Archivio mensile:Settembre 2017
Ecco tutti i vincitori del premio "Enzo Musella"
Sono state consegnate nella sala “Santo Della Volpe” del Sindacato unitario giornalisti della Campania le borse di studio della prima edizione del premio “Enzo Musella”. Al premio hanno partecipato i figli dei soci del Sindacato che si sono distinti per l’ottimo rendimento scolastico. Le categorie in concorso erano scuole medie e scuole superiori. La cerimonia è stata introdotta da un saluto dal presidente del Sugc Armando Borriello. Il segretario del sindacato campano, Claudio Silvestri, ha poi ricordato Enzo Musella: «Enzo non era un giornalista famoso, uno di quelli che tutti ricordano, ai quali si intitolano stadi e sale convegni. Era un giornalista che fino alla fine ha lottato con le unghie e con i denti per fare questo mestiere. Lo ha fatto da precario, senza uno stipendio. La sua passione lo ha aiutato a superare anche la sua malattia. Nell’ultima fase della sua vita ha continuato a fare inchieste, e volava da una parte all’altra della città come se la sua sedia a rotelle non esistesse – ha raccontato Silvestri – Questo sarà un appuntamento fisso del nostro sindacato. Non dimenticheremo Enzo ed è a persone come lui, a chi lotta per fare il giornalista, che abbiamo il dovere di rivolgerci se vogliamo avere un futuro». A vincere il premio gli studenti Giorgia Aiello, Ilaria Boccia, Ilaria Calabrese, Maria Chiara Del Gaudio, Lorenzo De Pinto, Francesca Mercogliano, Antonio Nardiello, Nicola Paolo, Gaia Petino, Enrico Primavera, Alessandra Renna, Niccolò Tatarelli. Tutti con medie altissime. Uno di loro, Antonio Nardiello, ha consegnato al Sindacato una commovente lettera su Enzo Musella.
La lettera di Antonio Nardiello
Innanzitutto voglio ringraziare tutti voi, e in particolare il sindacato dei giornalisti, per la gioia che oggi mi date con questo premio. Per me è molto importante e ora proverò a spiegarvi il perché. Ho conosciuto Enzo Musella attraverso i racconti di mio padre. La prima cosa che ho capito è che Enzo era una grande persona. Forte, generoso, amava la vita e aveva un cuore grande così, sempre pronto ad aiutare gli ultimi.
La seconda cosa che ho capito è che era un professionista serio e rigoroso, uno di quei giornalisti che venivano – così dice mio padre – dalla vecchia scuola. Io non ho capito bene cosa sia né dove si trovi questa vecchia scuola, ma l’ammirazione con cui ne parla mio padre mi ha fatto capire che si tratta di una gran bella cosa che forse col tempo si è un po’ perduta.
La terza cosa che ho capito è che Enzo e mio padre erano legati da una profonda amicizia. Mio padre mi ha sempre parlato di un uomo libero, la cui mente poteva volare superando tutte le difficoltà del suo corpo. Se gli altri camminavano lui correva. Se gli altri pensavano di fare una cosa, lui la stava già realizzando. Era un grande lavoratore. Un uomo di grande forza animato da una profonda fede in Gesù Cristo.
Ma la più importante di tutte le cose che ho capito è la quarta. Papà mi ha sempre raccontato che Enzo gli ha insegnato l’importanza del valore della solidarietà. Lui, che era circondato dall’affetto e dalla solidarietà non solo dei suoi cari, ma di tanti amici, ha dato tanto per gli altri. Soprattutto per i più giovani di cui amava circondarsi e che aiutava, nonostante le tante difficoltà che aveva, insegnandogli il mestiere che conosceva e facendosi in quattro per fargli guadagnare qualcosa di soldi. Lui era un uomo che aiutava gli ultimi, che pensava sempre alle persone più in difficoltà nonostante egli stesso di difficoltà ne avesse tante. E il suo aiuto non era fatto solo di parole, che pure sono importanti, ma di fatti concreti.
Mio padre è un uomo fortunato. Ha un lavoro ed è quello che gli piace. Ma mi ha spiegato che ci sono tanti amici e colleghi meno fortunati di lui che un lavoro non ce l’hanno o che pur avendolo non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Per questo ho deciso di devolvere questa borsa di studio per una iniziativa di solidarietà. Lo so, è un piccolo contributo, solo un simbolo. Ma l’esempio che Enzo ci ha lasciato è che per cambiare il mondo non servono grandi discorsi, ma piccoli gesti. Credo che questa sia la maniera migliore per ricordarlo.
