Archivio mensile:Ottobre 2015

La commissione regionale Lavoro autonomo si riunisce a Salerno

Dopo Avellino si riunirà a Salerno, il 29 ottobre prossimo alle 16.30, la Commissione regionale Lavoro Autonomo del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania (SUGC). I lavori si svolgeranno presso il museo dello sbarco, in via Generale Clark 5.
La riunione, organizzata in collaborazione con il segretario provinciale del sindacato Eduardo Scotti, sarà aperta ai colleghi freelance/collaboratori che vorranno presenziare. La conclusione è prevista per le 19.30.
Tra i punti all’ordine del giorno, le proposte da avanzare per l’organizzazione della Conferenza nazionale sul lavoro autonomo FNSI, che si terrà il 26 e 27 novembre 2015 a Roma.
Il presidente della Commissione
Laura Viggiano
 
OGGETTO: Convocazione Commissione regionale lavoro autonomo SUGC
 
La Commissione regionale lavoro autonomo del SUGC è convocata per il giorno 29 ottobre p.v., presso il Museo dello sbarco a Salerno, in viale Generale Clark 5, con all’ordine del giorno i seguenti punti:
. Elezione del coordinatore regionale
. Aggiornamento sulle attività della Commissione e dell’Assemblea nazionale del lavoro autonomo FNSI
. Organizzazione gruppi di lavoro e proposte di servizi da attivare
. Proposte per l’organizzazione della Conferenza nazionale sul lavoro autonomo
. Varie ed eventuali
 
I lavori della Commissione inizieranno alle 16.30 e saranno aperti ai colleghi freelance che vorranno presenziare. La conclusione è prevista per le 19.30.
 

Mafia Capitale, giornalisti denunciati: vicenda non degna di un Paese civile

Nel Paese che occupa il poco lusinghiero 73esimo posto nella classifica mondiale della libertà di stampa succede anche che 96 giornalisti, 78 cronisti e 18 direttori, vengano denunciati in massa per il loro lavoro sullo scandalo di Mafia Capitale. “Una vicenda indegna di un Paese civile”, commenta il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, che nel ribadire la solidarietà del sindacato esorta i colleghi a “non lasciarsi condizionare da tentativi di intimidazione che qualificano chi li compie”.
“In un Paese che si dice democratico è impensabile che si disponga una denuncia collettiva per 96 giornalisti, 78 cronisti e 18 direttori, ‘colpevoli’ di aver illuminato con il loro lavoro uno dei peggiori scandali della storia d’Italia e forse il più triste della storia della Capitale”.
Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, commenta la vicenda dei giornalisti divenuti oggetto di un esposto di alcuni avvocati della Camera penale di Roma alla Procura della Repubblica per “la pubblicazione pedissequa in articoli di stampa di atti, o stralci degli stessi, di un procedimento penale in fase di indagine” in relazione al caso di Mafia Capitale.
“Torna in voga – osserva Lorusso – l’idea che si possa tentare di imbavagliare la stampa impedendo la pubblicazione di intercettazioni tra l’altro non più coperte da segreto istruttorio: è l’ennesimo esempio che deve far riflettere la politica sull’opportunità di una delega in bianco al governo su una materia così delicata. È anche a causa di episodi come questo che l’Italia occupa il 73esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa. È preoccupante che si sferri un attacco così rozzo e plateale alla libertà dei cronisti di informare e al diritto dei cittadini ad essere informati: chi l’ha concepito farebbe bene a rileggere quanto stabilito in modo assolutamente inequivocabile dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nelle numerose sentenze in materia di libertà di espressione e diritto di cronaca. Oltre che la totale solidarietà della Federazione nazionale della stampa italiana, ai colleghi finiti nel tritacarne giudiziario va rivolto l’invito a proseguire il loro lavoro nell’interesse esclusivo dell’opinione pubblica, senza lasciarsi condizionare da tentativi di intimidazione che qualificano chi li compie”.

Elezioni Inpgi 2016, in arrivo la prima comunicazione agli iscritti

Si mette in moto la macchina amministrativa in vista dell’appuntamento elettorale di fine febbraio 2016, quando gli iscritti all’Inpgi saranno chiamati al voto per rinnovare gli organi di amministrazione e controllo delle gestioni principale e separata dell’Istituto. Nei prossimi giorni arriveranno le prime comunicazioni, via pec o via raccomandata: chi non ha comunicato all’Istituto l’indirizzo di posta elettronica certificata può ancora farlo. A chi invece ancora non ha una pec l’ente ricorda che possederla è un obbligo di legge.

