Archivio mensile:Novembre 2015

Grazie Luca!

luca
Vogliamo ricordare Luca de Filippo con questa foto (scattata dal segretario dei probiviri del SUGC, Mimmo Sica) in cui prestava la sua faccia alla campagna contro i tagli all’editoria. Napoli e la Campania perdono un grandissimo artista, un uomo che con il suo lavoro quotidiano ha contribuito in maniera determinante a tenere viva la grande tradizione del teatro napoletano.

Gus Campania, Antonio D'Errico presidente

Il consiglio direttivo del Gus Campania, gruppo di specializzazione degli ufficî stampa del Sindacato unitario giornalisti della Campania (Sugc), ha eletto, a norma dello statuto, gli organi dirigenti: Antonio d’Errico, presidente, Raffaella L. Cetta, vicepresidente vicario, Giuseppina Maria Greco, vicepresidente, Lorena Sivo, segretario, e Salvatore Sparavigna, tesoriere.
Il nuovo esecutivo ha un mandato a termine di sei mesi, alla scadenza del quale l’assemblea degli iscritti procederà a un’eventuale riconferma o rielezione.
Il direttivo del gruppo – nel quale sono presenti anche Domenico Pennone e Fabrizia Ruggiero e i membri di diritto del Sugc Paolo Animato e Andrea Petrella – si è impegnato ad avviare un censimento conoscitivo degli ufficî stampa pubblici e privati della Campania; attivare azioni sul territorio per garantire la piena applicazione della legge 150/2000 e il riconoscimento della previdenza all’Inpgi; e partecipare alle iniziative del Gus nazionale per la valorizzazione e tutela del profilo professionale.
Il Gus Campania fa appello a tutti i colleghi di iscriversi al Sindacato e al gruppo di specializzazione per rafforzare le iniziative.

Il presidente Borriello a Lucca per parlare di Giancarlo Siani

Foto da loSchermo.it

Foto da loSchermo.it


L’articolo di Lodovico Poschi pubblicato sul giornale online loSchermo.it
LUCCA – Decine di colleghi si sono riuniti stamani nella sala Tobino di palazzo Ducale per il seminario “Mafia e giornalismo – cosa è cambiato a 30 anni dalla morte di Giancarlo Siani” promosso dall’Associazione Stampa Toscana, con il prezioso contributo di Anna Benedetto, Giulio Sensi e Gianluca Testa, e in collaborazione con Libera, il CNV, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea e la Scuola per la Pace della Provincia di Lucca. Seminario che ha visto la folta partecipazione di giornalisti locali e non i quali hanno ascoltato gli interventi di Sandro Bennucci, consigliere nazionale FNSI e presidente dell’AST, del giornalista Armando Borriello, presidente dell’Associazione Stampa Campana e dello scrittore e giornalista Lorenzo Frigerio.
Di grande spessore storico la ricostruzione di Armando Borriello, a quel tempo giovane redattore del Mattino di Napoli, che visse in prima persona il dramma dei giorni successivi all’omicidio di Giancarlo Siani, ucciso in un agguato di mafia la sera del 23 settembre 1985. Un semplice collaboratore della redazione di Castellamare di Stabia, un ragazzo di 26 anni che per riuscire a conquistare un’assunzione ha pubblicato lo scoop che gli è costato la vita.
Vi fu una vera e propria sommossa nei confronti dei vertici del giornale, che provarono a minimizzare essi stessi la notizia perché scomoda: Siani era ancora un semplice collaboratore e il suo assassinio arrivò come uno tsunami dentro un giornale che in quel momento andava a gonfie vele. Lui che, appunto, redattore non lo era ancora, tanto che gli venne cucito addosso il ruolo di cronista.
Giancarlo Sani è l’unico giornalista ucciso dalla camorra in Campania – ha ricordato Borriello – una giovane vita spezzata in nome della ricerca della verità e dell’amore per il giornalismo. La sola consolazione è che il suo sacrificio ha acceso una fiamma in tanti ragazzi che come lui avevano il sogno di sposare il giornalismo, e non è un caso che oggi, a 30 di distanza, siamo ancora qui a parlarne”.
La mattinata è stata anche l’occasione per intitolare la sala riunioni della Protezione civile della Provincia di Lucca alla memoria del sindacalista siciliano Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia nel 1948.
L’intitolazione è avvenuta nel corso di una breve cerimonia svoltasi al pian terreno di Palazzo Ducale, nella zona che ospita gli uffici della Protezione civile provinciale, alla presenza del presidente Luca Menesini, dei consiglieri provinciali delegati Grazia Sinagra e Alberto Baccini, dell’ex consigliera provinciale Isaliana Lazzerini, principale artefice dell’intitolazione grazie ad una mozione presentata nel 2012, approvata dal Consiglio in maniera unanime, nonché dell’ex presidente della Provincia Maura Cavallaro e di Maria Rosaria Costabile della Cgil.
Placido Rizzotto, giovane segretario della camera del lavoro di Corleone, fu ucciso perché aveva osato mettere in discussione il controllo delle terre e lo sfruttamento dei braccianti da parte di Cosa Nostra. Fu Carlo Alberto Dalla Chiesa, all’epoca capitano dei carabinieri a condurre le indagini che portarono all’arresto degli assassini.
I mafiosi ne avevano occultato il cadavere ma la sua memoria non fu mai cancellata e la sua testimonianza è diventata patrimonio per moltissimi italiani. Nel settembre 2009 i resti di Rizzotto sono stati ritrovati in una delle foibe di Rocca Busambra e finalmente, dopo 64 anni, il sindacalista ha avuto una degna sepoltura.
La sua vicenda negli anni è divenuta un vero e proprio simbolo, un esempio che ha contribuito ad avviare l’Italia verso una coscienza civica che ha voluto spezzare il clima di omertà.
In questa ottica – grazie anche all’impegno del nipote del sindacalista che porta il suo stesso nome – diventa importante anche che lo Stato italiano abbia accolto successivamente la proposta di Don Ciotti e dall’associazione “Libera” che hanno richiedono l’istituzione ufficiale della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Dal 1996 ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, si celebra questa Giornata in cui le famiglie delle vittime di mafia ribadiscono la loro ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.
Nel maggio del 2012 si sono svolti a Corleone i funerali di stato in memoria di Rizzotto alla presenza del presidente della repubblica Giorgio Napolitano e, nello stesso anno, sempre dalla presidenza della Repubblica è stata riconosciuta la medaglia d’oro in memoria del “fulgido esempio di rettitudine e coraggio spinti fino all’estremo sacrificio”.

