Il contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg resterà in vigore ancora per 6 mesi. Federazione nazionale della stampa italiana e Federazione italiana editori di giornali hanno sottoscritto un verbale di accordo in cui, confermando l’impegno a proseguire le trattative, già avviate, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, hanno prorogato fino al 30 settembre 2016 il contratto vigente.
L’intesa, siglata dal presidente della Fieg, Maurizio Costa, e dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, nasce dalla necessità di avere più tempo a disposizione per concludere le trattative, vista anche “la proposta di legge relativa all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e alle deleghe al governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria, attualmente all’esame delle Commissioni parlamentari, e i cui esiti avranno rilievo anche sulle materie oggetto di disciplina da parte del contratto nazionale di lavoro giornalistico”.
Il contratto attualmente in vigore, sottoscritto il 24 giugno 2014, sarebbe scaduto oggi, 31 marzo 2016. Avvalendosi della facoltà prevista dallo stesso articolato contrattuale, il 29 ottobre scorso la Fieg aveva comunicato alla Fnsi che il contratto avrebbe cessato di avere efficacia dal primo aprile 2016 se entro tale data non fosse stato siglato l’accordo di rinnovo.
«Il confronto con gli editori – dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – deve proseguire in un rinnovato quadro normativo che tenga conto dei mutamenti già avvenuti e di quelli ancora in atto in un settore che non ha ancora superato la crisi di natura strutturale. Occorre ragionare di un mercato e di una professione in continua evoluzione costruendo una visione di futuro in cui le priorità siano la riduzione delle diseguaglianze, il rilancio dell’occupazione e la tutela dell’informazione di qualità, pilastro della democrazia. Il rinnovo deve essere l’occasione per cambiare in profondità la professione, puntando su un complesso di regole e di istituti contrattuali al passo con i tempi, ma anche per costruire percorsi di inclusione lavorativa per i troppi giornalisti precari, ampliando il ventaglio di tutele e di garanzie».
GIORNALISTI: FIEG, SIGLATO ACCORDO CON FNSI PER PROROGA CONTRATTO
La Federazione Italiana Editori Giornali e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, nelle persone del presidente Maurizio Costa e del segretario generale Raffaele Lorusso, hanno siglato un accordo che proroga sino al 30 settembre 2016 la validità del vigente Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico. Ne dà notizia la Fieg in una nota.
La Fieg, spiega la nota, “è impegnata da molti mesi in una delicata e complessa trattativa con la Fnsi per il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico, che richiede ulteriori approfondimenti per arrivare ad una conclusione coerente con le esigenze di un settore in profonda trasformazione”.
“L’accordo di proroga vuole agevolare il percorso di trattativa intrapreso, consapevoli che solo nell’ambito del confronto – anche duro e serrato – si potrà arrivare ad un nuovo contratto in linea con il tasso di innovazione necessario e con il recupero di economicità, efficienza e flessibilità organizzativa che da tempo gli editori richiedono”, conclude la Fieg. (AdnKronos – Roma, 31 marzo 2016)
Archivio mensile:Marzo 2016
Gruppo Caltagirone, i giornalisti scioperano con i poligrafici. Le associazioni di stampa: serve un tavolo
Le associazioni di stampa di Lazio, Campania, Veneto e Friuli Venezia Giulia appoggiano la protesta dei colleghi del Messaggero di Roma, del Mattino di Napoli e del Gazzettino di Venezia che hanno proclamato un giorno di sciopero per il 31 marzo 2016, in solidarietà e a sostegno della vertenza dei poligrafici delle tre testate. Le associazioni ritengono inaccettabile il comportamento del gruppo Caltagirone che, ignorando completamente le regole del confronto sindacale, ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale, cambiando unilateralmente il contratto di lavoro. Dalla crisi si può uscire solo trovando soluzioni condivise e il coraggio di investire, senza limitarsi solo a espedienti ragionieristici di contenimento dei costi. La crisi è strutturale e sono necessarie risposte di sistema. I sindacati sono pronti ad accettare la sfida, ma sempre nel rispetto delle regole. il comunicato dei CDR I giornalisti del Messaggero di Roma, del Mattino di Napoli e del Gazzettino di Venezia sono sal fianco dei colleghi poligrafici impegnati in una durissima vertenza contro il Gruppo Caltagirone che in maniera unilaterale ha trasferito a società terze pezzi della filiera