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Violenza donne: protocollo d'intesa giornalisti, Regione Campania e Cardarelli


“Essere parte integrante di un protocollo cosi’ importante e’ orgoglio per il Cardarelli che ha iniziato un “percorso rosa” da novembre 2016 con il Centro Dafne, centro antiviolenza. Siamo contro il femminicidio, a 360 gradi in modo concreto e operativo. Abbiamo voluto dimostrare sul campo le competenze delle nostre donne e dei nostri uomini che ogni giorno, al pronto soccorso, intercettano casi di violenza sulle donne e abbiamo avuto dalla Regione il riconoscimento di centro regionale per la formazione (di operatori specializzati sulla tematica della violenza di genere, ndr) perche’ vogliamo formare anche i futuri formatori”. Cosi’ alla Dire Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “Antonio Cardarelli”, introducendo il Protocollo di lavoro tra l’Ordine dei Giornalisti della Campania, il Sindacato Unitario dei giornalisti della Campania e l’Aorn Cardarelli il cui obiettivo e’ la collaborazione sinergica finalizzata alla prevenzione del fenomeno della violenza sulle donne attraverso l’informazione e la comunicazione come strumento di educazione sociale per la diffusione di una nuova cultura dei diritti. Il documento e’ stato firmato nella sede del Consiglio regionale della Campania dove, questa mattina, e’ stato presentato anche il Report sul primo anno di attivita’ dell’Osservatorio sul Fenomeno della violenza sulle donne, istituito dal Consiglio Regionale della Campania. “Questo protocollo e’ fondamentale – prosegue Verdoliva – perche’ formare significa dare la possibilita’ a tutti di poter parlare con competenze, con dati di fatto e con conoscenza di quello che il sistema offre. Importante, inoltre, e’ avere altri centri dove tutti possono rivolgersi in modo omogeneo senza pensare di essere fortunati perche’ si sono rivolti al centro migliore. Tutte le strutture devono essere all’altezza di accogliere le donne che subiscono violenza”.
“Siamo dentro e parte integrante di questo protocollo – spiega Elvira Reale, coordinatrice del Centro Dafne, attivo presso l’Aorn Cardarelli – perche’ anche i giornalisti devono sapere quali sono gli indicatori di rischio per il femminicidio in modo da non equivocare fattori che non c’entrano niente. La depressione in un uomo, ad esempio, non c’entra niente: sono altri fattori che riguardano il femminicidio. La depressione non si coniuga con la violenza omicidiaria ma si coniuga con un atto suicidario estremo. Noi abbiamo esperienza diretta, li indaghiamo al centro Dafne e allertiamo attraverso gli indicatori di rischio la procura e le forze dell’ordine. Vogliamo parlare con i giornalisti del fatto che non devono addossare alla donna la responsabilita’ degli atti di violenza ai suoi danni: vuoi perche’ voleva separarsi, vuoi perche’ aveva iniziato un’altra relazione, vuoi per qualsiasi altro motivo”. A firmare il Protocollo per l’Ordine dei Giornalisti della Campania, il suo presidente Ottavio Lucarelli che alla Dire ha spiegato: “arriviamo alla firma dell’intesa con l’Osservatorio in un momento importante perche’ l’Ordine, da alcuni anni, porta avanti su queste tematiche un lavoro molto intenso e molto profondo”. Per parte sua Claudio Silvestri, segretario del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, ha poi ricordato la vicinanza del sindacato a tutte le iniziative “che riguardano le differenza di genere e soprattutto questa che riguarda la violenza sulle donne perche’ i giornalisti hanno la responsabilita’ delle parole e, quindi, quella di raccontare nel miglior modo possibile vicende dolorosissime”.
(Agenzia DIRE)

"Violenza sulle donne, riconoscere l'omicidio di identità"