Assunzioni, esonero dei contributi per tre anni per chi assume entro il 2015

Anche l’INPGI completa l’adeguamento a quanto previsto dalla legge di stabilità per gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato dei giornalisti, recependo le condizioni poste dai Ministeri vigilanti.
Chi assume entro il 2015 potrà usufruire di 8.060,00 euro all’anno. Naturalmente per poter ottenere gli sgravi sono necessarie alcune condizioni: nei sei mesi precedenti l’assunzione, il lavoratore non deve essere stato occupato, presso qualsiasi datore di lavoro, con contratto a tempo indeterminato. L’applicazione del predetto beneficio non determina nei confronti del giornalista alcuna riduzione della misura delle prestazioni previdenziali ed assistenziali.
I tempi stringono, mancano solo due mesi alla fine dell’anno. E’ un’occasione importante, poiché dal 2016 la misura degli incentivi sarà ridotta al 40%.
 
Di seguito la circolare dell’INPGI e il modulo per le aziende per richiedere gli sgravi contibutivi.
 
OGGETTO: Esonero contributivo per le nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato nel corso del 2015 ai sensi dell’articolo unico, commi 118 e seguenti, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190.
 
Al fine di promuovere forme di occupazione stabile, l’art. 1, comma 118 e seguenti, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (di seguito, anche “Legge di stabilità 2015”) ha introdotto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro in relazione alle nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato con decorrenza nell’anno 2015.
Il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI in data 27 luglio 2015 ha deliberato di riconoscere le predette agevolazioni contributive anche nei casi di assunzione di giornalisti assicurati presso questo Istituto. A seguito delle osservazioni formulate dai Ministeri vigilanti, il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI, con atto n. 52 del 15/10/2015, ha nuovamente deliberato in materia, recependo le condizioni poste dai Ministeri vigilanti.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con nota n. MA004.A007.11433 PG-L-71 prot. 15483 del 16/10/2015, ha definitivamente approvato la predetta delibera n. 52 del 15/10/2015.
L’esonero contributivo spetta a tutti i datori di lavoro privati a condizione che, nei sei mesi precedenti l’assunzione, il lavoratore non sia stato occupato, presso qualsiasi datore di lavoro, con contratto a tempo indeterminato. Inoltre, allo scopo di evitare un improprio utilizzo del beneficio, è esclusa l’applicazione dell’esonero medesimo nei casi in cui, nell’arco dei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore della legge 23 dicembre 2014, n. 190, il lavoratore assunto abbia avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato con il datore di lavoro richiedente l’incentivo ovvero con società da questi controllate o a questi collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c., nonché facenti capo, ancorché per interposta persona, al datore di lavoro medesimo.
La misura dell’esonero è pari all’ammontare dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di un importo pari a euro 8.060,00 su base annua. L’applicazione del predetto beneficio non determina nei confronti del giornalista alcuna riduzione della misura delle prestazioni previdenziali ed assistenziali.
Il beneficio riguarda le nuove assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015. Saranno riesaminate d’ufficio anche le richieste di sgravio contributivo pervenute per le assunzioni effettuate dal 1/01/2015 ad oggi, ancorché riferite alle agevolazioni di cui al DPCM 30/09/2014.
L’esonero contributivo è fruibile anche da parte dei datori di lavoro che intendano stabilizzare giornalisti già presenti in azienda, che procedano con la trasformazione di un contratto di lavoro a termine o di una collaborazione coordinata e continuativa in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La sua durata è pari a trentasei mesi a partire dalla data di assunzione o di trasformazione a tempo indeterminato.
1. DATORI DI LAVORO BENEFICIARI DELL’ESONERO CONTRIBUTIVO.
Come già evidenziato, l’incentivo in oggetto è riconosciuto a tutti i datori di lavoro privati.
L’esonero contributivo in oggetto non si applica nei confronti della pubblica amministrazione, individuabile assumendo a riferimento la nozione e l’elencazione recati dall’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001.
 