produttiva editoriale procedendo a cambiare il contratto di lavoro di riferimento. I giornalisti sono convinti che lo smantellamento di regole, diritti fondamentali, tutele collettive, patrimonio sociale e civile del Paese e che garantiscono una prassi sindacale costruttiva e responsabile, non possa né ora né mai essere contrabbandato come risposta alla crisi del settore. Il Gruppo Caltagirone ancora una volta dimostra di non affrontare con una reale strategia di rilancio e di investimento di ampio respiro la sfida futura per una informazione di qualità su carta e su web, limitandosi a manovre di piccolo cabotaggio calibrate sul taglio dei costi, in particolare del personale, invece di valorizzare al meglio le diverse professionalità coinvolte nel confezionamento del prodotto giornale. Per questo i giornalisti delle tre testate hanno deciso di scioperare nella giornata di giovedì 31 marzo 2016 in solidarietà con i colleghi poligrafici e in difesa di un’informazione di qualità che non può prescindere dal rispetto delle regole a tutela dei lavoratori e dei lettori. Il Cdr del Messaggero Il Cdr del Mattino Il Cdr del Gazzettino
«Pieno sostegno e convinta solidarietà ai giornalisti di Messaggero di Roma, Mattino di Napoli e Gazzettino di Venezia, che hanno deciso di scioperare oggi, 31 marzo, contro il gruppo Caltagirone». Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.
«La decisione dell’editore di trasferire ad altre società pezzi della filiera produttiva editoriale, smantellando qualifiche, mansioni e contratto nazionale di lavoro dei poligrafici – dicono i vertici della Fnsi – non può passare sotto silenzio. Con lo sciopero di oggi i giornalisti dei tre quotidiani del gruppo Caltagirone non intendono soltanto schierarsi al fianco dei poligrafici, ma vogliono anche richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di salvaguardare e difendere l’informazione di qualità».
Un’esigenza che «non può passare attraverso la cancellazione di diritti fondamentali e tutele collettive in nome di non meglio precisate politiche aziendali volte al contenimento dei costi», commentano Lorusso e Giulietti.
Del resto, il settore editoriale è ancora duramente provato da una crisi di natura strutturale. «Pensare di poterne uscire da soli – concludono segretario generale e presidente – significa soltanto imboccare scorciatoie che porteranno inevitabilmente in un vicolo cieco. Le innegabili criticità di questa fase di profondi cambiamenti devono invece essere affrontate con una visione complessiva di sistema, che sappia coniugare efficienza e investimenti, senza la pretesa di mortificare il confronto con le parti sociali».
Tv locali, in arrivo la seconda tranche dei finanziamenti 2014. Lorusso: “Vigileremo perché gli editori saldino gli arretrati ai lavoratori”
Prenderà il via la prossima settimana, e sarà completata entro le tre settimane successive, la liquidazione della seconda tranche dei finanziamenti per le emittenti televisive locali relativi al 2014. Lo ha reso noto il ministero dello Sviluppo economico su richiesta della Fnsi.
Complessivamente saranno erogati 12 milioni di euro destinati a 56 emittenti televisive locali in regola con il pagamento dei contributi previdenziali e dei canoni di concessione delle frequenze.
Nel 2014 il ministero ha ammesso ai contributi 462 emittenti radiotelevisive locali. La prima tranche del finanziamento era di complessivi 27 milioni. Di questi, 22 milioni sono stati erogati a un totale di 307 società. I restanti 5 milioni, che saranno ripartiti fra 99 emittenti, non sono stati per il momento liquidati perché le società destinatarie non risultano ancora in regola con i certificati di regolarità contributiva e/o con i canoni di concessione delle frequenze.
«La liquidazione dei contributi – sottolinea il segretario generale Raffaele Lorusso – porterà ossigeno nelle casse di molte imprese ancora alle prese con gli effetti della lunga recessione. Il sindacato vigilerà affinché le somme erogate dello Stato vengano destinate dagli editori al pagamento delle spettanze arretrate dei lavoratori dipendenti e dei collaboratori. L’auspicio è che nel nuovo regolamento che disciplinerà l’accesso alle provvidenze pubbliche per l’emittenza radiotelevisiva locale, il regolare pagamento degli emolumenti e il rispetto degli obblighi derivanti dai contratti e dagli accordi collettivi diventino requisiti essenziali quanto la regolarità contributiva. Le innegabili difficoltà del mercato sono diventate un alibi per molte aziende per rinviare, spesso per mesi, il pagamento degli stipendi e per eludere le norme contrattuali. Certi abusi non possono più essere tollerati».