“Chiediamo che venga introdotto nel codice penale l’omicidio d’identità, che punisca con pene più severe chi compie atti di inaudita violenza quale sfregiare con acido, dare fuoco alle vittime, cambiandone per sempre i connotati. Il tentato omicidio non è sufficiente a coprire questa fattispecie di reato, una parte fondamentale di queste persone muore per sempre, la loro identità fisica. Poi chiediamo che venga istituito un Fondo per le vittime della violenza, si avverte, sia moralmente che socialmente, il bisogno di un ammortizzatore sociale”. È quanto ha affermato la presidente di Feminin Pluriel Italia, Diana Palomba che oggi ha partecipato presso il Sindacato unitario giornalisti della Campania a Napoli alla tavola rotonda contro la violenza di genere dal titolo: “Violenza sulle donne, cosa accade dopo?”. “Il Sindacato dei giornalisti campani ha una grande attenzione sulle questioni di genere, dalle violenze fino alle discriminazioni nel mondo del lavoro. Noi giornalisti abbiamo anche la responsabilità di raccontare questi episodi e dobbiamo stare attenti al linguaggio: dobbiamo raccontare le differenze senza fare differenze. È uno dei doveri che dobbiamo aggiungere alle nostre carte deontologiche”, ha affermato il segretario del SUGC Claudio Silvestri. All’incontro ha partecipato anche Carla Caiazzo, vittima di violenza e ora protagonista con la sua associazione #ioridoancora di tante iniziative a favore delle donne vittime di violenza. All’incontro hanno partecipato anche Carmen Padula, tesoriere di Feminin Plueriel, l’avvocato Gabriele Sepio, di Protection network, Mena Marano, amministratore delegato di “Silvian Heach, e Palma Sopito, editore di #3D Magazine.

Pubblica i nomi di vittime di violenza sessuale, direttore denunciato al consiglio di disciplina

La presidente della Cpo del SUGC, Cristina Liguori


La presidente della commissione Pari opportunità del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Cristina Liguori, d’intesa con il segretario Claudio Silvestri, ha denunciato al consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania il direttore di una testata online che ha pubblicato i nomi di due vittime di violenza sessuale: «“Il giornalista non pubblica i nomi di chi ha subito violenze sessuali né fornisce particolari che possano condurre alla loro identificazione a meno che ciò sia richiesto dalle stesse vittime” – dichiara la presidente della Cpo, che è anche coordinatrice della Cpo nazionale – Il testo unico dei doveri del giornalista è chiaro e non possono e non devono esserci eccezioni di nessun genere. Il Sindacato con il manifesto di Venezia ha cercato di rafforzare questa esigenza. Purtroppo questa semplice norma viene spesso violata. Quando non vengono pubblicati i nomi delle vittime di violenza sessuale, si pubblicano i nomi dei loro compagni, fidanzati, mariti, identificandole di fatto senza se e senza ma. L’ultimo episodio su sito internet campano ha infatti pubblicato i nomi i cognomi di due vittime di violenza sessuale. Un atto gravissimo che viola pesantemente le norme e le buone regole che ogni giornalista deve seguire nel pieno rispetto della dignità umana. Dopo poche ore – afferma ancora Liguori – a seguito delle forti proteste dell’avvocato di una delle due, i nomi sono stati poi eliminati apponendo solo le iniziali. Ma oramai il danno era già fatto. Su Google, infatti, compaiono ancora, per esteso, i nomi delle donne abusate. Un atto di irresponsabilità che ci auguriamo non abbia ulteriori conseguenze sullo stato mentale delle vittime che vanno incoraggiate e protette dalla gogna mediatica e non mortificate».