2. RAPPORTI DI LAVORO INCENTIVATI.
L’esonero contributivo riguarda tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, ancorché in regime di part-time, a prescindere dalla contrattazione collettiva applicata e dallo stutus professionale del giornalista (professionista, pubblicista o praticante).
Il beneficio è applicabile anche ai rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato instaurati in attuazione del vincolo associativo stretto con una cooperativa di lavoro ai sensi della legge n. 142/2001.
 
3. CONDIZIONI PER IL DIRITTO ALL’ESONERO CONTRIBUTIVO.
Il diritto alla fruizione dell’incentivo è finalizzato a favorire l’assunzione e risulta subordinato al rispetto dei principi generali di cui alla legge n. 92 del 2012, delle norme poste a tutela delle condizioni di lavoro e dell’assicurazione obbligatoria dei lavoratori, nonché dei requisiti introdotti dall’art. 1, comma 118, della Legge di stabilità 2015.
La fruizione dell’esonero contributivo di cui si tratta è, quindi, subordinata al rispetto delle condizioni fissate dall’art. 1, commi 1175 e 1176, della legge n. 296/2006, da parte del datore di lavoro che assume, di seguito elencate:
– regolarità degli obblighi di contribuzione previdenziale e assenza delle violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro;
– rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative.
La fruizione del diritto all’esonero contributivo triennale è subordinata alla sussistenza, alla data dell’assunzione, delle seguenti altre condizioni:
a) il giornalista, nel corso dei sei mesi precedenti l’assunzione, non risulti occupato, presso qualsiasi datore di lavoro, in forza di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (art. 1, comma 118, secondo periodo, legge n. 190/2014);
b) il giornalista, nel corso dei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore della Legge di stabilità 2015 (1.10.2014 – 31.12.2014), non abbia avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato con il datore di lavoro richiedente l’incentivo ovvero con società da questi controllate o a questi collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c., nonché facenti capo, ancorché per interposta persona, al datore di lavoro medesimo (art. 1, comma 118, quarto periodo, legge n. 190/2014);
c) il giornalista non deve avere avuto un precedente rapporto di lavoro agevolato, ai sensi della Legge di stabilità 2015, con lo stesso datore di lavoro che assume. Difatti, in forza delle previsioni di cui al secondo periodo del più volte citato comma 118, ”L’esonero di cui al presente comma … non spetta con riferimento a lavoratori per i quali il beneficio … sia già stato usufruito in relazione a precedente assunzione a tempo indeterminato”.
 
4. COMPATIBILITA’ CON ALTRE FORME DI INCENTIVO ALL’OCCUPAZIONE.
L’esonero contributivo triennale introdotto dalla Legge di stabilità 2015 non è cumulabile con “altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente”.
Come previsto dalla suddetta delibera INPGI n. 52 del 15/10/2015, le domande di autorizzazione alla fruizione delle agevolazioni contributive di cui al D.P.C.M. 30/09/2014, presentate all’Istituto in relazione alle assunzioni con rapporto di lavoro a tempo indeterminato effettuate nel corso dell’anno 2015 (comprese quelle autorizzate in via provvisoria), che non potranno essere autorizzate in via definitiva, saranno valutate d’ufficio in applicazione delle disposizioni di cui all’art. 1, comma 118, della legge n. 190/2014. In presenza dei requisiti previsti ed illustrati nella presente circolare – in luogo delle agevolazioni di cui al DPCM 30/09/2014 – sarà, quindi, autorizzato l’esonero contributivo in oggetto.
Con riferimento alle assunzioni con contratto a tempo determinato avvenute nel corso del 2015, per le quali è stata presentata domanda di sgravio ai sensi del predetto D.P.C.M. 30/09/2014 e che – in base a quanto segnalato dal Dipartimento per l’Editoria e l’Informazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – difficilmente troveranno accoglimento per mancanza di finanziamento, si comunica che, in caso di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro il 31/12/2015, il datore di lavoro, in presenza degli altri requisiti, potrà avanzare domanda di esonero contributivo.
 