Torre Annunziata, ancora un giornalista picchiato
Il SUGC esprime solidarietà al collega Gennaro Carotenuto aggredito nel pomeriggio di mercoledì 23 marzo mentre, insieme a due colleghi, stava svolgendo il proprio lavoro.
Insieme alla troupe del sito di informazione Lo Strillone.tv, il collega si era recato nei pressi dell’area di servizio Torre Annunziata Sud dove, come confermato anche da altre testate, un autobus proveniente dalla Calabria, si era schiantato per cause da accertare contro la protezione esterna.
Dopo che uno dei colleghi stava filmando la scena, una persona al momento ancora ignota si avvicinava alla troupe minacciando ritorsioni e chiedendo di consegnare i filmati. Al rifiuto del collega questa persona lo colpiva con un violento colpo al volto. Il collega ha presentato regolare esposto querela al Commissariato di Torre Annunziata che ha provveduto a girare la cosa al personale della Polizia Stradale competente per territorio.
Ancora una volta un giornalista finisce nel mirino di violenti che, senza alcuna remora, aggrediscono e picchiano chi sta facendo il proprio lavoro. È da tempo che il Sindacato esprime preoccupazione e chiede, soprattutto alle forze dell’ordine impegnate su fatti di cronaca, di tutelare l’azione e il lavoro dei colleghi.
Sciopero poligrafici, il sostegno e la solidarietà della Fnsi ai lavoratori
La Federazione nazionale della stampa italiana è al fianco dei lavoratori poligrafici in sciopero per difendere diritti e occupazione. A loro il sindacato dei giornalisti manifesta la propria solidarietà e il proprio sostegno.
«I giornalisti – affermano il segretario generale Lorusso e il presidente Giulietti – sono al fianco dei lavoratori poligrafici. Per questa ragione va ricordato che, come sempre, in occasione di giornate di sciopero proclamate dai sindacati dei poligrafici spetta esclusivamente al direttore responsabile di ogni singola testata stabilire i termini e le presenze al lavoro dei giornalisti, dopo aver acquisito il parere dei Comitati di redazione».
I giornalisti eventualmente chiamati a prestare la loro opera, ricordano ancora Lorusso e Giulietti, «dovranno in ogni caso rifiutarsi di espletare mansioni rientranti nelle competenze proprie delle maestranze poligrafiche. È inoltre opportuno che, ove la decisione di dare comunque corso alla pubblicazione dei giornali non fosse condivisa, i Comitati di redazione valutino la possibilità di convocare assemblee ad horas del personale giornalistico e chiedano, a norma di contratto, la pubblicazione sui quotidiani di domani di comunicati sindacali in cui vengano esplicitate la posizione e le ragioni dei giornalisti».
nota di chiarimenti
Equo compenso, ecco cosa ha stabilito il Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato, in data 16 marzo 2016, ha depositato la sentenza con la quale ha confermato, “con motivazione parzialmente diversa”, la sentenza del Tar del 2015 che aveva annullato la delibera sull’equo compenso nel lavoro giornalistico prevista dall’art. 2 della legge 233/.
Per quanto riguarda la platea dei giornalisti interessata all’applicazione dell’equo compenso, il Consiglio di Stato ha sostenuto che la ratio della legge sia quella di “apprestare una disciplina retributiva per tutte le forme di lavoro autonomo giornalistico, in quanto connotate da alcuni caratteri del lavoro subordinato e per tanto meritevoli di tutele assimilabili a quelle ad esso assicurate”.
Di conseguenza, la legge sull’equo compenso non si applicherebbe a tutti i giornalisti considerati lavoratori autonomi, come erroneamente si va sostenendo, ma soltanto a coloro che hanno “una posizione lavorativa che non ha in sostanza i connotati libero-professionali”.
Ciò premesso, il Consiglio di Stato, entrando nei contenuti della delibera sull’equo compenso, ha eccepito che:
– per i quotidiani, a fronte di una prestazione da 145 a 288 articoli all’anno, il trattamento economico pari al 60% del trattamento economico minimo realizza “una pesante riduzione proporzionale del corrispettivo”;
– la delibera non dà conto della “coerenza” con la disciplina della contrattazione di settore;
– non è stata considerata e valutata la “qualità del lavoro”.