Cristina Liguori nominata coordinatrice della commissione Pari opportunità della Fnsi

Cristina Liguori


La presidente della Commissioni pari opportunità del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Cristina Liguori, è stata nominata coordinatrice della Commissione nazionale Pari opportunità del Sindacato dei giornalisti (FNSI). «Affiancare Alessandra Mancuso, presidente della commissione pari opportunità della Fnsi, è un compito importante perché enormi sono le sfide che ci troveremo ad affrontare insieme all’intera assemblea. Le pari opportunità, i diritti delle donne e delle giornaliste, la parità in ambito lavorativo, il rispetto della dignità insieme allo studio di un linguaggio appropriato nell’ambito giornalistico: sono queste alcune delle priorità di questa commissione di cui faccio parte da due anni in rappresentanza del sindacato dei giornalisti. Un dovere etico e morale che porterò fino in fondo», ha dichiarato la nuova coordinatrice. A Cristina Liguori gli auguri del segretario del SUGC Claudio Silvestri e di tutto il direttivo.

Sciopero delle donne, anche il Sugc al corteo cittadino. Ecco i nostri appuntamenti


Anche il Sindacato unitario giornalisti della Campania ha aderito alla manifestazione “Non una di meno”, sciopero globale delle donne, corteo cittadino per l’8 Marzo. La manifestazione comincerà alle 18 a Napoli in piazza Dante per concludersi con un concerto nella Galleria Principe di Napoli alle 21. «La denuncia contro molestie e ricatti sessuali sul lavoro è diventata centrale. Ovunque il sindacato internazionale (International Trade Union Confederation) è mobilitato con la campagna #StopGBVatWork, ‘Stop Gender Based Violence at Work’, per sensibilizzare i governi a sostenere la necessità di una Convenzione/Raccomandazione ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) contro la violenza e le molestie nel luoghi di lavoro, subite secondo i dati ITUC-CSI, da una quota tra il 40 e il 50% delle lavoratrici», spiega la Cpo Fnsi.
Sono diverse le iniziative del Sindacato. Nello stesso giorno
a Sorrento alle ore 17 a Villa Fiorentino, la prestigiosa dimora del corso Italia sede della Fondazione Sorrento, c’è la presentazione del libro “Non una di più” curato dalla scrittrice Maria Rosaria Selo. Si tratta di un’antologia che si avvale delle testimonianze, degli interventi, delle poesie e dei racconti di scrittrici, poetesse, filosofe, giornaliste, medici, docenti, attrici, registe, cantanti.  Oltre che dalla Fondazione l’evento è patrocinato dal SUGC.

A Napoli alle 17:00 doppio appuntamento all’Archivio della Fondazione Banco di Napoli a via Tribunali 213, per la Settimana europea delle Startup #SEW18Naples: avvio al 5°anno di NAStartUpDay041, la palestra delle startup, con 2 eventi in collaborazione con Meridonare, la piattaforma per fare  crowdfuding della Fondazione del Banco di Napoli. SEW18 è l’appuntamento coordinato dalla Commissione Europa che invita le comunità degli startupper a condividere dal basso in 300 città le opportunità dell’economia delle startup. A Napoli si racconterà il #WomanPower, nel Mezzogiorno d’italia. La presidente della Commissione pari opportunità del SUGC, Cristina Liguori, introdurrà il programma sviluppato da Antonio Prigiobbo (cofounderdi NaStartup e consigliere delegato per Startup e innovazione del SUGC) e Marina Pepe co-organizzar locali del SEW Made in Naples.
 
Nell’ambito del “Marzo Donna 2018 -Lazzare felici”, con il Comune di Napoli, il SUGC patrocina anche l’esposizione intitolata “EUTOPIA – Road to Nowhere” al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo (ingresso gratuito – 1/18 marzo) con sette produzioni e un’opera ad hoc intitolata ‘Itaca’ dedicata ai migranti, e in particolare alle donne che affrontano il terribile viaggio per mare per toccare la sponda europea. Stavolta è Penelope e non Ulisse ad affrontare i mostri del mare nostrum, col lucido sogno di riapprodare in una casa nuova.
 
Infine, l’11 aprile le manifestazioni si concluderanno con il convegno “Donne e giornalismo”.