5. ASSETTO E MISURA DELL’INCENTIVO
L’esonero contributivo introdotto dalla legge di stabilità 2015 è pari ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con eccezione delle seguenti forme di contribuzione INPGI:

  • i premi per l’assicurazione contro gli infortuni;
  • il contributo di solidarietà sui versamenti destinati alla previdenza integrativa e/o ai fondi di assistenza sanitaria di cui alla legge n. 166/91;
  • il contributo, ove dovuto, al Fondo per gli ammortizzatori sociali, limitatamente alla quota base dello 0,50% a carico del datore di lavoro di cui alla circolare INPGI n. 9 del 2/09/2009. Rientra, invece, nell’esonero l’ulteriore quota dell’1% di cui alla circolare INPGI n. 5 del 17/10/2014;
  • il contributo, ove dovuto, al Fondo integrativo contrattuale “ex fissa” e la relativa addizionale.

 
La durata del predetto esonero contributivo è stabilita dalla legge in un triennio e decorre dalla data di assunzione del giornalista, che deve intervenire nell’arco dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015.
L’esonero non può comunque essere superiore alla misura massima di 8.060,00 euro su base annua. In relazione ai rapporti di lavoro part-time (di tipo orizzontale, verticale ovvero misto), la misura della predetta soglia massima va adeguata in diminuzione sulla base della durata dello specifico orario ridotto di lavoro in rapporto a quella ordinaria stabilita dalla legge ovvero dai contratti collettivi di lavoro.
Si precisa che i rapporti di lavoro instaurati ai sensi dell’art. 2 e/o dell’art. 12 del CNLG, ai fini dell’esonero contributivo in oggetto, sono equiparati ai rapporti di lavoro a tempo pieno. Di conseguenza, il datore di lavoro non deve procedere all’adeguamento in riduzione in ragione dell’orario di lavoro.
Allo scopo di agevolare l’applicazione dell’incentivo, la soglia massima di esonero contributivo è riferita al periodo di paga mensile ed è pari a euro 671,66 (€ 8.060,00 / 12) e, per rapporti di lavoro instaurati ovvero risolti nel corso del mese, detta soglia va riproporzionata assumendo a riferimento la misura di euro 22,08 (€ 8.060,00 / 365 gg.) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo.
L’esonero va applicato in relazione alla misura dei contributi a carico del datore di lavoro, fatte salve le contribuzioni sopra indicate, fino al limite della predetta soglia mensile, opportunamente adeguata in caso di rapporti di lavoro part-time. La contribuzione eccedente la predetta soglia mensile potrà formare comunque oggetto di esonero nel corso di ogni anno solare del rapporto agevolato, nel rispetto della soglia massima pari a euro 8.060,00 su base annua. Ad esempio, qualora nei primi tre mesi del rapporto agevolato l’importo dei contributi a carico del datore di lavoro sia pari ad euro 500,00 mensili e nel corso del quarto mese (ad es. dicembre), assuma il valore di euro 900,00, il datore di lavoro potrà comunque fruire dell’esonero per l’intero ammontare dei contributi previdenziali del quarto mese, dal momento che l’eccedenza (euro 228,34 = 900,00-671,66) è inferiore rispetto all’importo dell’esonero non fruito nei tre mesi precedenti (euro 514,98 = 171,66 x 3).
Per quanto non previsto nella presente circolare, in merito alle condizioni di accesso al beneficio, si rimanda alle disposizioni generali illustrate dall’INPS alla genericità dei datori di lavoro con circolare n. 17 del 29 gennaio 2015 e con circolare n. 178 del 3 novembre 2015.
 
