo legittimare la violenza, di qualunque tipo essa sia. C’è una continua aggressività a cui è esposta la libertà di espressione”. E, infine, un messaggio al mondo politico: “Questa legislatura si è conclusa senza approvare la legge contro le querele bavaglio, un’arma impropria di prevenzione e di avvertimento contro l’impegno di numerosi giornalisti di fare inchieste. Una normativa che tutti hanno condiviso ma che alla fine non è stata approvata. Ciò significa che non c’è un reale interesse a liberare i cronisti dagli ostacoli”.
Presenti all’incontro, oltre a Francesco Piccinini, direttore di Fanpage.it, anche Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, e Rino Genovese, giornalista Rai e rappresentate dell’Usigrai. Quest’ultimo, in particolare, ha sottolineato come non si “possa accettare il tentativo di minimizzare quanto sta accadendo, altrimenti si è complici. Squadristi sono coloro che cercano di ostacolare il nostro lavoro. Nessuno si è mai chiesto il metodo utilizzato dai giornalisti del Watergate, ma tutti abbiamo osannato quei colleghi per aver raggiunto l’obiettivo minimo di un giornalista, che è quello di raccontare la realtà”.
(da Fanpage.it)

Il contratto Enti locali apre al 'giornalista pubblico'. Fnsi: «Risultato importante, ora il confronto con l'Aran su diritti e garanzie»


 
Un altro decisivo passo avanti nell’attuazione della legge 150 del 2000, per la definizione dei profili professionali dei giornalisti impiegati negli uffici stampa degli Enti pubblici, è stato raggiunto poche ore fa, con la sottoscrizione del contratto degli Enti locali.
Il nuovo contratto prevede, infatti, l’istituzione dei nuovi profili per le attività di comunicazione e informazione, al fine di valorizzare e migliorare le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.
I profili professionali dei giornalisti addetti alle attività di informazione saranno collocati nelle categorie previste dal vigente sistema di classificazione del personale secondo le graduatorie e i relativi requisiti culturali e professionali previsti dal contratto del ‘99 “in relazione alla complessità dei compiti, nonché al livello di autonomia, responsabilità e competenza professionale”.
In tale ambito gli Enti locali, tenendo conto dei rispettivi fabbisogni, individueranno i profili professionali per definire la tipologia delle prestazioni lavorative e le specifiche competenze richieste.
Nel settore dell’informazione il profilo di riferimento sarà quello del “giornalista pubblico”, specializzato nei rapporti con i media e inquadrato nella categoria D. Il “giornalista pubblico” si occuperà della gestione e del coordinamento dei processi di informazione, curerà il collegamento con gli organi di informazione ed individuerà gli strumenti per garantire una costante e aggiornata informazione sull’attività istituzionale dell’amministrazione.
«Si tratta – dicono Raffaele Lorusso e Alessandra Costante, segretario generale e vicesegretaria della FNSI con delega agli uffici stampa pubblici – di un risultato importante perché, dopo 18 anni dalla legge 150/2000, viene riconosciuto pieno diritto di cittadinanza a tanti colleghi che già si occupano di uffici stampa in numerosi enti locali con forme e livelli di inquadramento disomogenei, se non, come in alcuni casi, fantasiosi. La definizione dei profili nel contratto degli enti locali pone inoltre le basi per la creazione di nuove opportunità di occupazione. L’impegno della ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia, è stato fondamentale per raggiungere questo risultato, che dovrà essere riempito di ulteriori contenuti, ma decisamente importante. Adesso la partita, come per gli altri comparti, si sposta sul terreno della classificazione della categorie professionali, sede in cui Aran e FNSI dovranno definire diritti, garanzie e inquadramento professionale dei giornalisti, partendo dalle specificità e dalle peculiarità della professione».

Il Giornalista pubblico, il 15 marzo corso di formazione all'Università Federico II


“Il giornalista pubblico e l’informazione al cittadino nell’era della trasparenza totale e dei social”, è il titolo del corso di aggiornamento professionale organizzato da forMedia con il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania (Sugc), che si terrà giovedì 15 marzo prossimo, dalle 9,30 alle 16,30, nell’aula “Francesco De Sanctis” presso la sede centrale dell’università degli Studi di Napoli “Federico II” (Corso Umberto I). È possibile prenotarsi sulla piattaforma del Sigef tra i corsi promossi da enti terzi.
Relatori del seminario sono Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, il professor Sergio Talamo, direttore dell’area Comunicazione, Editoria, Trasparenza e Progetti speciali di Formez PA, Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Alessandro Arienzo, professore di filosofia politica e storia delle dottrine politiche presso la stessa Università. Porterà i suoi saluti il presidente di forMedia, Renato Cantore. Il corso, gratuito, della durata di sei ore, tratterà i temi del giornalista nel settore pubblico, le figure professionali, la legge 150/2000, gli ufficî stampa e la deontologia, nonché della trasformazione delle fonti nell’era del web.
La partecipazione al seminario consente l’acquisizione di otto crediti formativi professionali in àmbito deontologico.