Eutopia, quando ad affrontare il mare è Penelope. Mostra al Mediterraneo


Al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo l’esposizione intitolata ‘EUTOPIA – Road to Nowhere’ (ingresso gratuito – 1/18 marzo) con sette produzioni e un’opera ad hoc intitolata ‘Itaca’ dedicata ai migranti, e in particolare alle donne che affrontano il terribile viaggio per mare per toccare la sponda europea. Stavolta è Penelope e non Ulisse ad affrontare i mostri del mare nostrum, col lucido sogno di riapprodare in una casa nuova.
La mostra è patrocinata dal Sindacato unitario giornalisti della Campania e dal Comune di Napoli, rientra nelle iniziative della rassegna “Marzo Donna 2018: Lazzare Felici”, ed è una delle manifestazioni che rientrano negli eventi del Sugc dedicati alle donne.
Il concept di EUTOPIA parte dalla mappa-madre dove Alessandro Chetta accosta città e monumenti d’arte o di natura. Da qui il nome: eu, buono, unito a u-topia, il luogo che non c’è. E quindi c’è la Tour Eiffel che guarda il mare. Alla Striscia di Gaza ci si arriva attraversando Copacabana e il Ponte di Brooklyn. Il Vesuvio non dista molto dai vulcani d’Islanda. Le Piramidi confinano con le Ramblas. Il Cristo di Rio benedice la metro di Berlino.
BIOGRAFIA
Alessandro Chetta giornalista, videomaker e artista. Come streetartist scelse il writing e quindi le sue mostre negli anni ’90 le teneva all’aria aperta. Come artista tout court ha esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli per la personale, con Silvana Scarati, intitolata TRONISTI (luglio 2014). Un’altra personale, PASSEPARTOUT, si è tenuta nel novembre 2014 alla Evaluna artgallery di Napoli. Ha preso parte alla collettiva della Garage for contemporary arts di Sorrento con la serie THE DOORS/TOMBINI (dicembre 2014). Numerose le esposizioni sul concept EUTOPIA, tra cui personali in location partenopee alla BPMed Gallery, alla Galleria Serio e alla collettiva del Castel dell’Ovo nell’ambito dell’Art Performing Festival (luglio 2017).

Violenza sulle donne, si comincia dalle parole: la responsabilità dei giornalisti. Ecco il Manifesto di Venezia

La presidente della commissione Pari opportunità del SUGC, Cristina Liguori, a Venezia