Sono in partenza in questi giorni le circa 52.000 comunicazioni a firma del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, con cui si informano gli interessati che dal 22 al 28 febbraio 2016 si terranno le elezioni per il rinnovo degli Organi di amministrazione e controllo di entrambe le Gestioni dell’Istituto.
La principale novità rispetto al passato è rappresentata dall’utilizzo della posta elettronica certificata (pec) in sostituzione delle raccomandate A/R, anche se “la maggioranza degli iscritti – fa sapere l’ente – non ha attivato, oppure non ha comunicato agli uffici dell’Inpgi, tale indirizzo di posta elettronica”, nonostante l’obbligo per tutti i professionisti iscritti ad un ordine di dotarsi di un account certificato sia previsto per legge.
Infatti, “a fronte di circa 52.000 destinatari delle comunicazioni – scrivono ancora da via Nizza – sono solo 2.000 circa quelli che potranno vedersi recapitare il materiale elettorale via PEC, mentre saranno poco meno di 50.000 le raccomandate in partenza a gennaio 2016”.
Vista la situazione, la comunicazione del presidente n. 245 del 12/10/2015 in arrivo in questi giorni (in allegato insieme al comunicato stampa dell’Istituto e alla tabella relativa alla ripartizione delle circoscrizioni) sarà quindi trasmessa in tre modalità: Pec (a circa 2.000 iscritti); mail ordinaria (a circa 31.500 iscritti) e posta prioritaria in forma cartacea (a circa 18.500 iscritti).
Il materiale elettorale in partenza a gennaio 2016 sarà invece inviato via Pec a tutti i giornalisti che l’hanno comunicata e per raccomandata A/R alla restante platea. Fermo restando che chi vuole può ancora comunicare all’Istituto la propria Pec scrivendo a posta@inpgi.it e ricevere così il materiale elettorale direttamente sulla propria casella di posta elettronica certificata.
Sul sito web dell’Istituto www.inpgi.it è inoltre già attiva un’apposita sezione dedicata alle Elezioni Inpgi 2016”, in costante aggiornamento, dove gli iscritti potranno trovare tutte le informazioni relative all’elezione dei 73 componenti degli Organi collegiali.
Chi fosse interessato ad approfondire, infine, trova qui la comunicazione diramata dall’Istituto, la lettera del presidente e la tabella riepilogativa delle circoscrizioni elettorali.

 

Intercettazioni, la FNSI incontra il ministro Orlando: “Bene il confronto su una materia così delicata”

Il segretario generale Raffaele Lorusso e la vicesegretaria Alessandra Costante hanno incontrato il ministro della Giustizia Andrea Orlando per parlare di intercettazioni e della delega al governo per riscrivere le norme sulla pubblicabilità delle trascrizioni. La delegazione ha accolto con favore l’aperura del Guardasigilli e ribadito la disponibilità della FNSI ad un confronto concreto, positivo e propositivo che possa consentire di evitare norme mortificanti per i giornalisti e contrarie al diritto dei cittadini ad essere informati.

Perplessità sullo strumento della delega al governo per quanto riguarda la pubblicazione delle intercettazioni e degli atti giudiziari perché si ritiene illegittimo l’utilizzo di questo strumento su una materia che ha valenza costituzionale. Ma anche apprezzamento per il metodo di confronto previsto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro che includerà il mondo accademico, la magistratura giudicante e inquirente e rappresentanti del mondo dell’informazione.

È il bilancio dell’incontro avvenuto tra il ministro Guardasigilli e la delegazione della FNSI, formata dal segretario generale Raffaele Lorusso e dalla vicesegretaria Alessandra Costante.

Nel corso dell’incontro il ministro Orlando ha spiegato che la riforma della giustizia è incentrata sulla tutela dei cittadini e sulla repressione degli abusi. Ha richiamato come uno dei punti di partenza la proposta della FNSI sull’udienza filtro. Dal canto suo la FNSI ha ribadito l’importanza di un giuri sull’informazione unico strumento per valutare efficacemente la correttezza del comportamento dei giornalisti sotto il profilo deontologico, assicurando certezza sui tempi  e strumenti di garanzia per chi fosse vittima di possibili abusi.

“Va innanzitutto ringraziato il ministro per aver accolto la richiesta di incontro della FNSI – ha detto il segretario generale, Raffaele Lorusso -. Pur continuando a nutrire perplessità sullo strumento della delega al governo su una materia che ha valenza costituzionale come il diritto di cronaca e la libertà di espressione, va apprezzato il metodo di confronto concreto, positivo e propositivo che il ministro ha annunciato di voler utilizzare. Si può lavorare ad un testo condiviso che possa tutelare gli interessi di tutti, senza introdurre misure che, oltre a mortificare i giornalisti, sarebbero incompatibili con i principi della Costituzione e con le normative europee perché si impedirebbe alla stampa di svolgere il ruolo fondamentale di informare i cittadini. La Fnsi è pronta a confrontarsi con il governo su questi aspetti”.