6. ESPOSIZIONE NELLA DENUNCIA CONTRIBUTIVA MENSILE DASM
I datori di lavoro possono usufruire dell’esonero contributivo solo dopo aver ricevuto la relativa autorizzazione da parte dell’INPGI. Nel provvedimento di autorizzazione allo sgravio l’Istituto indicherà i codici di qualifica da inserire nella denuncia contributiva mensile (DASM) ai fini del calcolo della esatta contribuzione dovuta.
La domanda di esonero contributivo deve essere prodotta entro e non oltre 30 giorni dalla data di assunzione o trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. A tal fine, dovrà essere utilizzato il modello SGRV.1, disponibile nella sezione modulistica del sito internet dell’Istituto. Sono esonerati dalla presentazione della domanda di esonero contributivo i datori di lavoro che hanno già richiesto l’applicazione delle agevolazioni di cui al DPCM 30/09/2014.
Ai fini della predisposizione delle denunce contributive mensili è necessario procedere all’aggiornamento della versione procedura DASM, disponibile – entro il 30 novembre 2015 – nel sito internet dell’Istituto, nella sezione “Notizie per le aziende”.
Per la corretta compilazione delle denunce contributive, all’interno della sezione DASM riferita alle retribuzioni mensili, per ogni giornalista interessato, dovranno essere valorizzati i campi relativi alla data di inizio e di fine del diritto all’esonero contributivo.
Nella sezione “Notizie per le aziende – software DASM” del sito internet dell’Istituto, sempre entro il 30/11/2015, saranno dettagliatamente indicate le modalità di compilazione della denuncia contributiva mensile DASM, con particolare riguardo all’esposizione del beneficio mensile, al recupero delle somme eventualmente spettanti per il periodo gennaio – ottobre 2015 e per l’effettuazione del conguaglio riferito ad eventuali eccedenze mensili non utilizzate.
 

Premio Landolfo, consegnati i premi della IV edizione

premiati
Con un minuto di raccoglimento per le vittime della strage di Parigi si è aperta la cerimonia del premio di giornalismo “Francesco Landolfo” all’Istituto di cultura meridionale. Un evento che ha segnato la coscienza di tutti, come ha sottolineato l’avvocato Gennaro Famiglietti, console onorario di Bulgaria. Il premio, organizzato dal quotidiano Roma con l’Ordine dei giornalisti della Campania, il Sindacato Giornalisti della Campania e l’Arga Campania, è giunto alla quarta edizione. Passione e sogno le parole che hanno caratterizzato l’esperienza umana e professionale di Franco Landolfo, come ha raccontato il segretario del Sugc, Claudio Silvestri. Una vita nel giornale e per il giornale come ha ricordato il direttore del Roma, Antonio Sasso. Sul premio si è soffermato il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Ottavio Lucarelli, che ha sottolineato la grande partecipazione e la qualità dei lavori presentati dai colleghi. Geppina Landolfo, figlia di Franco e presidente dell’Arga Campania, ha ringraziato tutti coloro che mantengono in vita l’eredità morale e professionale del padre. Tanti gli interventi, tra cui quelli dei consiglieri nazionali della Fnsi, Gerardo Ausiello e Gianpaolo Necco. La giuria ha premiato per la carta stampata Francesco Gravetti (Il Mattino) e Ciro Formisano (Metropolis). Per la radiotelevisione Francesca Cicatelli (Radio Club 91) e Rossella Grasso (Inchiostro). Per il web Pasquale Carlo (Luciano Pignataro Wine Blog) e Giovanni Francesco Russo (Teleclub Italia). Menzione speciale a Marco Altore (Televomero) e Davide Savino (Roma online).

Premio Landolfo, ecco tutti i vincitori. Mercoledì la premiazione

Franco Landolfo

Franco Landolfo


Mercoledì 18 novembre alle ore 11 si terrà la cerimonia di consegna del Premio di giornalismo “Francesco Landolfo” presso la sede dell’Istituto di cultura meridionale, in via Chiatamone 63 (Palazzo Arlotta), Napoli. Il Premio, alla sua quarta edizione, è in memoria del giornalista Francesco Landolfo, segretario dell’Ordine dei giornalisti della Campania, già vicedirettore del quotidiano “Roma”, fondatore e presidente dell’Arga Campania.
Di seguito i premi assegnati dalla giuria:
PREMIO (CARTA STAMPATA)
ex aequo
“Discarica illegale nel Parco, l’ombra dei cinesi” di Francesco Gravetti (Il Mattino)
“Pomodoro col pizzo, così il piennolo batte i veleni della camorra” di Ciro Formisano  (Metropolis)
PREMIO (RADIO-TELEVISIONE)
ex aequo
“Spazzo e cammino” di Francesca Cicatelli (Radio Club 91)
“Colture fuori suolo, la scienza che aiuta la natura” di Rossella Grasso(Inchiostro)
Menzione speciale
“Barcellona-Napoli, sviluppo e opportunità da valorizzare” di Marco Altore(Televomero)
PREMIO (INTERNET E FOTO/VIDEO REPORTAGE)
ex aequo
“La scommessa del vigneto Sannio: dal fango alla smart viticulture” diPasquale Carlo (Luciano Pignataro Wine Blog)
“Le fragole campane sbarcano a Dubai” di Giovanni Francesco Russo(Teleclub Italia)
Menzione speciale
“Nel cuore della Terra dei fuochi la riserva naturale dove si salvano gli uccelli migratori” di Davide Savino (Roma online)
Il premio è a cura dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, del quotidiano “Roma”, del Sindacato Unitario Giornalisti Campania e dell’Arga Campania. La giuria è composta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti (Ottavio Lucarelli), dai direttori del quotidiano “Roma” (Antonio Sasso, Pasquale Clemente), dal segretario del Sugc (Claudio Silvestri), dai vertici di Arga Campania (Geppina Landolfo, Gianpaolo Necco).

