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Rai, Usigrai: «Necessario un confronto sul trasferimento del centro di produzione di Milano»

«Apprendiamo da notizie di stampa che la Rai ha iniziato ad attuare il suo piano immobiliare, e starebbe arrivando ad un accordo definitivo sul trasferimento del centro di produzione Rai di Milano. Ovviamente non siamo contrari a priori, ma ricordiamo all’azienda che qualsiasi decisione in questo senso non può prescindere da un confronto approfondito con il sindacato, ad oggi consultato solo per la presentazione del piano immobiliare». Lo afferma attraverso un comunicato stampa l’Esecutivo Usigrai.

«Proprio in quell’occasione – prosegue la nota – si era concordato che l’azienda avrebbe informato il sindacato sullo stato di avanzamento del piano, cosa che fino ad oggi non è ancora avvenuta».

Il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico conclude con un auspicio: «Siamo certi che la Rai non consideri i lavoratori un “asset” da spostare a piacimento e la scelta di eventuali trasferimenti in altre sedi, se saranno effettuate, dovranno essere guidate da logiche migliorative in termini di qualità del prodotto, dotazioni tecnologiche, adeguatezza degli spazi, miglioramento delle condizioni di lavoro e non da semplici calcoli di convenienza economica».

Rai, Usigrai e Cdr del Giornale Radio: «No a servizi chiusi realizzati da freelance»

«La mancanza di una sede di corrispondenza in Sudamerica. La necessità di una tempestiva copertura informativa di eventi come la morte di Pelè o la festa per la vittoria del mondiale in Argentina. Sono tutti fatti oggettivi che, però, non giustificano il ricorso a servizi chiusi realizzati da freelance. È il contratto integrativo a escludere che, neanche in situazioni eccezionali, ci possano essere interventi di fornitori esterni con “servizi chiusi”». Lo affermano, in una nota congiunta, Esecutivo Usigrai e Cdr del Giornale Radio.

«Eppure – proseguono – questo è avvenuto al Giornale Radio, dove il direttore ha messo sotto contratto un collaboratore esterno, per di più senza la necessaria, preventiva, informazione al comitato di redazione. I pezzi realizzati dal collega freelance sono stati utilizzati peraltro anche per un evento ampiamente programmato come l’insediamento del presidente Lula. Come altre testate della Rai nell’attesa che un inviato raggiungesse il Brasile si sarebbe potuto dare copertura informativa raccogliendo testimonianze sul posto da remoto, realizzando i servizi da desk. Di certo non si risolve il problema della mancanza di un ufficio di corrispondenza appaltando all’esterno i servizi, a fronte di 2000 giornalisti contrattualizzati».

Rai, Usigrai contro «l’ennesimo uso dei freelance al Tg1»

«Al Tg1 non si ferma il ricorso ai collaboratori esterni. Nonostante gli inviati Rai impegnati nelle zone di conflitto, nel Tg di Monica Maggioni si continua a fare ricorso ai giornalisti esterni (l’ultimo in questi giorni il freelance Gian Micalessin) invece di utilizzare i giornalisti Rai già pagati per fare questo lavoro». È quanto denuncia, in una nota, l’Esecutivo Usigrai.

«Chi in azienda ha impedito ai giornalisti Rai di coprire l’informazione dalle zone sotto il controllo russo – incalzano i rappresentanti sindacali – chiarisca allora perché ha appaltato a un giornalista esterno il racconto di queste aree del conflitto. I Cdr della Rai si sono già espressi contro questa modalità di utilizzo dei freelance che viola il contratto di lavoro giornalistico Rai-Usigrai e mette in discussione uno dei temi centrali per il servizio pubblico, quale è la riconoscibilità delle fonti».

Concludono i rappresentanti dei giornalisti: «L’azienda, oltre a inseguire gli ascolti con cambi di palinsesto ogni sei mesi, si occupi di far rispettare ai suoi dirigenti gli accordi, le relazioni sindacali e quanto previsto dalla “Carta dei diritti e dei doveri del giornalista radiotelevisivo del servizio pubblico”».

Tg1, Usigrai: «Nessuna informazione preventiva al sindacato, la Rai vìola il contratto»

«Lo scorso 3 maggio la Rai ha firmato un accordo con l’Usigrai con cui si impegnava al rispetto del contratto e all’informazione preventiva al sindacato, così come prevista dallo stesso. Eppure, a distanza di nemmeno 6 mesi, l’azienda guidata dall’ad Carlo Fuortes continua a violare il contratto». Lo afferma, in una nota, l’esecutivo Usigrai.

«Lo fa – proseguono i rappresentanti sindacali – quando toglie 50 minuti di informazione giornalistica realizzata dal Tg1 in collaborazione con il Day Time, senza consultare preventivamente l’Usigrai, unico interlocutore sindacale in materia, e senza informare il Cdr. E lo chiariamo per evitare strumentalizzazioni: il problema non è Fiorello, che in passato è sempre stato un valore aggiunto in termini di ascolti, ma il rispetto del contratto e la difesa degli spazi di informazione».