Saviano getta fango sulla categoria, lasci stare i giornalisti giornalisti

Oggi su l’Espresso lo scrittore non giornalista Roberto Saviano firma un articolo dal titolo “Se quelli sono giornalisti”, riferendosi ai giornalisti della Campania. Ecco la risposta, in un documento congiunto, di Ordine dei giornalisti della Campania, Sindacato unitario giornalisti della Campania e consiglieri nazionali campani della FNSI:
In relazione all’articolo di Roberto Saviano su l’Espresso intitolato “Se quelli sono giornalisti”, ricordiamo che l’Ordine della Campania si è costituito parte civile al fianco di Rosaria Capacchione e dello stesso Saviano, entrambi minacciati, in un processo in cui un avvocato casertano è stato condannato, oltre alla pena di un anno di reclusione, al pagamento del risarcimento dei danni da liquidarsi a favore diCapacchione, Saviano e dell’Ordine dei giornalisti della Campania.
Lo stesso Ordine regionale, il Sindacato unitario giornalisti della Campania e i consiglieri nazionali campani della Fnsi sono al fianco di tutti i giornalisti. In Campania, e in altre regioni del Sud come Calabria e Sicilia, il giornalismo di frontiera e di inchiesta è un
giornalismo diffuso, con decine di cronisti minacciati dalle mafie proprio per il loro costante lavoro quotidiano. Così la Campania e il Mezzogiorno portano avanti il lavoro e la memoria di Giancarlo Siani e dei tanti giornalisti uccisi dalle mafie. Così i giornalisti della Campania e del Mezzogiorno danno il loro contributo, 365 giorni l’anno, alla democrazia del nostro Paese. In queste regioni si racconta e si scrive tutto, lavorando in strada e non nei salotti. Siamo al fianco di tutti i giornalisti. Anche di Enzo Palmesano, al quale abbiamo consegnato una targa dell’Ordine il 15 maggio 2015 a Castel Volturno ad una iniziativa a cui ha preso parte, oltre allo stesso Palmesano, anche il giornalista Sandro Ruotolo, minacciato e
sotto protezione, che in quella occasione ha affermato: “L’Ordine della Campania è stato il primo a muoversi al mio fianco dopo le minacce ricevute”.
Diamo infine un suggerimento a Saviano, che nell’articolo conferma di aver copiato da un giornale campano, come stabilito da una sentenza della Corte di appello di Napoli: non paragoni più il suo lavoro di scrittore non giornalista a quello di Giancarlo Siani, giornalista giornalista.
Ordine dei giornalisti della Campania
Sindacato unitario giornalisti della Campania
Consiglieri nazionali campani della Fnsi
 
Poi Saviano replica su Facebook, ed è lui che parla di una cosa sola, la pagina pubblicata dal Corriere di Caserta, mentre Ordine e Sindacato lo invitano a non insultare genericamente la categoria. Ad un giornalista viene chiesto sempre il conto per quello che scrive, rischia ogni giorno sulla sua pelle. Le accuse che si fanno su un giornale devono essere circostanziate, altrimenti si finisce in tribunale. 
Ecco la controreplica di Saviano
“La risposta dell’Ordine dei giornalisti della Campania conferma alcune cose semplici. L’Ordine continua a tirare in ballo l’assurda condanna per plagio senza mai entrare nel merito dell’articolo che ho riprodotto integralmente e in corsivo precisando “da un giornale locale”. Che etica giornalistica può mai esserci dietro un pezzo titolato “Boss playboy, De Falco re degli sciupafemmine”? Nunzio de Falco è il mandante dell’assassinio di Don Peppe e in quell’articolo si celebravano le capacità amatorie, sue e di altri camorristi.
Pazienza, io sono un non-giornalista e l’anonimo autore di quell’articolo è un giornalista-giornalista, me ne farò una ragione. Del resto per l’Ordine va bene così, immagino, perché sono popolare e soprattutto perché non sono morto.
Ho poi capito che l’Ordine non si è costituito parte civile al fianco di Enzo Palmesano – licenziato dal Corriere di Caserta (gruppo editoriale Libra) per volontà del boss Vincenzo Lubrano (secondo una sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere depositata lo scorso febbraio) – perché in quel processo non c’erano telecamere.
Non solo: protagonista di quel nefando licenziamento è lo stesso quotidiano che ha pubblicato l’articolo sul boss playboy. Quindi, forse, il gruppo editoriale Libra deve avere entrature solide all’Ordine dei giornalisti della Campania, che nei miei confronti sembra agire come suo ufficio stampa.
La funzione dell’Ordine, del resto, non è più chiara a nessuno, nemmeno ai giornalisti-giornalisti, intendo quelli veri, questa volta. Perché per i giornalisti di frontiera, di cui l’Ordine campano straparla, non si è mai fatto nulla. E la medaglia conferita a Enzo Palmesano (solo dopo le minacce, solo dopo il licenziamento, solo dopo il processo, solo dopo gli articoli in cui io denunciavo quello che gli era successo) non lo ripaga dell’isolamento al quale, fare bene il proprio mestiere, lo ha condannato.
Forse è il caso, per chi riconosce valore a questa professione, di sostenere la proposta di legge per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti avanzata dal Movimento 5 Stelle”.