De Luca contro Fanpage, Fnsi Cnog e Sugc: «Da presidente Campania squadrismo verbale»

«Le inchieste giornalistiche sono criticabili come qualsiasi altra attività intellettuale. Le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, vanno però oltre il limite di qualsiasi critica e rappresentano, queste sì, mero squadrismo verbale. Bollare come “camorristiche” e “squadristiche” le inchieste giornalistiche è inaccettabile e non può essere consentito a nessuno, tantomeno a un rappresentante delle istituzioni. Sarebbe opportuno che anche il PD facesse sentire la propria voce. Evidentemente la salvaguardia di pacchetti di voti viene considerata meritevole di tutela più della libertà di espressione e del diritto dei cittadini ad essere informati su una vicenda inquietante come quella del traffico di rifiuti in Campania». Lo affermano, in una nota, Federazione nazionale della Stampa italiana, Sindacato unitario giornalisti Campania e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
«L’attacco ai colleghi di Fanpage – proseguono – rientra in uno schema ormai consolidato messo in atto da tutte le forze politiche, pronte a difendere la libertà di stampa solo se le inchieste riguardano gli avversari politici e a scatenare l’inferno quando a finire nel mirino sono i loro sodali. Una situazione indegna di un Paese civile e che spiega la ragione per la quale, al di là delle dichiarazioni ufficiali, nella legislatura appena conclusa sono state fatte decadere tutte le proposte di legge dirette a cancellare il carcere per i cronisti e a contrastare le “querele bavaglio”. La politica, in modo assolutamente trasversale, sogna una stampa asservita e cittadini sempre meno informati da trattare come sudditi».

'Scorta mediatica' per Federica Angeli, Sindacato e Ordine in aula al fianco della cronista


 
 
Federica Angeli ha testimoniato, questa mattina a Roma, nell’ambito del processo contro Armando Spada, imputato per minacce e violenza privata nei suoi confronti. E c’erano tante persone ad accompagnarla che l’aula 10 del tribunale di Roma non è riuscita a contenerle tutte. Al fianco della cronista di Repubblica, sotto sorta da 1677 giorni, c’erano i rappresentanti della Fnsi, con il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti;  dell’Ordine dei giornalisti, con il presidente Carlo Verna e il segretario Guido D’Ubaldo; di Usigrai, Articolo21, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, il Sindacato unitario giornalisti della Campania con il segretario Claudio Silvestri, Rete NoBavaglio, che hanno promosso il sit-in di solidarietà andato in scena prima che iniziasse l’udienza .
Ma c’erano anche studenti delle scuole superiori; rappresentanti di Libera contro le mafie; i colleghi di Repubblica, con il direttore Mario Calabresi e il vicedirettore Sergio Rizzo; il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini; i sostenitori che hanno accompagnato Federica Angeli in questi oltre 4 anni di vita sotto scorta per via delle minacce subite dagli esponenti del clan Spada. E c’erano le telecamere e i taccuini della ‘scorta mediatica’ che attendevano la giornalista all’ingresso del tribunale.
«Ho pagato con la libertà personale, ma credo sia servito a qualcosa. Con le mie denunce tutti adesso conoscono la realtà di Ostia. Rifarei tutto. Oggi è giusto essere qui. In quell’aula io sarò al banco dei testimoni, ma con me ci saranno tutti i cittadini», ha detto Federica Angeli fermandosi al presidio.
«Qualsiasi giornalista o cittadino minacciato che ha il coraggio di denunciare e di informare i cittadini, non può restare solo e deve avere il nostro sostegno», ha sottolineato Paolo Borrometi, presidente di Articolo21, anche lui da anni sotto scorta per le minacce ricevute dalla mafia.
«Siamo qui in segno di vicinanza a Federica Angeli, ma anche a rappresentare tutti quei giornalisti che per svolgere il loro diritto-dovere di informare i cittadini vengono minacciati e aggrediti o finiscono nel mirino delle procure, come è successo, solo negli ultimi giorni, a Maria Grazia Mazzola, Simone Zazzera, Gaia Bozza, alla redazione di Fanpage, al direttore e ai giornalisti della Gazzetta di Reggio Emilia», hanno ribadito il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.
E il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna ha incalzato: «Nessuna testata, nessuno schiaffo, nessuna minaccia potrà fermare il diritto di cronaca e libertà di informazione».
Prima del presidio, i rappresentanti di Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei giornalisti si sono recati al Viminale per un incontro con i vertici del ministero dell’Interno centrato sugli ultimi casi di aggressioni a cronisti. Mercoledì, infine, incontreranno il ministro Minniti nell’ambito di una riunione ad hoc del Coordinamento per la sicurezza dei giornalisti convocata dopo gli ultimi fatti che hanno riguardato i colleghi Maria Grazia Mazzola, Simone Zazzera e Gaia Bozza.

Dopo le testate di Ostia, gli schiaffi di Salerno: "Atto vergognoso"


“Dopo le testate di Ostia arrivano gli schiaffi a Salerno. L’aggressione alla giornalista di Fanpage Gaia Bozza da parte di sostenitori di De Luca avvenuta a Salerno è un gesto vergognoso. Esprimiamo solidarietà alla collega e ci aspettiamo adesso che con la stessa solerzia con cui è stata perquisita la redazione del giornale per scoprire le fonti dei cronisti, vengano identificati gli autori dell’aggressione”, è quanto affermano Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, e Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti Campania