Premio Siani a 32 anni dall'omicidio del giornalista
La memoria e l’impegno nel nome di Giancarlo Siani, il giovane cronista ucciso dalla camorra diventato un simbolo del movimento per la legalità. Il programma di tre giorni di iniziative dedicate al giornalista iniziamercoledì 23 settembre nella sede del suo giornale, Il Mattino, e nella sala a lui dedicata, con la proiezione del filmato «Ricordando Giancarlo dopo 32 anni», a cura di Aldo Zappalà e Sergio Scoppetta con gli studenti di Scienze della comunicazione di Unisob. Poi, la tavola rotonda–forum con interviste a cura di Alessandro Barbano, direttore del quotidiano. Venerdì due appuntamenti con alle 11 l’apposizione della targa al Murale a lui dedicato in Via Romaniello, luogo in cui viveva e dove fu ammazzatto; e alle 18 Inaugurazione del totem-espositore con immagini e video aanco alla Mehari, realizzato grazie al sostegno di Aeroporto Internazionale di Napoli. Infine sabato 23 settembre presso l’Istituto penale minorile di Nisida la consegna del Premio Siani 2017 a 14 elaborati degli studenti delle scuole napoletane con la partecipazione di Sindacato e Ordine dei giornalisti della Campania.
IL PROGRAMMA
A Casal di Principe la Summer School Ucsi, focus su Cutuli, Alpi, Mattei, Falcone e don Diana
La FNSI parteciperà con il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania alla Summer School Ucsi – Agrorinasce intitolata “Ucciso perché solo”, dedicata ad approfondire casi che hanno segnato il nostro Paese e l’Informazione italiana. Si parlerà con esperti, giornalisti, magistrati e testimoni di Maria Grazia Cutuli, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Enrico Mattei, Ilaria Alpi, Don Peppe Diana. I lavori inizieranno domani, alle 15.00 a Casal di Principe, in provincia di Caserta, una delle tante periferie da illuminare e al centro di un percorso di rinascita sociale.
La terza edizione della scuola di giornalismo investigativo organizzata dal consorzio di Comuni per la legalità Agrorinasce e dall’Ucsi Caserta a Casal di Principe, si svolgerà presso il Teatro – Parco della legalità e presso la sede dell’Università per la legalità e lo sviluppo; è patrocinata anche dall’Ordine dei giornalisti della Campania, dalla Fondazione POLIS e dall’Università di Caserta Luigi Vanvitelli
Indagini, storia e storie di depistaggi, resistenze, processi non ancora conclusi, tre giorni di studio sul primo maxi processo alla mafia, la procura nazionale antimafia e la guerra di Cosa nostra allo Stato con le stragi di Capaci e via D’Amelio; la giustizia sospesa al filo della prescrizione e il caso Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera uccisa nel 2001 in Afghanistan, per lei solo dopo quindici anni, nel 2016, è stato avviato il dibattimento; il caso Ilaria Alpi, inviata del Tg3 uccisa in Somalia nel 1994, per cui la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione; il caso Enrico Mattei, fondatore dell’Eni, morto nel 1962, da apparente incidente aereo ad attentato e il caso di Don Peppe Diana, assassinato nel 1994 e di un testimone, Augusto Di Meo, considerato testimone oculare ma non testimone di giustizia.
“Coltivare la memoria e la conoscenza come antidoto per la buona informazione e la legalità. È questo il senso di una iniziativa come la Summer School Ucsi che con Agrorinasce abbiamo voluto realizzare anche per scrivere una storia diversa da quella del passato. Ed è importante cogliere ciò che di positivo c’è oggi in un territorio come Casal di Principe – afferma Gianni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce – la scelta del titolo contiene un messaggio importante. Perché la solitudine e l’isolamento possono essere armi letali per chi, con il suo lavoro, percorre la strada della legalità. E lo stesso vale per i territori”. “Siamo venuti in periferia perché qui avvengono le rivoluzioni – dichiara il direttore della Summer School Ucsi Luigi Ferraiuolo – e le periferie, come Casal di Principe, non possono essere dimenticate. E’ una scelta simbolica tornare in quella che è nell’immaginario di molti la capitale di Gomorra ed è un altro passo perché la Summer School Ucsi, scuola di giornalismo investigativo, diventi un appuntamento nazionale stabile per i giornalisti. La scuola è gratuita, si tiene in beni confiscati a esponenti della camorra, in cui oggi lavorano anche cooperative che operano nel sociale”.
