[slideshow]Ad agosto il Comune ha annunciato con soddisfazione di essere riuscito a riaprire il cimitero delle Fontanelle, chiuso in seguito ad un crollo. È vero, l’antico ossario del rione Sanità è stato riaperto, ma, nonostante sia uno dei siti storici più importanti della città, è un monumento alla vergogna. All’ingresso del cimitero delle “anime pezzentelle”, proprio davanti al costone di tufo, sono accumulati rifiuti di ogni genere: cartacce, lattine, bottiglie di plastica. Nessuno si occupa di pulire. Impossibile sapere quando il sito è aperto al pubblico, non c’è un cartello. Entrando nel cimitero si trova materiale di risulta dei lavori per la messa in sicurezza, terminanti da tempo, mai rimossi dalla ditta che si è occupata delle opere. Da una delle cripte dove sono accumulate le ossa, sono caduti numerosi teschi e altri resti sono in bilico. Davanti alle transenne in legno che proteggono le “capuzzelle” si possono trovare altri rifiuti. Non finisce qui. Su alcune teche che proteggono ulteriori resti la polvere ricopre i vetri come una crosta, solida e difficile da togliere. La polvere regna incontrastata su ringhiere e altro materiale destinato ai visitatori. Sono anni che non viene tolta. Basta vedere come sono ridotte le panche in legno della chiesetta che si trova all’interno del cimitero. In alcune zone è buio pesto, perché le lampadine del sistema di illuminazione non vengono sostituite. Per non parlare del rischio sicurezza legato alle infiltrazioni di acqua. A denunciare per l’ennesima volta lo scempio è Francesco Ruotolo, consigliere comunista della Terza Municipalità. Fu lui che, insieme ad alcuni visitatori e residenti, nel maggio del 2010 occupò le catacombe in segno di protesta, perché il sito era visitabile solo per appuntamento. Il risultato fu la riapertura delle Fontanelle, grazie anche a personale volontario. Ruotolo denuncia con un esposto al sindaco e agli assessori comunali, l’inadeguatezza di questa condizione rispetto ad un monumento così importante che, nonostante tutto, è una delle mete turistiche più ricercate dai visitatori stranieri. «Fino ad un anno fa – dice Ruotolo – nel rione Sanità non c’era neanche una indicazione per capire dove si trovasse il cimitero. Manca l’essenziale perché diventi un monumento accessibile. Per non parlare delle guide turistiche. È impossibile reperire anche un semplice depliant. Per anni ho provveduto io a far trovare all’ingresso delle fotocopie. Il rione Sanità ha risorse incredibili, ma in queste condizioni resterà sempre una zona degradata della città, dove le uniche cose rilevanti sono rappresentate dalla criminalità e dall’abusivato». Il cimitero delle Fontanelle, dove sono accumulate le ossa di migliaia di napoletani, è uno dei monumenti più suggestivi e rappresentativi della storia della città. Una città popolata da una plebe sterminata e terrificante, dove la peste e il colera, i terremoti, facevano ogni volta migliaia di vittime. Per molte di queste persone che morivano senza neanche un nome si doveva trovare una collocazione fuori dalle mura. Questo è il cimitero delle Fontanelle, è il racconto suggestivo e straordinario di una grande capitale europea, per qualche secolo la più popolosa del continente; è la storia della miseria di un popolo. È una traccia, una testimonianza, unica al mondo. Anni di becera amministrazione rischiano di mettere a repentaglio questa risorsa. E, per ora, le cose non sembrano cambiare.
dal Roma dell’8 settembre 201