Jobs act e lavoro giornalistico, ecco cosa cambia con l'entrata in vigore dei decreti attuativi. La circolare della Fnsi

L’entrata in vigore degli ultimi decreti attuativi della riforma del lavoro del ministro Poletti introduce importanti novità in materia di lavoro subordinato che riguardano, entro i limiti fissati dal contratto nazionale di lavoro, anche i giornalisti. Dal controllo a distanza dell’attività lavorativa alla cessione dei riposi e delle ferie, dai contratti a termine al lavoro a tempo parziale ecco cosa dicono i nuovi testi del Jobs act.
Novità anche per i giornalisti con rapporto di lavoro autonomo in caso di assunzioni con contratto da dipendente a tempo indeterminato.
Tutte le modifiche che interessano i giornalisti nel testo della circolare inviata dalla Fnsi agli iscritti.

Contratto, che cosa significa la disdetta. Le risposte alle domande più comuni

Che cosa significa disdetta del contratto nazionale di lavoro? Che cosa accadrebbe se il contratto non fosse rinnovato nei prossimi sei mesi? Le risposte a queste domande si possono evincere dalla costante interpretazione delle norme contrattuali e dal quadro giuridico-legislativo generale.
La disdetta è una facoltà che il contratto riconosce ad entrambe le parti contraenti. La mancata disdetta del contratto produce – così come disposto dall’articolo 52 del vigente Cnlg – il rinnovo dello stesso di anno in anno. Pertanto, per evitare questo automatismo, la Fnsi – a partire dal 1947 – ha sempre comunicato alla Fieg la disdetta del contratto per garantirsi che le nuove norme contrattuali entrassero in vigore dal giorno successivo a quello della scadenza. La Fieg ha comunicato la disdetta del contratto con la stessa motivazione: ribadire che le nuove norme contrattuali devono entrare in vigore dal 1 aprile 2016. Va ribadito che la disdetta del contratto non significa rescissione della contrattazione collettiva, la cui validità è confermata dall’intero ordinamento giuridico e dalla stessa Costituzione, tant’è vero che la stessa FIEG ne ha confermato la validità chiedendo di intensificare il confronto per il rinnovo per far sì che il nuovo articolato contrattuale entri in vigore dal 1 aprile 2016. 
Che cosa succede se il nuovo contratto non viene stipulato entro il 31 marzo 2016? 
Come già avvenuto in passato (l’ultima volta in ordine di tempo, con il contratto disdettato nel 2005 e rinnovato ben oltre la sua naturale scadenza, ossia nel 2009), le norme contrattuali scadute continuano a trovare applicazione.  
In caso di mancato rinnovo entro il 31 marzo 2016, gli editori potrebbero disapplicare il contratto in quanto scaduto? 
No. Perché  i giornalisti sono stati assunti con un contratto individuale di lavoro nel quale si richiama l’integrale applicazione del Cnlg. La legge non consente di venire meno agli accordi sottoscritti fra le parti e l’applicazione rientra nella tutela dei diritti individuali acquisiti.  
E i nuovi assunti? 
Va ricordato che il contratto collettivo del 1959 ha acquisito validità erga omnes con legge dello Stato e, come ribadito in una recente sentenza della Corte di Cassazione, non può essere disatteso. Pertanto, qualora il contratto non fosse rinnovato, per i nuovi assunti bisognerà fare riferimento al richiamato contratto del 1959 e, per l’adeguamento economico, all’articolo 36 della Costituzione che garantisce ad ogni lavoratore una retribuzione proporzionale alla qualità e quantità del suo lavoro. La parte normativa del contratto del 1959 prevede numerosi istituti , fra i quali giova richiamare gli aumenti biennali di anzianità, le maggiorazioni per lavoro festivo e domenicale, l’indennità fissa in caso di risoluzione del rapporto.  
A che punto è la trattativa? 
Il confronto fra Fnsi e Fieg è stato avviato e prosegue con spirito costruttivo, come peraltro si evince dalla lettera che il presidente degli editori, Maurizio Costa, ha inviato al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e dal comunicato della Fieg. Siamo in un passaggio cruciale. Il settore è stato duramente provato dalla crisi e dai tagli operati dalle aziende, che negli ultimi cinque anni hanno comportato la perdita di più di tremila posti di lavoro e consistenti riduzioni delle retribuzioni, per effetto del ricorso massiccio alla cassa integrazione guadagni e ai contratti di solidarietà. Oltre che dalle aziende,  i costi della crisi sono stati pagati pesantemente dall’intera categoria, come dimostrano in modo eloquente i dati dell’ultimo bilancio dell’Inpgi. Dal 2010 ad oggi, l’uscita anticipata in prepensionamento di circa 700 giornalisti ha prodotto una riduzione delle entrate contributive di circa 30 milioni di euro. A questi si aggiungono  400 milioni di euro di maggiori uscite (integrazione del reddito e contribuzione figurativa) per sostenere i  costi degli ammortizzatori sociali. Ad oggi, inoltre, tremila giornalisti sono ancora in solidarietà. 
Dalla presa d’atto di questa situazione è partito il confronto fra Fieg ed Fnsi. A nessuno sfugge la consapevolezza che la tenuta del sistema richiede il ritorno agli investimenti perché la politica dei tagli, pure inevitabile in periodi di recessione, nel lungo periodo diventerebbe soltanto un ulteriore fattore di indebolimento. Per questa ragione, la reciproca disponibilità al confronto senza pregiudiziali e con senso di responsabilità su tutto l’articolato contrattuale, non può prescindere dall’obiettivo principale che la Federazione nazionale della Stampa italiana ha già manifestato: la ripresa dell’occupazione. Creare le condizioni affinché un articolato contrattuale rivisto e adeguato alle nuove esigenze produttive e organizzative, imposte già da tempo dalla rivoluzione digitale, possa includere progressivamente un certo numero di giornalisti precari è un presupposto irrinunciabile. In un’ottica di lungo periodo, tesa alla salvaguardia del sistema di welfare assicurato dagli istituti della categoria, l’aumento dell’occupazione e il rafforzamento delle tutele e delle garanzie per coloro che, pur essendo parte integrante dei processi produttivi, tutele e garanzie non ne hanno affatto, sono i temi che dovranno qualificare il confronto fra le parti e il nuovo contratto. 

