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Giornalisti attaccati dai tifosi dell’Avellino, la solidarietà del SUGC

“Inaccettabile e fuori luogo. I tifosi facciano i tifosi perché i giornalisti fanno i giornalisti”. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi Titti Festa e Marco Ingino dell’emittente Sport Channel e condanna con forza sia il gesto che il contenuto dello striscione a firma Curva Sud affisso nel pomeriggio di oggi all’esterno dello stadio Partenio-Lombardi di Avellino. “Dai salotti lunedì sera a satira di paese…il riassunto della stampa avellinese. Titti Festa e Marco Ingino cambiate mestiere”. “Contenuti decisamente denigratori, che ledono l’indiscussa professionalità dei due giornalisti. Titti e Marco siamo con voi” – fanno notare in una nota congiunta il segretario provinciale Amedeo Picariello e il segretario regionale Claudio Silvestri che aggiungono: “Quanto accaduto rappresentato un chiaro attacco all’informazione che non può essere tollerato”

«Parte da Riccione una nuova stagione per il futuro dei giornalisti pubblici»

La “Regolamentazione del profilo del giornalista pubblico” è il contenuto dell’ordine del giorno, approvato per acclamazione al XXIX congresso della Fnsi di Riccione, per il quale l’assemblea dei delegati ha impegnato i nuovi organismi dirigenti eletti su diversi punti programmatici per la nuova piattaforma contrattuale per il triennio 2022-2025.

L’informazione nella Pubblica amministrazione è stato un tema centrale del congresso, fin dalla relazione del segretario uscente Raffaele Lorusso che ha fatto un’ampia disamina sullo stato degli uffici stampa pubblici, dall’accordo con l’Aran siglato il 7 aprile 2022 insieme alle confederazioni sindacali, «tutt’altro che scontato, perché un settore, la pubblica amministrazione, nel quale i requisiti della rappresentatività sindacale sono fissati per legge, e la Fnsi non ne soddisfa alcuno», ma anche la necessità di «un passaggio normativo per codificare il diritto alla rappresentanza della Fnsi, che finora può partecipare ai tavoli solo come sindacato interveniente» e l’avvio di «una fase di confronto per una legge di riforma organica della legge 150 del 2000, sostanzialmente superata dall’evoluzione della normativa sul pubblico impiego».

Va specificato innanzitutto che i nuovi CCNL 2019-2021del Pubblico impiego non sono intervenuti a modificare il profilo di “giornalista pubblico – specialista nei rapporti con i media”, a parte quello del comparto Sanità che ha soltanto trasferito il profilo dal ruolo amministrativo a quello professionale.

Dal palco del palazzo dei congressi di Riccione si sono avvicendati in tanti ad affrontare la questione “informazione pubblica”, dalla stessa neoeletta segretaria generale Alessandra Costante, alla presidente del Gruppo Uffici Stampa della Fnsi Assunta Currà e, tra gli altri, al delegato della Toscana Walter Fortini, al presidente del GUS Sicilia Vito Orlando.

Quest’ultimo ha portato all’attenzione dell’assemblea l’esperienza nella sua regione, sottolineando come l’accordo Aran-Fnsi, che ha certificato il mantenimento delle retribuzioni percepite grazie a un assegno ad personam, abbia “tranquillizzato” e dato certezze a molti colleghi in apprensione per il loro futuro, visto che il contratto Fnsi-Fieg veniva applicato alla Regione Siciliana fin dal 1985 e negli enti locali dal 2007, colleghi che dopo le sentenze della Corte Costituzionale avevano visto i loro enti iniziare a disdire l’applicazione di quel contratto.

E ha ricordato come a fronte della crisi occupazionale nelle aziende editoriali siciliane, negli ultimi due anni già una ventina di colleghi siano stati assunti nell’isola, dopo un concorso, nel profilo di giornalista pubblico, tra Regione, enti locali e aziende sanitarie, in maggioranza donne, laureate, e con un’età media di 45 anni, quindi con un’esperienza almeno ventennale di precariato in giornali e tv. Colleghi che però hanno emolumenti notevolmente inferiori a quelli di chi è stato assunto prima del 2018.