Il Consiglio di Stato ha ritenuto, però, di non accogliere la censura del Tar circa il sistema di determinazione “a pezzo” dei compensi, sostenendo che un computo dell’equo compenso basato sul numero degli articoli non è contrario ai principi della legge, “in quanto si tratta di un modo presuntivo di commisurare una quantità di prestazioni media mensile/annuale al correlato corrispettivo minimo garantito”.
Infine, il Consiglio di Stato ritiene che nella rivisitazione della delibera dovrà essere anche valutata la “necessità e/o opportunità di comprendere o meno nell’equo compenso il cosiddetto terzo scaglione”.
Tutto ciò premesso, nel prendere atto della sostanziale conferma da parte del Consiglio di Stato della precedente pronuncia del Tar, che ha annullato la delibera sull’equo compenso nel lavoro giornalistico autonomo, si deve sottolineare come il Consiglio di Stato abbia ristretto e delimitato le valutazioni del Tar.
Innanzitutto nello stabilire che l’equo compenso debba riguardare le prestazioni autonome giornalistiche che siano connotate da alcuni caratteri del lavoro subordinato e proprio per questo meritevoli di tutela.
In secondo luogo nel confermare che l’equo compenso possa essere determinato “a pezzo” e basarsi sul numero degli articoli.
In conclusione, il Consiglio di Stato non ha sostenuto che i compensi definiti nella delibera sono iniqui. Si è limitato a dire che è iniquo il compenso previsto per le prestazioni superiori a 144 articoli all’anno e inferiori a 288, invitando a considerare l’opportunità di definire anche i compensi per le prestazioni superiori a 288 l’anno.
Proprio con riferimento a queste osservazioni del Consiglio di Stato si deve ricordare che l’accordo contrattuale, che ha piena applicazione in tutte le aziende che applicano il Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico Fieg-Fnsi, prevede i trattamenti minimi per le prestazioni giornalistiche in regime di parasubordinazione e stabilisce esplicitamente che nelle ipotesi di produzione di contenuti informativi superiori a quelli previsti devono essere pattuiti compensi aggiuntivi, tenendo conto dei parametri e dei minimi previsti dall’accordo per la prima fascia di prestazione.
Non va sottaciuta un’ultima considerazione. La legge sull’equo compenso prevedeva la realizzazione di un elenco delle aziende editrici che garantivano l’applicazione dell’equo compenso, specificando che la mancata iscrizione in tale elenco avrebbe comportato per le aziende escluse la decadenza di qualsiasi contributo pubblico a favore dell’editoria. Poiché la commissione è scaduta per decorrenza dei termini e poiché la delibera è stata annullata, non è più possibile procedere alla definizione dell’elenco delle aziende “virtuose”. È questa la conseguenza dell’annullamento della delibera della commissione. I principi stabiliti dal Consiglio di Stato dovranno essere esaminati anche al tavolo contrattuale Fnsi-Fieg, oltre che nella commissione governativa, nel caso in cui dovesse essere ripristinata. La formazione e la riconvocazione di quest’ultima sono infatti subordinate all’approvazione della legge sull’editoria, essendo – come sottolineato – la precedente commissione scaduta per decorrenza dei termini.
Qui il testo della sentenza del Consiglio di Stato e qui il testo della sentenza del Tar del 2015.
Corso per "giornalisti pubblicisti", ma è la solita trappola per non pagare: pronti a denunciare
“Primo corso per aspiranti giornalisti pubblicisti targato Bassairpinia.it”, così il giornale online pubblicizza quello che non è un corso ma solo un modo per cercare manovalanza a costo zero e senza alcuna prospettiva di lavoro. L’avviso è costruito in maniera assolutamente ingannevole, si parla addirittura di una selezione, di lezioni, e, infine, di un attestato di partecipazione con rilascio di tutta la documentazione per l’iscrizione in un fantomatico “Albo Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti”. L’Ordine dei giornalisti della Campania e il Sindacato unitario giornalisti della Campania, ricordando che non esistono corsi “per giornalisti pubblicisti” autorizzati dall’Ordine, e sono pronti a denunciare i responsabili del giornale online. Non è tollerabile che si approfitti della credulità e delle aspirazioni dei giovani per il proprio tornaconto.
Il ministero cerca un giornalista “a titolo gratuito” Lorusso, Giulietti e Motta: «Quel bando va ritirato»
«Inaccettabile, oltre che offensiva». Così il sindacato dei giornalisti commenta la selezione pubblica indetta dal ministero dell’Interno per reclutare un giornalista professionista che lavori per un anno a titolo gratuito.