L’azienda, incalza l’Usigrai, «vìola, altresì, il contratto quando manda in onda al Tg1 servizi di freelance, compromettendo la riconoscibilità dell’informazione Rai, così come richiamata al punto 16 della Carta dei diritti e dei doveri del giornalista del servizio radiotelevisivo pubblico».

L’Esecutivo Usigrai, concludono i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico, «farà valere in tutte le sedi i propri diritti e le proprie prerogative».

‘Il Contratto di servizio 2023-2028: una sfida per l’Italia’, il 12 luglio incontro al Cnel

“Il Contratto di servizio 2023-2028: una sfida per l’Italia” è il titolo dell’incontro promosso dall’Usigrai con la Fnsi e il Cnel in programma martedì 12 luglio 2022 (ore 9.30), a Roma, nella sala del Parlamentino del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro (viale Lubin, 2).

«L’iniziativa – anticipano gli organizzatori – è volta a mettere a confronto le realtà culturali, sociali e istituzionali del Paese sul tema del Contratto di servizio che definirà gli impegni che la Rai sarà chiamata ad assolvere quale concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e multipiattaforma per i prossimi cinque anni. Un confronto che in altri Stati, a differenza dell’Italia, è un obbligo istituzionale e che il sindacato dei giornalisti Rai ha voluto proporre prima dell’approvazione del nuovo contratto, prevista entro la fine dell’anno».

Ne discuteranno i vertici della Rai insieme con rappresentanti delle istituzioni, del mondo del giornalismo, del terzo settore, del servizio pubblico radio televisivo europeo.

L’evento si svolgerà in presenza e sarà trasmesso in streaming su www.cnel.it e sul canale Youtube del Cnel (qui il link diretto).

Rai, Usigrai: «Basta con la dannosa pratica delle prime utilizzazioni»

«Con una mano si tagliano i costi con l’altra si fanno nuovi contratti a partite iva con chiamata diretta. La Rai continua la dannosa pratica delle prime utilizzazioni nei programmi di rete di colleghi esterni impiegati nei programmi del palinsesto estivo, mentre decine di colleghi interni sono senza incarico». Lo denuncia l’Esecutivo Usigrai che, in una nota, evidenzia: «Una scelta che fa lievitare i costi aziendali e che consente ad alcuni colleghi di iniziare a collaborare con la Rai senza affrontare un concorso pubblico meritocratico e trasparente».

Per i rappresentanti sindacali, «il ricorso alle prime utilizzazioni contravviene agli impegni presi dalla Rai con il sindacato e avviene mentre decine di colleghi, che da anni collaborano con la Rai, attendono di essere regolarizzati. Il sindacato – concludono – che si è già ripetutamente espresso a favore della valorizzazione delle numerose professionalità interne e ha più volte invitato l’azienda a porre fine al ricorso alle prime utilizzazioni, si riserva, qualora non si ponga fine a questa strategia clientelare e dispendiosa, di ricorrere alla Corte dei Conti per una verifica sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche».

L’esecutivo dell’Usigrai in visita al Sugc

Il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda, insieme con tutto l’esecutivo del sindacato dei giornalisti della Rai, ha fatto visita al Sindacato unitario giornalisti della Campania. È stata l’occasione per parlare delle nuove sfide che dovrà affrontare sindacato dei giornalisti e del lavoro fatto fino ad ora. Il segretario del Sugc, Claudio Silvestri, ha ringraziato i colleghi per l’attenzione essenziale verso un territorio difficile come quello della Campania e ha sottolineato l’importanza del lavoro dei giornalisti della Rai nell’illuminare quelle zone dove domina la camorra e dove ci sono giornalisti che vengono minacciati per le loro denunce. Si è parlato anche del caso di Mario Paciolla, il giornalista e cooperante napoletano ucciso in Colombia per il quale non ci sono state ancora verità e giustizia.

Rai, Usigrai boccia il nuovo ‘valzer di nomine’: «Riforma per restituire indipendenza al servizio pubblico»

«Ancora una volta la Rai è sulle pagine dei giornali per una valzer di nomine che non ha alcun apparente motivo editoriale né industriale. Ancora una volta tutto sembra ruotare intorno a equilibri, o equilibrismi, politici che non hanno come priorità lo sviluppo della Rai servizio pubblico». Lo afferma, in una nota, l’Esecutivo Usigrai.

«Tutto questo – incalzano i rappresentanti sindacali – rende ancora una volta evidente che solo una riforma della governance dell’azienda può restituire autonomia e indipendenza al servizio pubblico radiotelevisivo. In parlamento i lavori per un testo di legge sono già in corso, ma arenati: i partiti utilizzino questo scorcio di legislatura per approvarlo, se veramente vogliono occuparsi della Rai e non della sua occupazione.