L’apertura dei lavori con il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, il segretario del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania – FNSI Claudio Silvestri e il presidente regionale dell’Ucsi Pino Blasi, prevede due lectio magistralis: di Giuseppe Ayala Pubblico Ministero I Maxiprocesso a Cosa Nostra; già parlamentare e di Claudio Martelli, già ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Andreotti e promotore con Giovanni Falcone della Procura nazionale antimafia. Sabato mattina si prosegue con Armando Borriello Presidente “Sindacato Unitario Giornalisti Campania – FNSI”, Leonardo Guarnotta, Giudice istruttore I Maxiprocesso a Cosa Nostra, e i giornalisti Francesco La Licata inviato de La Stampa, Antonio Roccuzzo caporedattore La 7 e Toni Mira inviato di Avvenire.
Il pomeriggio sotto la lente i casi Cutuli e Alpi con Leonida Reitano presidente Associazione Giornalismo Investigativo, Luciano Scalettari vicedirettore di Famiglia Cristiana; e il caso Mattei analizzato da Lorenzo Calò Caporedattore de Il Mattino di Caserta con Sabrina Pisu inviata Euronews e con Enzo Calia sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Milano che all’epoca in cui era sostituto procuratore di Pavia ha riaperto il caso sull’omicidio del presidente dell’Eni.
Domenica mattina, con Rosaria Capacchione senatrice, inviata de Il Mattino, Augusto Di Meo, Renato Natale sindaco di Casal di Principe e Raffaele Sardo giornalista de La Repubblica, attenzione puntata sul caso di Don Giuseppe Diana e sul contesto in cui è maturato il suo omicidio a Casal di Principe. Al termine della VI sessione, è prevista una visita nella sacrestia in cui il prete anticamorra fu assassinato.
Torna 'Imbavagliati', il Festival internazionale di giornalismo civile
Voci “senza paura” dalla Spagna al Maghreb, dal Venezuela alla Turchia; il Premio Siani dedicato quest’anno a Ilaria Alpi; mostre e incontri. È tutto pronto per la terza edizione di “Imbavagliati”, il Festival internazionale di giornalismo civile ideato e diretto Désirée Klain in programma dal 20 al 24 settembre al Palazzo delle Arti (PAN) di Napoli, dove è custodita la Mehari di Giancarlo Siani, simbolo dell’iniziativa dedicata ai giornalisti perseguitati.
«Muri e fili spinati – spiega Klain – è il tema scelto: dai muri materiali, che dividono paesi interi, a quelli ideologici. Il filo spinato è nell’anima delle vittime, che sono ancora in attesa di avere giustizia e di tutti coloro che hanno una coscienza civile. Il caso Ilaria Alpi non può e non deve essere chiuso perché, come recita il nostro slogan: “Chi dimentica diventa il colpevole”».
A fare da prologo alla terza edizione di “Imbavagliati”, lunedì 18 settembre, la consegna all’attore spagnolo Carlos Bardem, fratello del premio Oscar Javier e di Mónica, del “Premio Pimentel Fonseca 2017”, assegnato alla madre Pilar Bardem, leggendaria attrice (insignita del prestigioso Goya) e, come i suoi figli, instancabile attivista per i diritti civili.
Sempre nell’ambito della manifestazione, il 23 settembre si terrà “Siani per Ilaria Alpi”, l’appuntamento del Festival con il “Premio Siani” in ricordo del giornalista napoletano de “Il Mattino” vittima della camorra, dalla scorsa edizione gemellato con “Imbavagliati”.
Quest’anno l’incontro sarà dedicato a Ilaria Alpi, l’inviata del Tg3 uccisa in Somalia 23 anni fa. Parteciperanno Nello Trocchia, Sandro Ruotolo, Paolo Borrometi, Carlo Verna, il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri e il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Giuseppe Giulietti, che sarà presente, lo stesso giorno, anche al convegno “Mai più soli!” insieme con il vicedirettore di Rai fiction Francesco Nardella e Paolo Siani.