«Quel bando va immediatamente ritirato», osservano il segretario generale, Raffaele Lorusso, il presidente, Giuseppe Giulietti, e il presidente della Commissione lavoro autonomo della Fnsi, Mattia Motta.
«È inconcepibile pretendere una “complessa attività professionale” ad “alto contenuto specialistico”, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito», proseguono i rappresentanti della Fnsi.
Senza contare l’assurdità di definire “occasionale” un incarico della durata di un anno e l’inammissibile esclusione dalla selezione degli iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti, in chiara violazione della legge 150 del 2000.
«L’attività giornalistica, al pari di tutte le altre attività professionali – chiosano Lorusso, Giulietti e Motta –, non può mai essere a titolo gratuito. Il bando pubblicato dal ministero dell’Interno offende il decoro della professione giornalistica e la dignità di migliaia di giornalisti che aspirano ad una occupazione stabile e ad una retribuzione adeguata. Per queste ragioni è auspicabile che venga immediatamente ritirato».
Giornalisti: Lavagno (pd), interrogazione su bando lavoro gratuito a Viminale
“Ho rivolto al governo un’interrogazione sulla vicenda, condividendo l’opinione della Fnsi”. Lo ha detto Fabio Lavagno, deputato del Pd, in merito “a quanto previsto da un bando del ministero dell’Interno per ricercare, per dodici mesi, un giornalista professionista nel campo della comunicazione sull’immigrazione a titolo gratuito”.
“L’incarico, secondo il bando, – ricorda Lavagno – dovrà essere svolto a titolo assolutamente gratuito con il rimborso solo delle eventuali spese di viaggio, di soggiorno e di vitto sostenute, se l’addetto non risiede nel comune di Roma”.
Lavagno ricorda come “la Federazione Nazionale della Stampa ha definito inaccettabile ed offensiva questa procedura che lede la dignità professionale dei giornalisti richiedendo la revoca del bando”. (AdnKronos – Roma, 17 marzo 2016)
Giornalisti aggrediti a Salerno: la solidarietà di Fnsi, Assostampa e Ordine regionale
Finisce in rissa la manifestazione davanti alle “Fonderie Pisano” di Fratte, a Salerno, dove un gruppo di operai della fabbrica siderurgica ha affrontato i manifestanti in presidio che chiedono la chiusura dell’impianto per danni ambientali, come disposto dal tribunale di Salerno.
Negli scontri sono rimasti coinvolti anche due giornalisti del portale Fanpage.it, Antonio Musella e Giuseppe Pace, e un corrispondente del giornale online Zerottonove.it.
Sull’episodio sono subito interventi l’Ordine dei giornalisti della Campania e il Sindacato unitario giornalisti Campania, che si sono schierati “al fianco dei cronisti aggrediti poco dopo le 11.30 alle Fonderie Pisano di Fratte, a Salerno, dove stavano intervistando i manifestanti in presidio per la chiusura dell’impianto”.
I giornalisti hanno presentato denuncia e sono andati in ospedale.
A loro la solidarietà e la vicinanza anche della Federazione nazionale della stampa.
Editoria, Lucarelli e Silvestri: in Campania momento difficile
di Antonio Sica – da Italia2Tv.it
“Il problema Mezzogiorno non esiste più nel dibattito pubblico e non rientra nelle priorità dell’’azione di Governo da almeno 20 anni. Nonostante la stampa si occupi regolarmente dei problemi del Sud, al racconto dei giornali non fa seguito l’azione politica: perché nessuno vuole avere a che fare con questa grana”.
Lo ha affermato Luigi Vicinanza, direttore dell’Espresso, tra i relatori del Corso di Aggiornamento svoltosi sabato scorso presso il Museo dello Sbarco di Salerno sul tema “Il giornalismo economico e la carta dei doveri dell’informazione”, organizzato dall’Ordine Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli.
Oltre a Lucarelli e Vicinanza, nella gremita sala conferenze del Museo dello Sbarco, alla presenza di circa 300 giornalisti, si sono susseguiti gli interventi di Andrea Prete, Mauro Maccauro e Mariano Maugeri, sotto la sapiente regia del coordinatore e padrone di casa Edoardo Scotti. Presente anche Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania. Ai nostri microfoni Lucarelli e Silvestri confermano il difficile momento vissuto dalla categoria anche in questo inizio 2016.