Rai – Usigrai, firmati tre accordi «dal forte contenuto innovativo». I giornalisti: «Riparte il dialogo sindacale»

Rai e Usigrai, «a conclusione di un approfondito confronto», hanno sottoscritto tre accordi «dal forte contenuto innovativo»: un progetto di potenziamento dell’informazione web regionale; ricorso a forme di lavoro agile nelle redazioni giornalistiche anche nella fase successiva all’emergenza pandemica; una nuova regolamentazione dell’incarico di inviato.

Ne dà notizia l’azienda che, in una nota, rileva: «Le parti hanno manifestato la comune volontà di continuare un dialogo costruttivo che consenta ancora meglio all’azienda di affrontare le sfide del futuro dell’informazione» e «hanno assunto inoltre l’impegno di definire l’assetto organizzativo per i giornalisti che lavorano nei programmi televisivi».

Con la firma, martedì 3 maggio 2022, dell’accordo, «l’Usigrai e la Rai riprendono la strada del dialogo con il comune obiettivo di rafforzare il ruolo dell’azienda di servizio pubblico nel suo percorso di trasformazione e rinnovamento tecnologico e produttivo, in linea con quanto previsto dal Contratto di Servizio», il commento dei rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.

«Grazie al supporto della Federazione Nazionale della Stampa – proseguono – si è riaperto un confronto che, partendo dal comune riconoscimento delle relazioni sindacali e del rispetto delle regole contrattuali, ha consentito all’Usigrai di verificare le condizioni per procedere ad accordi su un percorso di sviluppo dell’offerta web e social della Rai».

L’Usigrai, aggiungono i giornalisti, «che oltre dieci anni fa ha fortemente voluto la partenza dei siti di informazione della Rai, conferma con l’accordo di ieri questa impostazione; sono previsti investimenti su mezzi e risorse per l’informazione multipiattaforma e nuovi prodotti informativi per web e social».

Nell’accordo si conferma inoltre l’importanza dell’informazione territoriale di servizio pubblico e il ruolo del lavoro giornalistico sul campo. «Viene valorizzato – riporta l’esecutivo Usigrai – il lavoro degli inviati e il loro ruolo di fonte primaria dell’informazione di servizio pubblico attraverso un accordo che riconosce per la prima volta una “carriera di scrittura”, fino alla possibilità, per gli inviati di maggiore esperienza, di assumere ruoli di coordinamento in occasione di grandi eventi informativi».

Raggiunto anche un accordo sulla disciplina dello smart working «che consentirà anche alle giornaliste e ai giornalisti della Rai, nel rispetto delle esigenze produttive delle redazioni, una migliore possibilità di conciliazione dei tempi vita-lavoro, con una particolare attenzione ai temi della genitorialità e delle fragilità», rilevano i rappresentanti sindacali.

«Le intese raggiunte, dopo un lungo e articolato confronto – conclude l’Usigrai –, premiano la strada del dialogo scelta dal sindacato e la indicano come direzione per il futuro».

Via il canone Rai dalle bollette. Usigrai: «Forte preoccupazione per la decisione del governo»

L’Esecutivo dell’Usigrai esprime «forte preoccupazione» per la decisione del governo di non procedere, dal 2023, all’incasso del canone Rai attraverso la bolletta della luce. «Il canone italiano – ricordano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico in una nota – è il più basso in Europa. Così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte».

A fine marzo, in un documento approvato all’unanimità dall’assemblea, i Cdr della Rai chiedevano che fosse garantita la certezza delle risorse disponibili ogni anno per il servizio pubblico radiotelevisivo, con la restituzione alla Rai dell’intera quota del canone versato dai cittadini, il cosiddetto extra-gettito, in tutto 200 milioni all’anno, considerando anche il taglio strutturale del 5%, che spettano al Servizio Pubblico da anni.

«Il rischio – scrive ancora l’Usigrai – è che lo scorporo dalla bolletta si traduca in una nuova corsa all’evasione del canone. Se così fosse, ad essere in pericolo sarà il servizio pubblico, già negli anni gravato dal prelievo forzoso di 150 milioni (su cui pende un ricorso straordinario al presidente della Repubblica), un buco di bilancio, giova ricordarlo, che dovette essere ripianato collocando in borsa il 33% delle azioni Rai Way».

I giornalisti Rai chiedono quindi di «conoscere, quanto prima, quali strumenti metterà in campo il governo per la riscossione del canone televisivo. Il decreto legge, in questo senso, è troppo vago. Non basta adeguarsi alle indicazioni della Commissione europea: bisogna individuare delle soluzioni che mettano al riparo il servizio pubblico radiotelevisivo. La certezza delle risorse – concludono – è garanzia della nostra autonomia e indipendenza: a questo deve, imprescindibilmente, seguire la riforma della Rai per liberarla dal controllo e dall’ingerenza dei partiti».