Ambiente, nel Sindacato dei giornalisti campani torna l'ARGA

Geppina Landolfo, presidente Arga Campania

Geppina Landolfo, presidente Arga Campania

Il Sindacato unitario dei Giornalisti della Campania (SUGC) ha accolto la richiesta dell’Arga Campania “Francesco Landolfo”, che si costituisce come gruppo di specializzazione del Sindacato dei giornalisti che si occupano di ambiente e territorio. «I gruppi di specializzazione hanno un ruolo importante all’interno del sindacato dei giornalisti – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri – Il nostro obiettivo è quello di ricostituire al più presto quelli storici. Ringrazio i colleghi dell’Arga (Associazione regionale giornalisti agricoltura e ambiente) che dal primo momento hanno contribuito attivamente al difficile lavoro di rifondazione del Sindacato in Campania».

«Il nostro gruppo – ha detto la presidente dell’Arga Campania Geppina Landolfo – è nato per volontà di Francesco Landolfo, mio padre, in una regione in cui l’agricoltura è il motore economico del territorio e dove le emergenze legate all’ambiente rappresentano un tema centrale per l’informazione. Nel solco di quel progetto continueremo a dare il nostro apporto all’attività sindacale».

Intercettazioni, Fnsi: “Pronti a coinvolgere Bruxelles, la libertà di stampa va garantita a livello europeo”

Conferenza stampa questa mattina in Fnsi per presentare la petizione online “No bavaglio” promossa dal professor Stefano Rodotà e dai giornalisti Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio. “Siamo pronti a portare la mobilitazione fino a Bruxelles – ha detto il segretario generale Raffaele Lorusso – perché purtroppo la voglia di bavaglio sta contagiando troppi Paesi dell’Unione Europea”. Intanto giovedì appuntamento a Piazzale Clodio, a Roma, per raccogliere nuove adesioni all’iniziativa. Portare avanti la mobilitazione, fino alla piazza se necessario, e fino a Bruxelles, per sollecitare l’intervento dell’Unione Europea, dal momento che la voglia di bavaglio si aggira ormai in troppi Paesi del continente. E intanto manifestare giovedì prossimo fuori dall’aula dove si terrà la prima udienza relativa alla vicenda dei 96 giornalisti denunciati per il loro lavoro su ‘Mafia Capitale’. Queste le principali indicazioni emerse nel corso della conferenza stampa organizzata questa mattina nella sede della Fnsi per dire “No” al nuovo tentativo di imbavagliare la stampa rappresentato dalla delega al governo in materia di intercettazioni disposta nell’articolo 30 del ddl di riforma del processo penale in discussione in Parlamento. Anche se molte sono state le proposte lanciate da quanti hanno raccolto l’appello del comitato ‘No Bavaglio’ a partecipare all’incontro.