“Imbavagliati”, prodotto dall’associazione “Periferie del mondo – Periferia immaginaria”, in collaborazione con la Fondazione Polis della Regione Campania e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli è patrocinata da Amnesty International Italia, Comitato Regionale Campania per l’Unicef Onlus, Federazione Nazionale Stampa italiana, Ordine dei Giornalisti della Campania, Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e Articolo 21.
Tutte le informazioni utili e il programma completo del Festival sono disponibili sul sito web www.imbavagliati.it
Premio Pimentel Fonseca a Pilar Bardem
Una famiglia tra cinema e impegno. Sarà l’attore spagnolo Carlos Bardem, fratello del premio Oscar Javier e di Mónica, a ritirare, lunedì 18 settembre, alle 20, nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli, il “Premio Pimentel Fonseca 2017”, assegnato alla madre Pilar Bardem, leggendaria attrice (insignita del prestigioso Goya) e, come i suoi figli, instancabile attivista per i diritti civili. Dedicata alla memoria della patriota e giacobina napoletana Eleonora Pimentel Fonseca, fondatrice del giornale “Monitore Napoletano”, l’iniziativa, pro
Premio Landolfo 2017, via alla sesta edizione
Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”
Sesta Edizione
BANDO
ART. 1 – L’Ordine dei Giornalisti della Campania, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania (Sugc), il quotidiano Roma e l’Arga Campania indicono la sesta edizione del Premio di giornalismo “Francesco Landolfo”. Il premio ricorda e valorizza le intuizioni e l’impegno di Francesco Landolfo, fondatore e presidente dell’Arga Campania, vicedirettore del Roma e segretario dell’Ordine dei giornalisti della Campania, nella formazione dei giovani colleghi e premia il miglior lavoro giornalistico su ambiente e natura, agricoltura, territorio e ricerca scientifica in Campania.
ART. 2 – Il premio è rivolto ai giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti.
ART. 3 – Il premio è diviso in tre sezioni: carta stampata, radio e televisione, internet e foto/video reportage. Il vincitore di ogni sezione sarà premiato con una targa e un assegno di euro 1.000,00 (mille).
ART. 4 – I servizi radiotelevisivi e multimediali non dovranno avere una durata superiore ai 15 minuti. Ogni candidato potrà partecipare con un solo lavoro pubblicato nel periodo 2016-2017. Non sono ammessi lavori pubblicati sul sito dell’Arga Campania. La partecipazione è gratuita; gli articoli, foto e cd non saranno restituiti.
ART. 5 – I lavori, corredati da abstract, breve curriculum vitae, dati anagrafici e recapiti del/della concorrente, dovranno essere inviati entro e non oltre il 30 ottobre 2017 a mezzo raccomandata con R.R. o portati a mano alla segreteria del premio “Francesco Landolfo”, presso la redazione del quotidiano “Roma”, via Chiatamone 7, 80121 Napoli.
ART. 6 – La Giuria del premio è composta dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli; dal segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Claudio Silvestri; dai direttori del quotidiano “Roma”, Antonio Sasso e Pasquale Clemente; dal presidente dell’Arga Campania, Geppina Landolfo; dal consigliere nazionale Fnsi e Unaga (Unione delle Arga), Gianpaolo Necco; dal presidente dell’Istituto di cultura meridionale, Gennaro Famiglietti. Il giudizio della giuria è insindacabile; la partecipazione al Premio implica l’accettazione di tutte le clausole del presente bando.
ART. 7 – I risultati del concorso, le motivazioni ai vincitori e le foto saranno pubblicati e scaricabili dai siti dell’Ordine dei Giornalisti, del Sugc, del quotidiano Roma e dell’Arga Campania. La data e il luogo di premiazione sarà comunicata direttamente agli interessati via email. I premi saranno consegnati esclusivamente ai vincitori presenti alla cerimonia di premiazione. L’invito ufficiale alla Cerimonia di Premiazione non dà diritto al rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno.