È questo uno degli aspetti affrontati dall’ordine del giorno approvato al congresso, insieme a quello della piena rappresentanza e agibilità sindacale nella Pubblica amministrazione dei nostri iscritti, finora nella stragrande maggioranza negata.

Nel documento vengono focalizzati alcuni punti centrali della prossima azione del sindacato: la contrattazione collettiva nella PA prevede un livello decentrato per la regolamentazione del salario accessorio e per questo è necessaria la piena titolarità di rappresentanza delle Associazioni regionali ad essere soggetti attivi nella contrattazione integrativa aziendale.

Riprendere poi il confronto con Aran e le altre organizzazioni sindacali, per l’inserimento dei giornalisti della Pubblica amministrazione nell’area delle “elevate professionalità”, completare i contenuti del profilo professionale di giornalista pubblico, potenziarne i diritti e dare più forza alle loro retribuzioni: dal riconoscimento, ove non già previsto, del diritto agli straordinari, alla reperibilità, ai festivi e ai domenicali, a indennità funzionali, sul modello, ad esempio, dell’indennità di agenzia ex art. 10 del contratto Fnsi-Fieg, e a ogni altro strumento che ne garantisca la massima autonomia e dignità lavorativa.

Inoltre si chiede di regolamentare, anche con un accordo integrativo, il regime di esclusività previsto dall’art.9 della Legge 150/2000 per i giornalisti pubblici, e finora mai attuato nella PA. È stata approvata anche l’istituzione di un Gruppo di lavoro “che supporti l’attività della Giunta esecutiva nelle fasi preparatoria e di negoziazione per il rinnovo dei prossimi contratti collettivi Aran nei quattro comparti del Pubblico impiego, nell’ambito del Dipartimento nazionale uffici stampa, con la partecipazione di un rappresentante del GUS nazionale”.

Infine è stato respinto a larga maggioranza un ordine del giorno sul tema, presentato da alcuni delegati della Lombardia, mentre è stato approvato dall’assemblea anche un documento sugli uffici stampa nel settore privato.

Un anno di guerra in Ucraina, Ifj ed Efj: «Giornalismo sotto attacco»

Nel primo anniversario del 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, Federazione europea e Federazione internazionale dei giornalisti ricordano «i colleghi che hanno perso la vita durante la copertura della guerra, coloro che hanno subito lesioni, rapimenti, torture e sofferenze ed esprimere pieno sostegno a tutti i giornalisti che riferiscono in modo veritiero sulla guerra».

Ad oggi dodici giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi mentre seguivano la guerra, o in relazione alla loro professione, e altri 23 sono rimasti feriti, si legge in una nota.

Efj e Ifj, insieme con alcuni partner, chiedono poi «una maggiore protezione di tutti coloro che seguono la guerra. In situazioni di conflitto – rilevano -, l’esercizio libero e senza ostacoli del giornalismo è particolarmente importante per salvaguardare il diritto del pubblico ad essere informato».

Viene quindi confermato l’impegno a continuare a «monitorare lo stato della libertà di stampa e gli attacchi contro i giornalisti in Russia, ricordando alle autorità della Federazione Russa i loro obblighi e impegni in materia di protezione dei giornalisti in situazioni di conflitto e tensione, in conformità con il diritto internazionale. I giornalisti e gli operatori dei media che operano in aree di conflitto armato devono essere trattati e protetti come civili e autorizzati a svolgere il proprio lavoro senza indebite interferenze. Gli attacchi mirati intenzionalmente ai giornalisti, in quanto civili, costituiscono crimini di guerra».

Da qui l’appello: «Gli Stati dovrebbero facilitare l’accesso dei giornalisti e delle loro attrezzature al territorio interessato, fornendo la documentazione e le autorizzazioni necessarie. Dovrebbero astenersi dall’adottare qualsiasi misura restrittiva nei confronti dei giornalisti, come il diniego, la revoca dell’accreditamento o l’espulsione, a causa dell’esercizio delle loro funzioni o del contenuto dei loro servizi».

Infine, Efj e Ifj rivolgono un monito alle aziende editoriali «ad adottare tutte le possibili misure di prevenzione e protezione per la sicurezza fisica dei giornalisti e degli operatori dei media e per fornire loro un’adeguata formazione e preparazione prima di intraprendere missioni pericolose in situazioni di conflitto e di guerra».