“La delega al governo è uno strumento sbagliato e pericoloso – ha esordito il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso aprendo la conferenza stampa – per una materia di rilevanza costituzionale come quella del diritto/dovere di informare. Qualunque sia il colore del governo non possiamo accettare questa logica e non lo faremo”. “Purtroppo bisogna registrare che in tutta Europa cresce la voglia dei governi di mettere il bavaglio alla stampa. Per questo porteremo, se necessario, fino a Bruxelles la battaglia per la libertà di informare”, ha poi spiegato Lorusso.

“Il testo del disegno di legge è scritto male e va stralciato”, ha ribadito il professor Stefano Rodotà, evidenziando il pericolo insito “in una delega in bianco al governo, che esautora il parlamento delle sue normali funzioni e priva i cittadini del diritto di esercitare il controllo democratico sulle leggi”. “Tra l’altro esiste già – ha proseguito Rodotà – una norma in materia ed è quella contenuta nel codice deontologico sulla privacy, che è anche scritto in un italiano che non lascia spazio ad interpretazioni. E ci sono poi le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che chiaramente stabiliscono come ai personaggi che rivestono ruoli pubblici vada riconosciuto un diritto attenuato alla privacy. L’Italia non può ignorare questo consolidato indirizzo della giurisprudenza”.

“A questo punto bisogna intensificare la mobilitazione – ha rilanciato Arturo Di Corinto, tra i promotori del comitato ‘No bavaglio’ – e far capire a giornalisti, magistrati, politici e cittadini che, ad esempio, se questa norma fosse già realtà noi oggi non sapremmo nulla degli scandali che stanno funestando il Paese”.

Mentre Marino Bisso, altro promotore del ‘No’ al bavaglio, ha posto l’attenzione “sul combinato diabolico tra intercettazioni e diffamazione che metterebbe a rischio il lavoro dei giornalisti”.

Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai, ha insistito sulla necessità restituire al parlamento il suo ruolo di luogo deputato alla funzione legislativa, anche su temi come le intercettazioni e la riforma della Rai, ponendo “una questione di metodo che in questi casi diventa sostanza. Attenzione – ha concluso Di Trapani – perché silenziare il diritto di cronaca è solo il primo passo per attaccare gli altri diritti: facciamo capire all’opinione pubblica che ci mobilitiamo per i cittadini”.

Si è invece concentrato sul lavoro dei cronisti il presidente dell’Unci, Alessandro Galimberti, notando come “se passassero le nuove norme i giornalisti si troverebbero a non poter più lavorare, perché sparirebbero gli atti, i documenti e quindi le notizie: dobbiamo tenere alta l’attenzione”, ha concluso Galimberti richiamando la categoria all’unità intorno alla battaglia comune.

“Portiamo la battaglia in parlamento, ma anche nelle redazioni e parliamone nei corsi formazione professionale” è stata la proposta del segretario dell’Associazione stampa romana, Lazzaro Pappagallo, che ha poi ricordato l’appuntamento di domani nella sede della Regione Lazio dove si parlerà di “Diritto di cronaca e lotta alle mafie”.

“I giornalisti non contano più niente, ma è ora di reagire”, è il provocatorio invito di Carlo Bonini, uno dei 96 giornalisti denunciati nella vicenda Mafia Capitale. “Dimostriamo alla politica – ha poi proposto Bonini – che i giornalisti italiani sanno difendersi”.

Beppe Giulietti, portavoce dell’Associazione Articolo21, che invece ricordato la campagna internazionale della Ifj #endimpunity e ha poi rilanciato l’intenzione di spostare battaglia a livello internazionale, il no convinto alla delega e alcune soluzioni alternative “a tutela del soggetto debole, e non del soggetto forte, come l’istituzione dell’udienza filtro, il giuri per l’informazione”.

“Se l’Italia occupa il 73° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa – ha detto il segretario Lorusso a conclusione dell’incontro – è a causa del fenomeno delle querele temerarie, delle minacce ai giornalisti ma anche di alcuni provvedimenti normativi. Se sarà necessario – ha concluso Lorusso – porteremo la mobilitazione in piazza, ma intanto i giornalisti continuino a dare le notizie: la stella polare deve essere il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”.