Intercettazioni, la Fnsi al ministro Orlando: «Lo schema di decreto è in contrasto con le norme europee»
Il segretario generale Lorusso ha inviato al Guardasigilli una lettera e un parere redatto con la consulenza della professoressa Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale all’Università di Bari, che verrà illustrato nei prossimi giorni nel corso di un’iniziativa pubblica. Il sindacato è «disponibile ad un incontro, in cui però si parli anche di querele temerarie», ha ribadito.«Qualsiasi provvedimento normativo volto a regolare la materia delle intercettazioni non può prescindere dal rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo sul diritto dei giornalisti ad informare e dei cittadini ad essere informati. Tale Convenzione è infatti pienamente vincolante per l’Italia». Lo ha scritto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, in una lettera al ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Lorusso ha ringraziato il ministro per l’attenzione, esprimendo la disponibilità ad un incontro nel quale, però, si parli anche di contrasto al fenomeno delle querele temerarie, una forma di intimidazione dei cronisti sempre più diffusa sulla quale agli impegni verbali non sono mai seguiti atti concreti.
Sulla bozza di decreto legislativo in materia di intercettazioni, la Fnsi ha fatto pervenire al ministro Orlando un parere articolato redatto con la consulenza della professoressa Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale nell’Università di Bari. Il parere, che nei prossimi giorni sarà illustrato compiutamente nel corso di un’iniziativa pubblica, esprime contrarietà alla limitazione del diritto di informare che si vuole introdurre attraverso il divieto di trascrizione integrale delle intercettazioni negli atti giudiziari.
Dall’esame delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, infatti, si evince chiaramente che le modalità di pubblicazione delle intercettazioni le decide il giornalista e che l’eventuale obbligo di pubblicare soltanto riassunti sarebbe in contrasto con l’indirizzo della Cedu.
È stato inoltre ricordato che il cronista ha l’obbligo di informare l’opinione pubblica non soltanto su questioni che hanno rilevanza penale, ma su tutto ciò che costituisce un interesse generale per la collettività. «Quando c’è un interesse per i cittadini – ha concluso Lorusso – non c’è segreto che tenga».
Consorzio Alto Calore, tagliato l'ufficio stampa. Il sindacato: incomprensibile, reagiremo
L’Alto Calore Servizi Spa, azienda che gestisce il servizio idrico nei Comuni dell’Irpinia e del Sannio, senza alcuna motivazione plausibile ha deciso di trasferire ad altra mansione l’unico addetto stampa della società. La scelta appare come una inspiegabile ritorsione nei confronti del collega, anche perché il giornalista è l’unico lavoratore assunto, ed impiegato con regolare concorso interno, per ricoprire quello specifico incarico. E, soprattutto, perché l’ufficio stampa non è stato soppresso dai vertici della società. Attualmente le comunicazioni vengono inviate da persone non qualificate, secondo la legge 150. Il ruolo dell’ufficio stampa ha per questo tipo di società la funzione fondamentale di comunicare costantemente e nel modo più ampio possibile le attività e le novità che riguardano i servizi ed eventuali disservizi e disagi per la popolazione. Tale scelta, tra le altre cose, ha comportato negli ultimi mesi, caratterizzati dall’emergenza idrica, numerosi disagi per mancate comunicazioni sia ai media che agli utenti e anche alle Amministrazioni locali interessate dal servizio, tant’è che la Procura della Repubblica di Benevento ha ritenuto opportuno aprire un fascicolo. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha già chiesto un incontro all’azienda senza avere alcun riscontro e annuncia fin da ora che agirà in ogni sede per la tutela del collega.
De Luca attacca ancora la stampa, per lui non esiste il diritto di cronaca
Il presidente della Regione Vincenzo De Luca si spreca ancora una volta in aggettivi e commenti contro la stampa locale, parla di “cialtroneria”, invitando, addirittura, a non comprare e leggere i giornali. Definisce, tra l’altro, i cronisti “relitti incapaci di fare i giornalisti”. Evidentemente, per De Luca il diritto di cronaca vale solo quando si tratta di elogiare l’attività della sua amministrazione. Ricordiamo al governatore che viviamo in un Paese che prevede addirittura il carcere per i giornalisti e dove i magistrati arrivano a sequestrare i telefonini dei cronisti, che, se sbagliano, rispondono in sede penale e civile di quello che scrivono. Il Sindacato dei giornalisti invita tutti, in primis gli altri organismi di categoria a livello locale, a prendere le distanze da un interlocutore che non ha alcun rispetto verso la stampa.