Agcom, via libera al regolamento per la tutela dei diritti fondamentali della persona

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato all’unanimità, nella seduta del 22 febbraio 2023, il Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona, di rispetto del principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d’odio, in attuazione delle disposizioni dell’articolo 30 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi.

Il provvedimento – spiega una nota – è stato assunto a valle della consultazione pubblica avviata con Delibera 292/22/CONS del luglio scorso che ha visto un’ampia partecipazione del settore dei servizi media principali destinatari del Regolamento, del mondo delle università e del mondo dell’associazionismo dedito alla tutela della dignità della persona in tutte le sue sfaccettature.

Il testo introduce una tutela rafforzata per le lesioni più gravi dei diritti fondamentali, quali l’istigazione alla violenza, all’odio o a commettere reati di terrorismo e indica i criteri a cui i programmi televisivi devono attenersi al fine di prevenire tali violazioni.

Inoltre, il Regolamento recepisce il presidio sanzionatorio che il legislatore ha individuato nel caso di violazione delle disposizioni con sanzioni che vanno dai 30.000 ai 600.000 euro.

L’intervento dell’Agcom getta le basi, infine, per la riflessione in materia di estensione della tutela della persona sulle piattaforme video, al fine di dare attuazione agli articoli 41 e 42 del Testo unico.

60 anni dell’Ordine dei giornalisti, presentato il francobollo celebrativo

È stato presentato venerdì 24 febbraio 2023, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, il francobollo emesso da Poste Italiane per celebrare il 60esimo anniversario dell’Ordine dei giornalisti.

L’immagine di fondo dell’emissione filatelica, realizzata da Poste Italiane per rendere omaggio alla professione giornalistica, è la trasposizione del quadro “Allegoria sul mondo dei giornali’” realizzato dal pittore milanese Luigi Vigevano nel 2009 per la sede del Consiglio nazionale.

«La sfida di oggi è competere in un mondo dove le notizie arrivano da ogni luogo – ha detto il ministro Adolfo Urso -. È necessario coniugare informazione e responsabilità. Andrebbe affrontato anche il tema della responsabilità per la diffusione dei contenuti in rete via social media, per questo la professione giornalistica è e resta centrale per l’informazione».

Alla cerimonia hanno partecipato, fra gli altri, la sottosegretaria di Stato Fausta Bergamotto, il dottor Giovanni Machetti, responsabile filatelia di Poste Italiane, Massimo Masullo in rappresentanza dell’Istituto Poligrafico dello Stato e il presidente del Cnog Carlo Bartoli, che ha commentato: «Dopo sessant’anni l’Ordine svolge ancora un ruolo fondamentale a tutela dell’informazione professionale in grado di affrontare le sfide del futuro e offrire un servizio ai cittadini e alla democrazia».

L’informazione professionale, ha concluso Bartoli, «deve caratterizzarsi soprattutto per accuratezza nel racconto dei fatti e rispetto delle persone, alla ricerca costante di un punto di equilibrio».

Spoleto, condannato per calunnia dopo aver denunciato per diffamazione un cronista. Fnsi: «Precedente importante»

«Un importante precedente a tutela dell’articolo 21 della Costituzione, del diritto dei cittadini a essere informati. Per la prima volta il procedimento per calunnia nei confronti di chi aveva querelato ingiustamente un giornalista è partito su iniziativa diretta della Procura e il Tribunale ha emesso la condanna». Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Stampa Umbra e Ordine dei giornalisti dell’Umbria commentano così il caso del collega Carlo Ceraso, «che finalmente oggi ha avuto giustizia dal Tribunale di Spoleto».

Alla sentenza erano presenti il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, il presidente dell’Assostampa, Massimiliano Cinque e il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Mino Lorusso.

«L’auspicio – rilevano sindacato e Ordine – è che quello di Spoleto diventi un precedente seguito anche da altre Procure. Ma allo stesso tempo, questa vicenda richiama alla assoluta urgenza di arrivare quanto prima a una norma di legge contro le querele bavaglio».