«”Non potrà mai essere consentito accettare che un’aggressione alla propria compagna possa essere definito ‘delitto passionale’. Un atto brutale non può nascondersi dietro un alibi di tipo sentimentale”. Ringraziamo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per avere voluto sottolineare il “ruolo centrale del linguaggio e la responsabilità particolare dei mass media”. Parole nette che ci incoraggiano a proseguire la strada intrapresa con il Manifesto per il rispetto e la parità di genere nell’informazione». Così Alessandra Mancuso, presidente della commissione Pari Opportunità della Fnsi, per la presentazione ufficiale del manifesto a Venezia, nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, oggi, 25 Novembre 2017, a partire dalle 10.30.
A Venezia anche la presidente della Commissione pari opportunità del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Cristina Liguori. Il Sugc, che da tempo chiede una carta deontologica sul tema della violenza di genere, ha aderito in maniera convinta al manifesto. “Il manifesto di Venezia non è un punto di arrivo ma di partenza per future riflessioni – dice la presidente Liguori – Da oggi non possiamo più fingere e girarci dall’altra parte. Da oggi le giornaliste e i giornalisti hanno delle linee guida per adottare un linguaggio rispettoso della persona e della parità di genere. Non è una carta deontologica, ma un atto volontario, un impegno in prima persona per raccontare il dramma della violenza sulle donne. Al manifesto hanno aderito oltre 800 giornalisti e mi auguro che il numero aumenti sempre di più”.
“Quello delle pari opportunità è un tema fondante della nostra politica sindacale – afferma il segretario del SUGC, Claudio Silvestri -, la responsabilità delle parole, in un periodo in cui domina il linguaggio dell’odio, deve essere al centro del dibattito sulla nostra professione e di iniziative concrete. Il manifesto di Venezia è una di queste”.
Il Manifesto di Venezia, promosso ed elaborato dagli organismi di parità di Fnsi e Usigrai con il Sindacato Giornalisti Veneto e l’associazione GiULiA Giornaliste, raccoglie una serie di raccomandazioni su come raccontare il dramma della violenza sulle donne. «Non una carta deontologica, ma un impegno in prima persona nel promuovere un linguaggio rispettoso della persona e della parità di genere. Un atto condiviso. Oltre 800 colleghi, aderendo con la propria firma, si sono già detti disponibili ad accettare, a valutare, le indicazioni suggerite nel testo che è, e rimane, punto di partenza di una riflessione in continua evoluzione», prosegue Mancuso, che poi ringrazia «le tante e i tanti che hanno accettato di sottoscriverlo: dai colleghi ingiustamente senza lavoro, ai cronisti di fama, alle direttrici e ai direttori di testate nazionali e locali, dai quotidiani alle televisioni ai siti. Abbiamo in comune l’idea che sia sempre più necessaria un’informazione consapevole del fenomeno della violenza di genere, e attenta a descrivere la realtà nel suo complesso, al di fuori di stereotipi e pregiudizi».
Un cambiamento culturale da chiedere a tutti: «Non può essere più consentito nascondersi dietro il “diritto di cronaca” per violare norme deontologiche molto chiare sul rispetto dovuto alle persone, alle donne e soprattutto a chi ha subito violenza e non può riceverne altra dai media. Lavoreremo con ancora maggiore impegno, d’intesa con l’Ordine dei Giornalisti, raccogliendo e facendo nostro il richiamo del Capo dello Stato», conclude la presidente della Cpo.
 
IL MANIFESTO

Pari Opportunità: contro gli stereotipi un Osservatorio regionale sulla comunicazione di genere


Dopo il protocollo d’intesa sottoscritto dalla Consigliera di Parità della Regione Campania, dall’Ordine dei Giornalisti e dal Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania (Sugc), primo del genere a livello nazionale e già considerato tra le best practice da condividere, il percorso verso una rete qualificata per le pari opportunità proseguirà con l’istituzione di un osservatorio e un lavoro di monitoraggio sul territorio regionale. La proposta lanciata dai firmatari del protocollo è stata accolta pubblicamente dalla Presidente del Consiglio regionale Rosa D’Amelio, che ha manifestato la volontà di legittimarlo inserendolo nel disegno di legge sull’informazione e la comunicazione istituzionale. Lo ha detto nel corso del suo intervento al convegno “Comunicazione di genere: una rete qualificata per le pari opportunità” che si è svolto oggi – 9 novembre –  presso il centro direzionale nella sala convegni della Giunta della Regione Campania, al quale hanno partecipato anche le assessore alle Pari opportunità Chiara Marciani, al Lavoro Sonia Palmeri, entrambe impegnate nel rafforzamento della rete delle Pari opportunità, così come la consigliera regionale Loredana Raia.
Secondo la proposta, formulata dalla Consigliera di Parità Domenica Marianna Lomazzo, l’Osservatorio regionale sulla comunicazione di genere per il contrasto al dilagante fenomeno degli stereotipi di genere, coinvolgerà organismi regionali di Parità, università campane, l’Ufficio scolastico regionale, l’Ordine dei giornalisti, il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, il Corecom. La finalità dell’Osservatorio sarà quella di favorire conoscenza e competenze rispetto al tema della comunicazione di genere attraverso due percorsi differenziati, ma strettamente interconnessi, rivolti all’interno dell’amministrazione per incidere sul cambiamento di prassi consolidate, ed all’esterno, verso il mondo delle istituzioni scolastiche e formative, per modificare il sentire comune, spesso discriminante, nei confronti del genere.
L’importanza di fare rete, creando sinergie efficaci che incidano sia in ambito lavorativo che culturale partendo dal linguaggio e dall’uso responsabile delle parole è stato sottolineato dai rappresentanti dell’Ordine, Ottavio Lucarelli e Titti Improta, e del Sindacato, Gianni Rinaldi, Laura Viggiano, Cristina Liguori. Un’azione che vedrà i giornalisti dotarsi di un altro strumento: il manifesto sul linguaggio e contro le violenze di genere che sarà presentato il prossimo 25 novembre, dalla Cpo della Federazione nazionale della Stampa a Venezia. Nel corso del convegno sono state affrontate anche le criticità che ancora oggi si riscontrano in un linguaggio afflitto da stereotipi della comunicazione pubblicitaria, con la relazione del professore Alfonso Amendola, docente “media classici e media digitali” presso il dipartimento di Scienze della Comunicazione – OGEPO Università di Salerno.