Fnsi, Assostampa e Ordine, infine, «ringraziano per il loro impegno professionale e civile gli avvocati Iolanda Caponecchi, Rita Urbani e Simone Budelli».

La verità non è un crimine, Napoli per Assange

Dopo che lo scorso 31 gennaio il Consiglio Comunale della città di Napoli ha approvato a gran maggioranza un ordine del giorno con il quale chiede al Sindaco di assegnare la cittadinanza onoraria a Julian Assange gli attivisti di FreeAssange Napoli continuano a tenere alta l’attenzione sulla vicenda con un incontro dibattito al quale partecipano autorevoli esponenti del mondo del giornalismo, dell’università e della cultura.

“LA VERITÀ NON È UN CRIMINE – Napoli per Assange”, è il titolo dell’incontro che si terrà il 1 marzo 2023 dalle ore 15:30 presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Università Federico II, in via Nuova Marina 33, a Napoli  (Aula A1, primo piano)

Saluti istituzionali:

  • Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli
  • Sandro Staiano, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Università Federico II
  • Sergio D’Angelo, Consigliere Comunale, primo firmatari dell’Ordine del Giorno

INTERVENTI:

  • Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta e autrice de Il Potere Segreto
  • Marina Castellaneta, Professore ordinario di diritto internazionale. Università degli Studi di Bari
  • Giuseppe Giulietti, Articolo21, già presidente della FNSI Federazione Nazionale della Stampa Italiana
  • Kristinn Hrafnsson, giornalista investigativo e caporedattore di WikiLeaks (in remoto)

PARTECIPANO:

  • Free Assange Italia
  • Articolo 21
  • Imbavagliati
  • Giustizia per Mario Paciolla
  • Sindacato unitario giornalisti della Campania (SUGC)
  • Morire di pena

EVENTO FB:

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Gedi, il sottosegretario Barachini incontra la Fnsi e i giornalisti del gruppo

Martedì 28 febbraio 2023 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, incontrerà una delegazione della Federazione nazionale della Stampa Italiana e una rappresentanza dei giornalisti delle testate locali Gedi, dopo il recente sciopero che ha coinvolto tutti i giornalisti del Gruppo, preoccupati per una possibile cessione di alcuni quotidiani. (Adnkronos)

Marcia Perugia Assisi, Di Trapani: «I media diano voce alle ragioni della pace»

«Questa notte il popolo della pace si mette in marcia da Perugia ad Assisi per accendere una luce di speranza nel buio della guerra. Mi auguro che quotidiani, radio, tv, web, tutti diano adeguato risalto a questa iniziativa: non solo per illuminare gli animatori della marcia, ma soprattutto per parlare delle ragioni della loro mobilitazione». Lo ha affermato Vittorio di Trapani, presidente della Fnsi, intervenendo all’incontro sulle parole di pace di papa Francesco e i conflitti nel mondo organizzato ad Assisi dall’associazione Articolo21 e coordinato da Giuseppe Giulietti.

«È anche questo un modo per rispondere alla domanda di papa Francesco: ‘È stato fatto tutto per fermare la guerra?’. E al suo appello a rifiutare ‘ogni retorica bellicistica’», ha rilevato Di Trapani.

«A questo proposito – ha aggiunto – voglio ringraziare le colleghe e i colleghi che in questo anno sono stati sul campo a raccontare l’orrore della guerra: solo vedendo, andando nei luoghi, ascoltando, è possibile fare buon giornalismo. Con l’occasione torno a chiedere alle autorità ucraine di restituire l’autorizzazione a lavorare ai giornalisti Andrea Sceresini e Alfredo Bosco: non si può accettare che si ‘blocchino’ i reporter senza neanche spiegare le ragioni».

Il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana ha infine lanciato una proposta. «Le azioni a livello nazionale – ha detto – rischiano di non essere più sufficienti, serve una mobilitazione con tutti i costruttori di pace a livello europeo. Potrebbe essere fatta il 9 maggio, il giorno della Festa dell’Europa, della pace e dell’unità nel nostro Continente. Potrebbe anche essere l’occasione per consegnare alle autorità europee la nuova Carta di Assisi, scritta prima della pandemia da Covid-19 e aggiornata ora che il virus della guerra è tornato a colpire l’Europa».