Parità di genere, un manifesto per i giornalisti


Care colleghe e cari colleghi,
vi allego il “MANIFESTO di VENEZIA” ovvero il “MANIFESTO delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto e la parità di genere nell’informazione”, varato dalla Commissione pari opportunità della Fnsi e al quale ha subito aderito il Sindacato unitario giornalisti della Campania.
Il manifesto con tutte le adesioni raccolte, sarà presentato a Venezia il 25 novembre in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Rispetto della deontologia, no al sensazionalismo, a cronache morbose, a divulgare i dettagli della violenza, no all’uso di termini fuorvianti come “amore”, “raptus”, “gelosia” per crimini dettati dalla volontà di possesso e annientamento; no alle strumentalizzazioni con la distinzione di “violenze di serie A e di serie B” in relazione a chi sia la vittima è chi il carnefice. Questi alcuni degli impegni che assumono i firmatari del Manifesto, su cui da oggi si avvia una campagna di sensibilizzazione e raccolta di firme.
Per aderire basta inviare una mail a cpofnsi@gmail.com entro il 30 ottobre.
Cristina Liguori
presidente Commissione Pari Opportunità del SUGC
LEGGI IL MANIFESTO

Cpo Fnsi, varato il "Manifesto di Venezia" per una corretta informazione contro la violenza sulle donne

Una corretta informazione per contrastare la violenza sulle donne, come chiede la Convenzione di Istanbul: la Commissione pari opportunità della Fnsi ha varato oggi il “Manifesto di Venezia”, frutto di un’elaborazione che ha coinvolto anche la Cpo Usigrai e GiULiA Giornaliste, su proposta del Sindacato Giornalisti Veneto. Il “Manifesto delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto e la parità di genere nell’Informazione”, con tutte le adesioni raccolte, sarà presentato a Venezia il 25 novembre in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. “Noi, giornaliste e giornalisti firmatari del Manifesto di Venezia–si afferma nel documento–ci impegniamo per una informazione attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni culturali, sociali e giuridiche. La descrizione della realtà nel suo complesso, al di fuori di stereotipi e pregiudizi, è il primo passo per un profondo cambiamento culturale della società e per il raggiungimento di una reale parità”.
Rispetto della deontologia, no al sensazionalismo, a cronache morbose, a divulgare i dettagli della violenza, no all’uso di termini fuorvianti come “amore”, “raptus”, “gelosia” per crimini dettati dalla volontà di possesso e annientamento. No alle strumentalizzazioni con la distinzione di “violenze di serie A e di serie B” in relazione a chi sia la vittima è chi il carnefice. Questi alcuni degli impegni che assumono i firmatari del Manifesto, su cui da oggi si avvia una campagna di sensibilizzazione e raccoltadi firme.
Per aderire basta inviare una mail a cpofnsi@gmail.com.